Stitichezza (o stipsi): cause e rimedi per adulti e bambini

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Introduzione

La stipsi (o stitichezza o costipazione) è uno dei disturbi gastrointestinali più diffusi, che si stima interessare più di 10 milioni di italiani; è diffusa soprattutto tra le donne e tra i soggetti con più di 65 anni, ma anche le gestanti possono soffrirne, e il problema è anche frequente dopo il parto o dopo gli interventi chirurgici.

È definita come un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà di svuotare l’intestino espellendone le feci: si ritiene che di norma una frequenza fisiologica corrisponda ad almeno 3 volte alla settimana.

Alcuni pensano di soffrire di stitichezza se non vanno in bagno tutti i giorni, tuttavia l’evacuazione può essere definita normale anche se avviene in un intervallo compreso tra

  • 3 volte al giorno,
  • 3 volte a settimana.

La stipsi è un sintomo, non una malattia.

Quasi tutti soffriamo di stitichezza prima o poi nella vita, di solito perché la nostra dieta non è corretta, ma nella maggior parte dei casi la costipazione è temporanea e non grave. Per alleviare il sintomo, può essere utile

  • comprenderne le cause,
  • i modi per prevenirlo
  • e le terapie disponibili.

I rimedi a cui si ricorre con maggior frequenza sono i lassativi da banco, tralasciando spesso di correggere lo stile di vita, vero responsabile di molti casi di stipsi più o meno cronica.

Cause

Per capire perché si soffre di stitichezza, è utile conoscere il funzionamento del colon, che rappresenta un tratto dell’intestino crasso; quando gli alimenti attraversano il colon questo si occupa di assorbire l’acqua ancora presente e forma i prodotti di scarto, cioè le feci, che  le contrazioni muscolari spingono verso il retto. Quando le feci raggiungono il retto sono ormai solide, perché la maggior parte dell’acqua è stata assorbita.

La stitichezza si verifica quando il colon assorbe troppa acqua, oppure quando le contrazioni muscolari del colon sono troppo lente e deboli, causando così un movimento rallentato che rende le feci dure e secche (quindi più difficili da evacuare).

Anatomia semplificata dell'intestino; in evidenza feci e gas intrappolate

Anatomia semplificata dell’intestino; in evidenza feci e gas intrappolate (iStock.com/ttsz)

Tra le cause più frequenti della costipazione ricordiamo:

  • carenza di fibre nella dieta,
  • carenza di attività fisica (soprattutto negli anziani),
  • effetti indesiderati dei farmaci,
  • latte (soprattutto nei bambini, ma si noti che tipicamente nell’adulto può avere l’effetto opposto in caso d’intolleranza al lattosio),
  • sindrome del colon irritabile,
  • cambiamenti nella vita o nella routine quotidiana, come la gravidanza, l’invecchiamento e i viaggi,
  • abuso di lassativi,
  • ignorare sistematicamente la necessità di evacuare,
  • disidratazione,
  • malattie o disturbi neurologici, come l’ictus,
  • problemi al colon e al retto,
  • problemi di funzionalità intestinale (costipazione cronica idiopatica) .

Carenza di fibre nella dieta

Chi segue una dieta ricca di fibre corre meno rischi di soffrire di stitichezza. Le cause più frequenti della costipazione, infatti, sono proprio una dieta povera di fibre ed eccessivamente ricca di grassi, contenuti ad esempio nei formaggi, nelle uova e nella carne.

Le fibre, sia solubili sia insolubili, si trovano invece nella frutta, nella verdura e nei cereali e si tratta di sostanze che l’organismo non è in grado di digerire.

  • Le fibre solubili si sciolgono facilmente nell’acqua e nell’intestino, assumendo una consistenza morbida e gelatinosa (come ad esempio i beta-glucani nell’avena).
  • Le fibre insolubili attraversano l’intestino rimanendo pressoché inalterate.

La massa e la consistenza morbida delle fibre servono per evitare che le feci diventino dure e secche e quindi difficili da espellere.

Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi di origine della dieta mediterranea, storicamente ricca di fibre, i cambiamenti dell’alimentazione avvenuti negli ultimi anni hanno gradualmente eroso la quantità consumata giornalmente, che raramente raggiunge i 25 g consigliati dai LARN come obiettivo minimo; sia i bambini sia gli adulti assumono infatti troppi alimenti raffinati e trattati, da cui sono state rimosse le fibre.

Una dieta povera di fibre, inoltre, è uno dei principali responsabili della costipazione tra gli anziani, che possono perdere interesse nel mangiare e scegliere alimenti facili da fare o da comprare, come quelli dei fast-food o quelli confezionati, di solito poveri di fibre. Gli anziani, inoltre, possono avere difficoltà a masticare o deglutire, e quindi preferire alimenti morbidi e confezionati, di solito poveri di fibre.

Carenza di liquidi

La letteratura disponibile non è particolarmente ricca in merito a questo punto, ma l’esperienza mostra una generale riduzione dei sintomi legati alla stipsi quando si beve in modo più abbondante e regolare.

I liquidi rendono le feci presenti nel colon più fluide e con una massa maggiore, fattori che ne favoriscono l’espulsione. Chi ha problemi di stipsi dovrebbe quindi provare a bere di più ogni giorno; si ricorda però che i liquidi a base di caffeina, come il caffè e le bevande a base di cola, fanno peggiorare i sintomi causando disidratazione.

L’alcol è un’altra bevanda che provoca disidratazione, quindi è importante mantenere idratato l’organismo, soprattutto quando si consumano bevande a base di caffeina o di alcol.

Sedentarietà

La stitichezza può essere provocata dall’inattività fisica, anche se i medici non riescono a spiegare con precisione la connessione tra i due fatti; ad esempio si può iniziare a soffrire di costipazione dopo un problema di salute o una malattia che costringono a rimanere a letto senza poter fare esercizio fisico. È tuttavia noto che l’esercizio favorisca la motilità intestinale, ragione che potrebbe spiegare quanto osservato.

Si ritiene che la carenza di attività fisica sia uno dei motivi per cui la costipazione colpisce con maggior frequenza gli anziani.

Farmaci

Tra i farmaci in grado di provocare la stitichezza ricordiamo:

Cambiamenti della vita o della routine quotidiana

Durante la gravidanza le gestanti possono soffrire di stitichezza per via dei cambiamenti ormonali, e/o perché l’utero va a comprimere fisicamente l’intestino.

Anche l’invecchiamento può avere conseguenze negative sulla normale regolarità intestinale, perché il rallentamento del metabolismo impigrisce l’intestino e fa diminuire il tono muscolare. Si può inoltre soffrire di costipazione quando si viaggia, per via dei cambiamenti della dieta e della routine.

Abuso di lassativi

Molte persone ritengono, erroneamente, che per essere definiti sani sia necessario andare in bagno una volta al giorno, quindi ricorrono all’automedicazione con lassativi da banco.

Con l’uso dei lassativi la frequenza di evacuazione aumenta sicuramente, ma con il passare del tempo sarà necessario aumentare la dose, perché l’organismo svilupperà una dipendenza dai lassativi, ecco perché l’utilizzo è consigliato solo per brevi periodi di trattamento.

Ignorare l’urgenza di andare in bagno

Chi ignora l’urgenza di andare in bagno finirà per non avvertire più la necessità di evacuare, situazione che causa stitichezza.

  • Alcune persone rinviano l’appuntamento con il bagno perché non vogliono usare i servizi quando sono fuori casa.
  • Altre, invece, ignorano l’urgenza perché sono sotto stress emotivo o perché semplicemente non hanno tempo, magari durante la propria attività professionale.
  • I bambini piccoli probabilmente rinviano l’appuntamento con il bagno perché imparare a usare il vasino è un evento stressante oppure perché non vogliono interrompere i momenti di gioco.

Patologie

Tra le patologie che possono provocare la stitichezza ricordiamo i disturbi neurologici, i disturbi metabolici ed endocrini e le patologie sistemiche (che colpiscono l’intero organismo). Queste malattie sono in grado di rallentare il movimento delle feci nel colon, nel retto e nell’ano.

