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Cos’è la varicella

La varicella è una malattia in passato molto comune tra i bambini, in particolare tra quelli al di sotto dei 12 anni, che è tuttavia andata incontro ad una progressiva riduzione del numero di casi grazie all’introduzione del vaccino.

La malattia esordisce in genere con sintomi influenzali e febbre, seguiti nell’arco di un giorno o due da un’eruzione cutanea che può essere in alcuni pazienti particolarmente pruriginosa; l’eruzione inizia con macchie rosse che si trasformano presto in vescicole piene di liquido; il numero totale di vescicole è variabile, da una decina o poco più, fino a 500 ed oltre. L’evoluzione di queste bolle prevede infine che si secchino formando delle croste in 4 o 5 giorni. Solo raramente lasciano cicatrici, limitatamente alle vescicole più grandi e in posizioni in cui la pelle è più delicata (come il viso).

È causata dal virus varicella-zoster (VZV) e, poiché l’infezione è molto contagiosa, un bambino infetto da varicella deve rimanere a casa e riposarsi fino a quando i sintomi non sono scomparsi del tutto. Il paziente è contagioso già nei giorni che precedono l’eruzione.

Tendenzialmente colpisce con maggior violenza gli adulti, rispetto ai bambini, ma anche in questo caso è fortunatamente raro andare incontro a complicazioni gravi.

La strategia di prevenzione più efficace, sia per bambini che per gli adulti, è rappresentata dal vaccino.

Una persona di norma può manifestare un solo episodio di varicella in tutta la vita perchè in genere si acquisisce immunità, ma i VZV possono rimanere silenti all’interno del corpo e causare un diverso tipo di eruzione cutanea in un secondo momento della vita, chiamato herpes zoster (fuoco di S. Antonio). Il ricorso al vaccino abbassa notevolmente la possibilità di manifestarlo, anche se non lo esclude con certezza.

Cos’è un varicella party?

Un varicella party è definito come una festa (!) in cui i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli contro la malattia, confidando nell’acquisizione di un'”immunità naturale”, espongono i bambini che non hanno mai contratto l’infezione a coetanei con la malattia in corso al fine di favorire un contagio intenzionale.

L’idea alla base della pratica è che, in caso di successo, l’infezione di solito porta all’immunità permanente, prevenendo così un’infezione in età adulta che può risultare più grave dell’infezione infantile; se in passato poteva essere individuato un (debole) razionale, ad oggi il vaccino presenta senza alcun dubbio un rapporto rischio-beneficio drasticamente migliore.

Al di là delle pericolose derive cui sta prendendo il fenomeno, i pediatri sono compatti nel condannare la pratica, che espone i bambini al rischio di pericolose complicazioni derivanti dal rischio di sviluppare per esempio encefalite, polmonite o gravi infezioni da streptococco; sebbene poco comuni in senso assoluto, si tratta di complicanze in grado di causare potenzialmente danni cerebrali permanenti o addirittura morte, e da un punto di vista statistico risultano significativamente più probabili degli effetti indesiderati legati alla vaccinazione e di gravità comparabile.

Foto

Varicella sulla schiena di un bambino

Shutterstock/Vitalis83

Fotografia di un bambino con varicella

iStock.com/AnaDiana

Fotografia di una donna con varicella

iStock.com/CactuSoup

Causa e trasmissione

La varicella è causata dal virus varicella zoster, che si trasmette con grande facilità da un paziente all’altro attraverso minuscole goccioline emesse parlando, ridendo, tossendo, …

È contagioso anche il liquido contenuto all’interno delle vescicole e la trasmissione può quindi avvenire attraverso:

  • superfici contaminate,
  • oggetti contaminati (per esempio giochi),
  • contatto diretto con il siero presente nelle vescicole,
  • trasmissione diretta viso-viso.

Il rischio sembra inoltre insorgere dopo la condivisione di un ambiente con un paziente malato per almeno 15 minuti (fonte NHS).

