Quinta malattia in adulti e bambini: foto, sintomi, durata e cura

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Introduzione

La quinta malattia (chiamata anche eritema infettivo) è un’infezione virale causata dal parvovirus B19 e che colpisce prevalentemente bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 15 anni. Il virus infetta solo gli umani e non è legato ai ceppi di parvovirus propri di cani e i gatti.

I sintomi più comuni della quinta malattia consistono in

Questi disturbi vengono seguiti dall’intenso arrossamento delle guance, spesso descritte “come schiaffeggiate”. L’arrossamento in seguito può diffondersi a

  • braccia,
  • gambe
  • e tronco.

Gli adulti possono lamentare anche dolori e gonfiori articolari.

La quinta malattia si trasmette facilmente attraverso la saliva e il muco, quindi principalmente tramite tosse o starnuti. Il lavaggio frequente delle mani può aiutare a prevenire la malattia.

Nella maggior parte dei casi la patologia lascia uno stato di immunità permanente, in altre parole è improbabile ripeterla una seconda volta.

Si tratta in sostanza di una malattia esantematica che la maggior parte di ragazzi supera rapidamente e senza complicazioni. Può diventare grave solo in specifiche condizioni, come ad esempio:

Gli studi dimostrano che, sebbene il 40% – 60% per cento degli adulti in tutto il mondo abbiano dato prova in laboratorio di una passata infezione da parvovirus B19, la maggior parte di questi non ricorda di aver avuto sintomi di quinta malattia. Ciò porta a credere che molte persone con infezione da B19 abbiano avuto durante l’infanzia sintomi molto lievi o addirittura nessun sintomo.

La quinta malattia è diffusa in ogni parte del mondo; focolai di parvovirus tendono a diffondersi tipicamente nel tardo inverno e all’inizio della primavera, ma possono esserci sporadici casi di malattia in ogni altro periodo dell’anno.

Foto

Fotografia di un bambino con la tipica eruzione cutanea della quinta malattia

By Andrew Kerr – Own work, Public Domain, Link

Contagio

Un paziente con infezione da parvovirus è più contagioso prima che appaia l’eruzione, ossia durante il periodo di incubazione (il tempo che trascorrere tra l’infezione e il manifestarsi dei sintomi) e durante la fase in cui si manifestano solo lievi sintomi respiratori.

Poiché l’eruzione da quinta malattia è dovuta una reazione immunitaria (una risposta di difesa lanciata dal corpo contro sostanze estranee, come ad esempio i virus) che si verifica solo che dopo l’infezione è passata, il bambino di solito si considera non più contagioso all’apparire dell’eruzione.

Il parvovirus B19 si diffonde facilmente da persona a persona con i fluidi provenienti da naso, bocca e gola, in particolare attraverso le goccioline che provengono da tosse e starnuti. Nelle famiglie dove un bambino ha la quinta malattia gli altri membri della famiglia che non hanno avuto in precedenza il parvovirus B19 hanno circa il 50 per cento delle possibilità di contrarre a loro volta l’infezione.

I bambini con manifestazione cutanea di quinta malattia possono frequentare l’asilo o la scuola in quanto non più contagiosi.

Dopo aver superato la malattia il soggetto sviluppa immunità e di solito non può essere infettato nuovamente. Anche gli adulti possono venire contagiati, ma è un’evenienza poco comune.

Sintomi

Il periodo di incubazione (il tempo che intercorre tra il momento dell’infezione e la manifestazione dei sintomi) per la quinta malattia va dai 4 ai 28 giorni, con una media pari a 16-17 giorni.

La quinta malattia inizia con

Questi sintomi poi svaniscono e la malattia sembra aver fatto il suo corso, salvo poi manifestarsi qualche giorno più tardi sotto forma di eruzione cutanea. La manifestazione di colore rosso acceso, caratteristica dell’infezione, appare principalmente sul viso, ma alcuni soggetti possono sviluppare una seconda eruzione pochi giorni dopo su

  • torace,
  • schiena,
  • glutei,
  • arti (braccia e gambe).

L’eruzione cutanea può causare prurito, soprattutto sulle piante dei piedi. Può variare di intensità e di solito scompare in 7-10 giorni, ma non è raro che alterni miglioramenti/peggioramenti che si susseguono per diverse settimane.

Quando l’eruzione inizia schiarirsi tende ad assumere un aspetto simile ad un reticolato.

I bambini con età inferiore ai dieci anni hanno più probabilità di manifestare l’eruzione cutanea, ma i bambini più grandi e gli adulti lamentano più spesso prurito. Possono servire fino a 3 settimane perché l’eruzione cutanea svanisca completamente e durante tale periodo questa sembra peggiorare finché svanisce del tutto.