Problemi della funzionalità intestinale

Esistono due forme di costipazione:

  • idiopatica,
  • funzionale.

La sindrome del colon irritabile (IBS) che ha la costipazione come sintomo predominante ricade in una categoria a parte.

La costipazione idiopatica è quella le cui cause non sono determinabili con esattezza e che non migliora seguendo le normali terapie.

L’espressione “costipazione funzionale”, invece, significa che l’intestino è sano ma non funziona bene. La costipazione funzionale, spesso, è causata da abitudini alimentare e da uno stile di vita poco sano. Si verifica sia nei bambini sia negli adulti, ma colpisce prevalentemente le donne.

Tra i tipi di costipazione funzionale ricordiamo:

  • l’inerzia colica,
  • il transito intestinale lento,
  • la disfunzione del pavimento pelvico.

L’inerzia colica e il transito intestinale lento sono causati dalla diminuzione dell’attività muscolare del colon; queste patologie possono colpire tutto il colon oppure essere limitate al tratto inferiore del colon, cioè al sigma.

La disfunzione del pavimento pelvico è provocata dalla debolezza dei muscoli della zona pelvica che circondano l’ano e il retto; tuttavia, poiché questo gruppo di muscoli è in parte a controllo volontario, il biofeedback può essere utile per ri-allenarli a funzionare normalmente e per migliorare il transito intestinale.

La costipazione funzionale causata da problemi strutturali dell’ano e del retto è detta disfunzione ano-rettale o anismo. Con queste disfunzioni i muscoli del retto e dell’ano che permettono l’espulsione delle feci non sono in grado di rilassarsi.

Chi soffre di sindrome del colon irritabile con stitichezza prevalente lamenta, tra gli altri sintomi, anche gonfiore e mal di pancia.

Sintomi

Molto spesso la stitichezza viene diagnosticata

  • in mancanza di uno stimolo spontaneo alla defecazione,
  • quando sono necessari grandi sforzi per risultati insoddisfacenti e accompagnati da dolori addominali.

Nei pazienti stitici, le feci sono

  • dure,
  • secche,
  • piccole
  • e difficili da eliminare.

Alcuni soggetti costipati provano inoltre dolore quando vanno in bagno, con sensazione di

Dopo quanti giorni rivolgersi al medico?

È difficile stabilire con esattezza quando la stitichezza diventa preoccupante, perché dipende dalle proprie abitudini, dal tipo di dieta e da numerosi altri fattori; si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio farmacista o al medico nel caso di cambiamenti importanti nel proprio ritmo di evacuazione, possibilmente senza aspettare la comparsa di sintomi come senso di gonfiore o dolore.

Quello che è importante sottolineare è che molte persone si preoccupano eccessivamente di riuscire ad evacuare quotidianamente, perché di fatto non esiste un numero esatto di movimenti intestinali giornalieri o settimanali; essere regolari è diverso per ogni persona e, se per alcuni può significare evacuare due volte al giorno, per altri può essere sufficiente tre volte alla settimana (che in alcuni casi è preso come limite convenzionale per la diagnosi di stipsi).

Pericoli

Tra le possibili complicazioni legate ai casi più gravi di stitichezza ricordiamo

  • le emorroidi (causate dallo sforzo durante l’evacuazione) o
  • le fistole anali (cioè strappi della pelle nella zona intorno all’ano) che si formano quando le feci eccessivamente dure fanno distendere troppo lo sfintere.

Il risultato è il sanguinamento rettale, che si presenta con striature di color rosso vivo sulla superficie delle feci.

In alcuni casi lo sforzo fa fuoriuscire dall’ano una piccola parte della parete intestinale. Questo disturbo, detto prolasso rettale, può causare la secrezione di muco dall’ano. In condizioni normali l’unica terapia possibile è l’eliminazione della causa del prolasso, ad esempio dello sforzo o dei colpi di tosse. Il prolasso grave o cronico richiede l’intervento chirurgico che rafforzi e restringa lo sfintere o che ripari la parete intestinale prolassata.

