Tiroidite di Hashimoto: sintomi, conseguenze e rimedi

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Introduzione

La tiroidite di Hashimoto, nota anche come tiroidite linfocitaria cronica o tiroidite autoimmunitaria, è una malattia autoimmune, ovvero una condizione legata ad un malfunzionamento del sistema immunitario che attacca erroneamente cellule e organi del suo stesso organismo.

In condizioni normali il sistema immunitario protegge il corpo dalle infezioni, riconoscendo e distruggendo batteri, virus e altre sostanze estranee potenzialmente pericolose; nel morbo di Hashimoto il sistema immunitario attacca invece la tiroide, causandone l’infiammazione e interferendo con la capacità di produzione degli ormoni tiroidei. Un gran numero di globuli bianchi del sangue, detti linfociti, si accumula nella ghiandola e producendo gli anticorpi che avviano il processo autoimmunitario.

Gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo (il modo in cui il corpo usa l’energia) e interagiscono praticamente con qualsiasi organo del corpo; questa tiroidite spesso porta a una riduzione della funzionalità tiroidea (ipotiroidismo), una condizione che si verifica quando la tiroide non produce abbastanza ormone tiroideo per il fabbisogno dell’organismo. Senza ormoni tiroidei in quantità sufficiente molte delle funzioni corporee vengono rallentate.

La tiroidite di Hashimoto è la causa più comune di ipotiroidismo.

Uno dei primi segni di tiroidite di Hashimoto è l’ingrossamento della ghiandola (gozzo); in base alla dimensione raggiunta la tiroide può essere o meno visibile ad occhio nudo ed arrivare ad interferire con la respirazione e la deglutizione.

Altri segni e sintomi legati ad una tiroide iperattiva, che possono insorgere gradualmente nel corso di mesi o anni, possono includere

  • stanchezza eccessiva e affaticamento,
  • aumento di peso o difficoltà a perdere peso,
  • capelli sottili e secchi,
  • battito cardiaco rallentato,
  • dolori articolari o muscolari,
  • stitichezza,
  • difficoltà di concentrazione,
  • depressione.

I soggetti che ne sono affetti possono apparire pallidi, gonfi e mostrare scarsa tolleranza al freddo; le donne possono manifestare alterazioni del ciclo mestruale e difficoltà di concepimento.

La tiroidite di Hashimoto di solito fa la sua comparsa in età adulta, sebbene possa manifestarsi a qualsiasi età.

Ragazza con gozzo visitata dal medico

Shutterstock/Andriy Blokhin

Cos’è la tiroide?

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, lunga circa 5 cm e con un peso di meno di 85 g. È posta anteriormente nel collo, davanti alla laringe (l’origine della voce); ha due lobi, uno su ciascun lato della trachea.

È una delle ghiandole che costituiscono il sistema endocrino, ghiandole che producono e immagazzinano ormoni per rilasciarli al bisogno nel circolo sanguigno, per distribuirsi nell’organismo e dirigere le attività di cellule, tessuti e organi

La tiroide in particolare produce due ormoni, la triiodiotironina (T3) e la tiroxina (T4). T3 è l’ormone attivo, derivato da T4.

Gli ormoni tiroidei regolano

L’ormone tireotropo o tireostimolante (TSH), secreto dalla ghiandola ipofisi sita nel cervello, regola la produzione degli ormoni tiroidei. Quando i livelli ormonali sono bassi, l’ipofisi rilascia più TSH. Quando i livelli sono alti, l’ipofisi riduce la produzione di TSH.

La tiroide produce due ormoni tiroidei, T3 e T4, mentre il TSH, secreto dalla ghiandola ipofisi sita nel cervello, regola la produzione degli ormoni tiroidei.

Cause

La tiroidite di Hashimoto è molto più frequente nelle donne che negli uomini; benché la malattia si manifesti spesso anche nelle adolescenti o nelle donne giovani, si verifica più di frequente tra 30 e 50 anni di età.

La condizione mostra una certa familiarità, ma le modalità di trasmissione non sono ancora state chiarite, perché con buona probabilità sono numerosi i fattori, sia genetici che ambientali, coinvolti; è comunque stato osservato che tende a ricorrere in alcune famiglie e avere un parente stretto con la tiroidite di Hashimoto o un’altra malattia autoimmune aumenta il rischio di svilupparla a propria volta.