Un paziente colpito dall’infezione è contagioso da 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi, mentre la contagiosità delle vescicole cessa più o meno alla fine della prima settimana (o inizio della seconda) di eruzione.

Questi dati coincidono con quelli di uno studio che ha riscontrato che i casi avevano 3,6 volte più probabilità (con indice di confidenza al 95% di 2,4-5,4) di verificarsi dopo l’esposizione a un bambino in fase prodromica (prima della comparsa dei sintomi) rispetto a qualunque altro momento, e con uno studio che presentava un periodo di contagiosità di 0-5 giorni (mediana: 2 giorni) dalla comparsa dell’eruzione.

La varicella è molto contagiosa, la maggior parte dei bambini con un fratello che è stato infettato vengono a loro volta contagiati, presentando gli stessi sintomi circa 2 settimane dopo. Per aiutare a non diffondere il virus, assicuratevi che i vostri figli si lavino le mani spesso, in particolare prima di mangiare e dopo aver usato il bagno. Mantenete infine il bambino con la varicella lontano dai fratelli e dalle sorelle non vaccinati, per quanto possibile.

Le persone che non hanno avuto la varicella possono prenderla anche da qualcuno con l’herpes zoster, ma non possono prendere l’herpes zoster stesso. Questo perché l’herpes zoster può svilupparsi solo da una riattivazione del VZV in qualcuno che ha già avuto la varicella; il rischio è comune limitato, in quanto il contagio in questo caso avviene solo in caso di contatto tra il siero contenuto nelle vescicole del paziente e le mucose.

Sintomi

Non sono stati identificati studi con dati certi sul periodo di incubazione della malattia, tuttavia tre studi hanno presentato intervalli seriali per diversi scenari, con variazioni da 11 a 20 giorni (media/mediana: 14-16 giorni) secondo il tipo di contatti (fonte: ECDC).

I sintomi principali della varicella, sia per gli adulti che per i bambini, sono:

  • comparsa di puntini rossi su viso e/o petto, prima di diffondersi ad altre parti del corpo;
  • trasformazione dei puntini in vesciche piene di liquido nel giro di 12-24 ore;
  • grande prurito;
  • trasformazione delle vescicole in crosticine dopo circa una settimana.

Vediamo ora i passaggi più nel dettaglio.

Alcuni pazienti manifestano una fase prodromica uno o 2 giorni prima che l’eruzione cutanea appaia, caratterizzata dai seguenti sintomi:

Questi sintomi possono durare per un paio di giorni, durante i quali la febbre rimane tra i 37,7° e i 38,8° C, anche se in rari casi può essere più elevata.

Questa fase è più comune in adulti e adolescenti, meno nei bambini.

La varicella causa quindi un rash rosso e pruriginoso sulla pelle che appare di solito prima sul ventre o sulla schiena e viso, e poi si propaga a quasi tutto il corpo, compreso il cuoio capelluto, la bocca, il naso, le orecchie e i genitali. L’eruzione cutanea inizia con piccole e multiple protuberanze rosse che sembrano brufoli o morsi di insetto, sviluppa quindi delle sottili vesciche piene di liquido chiaro, che diventano torbide. La pelle della vescichetta potrebbe rompersi, lasciando una piaga aperta, che infine sviluppa una crosta che diventa secca e marrone.

Le vescicole hanno di solito meno di mezzo centimetro di larghezza, sono di colore rossastro alla base e appaiono in più riprese da 2 a 4 giorni. L’eruzione cutanea può essere più ampia o grave nei bambini che hanno disturbi della pelle come l’eczema.

I bambini più piccoli hanno spesso sintomi lievi e un minor numero di vesciche dei bambini più grandi o degli adulti.

Quando chiamare il medico

Si raccomanda di contattare telefonicamente il medico o il pediatra nel caso di sospetto di varicella, o in caso di dubbi su possibili complicazioni; è tuttavia consigliabile evitare di portare il paziente in ambulatorio, dato l’elevato rischio di contagio verso terzi.

