Prolasso della valvola mitrale: sintomi, intervento e conseguenze

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Introduzione

Il prolasso della valvola mitrale è un disturbo che impedisce il corretto funzionamento della valvola mitrale, una delle quattro presenti all’interno del cuore e responsabile in particolare della separazione tra atrio e ventricolo sinistro; se i lembi della valvola sono meno elastici del normale non sono in grado di garantire né una corretta chiusura né una completa apertura del canale.

In molti casi il prolasso della valvola mitrale non causa alcun problema o sintomo, ma in alcuni pazienti il sangue può scorrere nel verso opposto a quello previsto (rigurgito) perché la valvola non si chiude bene; questo può essere causa di

e altri sintomi; il rigurgito può aggravarsi con il passare del tempo, può alterare le dimensioni del cuore e far aumentare la pressione nell’atrio sinistro e nei polmoni. Il rigurgito, inoltre, fa aumentare il rischio di infezioni della valvola cardiaca.

Per queste ragioni, tra le possibili complicazioni legate al disturbo ricordiamo lo sviluppo di:

In passato si riteneva che il prolasso della valvola mitrale colpisse dal 5 al 15 per cento della popolazione, ma i ricercatori attualmente ritengono che molti dei pazienti a cui in passato è stato diagnosticato questo disturbo non fossero in realtà malati; probabilmente soffrivano invece di un leggero prolasso dei lembi della valvola causato da altre patologie, ad esempio dalla disidratazione (carenza di liquidi dell’organismo) o dalla malattia del cuore piccolo. Tuttavia le valvole, nel loro caso, erano perfettamente normali e il rigurgito, se presente, era minimo.

La diagnosi di prolasso della valvola mitrale attualmente è più precisa perché effettuata con un esame specifico (ecocardiografia o ecocardiogramma) che permette ai medici di identificare facilmente il prolasso e di scoprire eventuali rigurgiti.

Attualmente, quindi, i ricercatori ritengono che meno del 3 per cento della popolazione soffra di prolasso della valvola mitrale e che una percentuale ancora inferiore manifesti le complicazioni gravi di questo disturbo.

In rari casi il soggetto può invece aver bisogno di farmaci per alleviare i sintomi, mentre solo in una minoranza di pazienti può rendersi necessario un intervento chirurgico di riparazione della valvola mitrale.

Gli interventi chirurgici sulla valvola mitralica si possono suddividere essenzialmente in due gruppi

  • riparazione,
  • sostituzione.

Gli interventi di riparazione (o plastica) consistono nella riparazione della valvola presente e, quando possibile, è la soluzione preferibile perché:

  • permette un più efficace mantenimento della funzionalità cardiaca,
  • aumenta la sopravvivenza e riduce il rischio di endocardite,
  • spesso non richiede terapia anticoagulante.

Richiami di anatomia

Quando la valvola mitrale funziona bene

La valvola mitrale controlla la circolazione tra l’atrio e il ventricolo sinistro del cuore (l’atrio è la cavità superiore, mentre il ventricolo è quella inferiore) ed il suo compito è quello di permettere il passaggio del sangue solo dall’atrio verso il ventricolo, ma non viceversa.

Il cuore ha anche un atrio e un ventricolo destri, separati dalla valvola tricuspide.

Cuore ed extrasistole

Cuore ed extrasistole (http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Diagram_of_the_human_heart_%28cropped%29-it.png)

Quando il cuore batte, gli atrii si contraggono e spingono il sangue nei ventricoli; i lembi della valvola mitrale e della tricuspide si aprono per lasciar passare il sangue. Poi i ventricoli si contraggono a loro volta per pompare il sangue fuori dal cuore.

Quando i ventricoli si contraggono i lembi della valvola mitrale e della tricuspide si chiudono formando un sigillo perfetto, e quindi impediscono al sangue di ritornare indietro negli atri.

Prolasso della valvola mitrale

In caso di prolasso della valvola mitrale, quando il ventricolo sinistro si contrae, uno o più lembi della valvola rimangono molli e la valvola non è in grado di garantire una chiusura a tenuta.

