Scabbia (malattia): sintomi, immagini, contagio e cura

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Introduzione

La scabbia umana è una patologia della pelle causata da un acaro, un microscopico parassita che è in grado di penetrare lo strato superiore della pelle per completare il proprio ciclo vitale e deporre le uova.

La trasmissione tra gli adulti avviene prevalentemente per contatto sessuale, mentre il rischio di contagio attraverso indumenti, biancheria da letto e asciugamani è basso, ad eccezione del caso di scabbia a croste, una forma caratterizzata da una massiccia infestazione da acari.

I principali sintomi della scabbia sono

  • prurito intenso, che peggiora di notte,
  • rash cutaneo,
  • ulcerazioni e ferite causate dal continuo grattarsi.

L’infezione è endemica in tutto il mondo e colpisce persone di qualsiasi livello socioeconomico, senza distinzione di età o sesso. Rara fino a trenta-quarant’anni fa, negli ultimi decenni ha conosciuto una nuova importante diffusione; i motivi delle periodiche ricorrenze della scabbia non sono noti, mentre si conoscono alcuni fattori che ne favoriscono la diffusione, spesso in modo indipendente fra loro.

Nei Paesi occidentali, questi fattori sono costituiti da

  • scarso livello igienico,
  • promiscuità,
  • viaggi internazionali,
  • permanenza presso cliniche ed ospedali (anche se di ottimo livello igienico).

L’infestazione è possibile in ogni periodo dell’anno, anche se risulta più frequente in inverno, probabilmente a causa della tendenza al sovraffollamento in luoghi chiusi.

La diagnosi è essenzialmente clinica, ottenuta cioè grazie alla sola osservazione e valutazione di segni e sintomi.

Se non curata la scabbia non guarisce spontaneamente, ma è spesso sufficiente un’unica applicazione della terapia prescritta per risolvere l’infezione. La guarigione non è associata all’acquisizione di immunità, è cioè possibile venire nuovamente contagiati in caso di successivo contatto.

Gli animali non sono in grado di trasmettere la scabbia umana, mentre possono venire contagiati da una genere di acaro diverso, incapace di infestare l’uomo, che nel peggiore dei casi potrebbe mostrare irritazione cutanea e prurito con durata limitata.

Foto

Braccio affetto da scabbia

Braccio affetto da scabbia (Di SteschkeOpera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento)

Foto dell'infezione da scabbia sulla mano

By No machine-readable author provided. Cixia assumed (based on copyright claims). – No machine-readable source provided. Own work assumed (based on copyright claims)., Public Domain, Link

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Acarodermatitis_Hand.jpg

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https://en.wikipedia.org/wiki/File:Scabies-burrow.jpg

https://en.wikipedia.org/wiki/File:Scabies-burrow.jpg

Come si prende

È il contatto diretto pelle-pelle la causa più comune di contagio, per cui i rischi maggiori si corrono con familiari e partner sessuali; in genere occorrono circa dieci minuti di contatto affinché possa verificarsi la trasmissione, che può avvenire anche mediante fomiti (indumenti, lenzuola, …). Una normale stretta di mano o un abbraccio di norma non sono causa di contagio.

La scabbia norvegese (o crostosa) si osserva in genere in pazienti immunocompromessi (in terapia immunosoppressiva, diabete, HIV, età avanzata, …); in questi casi il contatto può essere anche molto breve.

Ciclo di vita dell’acaro della scabbia

La scabbia è causata da un un acaro (Sarcoptes scabiei var hominis) pressoché invisibile ad occhio nudo; è un parassita umano obbligato, non in grado cioè di sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana (36 ore circa).

Dopo l’accoppiamento gli acari adulti maschi rimangono sulla pelle, mentre le femmine scavano una galleria dove depositeranno le uova; lo scavo procede ad una velocità di circa 2-3 mm al giorno e il parassita è in grado di depositare 1-3 uova al giorno. Le uova andranno incontro a schiusa entro 3-4 giorni, liberando una larva che fuoriesce dalla volta del tunnel, scavando brevi cunicoli (tasche di muta) sulla superficie della pelle, dove rimane sino a maturazione.

Dalla deposizione delle uova allo stato di acaro adulto passano 10-13 giorni.

La vita del parassita sull’essere umano ha durata di circa 4-6 settimane.

Nella sua forma classica un individuo presenta in genere una popolazione di acari variabile tra 10 e 15, che tuttavia possono diventare anche milioni nel caso di scabbia crostosa.

Per approfondire il ciclo di vita dell’acaro si segnala il seguente articolo (sito esterno).

Se vengo in contatto con una persona che ha la scabbia, dovrei curarmi?

No, non senza prima aver contattato un medico, che valuterà diversi aspetti prima di prescrivere l’eventuale trattamento preventivo:

  • tipo di scabbia (la forma crostosa è più contagiosa),
  • grado e durata dell’esposizione (una stretta di mano non è considerata a rischio, diverso è il caso di un rapporto sessuale o comunque un contatto prolungato),
  • momento del contatto (prima o dopo il trattamento del paziente).