La stitichezza può anche far sì che le feci ristagnino nell’intestino e nel retto, formando una massa talmente dura che la normale azione del colon non è sufficiente per espellerla. Questo disturbo, che prende il nome di fecaloma, si verifica con maggior frequenza nei bambini e negli anziani. Il fecaloma può essere ammorbidito assumendo dell’olio minerale per via orale o mediante un clistere. Dopo averlo ammorbidito, il medico può rompere e rimuovere parte delle feci indurite, inserendo una o due dita nell’ano.

Diagnosi

Disegno vettoriale dell'intestino

iStock.com/PrettyVectors

Gli esami eseguiti o consigliati dal medico dipendono

  • dalla durata e dalla gravità della stitichezza,
  • dall’età del paziente,
  • dall’eventuale presenza di sangue nelle feci,
  • dall’eventuale recente modifica delle abitudini intestinali (alterazioni dell’alvo),
  • dall’eventuale perdita di peso del paziente.

La maggior parte dei pazienti che soffre di stitichezza non ha bisogno di ulteriori approfondimenti e può essere curata con semplici modifiche della dieta e con un maggiore esercizio fisico; ad esempio nei pazienti giovani che presentano sintomi di lieve intensità, possono essere sufficienti l’anamnesi e la visita medica per giungere alla diagnosi e alla prescrizione di una terapia sintomatica a breve termine.

Anamnesi

Il medico può chiedere al paziente di descrivere

  • i sintomi,
  • la loro durata,
  • la frequenza delle evacuazioni
  • e la consistenza delle feci;

può inoltre informarsi sull’eventuale presenza di sangue nelle feci e sulle abitudini del paziente (dove e con che frequenza va in bagno). Per aiutare il medico a diagnosticare la causa della stitichezza, il paziente può informarlo sulla dieta, sull’assunzione di farmaci e sul proprio livello di attività fisica.

Si può formulare una diagnosi di stitichezza se, nei 12 mesi precedenti, si sono verificati almeno due dei sintomi seguenti per almeno 12 settimane (anche non consecutive):

  • dolore quando si va in bagno,
  • feci grumose o dure,
  • sensazione di evacuazione incompleta,
  • sensazione di blocco/ostruzione a livello rettale o anale,
  • meno di 3 evacuazioni alla settimana.

Visita

La visita medica può comprendere un esame rettale con un dito (coperto da un guanto e lubrificato), per valutare il tono dello sfintere anale (il muscolo che chiude l’ano) e individuare aree doloranti, ostruzioni o perdite di sangue. In alcuni casi possono essere necessari gli esami del sangue (ad esempio quelli relativi alla funzionalità tiroidea e il dosaggio del calcio), per escludere patologie infiammatorie, metaboliche o di altro genere.

Esami

Gli esami più approfonditi di solito sono riservati ai pazienti anziani o con sintomi più gravi, ai pazienti che presentano cambiamenti improvvisi nel numero o nella consistenza delle evacuazioni o a chi nota sangue nelle feci. Tra gli esami più approfonditi che possono essere usati per valutare la costipazione ricordiamo:

  • studio del transito colo-rettale,
  • esami della funzionalità anorettale,
  • defecografia.

Tra gli anziani il rischio di tumore del colon-retto aumenta, quindi il medico può prescrivere esami per escludere il tumore, come ad esempio:

Rimedi, dieta e cura

Cosa fare quindi in caso di stitichezza? Come combatterla?

La terapia dipende da

  • causa,
  • gravità,
  • durata del disturbo,

ma nella maggior parte dei casi semplici modifiche della dieta e dello stile di vita saranno sufficienti per alleviare i sintomi e prevenirne la ricorrenza; vediamo i più efficaci.