È possibile manifestare dolore e gonfiore alle articolazioni: questo è più comune negli adulti, soprattutto donne. I dolori possono colpire mani, piedi, ginocchia ed essere accompagnati anche da altri sintomi. Il dolore di solito dura da 1 a 3 settimane, ma può durare per mesi o più, ma al termine del suo corso scompare senza problemi a lungo termine.

Alcuni tipi di stimolo (come la luce del sole, il calore, l’esercizio fisico e anche lo stress) possono riattivare più volte l’esantema.

Altri sintomi che possono manifestarsi più raramente includono

Diagnosi e durata

L’eruzione della quinta malattia di solito dura da 1 a 3 settimane, in rari casi nei bambini più grandi e negli adulti il gonfiore ed il dolore comuni della quinta malattia durano da pochi mesi fino a qualche anno.

I medici possono diagnosticare la quinta malattia attraverso la valutazione visiva dell’eruzione distribuita su viso e corpo. Se un bambino o un adulto dice di non aver avuto alcuna eruzione ma è stato malato per un certo periodo il dottore può ordinare gli esami del sangue per determinare se la malattia può essere causata dal parvovirus B19.

Quando chiamare il medico

  • Chiamate il medico se il bambino ha sviluppato un’eruzione cutanea, soprattutto se diffusa sul corpo e accompagnata da altri sintomi.
  • Se siete incinta e sviluppate un’eruzione cutanea o se siete state esposte a qualcuno con la quinta malattia (o a chiunque abbia un’insolita è eruzione cutanea) chiamate il vostro ginecologo.

Complicazioni

Nel caso di bambini altrimenti sani la quinta malattia ha un decorso assolutamente benigno, mentre può creare problemi nella popolazione con sistema immunitario indebolito, per esempio da

In questi pazienti può causare una severa e cronica anemia che richiede trattamento medico.

Quinta malattia e gravidanza

Di norma questa malattia non rappresenta un problema né per la gestante né per il bambino, anche perché la metà circa delle gestanti è immune al parvovirus B19: queste donne e i loro bambini, quindi, normalmente sono protetti dal virus e dalla quinta malattia.

Le gestanti non immuni non presentano complicazioni gravi dopo l’esposizione al virus della quinta malattia, di solito l’eruzione cutanea è molto lieve, e anche i bambini di solito non hanno alcun problema.

Raramente può succedere che il bambino possa iniziare a soffrire di anemia grave e la gestante rischia quindi di andare incontro ad un aborto spontaneo: si tratta tuttavia di un’eventualità molto rara, che si verifica in meno del 5% delle gestanti contagiate e con maggiore frequenza nella prima metà della gravidanza.

Consigliamo in ogni caso alle future mamme non immuni, che non sono mai entrate in contatto con il virus, di evitare il contatto con i pazienti affetti dalla quinta malattia.

Esami per il parvovirus B19 in gravidanza

L’esame del sangue per la quinta malattia può aiutarvi a capire se:

  • siete immuni al virus e non avete segni di infezione recente,
  • non siete immuni e non siete mai state contagiate,
  • siete state contagiate di recente.

Prevenzione

Se aspettate un figlio, vi consigliamo di andare al medico se:

  • siete entrate in contatto con una persona colpita dalla quinta malattia,
  • soffrite di disturbi che potrebbero essere ricondotti all’infezione da parvovirus B19,
  • siete state contagiate di recente dal parvovirus B19.

Esistono diversi modi per tenere sotto controllo le gestanti contagiate: il medico potrebbe consigliarvi di farvi visitare con maggior frequenza, di fare esami del sangue specifici e di fare qualche ecografia in più rispetto alle altre donne che aspettano un figlio.

Domande e risposte

Non sono sicura di aver avuto la quinta malattia. Quanto sono suscettibile?

Poiché la quinta malattia è una malattia lieve, molti adulti non sanno se l’hanno avuta; la malattia, inoltre, è spesso asintomatica.

Circa il 50% degli adulti è stato infettato, ha anticorpi contro il virus ed è immune.

Questi anticorpi prevengono l’infezione della madre e del feto. È possibile stabilire, tramite un esame del sangue, la presenza di anticorpi e sapere se c’è stata un’infezione recente o se la donna non è immune.

Una volta avuta la quinta malattia, una re-infezione è estremamente rara.

Non ricordo se ho avuto la quinta malattia e sono una maestra. Potrei contagiarmi al lavoro?