Chiamate il medico se un bambino

Alcuni di questi sintomi potrebbero essere legati a complicazioni severe e non devono quindi essere sottovalutati.

Complicazioni

Tipicamente la varicella è una malattia lieve, ma può colpire pazienti (soprattutto le persone con sistema immunitario indebolito) in modo particolarmente grave. Alcuni soggetti possono sviluppare

  • infezioni batteriche che coinvolgono la pelle,
  • complicazioni ai polmoni (polmonite),
  • complicazioni al cervello (encefalite).

Anche i bambini con sistema immunitario normale possono occasionalmente sviluppare complicanze, più comunemente infezioni della pelle in prossimità delle vesciche.

Chiunque abbia avuto la varicella (o abbia fatto il vaccino contro la varicella) da bambino è a rischio di sviluppare l’herpes zoster più avanti nella vita, e di questi fino al 20% lo sviluppa effettivamente. Dopo una prima infezione il VZV può rimanere inattivo nelle cellule nervose vicino al midollo spinale e riattivarsi successivamente come herpes zoster, che può causare formicolio, prurito, o dolore seguito da una eruzione cutanea rossa con protuberanze e vesciche. L’herpes zoster è talvolta trattato con farmaci antivirali, steroidi, e antidolorifici; è da qualche anno disponibile un vaccino per prevenire l’herpes zoster nei pazienti ultrasessantenni.

Varicella in gravidanza

Le donne immuni alla varicella non possono essere infettate, e non devono preoccuparsi per sé stesse o per il loro bambino durante la gravidanza.

Le donne in gravidanza e chiunque abbia problemi al sistema immunitario non dovrebbe stare vicino a una persona con la varicella: se una donna incinta che non ha avuto la varicella in passato contrae il virus il feto ha maggiori possibilità di sviluppare problemi congeniti, mentre la madre è associata ad un rischio maggiore di complicazioni.

La madre corre un rischio maggiore se presenta anche i seguenti fattori di rischio:

  • fumo,
  • malattie polmonari pre-esistenti come bronchite o enfisema,
  • assunzione di cortisone nei tre mesi precedenti.
  • si trova oltre la ventesima settimana.

La donna in particolare è a rischio di:

Le complicazioni per il bambino sono strettamente legate alla settimana in cui avviene il contagio:

  • Prima delle 28 settimane non c’è rischio di aborto, ma un limitato rischio di complicazioni a pelle, occhi, gambe, braccia, cervello, vescica e intestino (sindrome da varicella fetale).
  • Tra le 28 e le 36 settimane il virus raggiunge il feto senza causare sintomi, anche se può riattivarsi nei primi anni di vita sotto forma di herpes zoster.
  • Se l’infezione viene contratta dai 5 giorni precedenti alla nascita ai 2 giorni successivi viene indicata come “varicella neonatale”, e la manifestazione clinica è quella tipica della varicella.

Se una donna incinta ha avuto la varicella prima della gravidanza, il bambino sarà protetto dall’infezione per i primi mesi di vita, dal momento che la madre trasmette l’immunità al bambino attraverso la placenta e il latte materno.

Secondo l’NHS inglese il rischio appare comunque limitato.

Cura e terapia

Poichè la causa della varicella è un virus il medico non prescriverà antibiotici, a meno che non si rendano necessari se le piaghe vengono infettate da batteri. Questo è abbastanza comune tra i bambini, perché spesso grattano e sfregano le vesciche.

Il farmaco antivirale aciclovir (o simili, come talavir e altri) può essere prescritto alle persone a rischio di complicanze. Il farmaco, che può rendere l’infezione meno grave, deve essere somministrato entro le prime 24 ore dopo l’apparizione dell’eruzione cutanea. Gli antivirali possono avere significativi effetti collaterali, per cui sono somministrati solo quando necessario. Solo il medico può valutare se sia necessario o meno.

