Prediabete (intolleranza glucidica): sintomi, dieta, valori

Ultima modifica

Introduzione

Il prediabete è una condizione che precede il diabete di tipo 2: nel prediabete la glicemia (il livello di glucosio nel sangue) è maggiore del normale (iperglicemia), ma non è così alta da permettere al medico di diagnosticare il diabete.

Ad oggi le ultime linee guida invitano ad usare il termine intolleranza glucidica, anzichè pre-diabete, per sottolineare il fatto che la situazione è ancora reversibile; nell’articolo si intenderà con questi 2 termini la stessa condizione che, è bene sottolinearlo, non è da considerarsi una malattia, ma solo un fattore di rischio per diabete e malattie cardiovascolari.

L’11% circa dei pazienti colpiti da prediabete e seguiti dal Diabetes Prevention Program sviluppa il diabete di tipo 2 in media tre anni, e circa un paziente su quattro entro i cinque anni (ma le percentuali possono variare sensibilmente a seconda dei riferimenti presi per la diagnosi e, soprattutto, è stato dimostrato che è anche possibile una totale regressione a valori normali).

L’espressione prediabete è un modo chiaro per spiegare che la patologia consiste in un valore della glicemia più alto del normale; indica inoltre che il paziente rischia di sviluppare il diabete e probabilmente soffre già di altri fattori di rischio correlati.

Chi ne soffre corre un rischio maggiore del normale di soffrire anche di patologie cardiovascolari, il rischio è una volta e mezza maggiore rispetto a chi ha una glicemia normale. Chi soffre di diabete, invece, ha un rischio di soffrire di patologie cardiovascolari da doppio a quadruplo rispetto alle persone sane.

Il prediabete è una condizione silente, cioè il paziente può non essere consapevole di esserne affetto perchè non manifesta sintomi.

La buona notizia, però, è che

possono far guarire il prediabete e quindi ritardare o prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2.

Il diabete, quando compare, diventa quasi invariabilmente una malattia cronica, quindi è meglio prevenirlo, anziché cercare di tenerlo sotto controllo.

Fotografia di un piatto di fichi con accanto un glucometro che segna 113 mg/dL.

iStock.com/ratmaner

Definizioni

Da un punto di vista della nomenclatura parlare di

  • alterata glicemia a digiuno (glicemia a digiuno fra 100 e 125 mg/dl),
  • ridotta tolleranza glicidica o intolleranza al glucosio (glicemia due ore dopo la curva da carico compresa fra 140 e 199 mg/dl),

significa indicare due condizioni di pre-diabete simili nella definizione, ma diverse da un punto di vista della diagnosi. La ridotta tolleranza al glucosio è inoltre associata ad un rischio cardiovascolare superiore.

Sintomi

Sono a rischio per il prediabete?

Invecchiando, soprattutto se si è in sovrappeso, aumenta il rischio di soffrire di intolleranza glucidica. Il medico dovrebbe prescrivervi un esame della glicemia se:

  • avete più di 45 anni e siete in sovrappeso,
  • avete meno di 45 anni, siete in sovrappeso e presentate altri fattori di rischio per il diabete.

Nei soggetti con più di 45 anni e normopeso la necessità di periodiche verifiche della glicemia è meno stringente e verrà valutata a giudizio del medico.

Sono a rischio per il diabete?

Siete a rischio di soffrire di diabete se:

  • siete in sovrappeso,
  • non fate attività fisica,
  • avete un genitore, un fratello o una sorella che soffre di diabete,
  • avete avuto un figlio che al momento della nascita pesava più di 4 chilogrammi oppure avete sofferto di diabete gestazionale,
  • soffrite di ipertensione (pressione massima maggiore di 140/90 mmHg),
  • avete il colesterolo HDL basso (pari o inferiore a 35 mg/dl) o i trigliceridi alti (pari o superiori a 250 mg/dl).

Gravidanza

Una condizione di intolleranza glucidica in gravidanza espone più facilmente al rischio di sviluppare il diabete gestazionale, con pericolose conseguenze sia per la madre che per il bambino.

Diagnosi

Se siete in sovrappeso e avete più di 45 anni, vi consigliamo caldamente di chiedere al vostro medico di prescrivervi gli esami per il prediabete.

Se il vostro peso è normale e avete più di 45 anni, potete chiedere al medico se nel vostro caso sia comunque opportuno sottoporsi all’esame.