Sono oggetto di studio anche i possibili fattori ambientali, per esempio un eccessivo consumo di iodio può inibire la produzione di ormoni tiroidei in individui predisposti. Anche alcuni agenti chimici rilasciati nell’ambiente, come i pesticidi, insieme ad alcuni farmaci o infezioni virali possono contribuire alla comparsa di malattie autoimmunitarie della tiroide.

Soggetti con altri problemi autoimmunitari sono più a rischio di sviluppare la tiroidite. Anche il contrario è vero, ossia i soggetti con morbo di Hashimoto sono più a rischio di sviluppare altre malattie autoimmunitarie, tra cui:

  • Vitiligine, una condizione in cui alcune aree della pelle perdono il loro colore naturale.
  • Artrite reumatoide, una malattia che causa dolore, gonfiore, rigidità e perdita di funzionalità delle articolazioni quando il sistema immunitario attacca il rivestimento della membrana articolare.
  • Morbo di Addison, una patologia in cui le ghiandole surrenali sono danneggiate e non riescono a produrre quantità sufficienti di alcuni ormoni fondamentali.
  • Diabete di tipo 1, una situazione di sofferenza del pancreas che non riesce più a produrre insulina, causando iperglicemia.
  • Anemia perniciosa, un tipo di anemia dovuta a carenza di vitamina B12. L’anemia consiste in una riduzione del numero di eritrociti, con meno ossigeno distribuito alle cellule dell’organismo e stanchezza estrema.
  • Morbo celiaco, una forma di sensibilità gastroenterica al glutine di origine autoimmunitaria in cui un soggetto non tollera il glutine che gli causa danni al rivestimento dell’intestino tenue e impedisce l’assorbimento di nutrienti. Il glutine è una proteina che si trova nel grano, nella segale, nell’orzo e in alcuni prodotti.
  • Epatite autoimmunitaria, o infiammazione non virale del fegato, una malattia in cui il sistema immunitario attacca le cellule del fegato.

Sintomi

Molti pazienti non manifestano alcun sintomo nelle fasi iniziali, ma con la progressione della malattia la tiroide in genere va incontro a un ingrossamento, tanto da causare un visibile rigonfiamento del collo. La tiroide ingrossata, chiamata gozzo, può dare una sensazione di pienezza nella gola, anche se in genere non è dolorosa. Dopo molti anni o addirittura decadi, il danno può portare a una riduzione di volume della tiroide e alla scomparsa del gozzo.

Non tutti i soggetti con morbo di Hashimoto sviluppano ipotiroidismo e, nei pazienti soggetti, il calo di attività della tiroide potrebbe essere anche subclinico, ossia leggero e privo di sintomi, o manifestazioni, soprattutto nei suoi primi stadi. Con l’evoluzione allo stadio clinico, l’ipotiroidismo diventa invece manifesto e causa di uno o più dei seguenti sintomi:

Aspettativa di vita e conseguenze

Con un adeguato trattamento le persone affette dalla malattia di Hashimoto possono avere un’aspettativa di vita del tutto normale.

Molto raramente, una tiroide gravemente iperattiva non trattata può evolvere verso una condizione chiamata mixedema, in grado di di causare:

Gravidanza

Durante la gravidanza, l’ipotiroidismo è in genere causato proprio dal morbo di Hashimoto e si manifesta in 3-5 casi ogni 1000 gravidanze.

L’ipotiroidismo non controllato aumenta le probabilità di

L’ipotiroidismo non trattato durante la gravidanza può anche interferire con la crescita del feto e lo sviluppo del cervello.

Le donne con morbo di Hashimoto dovrebbero discutere le proprie condizioni di salute con il proprio medico prima di cercare e affrontare una gravidanza, perché attraverso i farmaci è possibile prevenire efficacemente queste possibili e temibili complicazioni.

Diagnosi

La diagnosi inizia con l’esame obiettivo e l’anamnesi. L’esame obiettivo può evidenziare un gozzo, noduli o ingrossamenti; i sintomi possono indicare l’ipotiroidismo.