Coloro che sono a rischio di grave malattia o di gravi complicanze, come i neonati le cui madri hanno avuto la varicella al momento del parto (ma anche i pazienti con leucemia o carenze immunitarie e bambini che ricevono farmaci che deprimono il sistema immunitario), possono prendere l’immunoglobina per varicella e zoster dopo l’esposizione alla varicella per ridurre la sua gravità.

È possibile contribuire ad alleviare prurito, febbre, e in generale il disagio provocato dalla varicella (ATTENZIONE: Valutare ogni singolo consiglio con il medico prima di metterlo in pratica):

  • Usate salviette fresche e umide o fate bagni in freschi o d’acqua tiepida ogni 3-4 ore per i primi giorni. I bagni di farina d’avena, disponibili al supermercato o in farmacia, possono aiutare ad alleviare il prurito (i bagni aiutano a non diffondere la varicella.)
  • Tamponate (non sfregate) il corpo asciutto.
  • Utilizzare talco sui settori dove sente prurito (ma non sul volto, in particolare vicino gli occhi).
  • Date al vostro bambino alimenti che siano freddi, morbidi, e blandi perché la varicella in bocca può rendere il bere e il mangiare difficoltosi. Evitate di alimentare vostro figlio con cibi acidi e soprattutto salati, come il succo d’arancia.
  • Chiedete al medico o al farmacista di alleviare il dolore con creme da applicare alle piaghe nella zona genitale.
  • Date al vostro bambino paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan) regolarmente per alleviare il dolore se il bambino ha vesciche in bocca.
  • Valutate con il medico antistaminici per il prurito.
  • Non usare mai l’aspirina per ridurre il dolore o la febbre nei bambini con la varicella perché l’aspirina è stata associata con la grave malattia della sindrome di Reye, che può portare ad insufficienza epatica e perfino a morte.
  • Per quanto possibile, scoraggiate i bambini dal grattarsi. Questo può essere difficile per loro, così valutate l’ipotesi di far indossare al bambino calze o muffole sulle mani per evitare di graffiarsi durante il sonno. In aggiunta, tagliate le unghie e tenetele pulite per contribuire a ridurre gli effetti dei graffi, comprese le rotture delle vesciche e le infezioni.
  • La maggior parte delle infezioni della varicella non richiedono particolari cure mediche. Ma a volte, ci sono problemi.

Rimedi e cure naturali

La medicina naturale e l’omeopatia possono rappresentare una possibile opzione per alleviare i sintomi della varicella per coloro che ne condividono la filosofia, ma ricordiamo di avvertire sempre il proprio medico se si stanno assumendo altri farmaci e si decide di ricorrere a questo approccio che, lo ricordiamo, è spesso privo di fondamenti o dimostrazioni scientifiche.

A livello topico la Calendula, indicata per il trattamento delle dermatosi, delle ustioni, … può essere usata per alleviare il prurito perché capace di un’azione antinfiammatoria, antisettica e cicatrizzante; in pratica attenua le eruzioni cutanee della varicella. Non sono noti effetti collaterali, come ad es. reazioni allergiche, pertanto può essere usata con sicurezza; è preferibile acquistarla sotto forma di pomata contenente la tintura madre al 20 – 30%, o in alternativa si possono fare delle toccature sulle vescicole con la tintura madre diluita al 50%.

Si raccomanda di valutare con il proprio medico se ricorrere all’uso della Calendula, perché non tutto il mondo scientifico concorda sull’uso di preparazioni semisolide sulle manifestazioni cutanee della varicella.

Vaccino e prevenzione

Il vaccino anti-varicella è obbligatorio e viene in genere somministrato in due dosi con la somministrazione di un vaccino tetravalente:

  • dai 13 ai 15 mesi di età,
  • richiamo a 6 anni.