Se avete meno di 45 anni ma siete in sovrappeso, il medico potrà consigliarvi di fare gli esami qualora presentiate altri fattori di rischio come:

  • ipertensione,
  • colesterolo HDL basso associato ai trigliceridi alti,
  • precedenti familiari di diabete,
  • precedenti personali di diabete gestazionale,
  • aver messo al mondo un figlio che alla nascita pesava più di 4 chilogrammi,
  • appartenenza a un gruppo etnico a rischio per quanto riguarda il prediabete.

Se la glicemia è normale, vi consigliamo di sottoporvi agli esami ogni tre anni. Se invece soffrite di prediabete, dovreste fare gli esami ogni anno oppure ogni due anni dopo la diagnosi.

Il prediabete non provoca alcun sintomo, per la diagnosi è quindi indispensabile eseguire un esame della glicemia. Il medico vi prescriverà uno o più di questi tre esami:

  • L’esame della glicemia a digiuno misura la glicemia dopo almeno 8 ore di digiuno. Raggiunge la massima efficacia se eseguito al mattino, dopo una notte intera di digiuno. Il medico diagnostica intolleranza glucidica se il valore della glicemia a digiuno è compreso tra 100 e 125 mg/dl, valore sopra la norma ma non sufficientemente alto da essere definito come diabete. Un valore della glicemia a digiuno pari o superiore ai 126 mg/dl significa che soffrite di diabete.
  • Il test orale di tolleranza al glucosio (curva da carico) misura la glicemia dopo un digiuno protratto per tutta la notte e dopo due ore dall’assunzione di un liquido dolcificato somministrato dal medico o dal personale del laboratorio. Si può diagnosticare il prediabete se, due ore dopo aver bevuto il liquido, la glicemia è compresa tra 140 e 199 mg/dl. Questi valori della glicemia sono sopra la norma ma non sufficientemente alti da essere definiti come diabete: se fossero pari o superiori ai 200 mg/dl si potrebbe diagnosticare il diabete.
  • L’esame dell’emoglobina glicata può essere fatto in qualsiasi momento della giornata, non necessariamente a digiuno; un valore compreso fra 5.7 e 6.4% permette al medico la diagnosi di prediabete, valori superiori portano invece alla diagnosi di diabete.

Ciascun esame deve essere confermato almeno due volte.

Si noti che a livello mondiale è in corso un vivace dibattito relativo alle soglie applicabili alla diagnosi (negli Stati Uniti viene in genere indicato come limite un dosaggio parti a 5.7% o superiore di emoglobina glicata), che tuttavia secondo alcuni Autori potrebbe essere stato definito in modo eccessivamente restrittivo sotto la spinta delle grandi multinazionali del farmaco, interessate a poter trattare farmacologicamente più pazienti possibili. In attesa di ulteriori riscontri scientifici che provengano da organismi indipendenti, è possibile dire che si tratta comunque di valori degni di nota che richiedono un immediato e deciso intervento dal punto di vista dello stile di vita (alimentazione ed attività fisica), mentre l’eventuale ricordo a farmaci verrà valutato caso per caso dal medico.

Cura e terapia

Per riportare la glicemia alla normalità è possibile:

  • migliorare la qualità dell’alimentazione, privilegiando pane e pasta integrali e limitando drasticamente i dolci (comprese le bibite zuccherate e i succhi di frutta),
  • diminuire le calorie e la quantità di grassi nella dieta in caso di sovrappeso,
  • aumentare l’attività fisica.

Se siete in sovrappeso, perdere anche solo una percentuale del 10% del proprio peso può essere un aiuto significativo in ottica di prevenzione.

Diminuire le calorie e i grassi

  • Diminuire le porzioni a cui siete abituati,
  • quando si mangia fuori, ordinare la porzione più piccola oppure condividere l’antipasto,
  • scegliere l’acqua o le bevande ipocaloriche, anziché le bevande normali o i succhi di frutta,
  • scegliere le versioni light degli alimenti preferiti (controllare le etichette per vedere se le calorie diminuiscono proporzionalmente, in alcuni casi una diminuzione dei grassi corrisponde ad un aumento di altri nutrienti),
  • cuocere al forno, alla griglia o al vapore: usare padelle e pentole antiaderenti per ridurre il consumo di olio e soprattutto burro,
  • consumare più verdure e più alimenti integrali.