Il sangue potrebbe così iniziare a scorrere dal ventricolo verso l’atrio (rigurgito), cioè in senso opposto al normale; non sempre il prolasso causa il rigurgito, anzi, nella maggior parte dei pazienti che ne soffrono non si rileva né rigurgito né sintomi ad esso connessi, perché la valvola mitrale riesce ancora a sigillarsi sufficientemente bene.

Cause

La causa esatta del prolasso è tuttora sconosciuta.

La maggior parte dei pazienti ne soffre dalla nascita (disturbo congenito) e la condizione tende a manifestare una certa famigliarità.

È molto comune nei pazienti con disturbi congeniti dei tessuti connettivi come la sindrome di Marfan.

Le anomalie della valvola possono essere diverse:

  • i lembi della valvola possono essere troppo grandi e spessi,
  • i lembi della valvola possono essere troppo “molli”. I tessuti dei lembi e le corde tendinee che li sostengono sono troppo elastici e parti della valvola ricadono o sporgono all’indietro nell’atrio,
  • L’apertura della valvola può essere troppo tesa.

In alcuni pazienti le valvole presentano diverse anomalie contemporaneamente, ma il risultato è invariabilmente che questi problemi possono impedire alla valvola di sigillarsi adeguatamente.

Fattori di rischio

Il prolasso della valvola mitrale colpisce persone di tutte le età e di entrambi i sessi, ma i casi più gravi si registrano in pazienti di sesso maschile e di età superiore ai 50 anni.

Il rischio di prolasso aumenta in presenza di determinate patologie, tra cui ricordiamo:

Sintomi

La maggior parte dei pazienti con prolasso della valvola mitrale non avverte il disturbo, perché non presenta alcun sintomo né soffre di rigurgito. Tra gli eventuali segni e sintomi che potrebbero comparire ricordiamo:

I sintomi variano a seconda del paziente; in genere sono lievi, ma possono peggiorare con il passare del tempo, soprattutto quando si verificano complicazioni.

Pericoli

Le complicazioni dovute alla presenza di prolasso della valvola mitrale sono piuttosto rare e causate nella maggior parte dei pazienti dal rigurgito di sangue attraverso la valvola.

Il rigurgito è la situazione in cui il sangue scorre nel verso opposto al normale, e cioè dal ventricolo sinistro verso l’atrio sinistro; è diffuso soprattutto tra gli uomini e tra i pazienti che soffrono di ipertensione. Chi soffre di rigurgito grave può trovarsi nella necessità di sottoporsi all’intervento chirurgico per prevenire le possibili complicazioni:

  • Il sangue può addirittura rifluire fino ai polmoni, provocando problemi respiratori.
  • Può provocare una tensione eccessiva nei muscoli dell’atrio e del ventricolo. Con il passare del tempo, la tensione può causare aritmie.
  • Fa aumentare il rischio di endocardite infettiva (infezione della parete interna delle cavità del cuore e delle valvole).

Aritmie

Le aritmie sono problemi della frequenza o del ritmo cardiaco; le tipologie più comuni non sono pericolose, mentre altre forme, come l’aritmia ventricolare, possono essere gravi o mettere addirittura in pericolo la vita del paziente.

Se il battito è troppo lento, troppo veloce o irregolare, il cuore può non essere in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nell’organismo. La carenza di sangue può danneggiare il cervello, il cuore e gli altri organi.

Il prolasso della valvola mitrale può causare un tipo di aritmia particolarmente insidioso, la fibrillazione atriale (FA). Durante gli episodi di fibrillazione atriale le pareti degli atri battono troppo debolmente, quindi non sono in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nei ventricoli e aumenta il rischio di formazione di trombi. I trombi si possono formare perché il sangue “ristagna” negli atri anziché passare nei ventricoli. Se un coagulo si sposta ed entra in circolo, può raggiungere il cervello e provocare un ictus.

Infezione della valvola mitrale

Un lembo deformato della valvola mitrale può attirare i batteri presenti nel sangue. I batteri si attaccano alla valvola e possono provocare un’infezione grave, detta endocardite infettiva. Tra i sintomi delle infezioni batteriche ricordiamo:

L’endocardite infettiva è fortunatamente una situazione piuttosto rara, ma può rappresentare un elevato pericoloso per il paziente che ne viene colpito.