Il vaccino è efficace circa dal 70% al 85% nel prevenire l’infezione lieve e in più del 95% dei casi nella prevenzione delle forme da moderata a grave dell’infezione. Anche se il vaccino funziona abbastanza bene alcuni ragazzi immunizzati contraggono ugualmente la varicella; in questo caso tuttavia i sintomi saranno particolarmente miti rispetto a coloro che non hanno preso il vaccino e vengono infettati.

Per i bambini sani che hanno avuto la varicella non sarebbe necessaria la somministrazione del vaccino, perchè l’immunità acquisita naturalmente è di norma sufficiente per l’intera vita, ma non ci sono controindicazioni a praticarlo ugualmente.

Riammissione a scuola

L’esclusione da scuola per 7 giorni dall’inizio dell’eruzione o finché tutte le lesioni non siano diventate crostose (durate media e mediana di 7 giorni) non è risultata efficace in uno studio, ma classi in cui i soggetti malati continuavano a frequentare per oltre due giorni dall’eruzione avevano una percentuale di malati maggiori (40%-80%) rispetto a quelle in cui i malati venivano immediatamente isolati (meno del 15%).

Se non siete sicuri che il vostro bambino sia pronto a tornare a scuola, rivolgetevi al medico.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Quanto dura la varicella?
Febbre e malessere possono comparire da 1 a 2 giorni prima dell'inizio dell'eruzione cutanea, in particolare negli adulti; le vescicole evolvono nell'arco di 4-7 giorni verso la formazione di crosticine, che tenderanno a cadere nei giorni seguenti.
Quali sono i sintomi? Come si manifesta?
I sintomi principali della varicella consistono nella comparsa di vescicole su tutto il corpo e grande prurito; soprattutto negli adulti è comune rilevare febbre e malessere 1-2 giorni prima della manifestazione cutanea.
Come si trasmette?
La varicella è causata da un virus che si trasmette con grande facilità da un paziente all’altro attraverso minuscole goccioline emesse parlando, ridendo, tossendo, … oltre che dal liquido contenuto all'interno delle vescicole (la trasmissione può quindi avvenire anche attraverso superfici contaminate, oggetti contaminati come i giochi, ...).
Quando è contagiosa?
Un paziente colpito dall'infezione è contagioso da 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi, mentre la contagiosità delle vescicole cessa più o meno alla fine della prima settimana (o inizio della seconda) di eruzione.
Come curare la varicella?
Poiché la causa della varicella è un virus il medico non prescriverà antibiotici, mentre in alcuni pazienti selezionati è possibile ricorrere alla somministrazione di farmaci antivirali (per ridurre il rischio di complicazioni), a patto che la diagnosi sia tempestiva (24 ore dalla comparsa dell'esantema). È invece comune la prescrizione di farmaci antifebbrili ed antiprurito.
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Domande e risposte
  1. Come lavarsi con la varicella?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’argomento è dibattuto, ma tendenzialmente l’esposizione all’acqua di per sé non è un problema e, anzi, può dare sollievo al prurito; è tuttavia essenziale evitare di fregare la pelle per non correre il rischio di aprire le vescicole (con conseguente aumento del rischio di cicatrici).

  2. Quanto dura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’eruzione cutanea pruriginosa causata dall’infezione da varicella appare di solito circa 14 giorni dopo il contagio e dura indicativamente 5-10 giorni. Il paziente non è più contagioso quando si siano seccate tutte le vescicole (mediamente 5 giorni da quando compare la prima).

  3. Come si riconosce e come si manifesta la varicella?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La varicella inizia con i sintomi di un semplice raffreddore, febbriciattola, naso chiuso o che cola, starnuti e tosse; dopo un paio di giorni inizia l’eruzione cutanea, tipicamente a partire da petto e/o viso, per poi diffondersi rapidamente su tutto il corpo ad ondate successive.
      Le vescicole (lesioni cutanee ripiene di liquido) evolvono verso la formazione di piccole croste, ma la condizione è quasi sempre estremamente pruriginosa.