Molte donne che lavorano in asili o scuole materne hanno anticorpi contro il parvovirus B19 e non rischiano di ammalarsi. Si può ricorrere alla ricerca degli anticorpi nel sangue per conoscere il proprio stato immunitario rispetto al parvovirus B19.

In assenza di immunità, il rischio di infettarsi è del 20-30% lavorando o frequentando asili o scuole materne. Il rischio può essere contenuto mantenendo una buona igiene personale, come lavarsi regolarmente le mani ed evitare di condividere alimenti o bevande.

Mio figlio ha avuto la quinta malattia circa 3 settimane fa e ora mi fa male un ginocchio. Sono incinta. Potrei avere la quinta malattia?

Sì, è possibile aver contratto il virus. Ci sono, tuttavia, molte altre cause di dolore articolare. È possibile eseguire un esame del sangue per evidenziare anticorpi della quinta malattia.

Se non si è immuni, la probabilità di contagiarsi dal contatto con un famigliare infetto è del 50%. Una diagnosi accurata è importante perché aiuta il medico a sorvegliare lo sviluppo di possibili complicanze gravidiche.

Sono alla quattordicesima settimana di gravidanza e gli esami hanno dimostrato che ho avuto la quinta malattia di recente. La mia gravidanza diventa più a rischio per questo?

Molti studi mostrano che la maggior parte delle donne infettate in gravidanza dal virus della quinta malattia ha neonati sani.

La quinta malattia non causa difetti congeniti. Se una donna viene contagiata in gravidanza, ha il 33% di probabilità di trasmettere l’infezione al feto.

Tuttavia, solo circa il 10% dei neonati infetti avrà complicanze. Dopo la nascita, non sono stati riscontrati maggiori rischi di problemi di salute quali malattie del sangue, cardiopatie, malattie autoimmuni, asma o cancro.

I rischi maggiori sono la perdita del feto e complicanze durante la gravidanza, specie agli inizi. L’infezione del feto con la quinta malattia (a prescindere dall’eventuale sintomaticità della madre) può causare uno stato infiammatorio del cuore (miocardite) e danneggiare il midollo osseo, impedendo la produzione di globuli rossi (crisi aplastica). Ciò porta ad anemia, ossia un’insufficiente quantità di globuli rossi nel sangue. Un feto con anemia lieve in genere guarisce.

Raramente, se il danno cardiaco o l’anemia sono gravi, si può sviluppare un’idrope fetale (eccesso di liquidi nei tessuti fetali) che può portare a morte fetale. Talvolta, l’idrope si risolve spontaneamente; la maggior parte di questi neonati non avrà problemi alla nascita.
Occasionalmente, il midollo osseo del neonato non riesce a produrre globuli rossi ed è quindi necessario praticargli delle trasfusioni di sangue. I neonati colpiti da idrope possono anche manifestare gravi problemi respiratori.

La condizione può essere mortale in un piccolo numero di casi. L’infezione contratta entro la ventesima settimana di gravidanza comporta un rischio fino al 10-15% di perdita del feto; il rischio però diminuisce con l’andare del tempo. Sussiste qualche rischio di morte fetale anche dopo la ventesima settimana, ma decisamente basso.

Ho avuto la quinta malattia alla decima settimana di gravidanza. Esiste un qualche esame che posso fare per controllare che il feto stia bene?

L’ecografia permette di capire se il feto è affetto da idrope e di misurare la quantità di liquido amniotico che lo circonda. Può essere utile eseguire ecografie in serie per diversi mesi dopo aver contratto l’infezione. Il medico può voler ricorrere ad altri esami per controllare il numero di piastrine e di globuli rossi del feto; tramite gli ultrasuoni, poi, può anche misurare il flusso di sangue di un vaso sanguigno del cervello fetale.

Esistono terapie?

Al momento, non esistono né vaccini né farmaci in grado di prevenire o curare la quinta malattia in gravidanza.
Si raccomanda l’esecuzione regolare di ecografie per evidenziare l’idrope in donne incinte positive alla quinta malattia. Se il feto diventa gravemente anemico e idropico nel secondo o terzo trimestre, trasfusioni fetali di sangue possono eventualmente riuscire a combattere queste condizioni potenzialmente mortali.

Si ritiene che il parvovirus possa colpire il sistema nervoso centrale del feto.

Alcuni studi mostrano ritardi dello sviluppo neurologico in un piccolo numero di bambini sottoposti a trasfusione ante-nascita, ma altri non confermano tali dati.
Nel terzo trimestre di gravidanza, il medico potrebbe consigliare un parto pretermine se il feto mostrasse segni di idrope.

E se il padre ha avuto la quinta malattia?