Il prolasso della valvola mitrale è la patologia cardiaca associata al rischio maggiore di sviluppo di endocardite, ma è possibile attuare una serie di comportamenti nel quotidiano per prevenirne lo sviluppo, per esempio curando scrupolosamente l’igiene orale (carie e le infezioni gengivali possono innescare l’infezione).

Diagnosi

Il prolasso della valvola mitrale viene quasi sempre diagnosticato durante una visita di routine, durante l’auscultazione del cuore con lo stetoscopio; se i lembi della valvola sono prolassati è spesso possibile avvertire un rumore simile a uno scatto quando si chiudono. Se la valvola fa refluire il sangue nell’atrio sinistro, il medico può avvertire una specie di sibilo, detto soffio al cuore.

Questi rumori anomali, tuttavia, possono essere intermittenti. Il medico può non sentirli durante la visita, anche se il paziente ha la valvola prolassata, quindi in alcuni casi potrebbero essere necessari ulteriori esami.

Esami diagnostici

Ecocardiografia o ecocardiogramma

L’ecocardiografia o ecocardiogramma è l’esame più utile per la diagnosi del prolasso della valvola mitrale. È un esame indolore che usa le onde sonore per creare un’immagine in movimento del cuore.

L’ecocardiografia visualizza le dimensioni e la forma del cuore e permette di capire se le cavità e le valvole funzionano normalmente. Quest’esame, inoltre, evidenzia le zone del muscolo cardiaco che non si contraggono normalmente perché raggiunte da un flusso di sangue insufficiente o perché il muscolo cardiaco ha subito lesioni.

L’ecografia può visualizzare il prolasso e l’eventuale rigurgito di sangue attraverso la valvola difettosa.

Esistono diversi tipi di ecocardiografia, tra cui l’ecocardiografia da sforzo, eseguita prima e dopo la prova da sforzo. Nella prova da sforzo si pratica attività fisica o si assumono farmaci (somministrati dal medico) per far lavorare di più il cuore e farlo battere più rapidamente.

L’ecocardiografia da sforzo può essere eseguita per scoprire se il paziente presenta una diminuzione del flusso di sangue diretto al cuore (sintomo di una coronaropatia).

L’ecocardiografia può essere eseguita anche collocando una minuscola sonda nell’esofago (tubicino che collega la bocca con lo stomaco), per vedere più da vicino la valvola mitrale. La sonda usa le onde sonore per creare immagini del cuore. Questa forma di ecocardiografia è detta ecocardiografia transesofagea (ETE).

Ecodoppler

L’ecodoppler fa parte dell’ecocardiografia e serve per visualizzare la velocità e la direzione del flusso di sangue che attraversa la valvola mitrale.

Altri esami

Tra gli altri esami utili per diagnosticare il prolasso della valvola mitrale ricordiamo:

  • Radiografia toracica, usata per capire se ci sono liquidi nei polmoni e per capire se il cuore è più grande del normale.
  • Elettrocardiogramma (ECG). È un semplice esame che registra l’attività elettrica del cuore; indica la velocità del battito cardiaco ed evidenzia eventuali anomalie del ritmo. Quest’esame registra la forza e la frequenza degli impulsi elettrici che attraversano il cuore.

Cura ed intervento

La maggior parte dei pazienti non necessita di alcuna terapia, perché il disturbo è asintomatico e non presenta complicazioni; anche per i pazienti che presentino segni obiettivi potrebbe non essere alcun intervento medico, perché non necessariamente indice di un rigurgito significativo.

I pazienti che manifestino invece problemi o fastidi causati dal rigurgito vengono di norma avviati alla terapia, che può essere farmacologica e/o chirurgica.

Le finalità della cura comprende:

  • prevenzione dell’endocardite infettiva, delle aritmie e delle altre complicazioni,
  • riduzione dei sintomi,
  • se necessario, correzione del problema della valvola mitrale.

Terapia farmacologica

Per curare le palpitazioni e il fastidio toracico nei pazienti senza rigurgito o con rigurgito lieve, possono essere usati i farmaci cosiddetti betabloccanti.