Il medico prescriverà quindi alcuni esami del sangue per confermare la diagnosi. L’esame del sangue implica il prelievo di un campione presso un ambulatorio o un laboratorio di analisi.

Gli esami del sangue utili alla diagnosi delle malattie tiroidee includono:

  • TSH: la misurazione del TSH ultrasensibile è in genere il primo esame eseguito. Questo test rileva anche quantità infinitesimali di TSH nel sangue ed è la più accurata misura di attività tiroidea disponibile. In generale, un TSH alto indica che il soggetto è ipotiroideo.
  • T4: questo test misura la quantità effettiva di ormone tiroideo circolante nel sangue. Nell’ipotiroidismo, il livello di T4 nel sangue è inferiore al normale.
  • Anticorpi tiroidei: è la ricerca di anticorpi antitiroidei, ossia molecole che per errore attaccano i tessuti del proprio organismo. I due tipi principali di anticorpi antitiroidei sono gli anticorpi antiTG, che attaccano una proteina della tiroide detta tireoglobulina, e gli anticorpi antitireoperossidasi (TPO), che attaccano un enzima tiroideo, la tireoperossidasi, che aiuta a convertire T4 in T3. La presenza di anticorpi TPO in circolo indica che il sistema immunitario ha attaccato il tessuto tiroideo nel passato. La maggior parte dei soggetti affetti da morbo di Hashimoto ha questi anticorpi, mentre i soggetti in cui l’ipotiroidismo è causato da altri fattori non li ha.

Il medico può anche richiedere ulteriori approfondimenti attraverso l’esecuzione di esami di diagnostica per immagini, come l’ecografia o la TAC:

  • Ecografia: questo esame impiega un dispositivo, detto trasduttore, che trasmette e riceve ultrasuoni (onde sonore sicure e indolori) negli/dagli organi per generarne un’immagine della struttura. L’esame viene eseguito e interpretato da uno specialista, in genere un radiologo, in ambito ambulatoriale; non è necessaria l’anestesia.
    Le immagini mostrano dimensione e grana tessutale della tiroide, nonché aspetti tipici di un’infiammazione autoimmunitaria, di ausilio alla diagnosi di morbo di Hashimoto. Le immagini possono anche mostrare noduli o ingrossamenti interni della ghiandola evocatori di tumore maligno.
  • TAC: la TAC usa una combinazione di raggi X e tecnologia informatica per generare immagini. Per questo esame, può essere necessario somministrare al paziente una soluzione da bere e l’iniezione di un colorante speciale, detto mezzo di contrasto. Durante l’esame, il paziente deve sdraiarsi su un lettino che entra in una specie di galleria in cui vengono acquisite le immagini radiologiche. La procedura viene eseguita da un tecnico radiologo in un laboratorio o in ambiente ospedaliero; le immagini vengono refertate da un radiologo. Non è necessaria l’anestesia. In alcuni casi di morbo di Hashimoto, la TAC viene usata per valutare sede ed estensione di un gozzo di grosse dimensioni, e i suoi effetti sulle strutture circostanti.

Cura e terapia

Il trattamento in genere dipende da quanto la tiroide è danneggiata e dal fatto che il danno causi o meno i sintomi tipici dell’ipotiroidismo.

In assenza di questi alcuni medici trattano il morbo di Hashimoto con l’obiettivo di ridurre le dimensioni del gozzo, mentre altri scelgono di non trattare la malattia ma semplicemente monitorarne la progressione.

Il morbo di Hashimoto, con o senza ipotiroidismo, viene trattato con la tiroxina sintetica, che è semplicemente T4 di sintesi. I medici preferiscono usare T4 sintetico (come Eutirox®) invece di T3 sintetico, perché in grado di garantire una più lunga durata d’azione nell’organismo, assicurando quindi una disponibilità omogenea di ormone tiroideo durante tutta la giornata.

Le preparazioni fatte con tiroide animale non sono considerate affidabili come quelle sintetiche (levotiroxina) e ormai vengono prescritte solo di rado; una recente evoluzione, la somministrazione di ormone sintetico in forma liquida, consente un’aumentata tollerabilità del farmaco, riducendo il tempo necessario all’assorbimento e migliorandone significativamente la biodisponibilità.