Rimedi naturali

Cosa mangiare


Sezione sull’alimentazione a cura del Dott. Giuliano Parpaglioni
Biologo nutrizionista
Master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica
Riceve a Brescia, Leno e Toscolano Maderno
340 418.93.93


La dieta gioca un ruolo estremamente importante e l’intervento nutrizionale si pone i seguenti obiettivi:

  1. Aumentare il volume totale di cibo ingerito e aumentare la quantità di liquidi.
  2. Aumentare il contenuto di fibre nella dieta.
  3. Aumentare le secrezioni dell’intestino, effetto che si può ottenere tramite l’ingestione di cellulosa e lattosio (per chi non è intollerante!), ovvero alimenti vegetali e latticini.

Il liquido cardine della dieta è l’acqua, ma possono rientrare in una sana alimentazione anche brodo (possibilmente di verdura) e preparazioni come centrifugati ed estratti di verdura (limitare quelli preparati con la frutta se privati della fibra, perché eccessivamente sbilanciati verso un contenuto zuccherino).

Aumentare il volume di cibo consumato non significa tuttavia incrementare anche l’introito calorico, che deve rimanere pari al proprio fabbisogno giornaliero (o minore in caso di sovrappeso), mentre al contrario deve prevedere il ricorso ad alimenti a bassa densità energetica, ossia voluminosi ma poveri di calorie. Questo ci porta nella quasi totalità dei casi al punto due, ossia ad un quotidiano ed abbondante consumo di alimenti ricchi di fibra alimentare, di cui ne distinguiamo due tipi:

  • solubile (contenuta nella maggior parte di frutta e verdura)
  • e insolubile (contenuta nella crusca, quindi rintracciabile in pasta e pane integrali, e nei cereali integrali in chicchi come orzo e farro).

Questi due tipi di fibra giocano un ruolo importante nella motilità gastrointestinale,

  • il primo diminuendo la velocità di passaggio tra stomaco e intestino (generando, tra l’altro, un senso di sazietà più durevole) e aumentando le fermentazioni batteriche,
  • il secondo riempiendosi di acqua negli ultimi tratti dell’intestino crasso, aumentando quindi di volume e facilitando l’espulsione delle feci.

Una dieta con un apporto sufficiente di fibre (almeno 25 grammi al giorno secondo i LARN, ma possibilmente e se ben tollerata di più) aiuta l’organismo ad espellere feci morbide e ben formate; questo apporto dev’essere raggiunto gradualmente per evitare fenomeni intestinali sgradevoli come diarrea e meteorismo, ma può essere facilmente perseguito con una progressiva introduzione nella dieta di

  • cereali in forma integrale al posto dei raffinati,
  • abbondanza di frutta e verdura,
  • legumi.

In caso di stipsi spastica è necessario evitare la fibra cruda, che potrebbe causare spasmi, e consumare quindi solo verdura cotta; limitare gli stimoli chimici (da evitare quindi caffè, e altre bevande eccitanti a base di caffeina) e termici; abbondare con acqua e non rinunciare agli alimenti grassi, possibilmente di origine vegetale per evitare un impatto negativo sui livelli di colesterolo, per un effetto lubrificante.

Per chi è soggetto a stitichezza è anche importante limitare la quantità di alimenti che contengono poche fibre o non ne contengono affatto, come i gelati, i formaggi, la carne e gli alimenti conservati.

Utile infine assumere liquidi tiepidi più volte al giorno e dividere i pasti in più occasioni durante la giornata (5 o 6 pasti al giorno).

Modifiche dello stile di vita

Oltre alle indicazioni dietetiche, alcune norme generiche per evitare questo disturbo consistono in

  • pratica regolare di una buona attività fisica (che aiuta lo sviluppo dei muscoli intestinali),
  • abituarsi a orari regolari per l’evacuazione,
  • non ignorare mai l’esigenza o a maggior ragione l’urgenza di andare in bagno,
  • usare con cautela lassativi e purganti
  • e, se necessario, affrontare con un esperto gli eventuali problemi dati da stress o preoccupazioni quotidiane.

Riveste infine una grande importanza anche l’adozione di una corretta posizione durante la defecazione, che prevede di inclinare leggermente la schiena in avanti e appoggiare i piedi su un piccolo sgabello (non a caso la posizione che si adotta sulle toilette alla turca).