Se i sintomi e il rigurgito sono significativi, il medico può prescrivere:

  • Vasodilatatori che fanno dilatare i vasi sanguigni e diminuiscono il carico di lavoro del cuore. Tra i vasodilatatori ricordiamo l’isosorbide dinitrato e l’idralazina.
  • La digossina per aumentare la forza del battito cardiaco.
  • Diuretici per rimuovere i liquidi in eccesso dai polmoni.
  • Farmaci come la flecainide e la procainamide per regolare il ritmo cardiaco.
  • Anticoagulanti per diminuire il rischio di formazione di trombi in caso di fibrillazione atriale. Tra gli anticoagulanti ricordiamo: il warfarin (Coumadin®), il dabigatran, l’eparina e l’aspirina.

Terapia chirurgica

L’intervento chirurgico viene eseguito solo se il prolasso è così grave da causare un significativo reflusso nell’atrio; lo scopo principale dell’intervento è quello di migliorare i sintomi e diminuire il rischio di insufficienza cardiaca.

È importante eseguire l’intervento al momento giusto:

  • Se viene eseguito con troppo anticipo, quando ancora la valvola funziona abbastanza bene, il paziente corre un rischio chirurgico inutile.
  • Se invece viene eseguito troppo tardi il paziente può rischiare di subire danni cardiaci irreversibili.

Tecniche chirurgiche

Tradizionalmente i cardiochirurghi

  • riparano
  • o sostituiscono

la valvola mitrale praticando un’incisione (taglio) nello sterno ed eseguendo un intervento a cuore aperto, cioè esponendo il cuore.

Si sta tuttavia diffondendo una tecnica diversa, che comporta una o più piccole incisioni ai lati dello sterno. Questo tipo di intervento causa meno cicatrici, fa perdere meno sangue e prevede un ricovero più breve.

Riparazione della valvola e sostituzione della valvola

L’intervento sulla valvola mitrale comporta la riparazione oppure la sostituzione della valvola.

Quando possibile i chirurghi preferiscono la riparazione, perché presenta un rischio minore di indebolimento del cuore e di infezioni. Riparando la valvola, inoltre, il paziente ha meno probabilità di dover usare per tutto il resto della vita i farmaci anticoagulanti.

Se non fosse possibile procedere alla riparazione si può pensare di sostituirla con una valvola meccanica oppure biologica.

  • Le valvole meccaniche sono artificiali e possono durare per tutta la vita (ma è necessaria l’assunzione cronica di anticoagulanti).
  • Le valvole biologiche, invece, provengono dai maiali o dalle mucche, oppure sono realizzate con tessuti di origine umana. Molti dei pazienti portatori di valvole biologiche non devono assumere gli anticoagulanti. Lo svantaggio maggiore di questo tipo di valvola è che si indebolisce nel tempo, durando circa un decennio al massimo.

Dopo l’intervento il paziente viene di norma ricoverato in terapia intensiva per 2-3 giorni e circa una o due settimane in ospedale. La guarigione completa può richiedere da alcune settimane ad alcuni mesi, a seconda dello stato di salute del paziente prima dell’intervento.

Se la valvola mitrale è stata riparata o sostituita, il paziente probabilmente dovrà sottoporsi alla terapia antibiotica prima degli interventi dentistici, perché potenziale causa di infezione. Gli antibiotici servono per prevenire l’endocardite infettiva, una grave infezione delle valvole cardiache.

Ricordiamo infine la possibilità di intervenire in modo minimamente invasivo di riparazione della valvola usando un catetere (tubicino) inserito in uno dei vasi sanguigni maggiori.

Questa tecnica è meno invasiva e può evitare l’intervento chirurgico a cuore aperto, tuttavia viene eseguita in pochissimi centri specializzati. Le ricerche non ne hanno finora dimostrato la superiorità rispetto alle tecniche tradizionali.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Nel referto dell’eco leggo testualmente “Color-doppler: si rileva un trascurabile reflusso mitralico e tricuspidale.”

    In attesa di portare l’esito al mio cardiologo, mi può dire se dovrò operarmi?

    Con stima la ringrazio.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Con buona probabilità sarà considerato del tutto insignificante e senza alcuna necessità di intervenire, ma il cardiologo saprà essere più esaustivo e preciso.

  2. Ma si nasce con questo difetto? O viene negli anni?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Nella maggior parte dei casi è congenito (si nasce con questo leggero difetto).