Aumentare l’attività fisica

Aumentare l’attività fisica è molto semplice, si può per esempio partire da semplici scelte quotidiane come:

  • fare le scale anziché prendere l’ascensore,
  • parcheggiare l’automobile non proprio vicino al luogo in cui dovete recarvi,
  • praticare un’attività che piaccia e soddisfi, come ad esempio il giardinaggio o il ciclismo,
  • fare una passeggiata al giorno, fino a raggiungere mezzora a passo veloce 5 giorni a settimana (in alternativa suddividere i 30 minuti in due o tre passeggiate di durata inferiore),
  • abituarsi anche ad allenamenti per la forza, sollevando pesi leggeri diverse volte al giorno.

Farmaci

Ad oggi non è stato approvato alcun farmaco per la cura del prediabete, tuttavia diversi medicinali con obbligo di ricetta, in vendita per curare il diabete o per dimagrire, sono stati valutati in fase di ricerca.

Alcuni principi attivi sembrano efficaci per ritardare la comparsa del diabete o per prevenirlo (come la metformina), tuttavia vanno sempre applicate le modifiche alla dieta, l’esercizio fisico e il dimagrimento se necessario.

Attualmente gli esperti sono convinti che

  • mangiare di meno,
  • aumentare l’attività fisica,
  • perdere peso,

siano metodi utili per curare l’intolleranza glucidica, più efficaci rispetto ai soli farmaci.

Prevenzione

Le ricerche hanno dimostrato che chi soffre di prediabete può prevenire o ritardare il decorso del diabete di tipo 2 fino al 58 per cento dei casi, unicamente modificando il proprio stile di vita, ad esempio dimagrendo anche di poco o facendo attività fisica regolare.

Gli esperti consigliano a chi soffre di prediabete di perdere dal 5 al 10 per cento del proprio peso e di fare qualsiasi attività fisica di intensità moderata per mezzora al giorno. In alcuni pazienti intervenire con tempestività può addirittura far diminuire la glicemia, riportandola a livelli normali.

Non preoccupatevi se non riuscite a raggiungere il peso forma: perdere anche soltanto da 5 a 7 chilogrammi può essere fondamentale! Se soffrite di prediabete avete il 50 per cento di rischio in più di soffrire di patologie cardiache o ictus, quindi il vostro medico probabilmente vi darà consigli per evitare o cercare di curare i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come il fumo, l’ipertensione e il colesterolo alto.

Una ricerca recente ha dimostrato che un gruppo di pazienti ad alto rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è riuscito a diminuire considerevolmente il rischio mangiando di meno, aumentando l’attività fisica e dimagrendo.

I pazienti:

  • hanno diminuito la quantità di grassi nella dieta,
  • hanno ridotto l’apporto calorico della dieta,
  • hanno fatto attività fisica per almeno mezzora al giorno, 5 giorni alla settimana, di solito con una passeggiata a passo veloce,
  • sono dimagriti, in media di quasi sette chilogrammi nel corso del primo anno della ricerca.

Queste strategie si sono dimostrate ugualmente efficaci sia per gli uomini sia per le donne, e particolarmente utili per gli over 60. Anche diverse altre ricerche hanno dimostrato che è possibile ritardare la comparsa del diabete di tipo 2 oppure prevenirlo.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Prediabete o alterata glicemia a digiuno: cosa mangiare?
  • Eliminare dolci e bibite zuccherate.
  • Sostituire tutte le fonti di cereali raffinati con gli equivalenti integrali (pane, pasta, riso, ...).
  • Ridurre il consumo di grassi, soprattutto quelli di origine animale.
  • Consumare abbondanti quantità di verdura ad ogni pasto.
  • Perdere peso se necessario.
Articoli Correlati
Articoli in evidenza
Domande e risposte
  1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

    Salve, è un valore che indica una alterata glicemia a digiuno, una forma di prediabete. Ripeta glicemia e emoglobina glicata quando si sarà completamente rimessa per valutare meglio la situazione. saluti

  2. È più importante la glicemia o l’emoglobina glicata? A quale dovrei fare riferimento se una fosse normale e l’altra no?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sono ugualmente importanti entrambi i valori, che forniscono informazioni differenti e complementari. Se una sola fosse oltre i limiti per esprimere un giudizio raccomando di rivolgersi al medico ed evitare il fai da te, perchè si procederà a valutare l’entità del discostamento, i fattori di rischio, le possibili spiegazioni, …

  3. 89 a digiuno.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Ultima parola al medico, ma sembra un buon valore.

  4. Il pre-diabete è reversibile? Sono uomo, 75 anni in leggero sovrappeso e ho trovato 100 a digiuno.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, in molti pazienti è una condizione potenzialmente reversibile.