L'immagine mostra la posizione ideale per defecare, si noti la schiena e la presenza di un piccolo sgabello sotto i piedi, ad alzare le ginocchia.

L’immagine mostra la posizione ideale per defecare, si noti la schiena e la presenza di un piccolo sgabello sotto i piedi, ad alzare le ginocchia. (iStock.com/archayasit)

Lassativi

Chi soffre di stitichezza lieve non ha bisogno di lassativi, tuttavia a chi, pur avendo cambiato la dieta e lo stile di vita soffre ancora di stitichezza, il medico può consigliare i lassativi o i (micro)clisteri, sempre e solo per un breve periodo.

Queste terapie possono rimettere in moto un intestino che soffre di pigrizia cronica. Per i bambini una terapia a breve termine con lassativi osmotici, oltre a ristabilire la regolarità intestinale, aiuta a prevenire la stipsi.

La decisione di assumere un lassativo ed eventualmente quale scegliere dovrebbe essere presa da un medico: i lassativi per uso orale sono in commercio in forma liquida, di compresse, di polvere e di granuli idrosolubili. I loro meccanismi di funzionamento sono diversi:

  • Gli integratori di fibre, in generale, sono considerate i più sicuri, ma sono in grado di interferire con l’assorbimento di determinati farmaci. Questi lassativi aumentano la massa delle feci e vanno assunti con l’acqua. Assorbono l’acqua presente nell’intestino e ammorbidiscono le feci. Tra gli esempi di integratori di fibre ricordiamo Benefibra® e Psyllogel®: vanno assunti insieme all’acqua perché altrimenti sono in grado di causare ostruzioni intestinali. Molti pazienti, però, non presentano alcun miglioramento dopo averli assunti e anzi lamentano un peggioramento del gonfiore e dei crampi addominali.
  • Gli stimolanti causano contrazioni ritmiche dell’intestino. Tra i più diffusi ricordiamo Dulcolax® e Pursennid®.
  • I lassativi osmotici modificano il passaggio dei liquidi all’interno del colon, facendo distendere l’intestino. Questo tipo di farmaci è utile per chi è affetto da stitichezza idiopatica. Tra i lassativi osmotici in commercio ricordiamo Portolac® e Laevolac®. I pazienti diabetici dovrebbero essere tenuti sotto controllo per via del rischio di squilibri elettrolitici.
  • I lassativi emollienti lubrificano le feci e prevengono la disidratazione e sono consigliati, in genere, dopo il parto o gli interventi chirurgici. Questi prodotti sono consigliati per chi non può compiere sforzi per andare in bagno. L’uso prolungato di questo tipo di farmaci può causare squilibri elettrolitici.
  • I lassativi lubrificanti lubrificano le feci, facendole muovere nell’intestino con maggior facilità. L’olio di vasellina è il tipo più diffuso. I lubrificanti tipicamente stimolano l’evacuazione entro 8 ore dall’assunzione.
  • I lassativi salini funzionano come una spugna, attraendo l’acqua nel colon per facilitare il passaggio delle feci. Tra i prodotti di questo tipo ricordiamo la magnesia. I lassativi salini sono usati per curare la stitichezza acuta quando non c’è evidenza di ostruzione intestinale. Con un uso protratto sono stati riferiti squilibri elettrolitici, soprattutto nei bambini piccoli e nei pazienti affetti da insufficienza renale.
  • Gli attivatori dei canali del cloro aumentano l’idratazione e la motilità intestinale facilitando il transito delle feci e facendo quindi diminuire i sintomi della costipazione.

Chi soffre di dipendenza dai lassativi dovrebbe smettere gradualmente di assumerli, sempre con l’aiuto di un medico. Nella maggior parte dei pazienti l’interruzione dei lassativi permette al colon di ritornare a contrarsi normalmente.