È necessario provvedere a periodici esami del sangue dei pazienti in terapia con ormone tiroideo sintetico, al fine di modulare la dose al bisogno, tipicamente in base al valore del TSH.

L’ipotiroidismo può essere quasi completamente controllato con tiroxina sintetica, purché questa venga assunta quotidianamente secondo prescrizione.

Dieta e alimentazione

Tendenzialmente non esiste alcuna dieta specifica per l’ipotiroidismo, perché ad oggi non ci sono prove che mangiare o evitare determinati cibi aiuti la tiroide a funzionare meglio nelle persone con tiroide ipoattiva.

Assumere sufficiente iodio dalla dieta è essenziale affinché la tiroide funzioni come dovrebbe, tuttavia soggetti con morbo di Hashimoto possono essere particolarmente sensibili (inducendo ipertiroidismo) e l’endocrinologo potrebbe suggerire cautela nel consumo di alimenti che ne sono particolarmente ricchi (come le alghe).

Sia in gravidanza che in allattamento le donne hanno bisogno di più iodio (circa 200 microgrammi al giorno secondo i LARN, anche dosi superiori secondo le linee guida americane) per assicurare un sufficiente apporto a feto prima e neonato dopo.

Si raccomanda infine di non assumere la terapia sostitutiva contemporaneamente a:

  • Noci
  • Soia e derivati
  • Integratori di ferro o multivitaminici contenenti ferro
  • Integratori di calcio
  • Antiacidi che contengono alluminio, magnesio o calcio
  • Alcuni medicinali per l’ulcera, come il sucralfato
  • Alcuni farmaci di vecchia generazione per abbassare il colesterolo, come quelli contenenti colestiramina (le statine non creano problemi).

Per evitare possibili problemi di assorbimento si consigliare di consumare questi alimenti a qualche ora di distanza dall’assunzione del medicinale.

Fonti e bibliografia

Aadattamento a cura della Dr.ssa Barbara Greppi, medico chirurgo

Domande e risposte
L'ipotiroidismo causa aumento di peso?
Sì, una tiroide pigra (ipotiroidismo) può favorire l'aumento di peso, ma in terapia questa tendenza viene annullata dal ripristino di valori circolanti normali degli ormoni tiroidei.
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Domande e risposte
  1. Salve,
    io ho la tiroidite di Hashimoto e vorrei sapere come faccio a sapere se devo assumere più iodio oppure no. Non assumo alcun farmaco perché la mia tiroide è ancora funzionante e – mi ha detto l’ultimo medico che mi ha visitata – usare l’ormone sostitutivo ne decreterebbe una fine più precoce.
    Tuttavia, negli ultimi tempi ho avuto un forte diradamento dei capelli e vorrei sapere se posso aggiustare la mia dieta – già ricca di verdura, povera di grassi saturi e zuccheri e farine raffinate -, ad esempio, arricchendola di iodio.
    Grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Quando ha fatto l’ultimo esame del sangue?

    2. Buona sera dottor Cimurro,
      Le ultime analisi le ho fatte il mese di marzo 2016.
      Da queste risulta che:
      il TSH è 4,13
      FT3 è 4,19
      Ft4 è 0,91.
      Vorrei aggiungere che ho 45 anni e che, 3 anni fa, insieme alla diagnosi di tiroidite, ho ricevuto anche quella di sclerosi multipla. Attualmente faccio, una volta a settimana, una iniezione di interferone Avonex.

    3. Dr. Roberto Gindro

      Questi valori non sembrerebbero causa di sintomi (quindi nemmeno relativi ai capelli) e se non è stato prescritto non introdurrei volontariamente integrazioni di iodio.