Sintomi

Tra il contagio e lo sviluppo dei sintomi (tempo di incubazione della scabbia) decorrono circa 3-6 settimane, ma risulta decisamente  più breve in caso di reinfestazione (1-4 giorni) in quanto  per il sistema immunitario si tratta a quel punto di una minaccia già conosciuta.

Il sintomo più comune della scabbia è un forte prurito, che può peggiorare di notte o dopo un bagno, quando l’attività degli acari aumenta a causa del caldo.

L’infezione da scabbia inizia si manifesta inizialmente con la comparsa di piccole protuberanze dolorose, vesciche o pustole che si rompono quando vengono grattate. La pelle colpita dal prurito può diventare più spessa, squamosa, coperta di croste e segnata dai graffi causati dal grattamento. Prurito e segni visibili sulla pelle sono dovuti agli acari presenti nei cunicoli e dei loro prodotti (ad esempio saliva ed escrementi).

Il rash cutaneo si presenta con

  • piccole macchie rosse che, se graffiate a causa del prurito, potrebbero causare la formazione di piaghe e croste;
  • brevi linee curve, che sono i cunicoli scavati dagli acari.

Queste tracce visibili della scabbia si presentano come linee corte, ondulate, rossastre o scure sulla superficie della pelle, concentrate in modo particolare attorno al polso e tra le dita, ma anche su

  • palmi delle mani,
  • piedi,
  • gomiti,
  • intorno ai capezzoli (nelle donne),
  • intorno alla zona genitale (negli uomini).

Il rash di solito colpisce tutto il corpo, testa compresa, ma concentrandosi in particolar modo su:

  • ascelle
  • intorno alla vita,
  • interno del gomito,
  • natiche inferiori,
  • parte inferiore delle gambe,
  • piante dei piedi,
  • ginocchia,
  • scapole,
  • area genitale femminile,
  • inguine,
  • intorno alle caviglie.

Le persone anziane, i bambini piccoli e i soggetti con un sistema immunitario indebolito possono manifestarlo anche su testa e collo.

Nei bambini al di sotto dei 2 anni di età, l’infestazione spesso si presenta sotto forma di vescicole e interessa le aree prive di peli del volto, della testa, del collo, del cuoio capelluto, della pianta dei piedi e dietro le orecchie. La scabbia raramente colpisce i bambini con meno di 2 mesi.

Se un paziente affetto da scabbia si gratta sulle zone di pelle colpite dal prurito, aumenta le possibilità che la pelle colpita sia infettata anche dai batteri (come ad esempio l’impetigine).

Scabbia crostosa

La scabbia crostosa (o norvegese) è una forma grave d’infestazione che può verificarsi in pazienti con sistema immunitario gravemente indebolito (anziani, in trattamento immunosoppressivo, …); è caratterizzata dalla presenza di spesse croste che contengono un gran numero di acari a uova, rendendo quindi il soggetto particolarmente contagioso anche in forma indiretta (attraverso oggetti come vestiti e mobili).

In alcuni casi questi pazienti non mostrano la classica eruzione cutanea né l’intenso prurito, ciononostante è richiesto un trattamento rapido e aggressivo per evitare complicazioni e ridurre il rischio d’insorgenza di focolai di contagio che potrebbero risultare particolarmente ostici da risolvere.

Trasmissione e contagio

Un paziente è contagioso già durante l’incubazione della malattia, cioè anche prima della comparsa dei sintomi.

La scabbia è altamente contagiosa e di solito viene trasmessa attraverso il contatto prolungato tra le epidermidi, oppure mediante rapporti sessuali con una persona infetta (il preservativo non è sufficiente ad evitare il contagio); gli acari non possono saltare né volare, questo significa che il contagio può solo avvenire attraverso il contatto diretto con il parassita.

L’infezione si diffonde con maggiore facilità nei luoghi affollati e nelle situazioni in cui si verificano occasioni di frequenti contatti ravvicinati, come nelle scuole o negli asili: se un compagno di scuola o di asilo di vostro figlio ha la scabbia, sarebbe quindi prudente curare vostro figlio per l’infezione, anche prima che sviluppi i sintomi.

La scabbia sembra possa essere trasmessa anche attraverso il contatto con altri oggetti (fomiti) come vestiti, biancheria, mobili o superfici con cui una persona infetta sia entrata in contatto, ma quest’eventualità è sicuramente più rara, gli acari della scabbia possono infatti sopravvivere lontani dall’ospite umano nella migliore delle ipotesi fino a 48-72 ore, ma al massimo 10 minuti se esposti a una temperatura di 50° o più.

Pericoli

Non sussistono particolati problemi o complicanze legate alla parassitosi, sono però possibili e comuni sovrainfezioni batteriche dovute al grattarsi; soprattutto in Paesi con servizi medici carenti è frequente l’evoluzione di infezioni batteriche in impetigine, innescate da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes.