Altre terapie

La terapia della stitichezza deve essere mirata alla causa specifica, ad esempio il medico potrebbe consigliare di smettere di assumere un determinato farmaco oppure di eseguire un intervento chirurgico per correggere un problema ano-rettale come il prolasso rettale, una patologia in cui la parte inferiore del colon si piega su se stessa verso il basso, ostruendo il transito intestinale.

Chi è affetto da stipsi cronica causata da disfunzioni ano-rettali può usare il biofeedback per allenare i muscoli che controllano il transito intestinale. Nel biofeedback viene usato un sensore che controlla l’attività muscolare: l’attività muscolare viene visualizzata a computer, permettendo una diagnosi approfondita della funzionalità organica. Il terapeuta poi usa queste informazioni per insegnare al paziente come riallenare questi muscoli.

L’asportazione chirurgica del colon può essere un’opportunità da valutare per i pazienti affetti da sintomi gravi provocati dall’inerzia colica; tuttavia è opportuno valutare attentamente i benefici dell’intervento in rapporto alle possibili complicazioni, che comprendono il dolore addominale e la diarrea.

Gravidanza

Nelle donne in gravidanza è molto comune la comparsa di stitichezza, legata sia motivazioni ormonali che di pressione dell’utero sull’intestino; in questa condizione serve qualche attenzione in più nella scelta dei rimedi per trattare la stitichezza, ma rimangono validi i consigli sullo stile di vita:

  • consumare cibi ad alto contenuto di fibre, come pane integrale e cereali, frutta e verdura, legumi come fagioli e lenticchie;
  • praticare regolare esercizio fisico, compatibile ovviamente con la condizione di gravidanza,
  • bere moltissima acqua,
  • in caso di assunzione di integratori di ferro valutare eventualmente con il ginecologo di provare a cambiare formulazione.

Se non dovessero essere sufficienti queste strategie (ricordiamo che uno sforzo eccessivo aumenta il rischio di sviluppare un’irritazione più o meno severa delle emorroidi), il ginecologo potrà ricorrere a lassativi che siano sicuri anche in gravidanza, come ad esempio quelli osmotici (come lattulosio e macrogol); senna e bisacodile sono invece usati più raramente.

Prevenzione

Una corretta alimentazione è la prima strategia da adottare per prevenire e curare la stitichezza, è consigliabile assumere:

Sarebbe invece bene evitare o limitare:

  • formaggi elaborati,
  • cioccolato,
  • carne,
  • fegato,
  • riso bianco,
  • derivati della farina raffinata.

Un’abbondante assunzione di liquidi (da 1.5 a 2 litri al giorno) permette poi di mantenere le feci morbide, facilitandone l’espulsione.

Una costante attività fisica consente infine di mantenere un adeguato tono della muscolatura intestinale.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Cosa fare in caso di stitichezza?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si raccomanda di migliorare lo stile di vita, dall’alimentazione (aumentando il consumo di frutta e verdura e, molto importante, acqua), oltre ad aumentare la quantità di attività fisica quotidiana. Importante infine conoscere le buone norme di defecazione, come ad esempio la posizione corretta da tenere evacuando.

  2. Quanti giorni di stitichezza sono preoccupanti?

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Si tratta di valutazioni molto soggettive, dipendenti anche dal tipo di dieta (più o meno ricco di fibra); in genere si considera normale avere almeno 3 evacuazioni alla settimana, mentre la comparsa di mal di pancia è indicativo della necessità immediata di iniziare a segnalare la situazione al medico.

  3. Cosa prendere per andare in bagno?

    1. Dr. Roberto Gindro

      A seconda della situazione il medico potrebbe consigliare aumento del consumo di verdura/acqua, assunzione di lassativi osmotici, lassativi da contatto, microclismi, clisteri.

  4. Cosa mangiare per combattere la stitichezza?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si raccomanda di aumentare GRADUALMENTE il consumo di fibra (cereali integrali, frutta e verdura) e parallelamente acqua; è di grande importanza affiancare attività fisica, in grado di stimolare la muscolatura intestinale.

  5. Come sbloccare l’intestino?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Quando l’assunzione di lassativi non fosse sufficiente, il medico prescrive in genere la somministrazione di uno o più clisteri.