Non esistono dati su come il parvovirus possa interagire con la fertilità maschile (capacità di fecondare la propria partner). Comunque, vista la contagiosità della quinta malattia, è bene consultare il medico se il virus è stato diagnosticato al partner.

Trattamento e complicazioni

La quinta malattia è in genere lieve e bambini e adulti altrimenti sani di solito guariscono completamente e spontaneamente. Il trattamento consiste nell’alleviare i sintomi, per esempio la febbre, il prurito e il dolore o gonfiore articolare.

I soggetti che sviluppano complicanze dovranno invece ricorrere al medico.

La quinta malattia è causata da un virus e non può essere trattata con gli antibiotici usati per le infezioni batteriche. Sebbene esistano dei medicinali antivirali, al momento non ne esistono di disponibili per il trattamento della quinta malattia.

In molti casi questa è una malattia talmente lieve che non è necessaria nessuna medicina, di solito i bambini con la quinta malattia si sentono abbastanza bene e hanno bisogno di pochi trattamenti nella degenza a casa, comunque non molto diversi da altre patologie. Dopo che la febbre e i lievi sintomi influenzali sono passati, ci può essere poco da trattare all’infuori dell’eruzione stessa.

Se il vostro bambino ha prurito per via dell’eruzione chiedete al dottore dei consigli su come alleviare il fastidio, questi può anche consigliare di usare paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan) per la febbre e i dolori articolari.

La maggior parte dei bambini con la quinta malattia recupera senza complicazioni. Nel momento in cui appare l’eruzione cutanea si sentono bene e possono tornare alle loro attività normali.

I bambini con sistema immunitario indebolito (come quelli affetti da AIDS o leucemia) o con malattie al sangue (come anemia falciforme o l’anemia emolitica) possono sviluppare gravi complicazioni se infettati da parvovirus B19, perché in grado di rallentare temporaneamente o arrestare all’interno del corpo la produzione di globuli rossi, causando anemia.

Quando un bambino è in salute questo rallentamento della produzione di globuli rossi di solito passa inosservato, perché non pregiudica la salute globale, ma alcuni bambini che sono già anemici possono diventare malati se la loro produzione è ulteriormente intaccata dal virus. La produzione può raggiungere livelli pericolosamente bassi, che riguardano la fornitura dell’ossigeno ai tessuti del corpo.

Prevenzione

Non esistono vaccini o farmaci in grado di prevenire la quinta malattia, ma il rischio di contrarla può essere contenuto:

  • lavandosi frequentemente le mani con acqua e sapone,
  • coprendosi la bocca e il naso tossendo o starnutendo,
  • evitando di toccarsi occhi, naso o bocca,
  • evitando contatti stretti con soggetti ammalati,
  • stando a casa se ammalati.

Isolare chi presenta l’eruzione della quinta malattia non previene il diffondersi dell’infezione, perché la persona di solito non è contagiosa in quel lasso di tempo.

In genere, dopo la comparsa dell’arrossamento, il malato non è più contagioso. A quel punto, quindi, si potrà riprendere a lavorare o rimandare il bambino a scuola o all’asilo.

Il personale sanitario in stato di gravidanza dovrà essere consapevole dei rischi per il feto e parlarne con il medico.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Come si prende la quinta malattia? Quando è contagiosa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il virus può essere diffuso tossendo, starnutendo o condividendo oggetti venuti a contatto con la saliva del malato. Può anche essere trasmesso attraverso il sangue, ma è ovviamente una possibilità poco realistica. Una donna incinta che ha la quinta malattia potrebbe passarla al suo bambino.

      Un paziente con infezione da parvovirus è più contagioso prima che appaia l’eruzione, ossia durante il periodo di incubazione e durante la fase in cui si manifestano solo lievi sintomi respiratori.

  2. Come si manifesta la quinta malattia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      I primi sintomi sono simili a quelli dell’influenza, con febbriciattola, mal di gola, mal di testa, naso chiuso e/o che cola, stanchezza.
      Dopo qualche giorno questi disturbi passano e il bambino può sviluppare un’eruzione cutanea rosso vivo sul viso, che tende poi a diffondersi a braccia, gambe e tronco.

  3. Come si cura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Spesso non serve alcuna medicina, in alcuni casi può essere necessario il ricorso a farmaci sintomatici (per la febbre, per il prurito, …).

  4. Si può ripetere?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, è possibile, ma decisamente poco probabile.

  5. Quanto dura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      I sintomi simil-influenzali durano pochi giorni, mentre l’esantema ha durata variabile tra 5-10 giorni e, più raramente, diverse settimane-mesi.