Cura e terapia

In genere la cura della scabbia prevede l’applicazione di specifiche creme su tutto il corpo, ad eccezione della testa, o comunque secondo indicazione medica. L’applicazione deve avvenire sulla pelle fresca e asciutta, mentre non va applicata dopo un bagno caldo perché verrebbe assorbita anziché attivarsi sugli strati superficiali della pelle dove è presente l’acaro.

A seconda del tipo di preparazione il medico consiglierà di lasciarla in posa da 8 a 24 ore (Scabianil® per esempio va in genere lasciata 8 ore), prima di lavarla via con una doccia.

Indispensabile nel frattempo procedere a un accurato lavaggio di vestiti, pigiami, biancheria, asciugamani e tutto ciò che possa essere venuto a contatto con la pelle prima del trattamento.

Si consiglia infine di ripetere l’applicazione e il lavaggio dell’ambiente a distanza di 7 giorni, per agire su eventuali uova rimaste vitali.

I sintomi potrebbero persistere ancora per qualche giorno o anche qualche settimana dopo la cura (fino a un mese circa), ma non è necessariamente segno della persistente presenza degli acari, spesso si tratta infatti solo di residue reazioni del sistema immunitario; contattare il medico se il prurito persistesse ancora dopo due settimane o se comparissero nuove linee sulla pelle.

Per ridurre il rischio di re-infezione si raccomanda di evitare rapporti sessuali e altre forme di contatto prolungato fino a guarigione ottenuta.

Si procede infine al trattamento preventivo anche del partner ed eventualmente degli altri famigliari.

Prurito

Per dare sollievo al prurito il medico spesso associa al trattamento vero e proprio un antistaminico o una leggera crema cortisonica.

Ambiente e vestiti

Gli acari della scabbia non sopravvivono più di 2-3 giorni lontano dalla pelle umana, quindi gli oggetti come coperte, vestiti e asciugamani usati dal paziente possono essere semplicemente lavati in acqua calda (ad almeno 50°) o chiusi per qualche giorno (almeno 72 ore) in un sacco chiuso.

Utile l’aspirapolvere nel caso di scabbia crostosa.

Prevenzione

l contatto fisico diretto e prolungato è la modalità di trasmissione più comune per la scabbia ma, poiché gli acari che causano la scabbia possono vivere fino a 2 o 3 giorni nei vestiti, nella biancheria da letto o nella polvere, è possibile il contagio da scabbia da un’altra persona con cui condivide lo stesso letto, la biancheria o gli asciugamani.

In genere una rapida stretta di mano non è quasi mai sufficiente a contagiare, così come altri molto contatti limitati nel tempo come un abbraccio.

Se nella vostra famiglia qualcuno è in cura per la scabbia, anche tutti gli altri membri della famiglia dovrebbero essere sottoposti a cure. I vestiti, le lenzuola e gli asciugamani dovrebbero essere lavati in acqua ad alte temperature. Si dovrebbe passare l’aspirapolvere in tutte le stanze della casa, e il sacchetto dovrebbe essere gettato nella spazzatura dopo l’uso.

Se si è venuti a contatto con una persona affetta da scabbia è necessario:

  • effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la doccia;
  • sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo ogni applicazione;
  • lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C;
  • porre in un sacco impermeabile tutto ciò che non è lavabile ad alte temperature (coperte, cuscini, capi in lana), lasciarlo chiuso per almeno 48 ore e poi esporlo all’aria. L’acaro non può sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana.

Riammissione a scuola

Il rientro a scuola può avvenire 24 ore dopo l’inizio della terapia specifica, dopo accertamento da parte della ASL dell’avvenuto inizio trattamento.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Cos’è la scabbia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La scabbia è un’infestazione pelle causata da un piccolo acaro; i sintomi caratteristici sono la comparsa di un’eruzione cutanea che può interessare varie parti del corpo (manifestazione dei solchi scavati dal parassita) e soprattutto un intenso prurito, che peggiora di notte.

  2. Come si prende?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La scabbia si diffonde attraverso il contatto pelle-pelle, diretto e prolungato, con una persona infetta; viene frequentemente trasmessa attraverso i rapporti sessuali, ma il contagio può avvenire anche in caso di stretto contatto (asili, ospedali, …). Più raramente il contagio si verifica per mezzo di lenzuola, biancheria ed altri oggetti contaminati.

  3. Come si cura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La scabbia viene trattata con specifiche creme in grado di uccidere gli acari; oltre al paziente si raccomanda il trattamento delle persone che gli sono venute a stretto contatto e una corretta gestione di asciugamani, biancheria e vestiti (un lavaggio ad alta temperatura è sufficiente, in alternativa è possibile chiudere gli oggetti in un sacco sigillato per almeno 3 giorni).