  2. Buonasera, l’anno scorso facendo gli esami del sangue sono venuti fuori i valori della tiroide sballati, mi hanno detto che ho ipotiroidismo e mi hanno fatto fare l’ecografia al capo e al collo e hanno visto che ho dei noduli da tenere sotto controllo, per ora non prendo nessun farmaco per la tiroide. Due mesi fa circa ho rifatto gli esami del sangue della tiroide ma i valori erano rientrati.
    È da ieri che faccio fatica a mandare giù il cibo, sento che si ferma in gola, poco fa ho mangiato una nocciolina e si è incastrata in gola. Cosa mi consiglia di fare? Secondo lei è colpa dei noduli?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, a meno di grossi noduli lo escludo, se è passato un anno dovrebbe ripetere l’ecografia.

    2. Salve ho la tiroidite di hascimoto . Assumo ogni mattina eutirox da 75 mg . Nn ho noduli e I valori stanno rientrando nella norma . Si potrebbe sospendere la terapia? Il mio specialista e’ contrario …… ma io vorrei saperne di piu’ in merito .

    3. Dr. Roberto Gindro

      Se la sospendesse i valori tornerebbero immediatamente ad aumentare; Eutirox non cura il problema, ma permette alla tiroide di lavorare correttamente.

  3. Salve ho la tiroide hascimoto e volevo sapere se questa tiroide porta ad ingrassare e a dimagrire .

    1. Dr. Roberto Gindro

      Dipende dal valore di TSH.

    2. soffro di ipotiroidismo posso prendere la vitamina D ho 68 anni mi chiamo Titty prendo pillole x rare fibrillazioni atriale crestor da 5 plavix da 75

    3. Dr. Roberto Gindro

      Mi dispiace, ma non posso avallare l’uso di farmaci; ovviamente se è stato prescritto dal medico non ha motivo di temere.

    4. Ciao Anonimo, come ti ha detto il dottore dipende dal valore di TSH; un risultato troppo alto indica una tiroide pigra che può farti ingrassare, una risultato troppo basso indica al contrario una tiroide troppo attiva che può farti dimagrire troppo. Spero di averti aiutato, ciao!

  4. prendo eutirox 50 da più de 10 anni ho 70 annie sento i sintomi facia gonfia estanca aumento del peso pelle seca capelli devoli fini reducsione frecuesia cardiaca

    1. Dr. Roberto Gindro

      Ha verificato recentemente il TSH?

    2. Ho rifatto le analisi del sangue alcuni giorni fa e ora sto aspettando i risultati, in base a ciò che le ho detto lei cosa pensa?

    3. Dr. Roberto Gindro

      L’ipotesi che sia un problema di tiroide sembra plausibile.

  5. salve, ho tiroidite di Hashimoto. Ultimo valore TSH nella norma (prima dell’estate), quindi non assumo fortunatamente eutirox. Però ultimamente dormo meno ore, mi sveglio sempre dopo 6 ore di sonno e ho notato un aumento di peso. Potrebbe dipendere dalla malattia cronica? L’assunzione di eutirox aiuterebbe? Solo che se possibile vorrei rimandare l’assunzione del farmaco il più possibile. Esistono altri rimedi? La dieta bilanciata mi sembra non sia sufficiente.

    Grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Per rispondere servirebbe avere un valore del TSH aggiornato, ma prima di tutto un parere del medico.

  6. buonasera mi chiamo Fabio è all’eta di 30 anni soffro di tiroide cronoca autoimmune (tiroide di Hashimoto) compensata da eutirox 50, vorrei sapere quali sono i fattori scatenanti di questa patologia, i dott.mi dicono che pussono essere motivi ereditari , chi fattori ambientali ecc ecc grazie

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Non sono noti infatti, quello che le hanno detto sono le ipotesi possibili, ma le cause specifiche di ogni singolo caso rimangono sempre sconosciute.

  7. Una volta che ho trovato il dosaggio corretto di Eutirox è ancora necessario procedere a periodici esami del sangue se lo assumo scrupolosamente tutte le mattine alla stessa ora?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì.
      Anche se magari non sarà più necessario sottoporvisi con la stessa frequenza, è importante verificare periodicamente, perché potrebbero essere necessari piccoli aggiustamenti nel tempo.

  8. Al posto di Eutirox posso prendere il generico per non pagare?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Certamente, a patto di richiedere sempre la stessa marca (questa è una precauzione suggerita dal Ministero che vale solo per la tiroxina).