Pleurite: sintomi, cause e cura

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Introduzione

Il termine pleurite indica una condizione infiammatoria a carico della pleura, la membrana costituita da due ampi foglietti sottili di tessuto che avvolgono rispettivamente i polmoni e la cavità toracica.

Tra i due foglietti è compreso uno spazio molto sottile, il cosiddetto spazio pleurico; in condizioni normali tale spazio contiene una piccola quantità di liquido, equivalente a circa 4 cucchiaini pieni. Il liquido serve a favorire lo scorrimento l’uno sull’altro dei due foglietti pleurici durante il ciclo respiratorio.

Quando i due foglietti si irritano e si infiammano, si parla di pleurite: invece di scorrere si sfregano reciprocamente ad ogni inspirazione e questo è causa di un intenso dolore al petto, talvolta accompagnato anche da un fastidio riflesso alla spalla.

Il dolore può peggiorare in caso di tosse, starnuti e in generale durante il movimento, mentre viene alleviato da una respirazione più superficiale. Alcuni pazienti possono lamentare anche difficoltà a respirare e tosse secca.

Le possibili cause di pleurite sono molteplici, ma tra le più comuni ricordiamo le infezioni virali come l’influenza; meno frequentemente possono essere innescate da:

  • infezioni batteriche, come la polmonite,
  • la presenza di un coagulo di sangue nei polmoni (embolia polmonare),
  • una ferita, per esempio in seguito ad un trauma (anche se le costole sono contuse o fratturate, la pleura può infiammarsi),
  • tumore al polmone,
  • condizioni autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus

Quando preoccuparsi?

Se all’origine di una pleurite c’è una condizione non troppo grave e diagnosi e trattamento sono tempestivi, la guarigione sarà in genere completa.

Ricostruzione grafica di bronchi e polmoni

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Causa

Numerose sono le condizioni in grado di causare pleurite, ma la causa più frequente è probabilmente ascrivibile alle infezioni virali. Altre cause di pleurite possono essere:

Altre possibili cause sono

  • traumi toracici,
  • pancreatite,
  • reazioni ad alcuni farmaci.

Queste ultime possono dare luogo a condizioni simili al lupus. I farmaci coinvolti includono procainamide, idralazina e isoniazide.

In alcuni pazienti, infine, non si riesce a identificare la causa della pleurite.

Sintomi

Il sintomo principale della pleurite è un dolore acuto o a fitte al torace che peggiora con

Il dolore può essere localizzato o diffondersi a spalle o schiena, talvolta diventa pressoché continuo e sordo.

A seconda della causa di pleurite, ci possono essere altri sintomi, quali ad esempio:

Diagnosi

La diagnosi prevede in prima battuta un’approfondita anamnesi, che possa far luce sulle caratteristiche dei sintomi lamentati dal paziente e da eventuali fattori di rischio degni di nota.

Questo processo, che da un punto di vista pratica si effettua attraverso una serie di domande poste al paziente, comprende anche quesiti su:

  • precedenti cardiopatie,
  • fumo,
  • viaggi in posti a rischio di tubercolosi,
  • lavori in ambienti a rischio di asbesto, un minerale un tempo molto usato in diverse industrie.

Sarà importante sapere anche la precedente esposizione a farmaci ed eventuali trattamenti in corso. Le reazioni ad alcuni medicinali possono dare disturbi pleurici.

Durante l’esame obiettivo, e in particolare attraverso l’auscultazione del torace, il medico potrà raccogliere ulteriori preziose informazioni: in caso di pleurite i foglietti pleurici infiammati, sfregandosi, generano un rumore stridulo e grossolano durante il respiro. Questo suono viene detto sfregamento pleurico. Un reperto auscultatorio di sfregamento indica l’esistenza di una pleurite.

A seconda dei reperti riscontrati con l’esame obiettivo, possono essere indicati diversi esami.

  • Radiografia del torace: Una radiografia del torace acquisisce in modo non doloroso immagini degli organi e delle strutture all’interno del torace, come cuore, polmoni e vasi sanguigni. L’esame può mostrare aria o liquido nello spazio pleurico. Può anche evidenziare la causa del problema pleurico, per esempio una polmonite, una costa fratturata o un tumore polmonare. Talvolta, la radiografia viene acquisita con il paziente sdraiato sul fianco. Questa posizione può mostrare liquido non rilevabile ai raggi X se il paziente è in piedi.
  • TAC toracica: La TAC (tomografia computerizzata) toracica genera in modo non doloroso immagini degli organi e delle strutture all’interno del torace. Fornisce immagini computerizzate dei polmoni che possono mostrare sacche di liquido. Le immagini possono evidenziare anche segni di polmonite, ascessi o tumori polmonari, o altre cause di disturbi pleurici.
  • Ecografia: L’ecografia usa gli ultrasuoni per generare immagini dei polmoni. Gli ultrasuoni possono mostrare la sede di raccolte liquide nel torace. L’ecografia può anche evidenziare alcuni tumori.
  • RM toracica: La RM (risonanza magnetica) toracica impiega onde radio, magneti e computer per generare immagini dettagliate delle strutture toraciche. L’esame può mostrare versamenti pleurici e tumori.
  • Esami del sangue: Gli esami del sangue aiutano a capire se il soggetto è portatore di malattie che aumentano il rischio di disturbi pleurici. Queste malattie comprendono infezioni batteriche o virali, polmoniti, pancreatiti (infiammazioni del pancreas), malattie renali o lupus.
  • Emogas analisi arteriosa: Questo esame richiede il prelievo di un campione di sangue arterioso, in genere eseguito al polso. Vengono misurati i livelli di ossigeno e di biossido di carbonio (anidride carbonica). L’esame permette di capire la capacità polmonare di ossigenarsi.
  • Toracentesi: Se viene riscontrata e localizzata la presenza di liquido nello spazio pleurico, può esserne prelevato un campione per analisi. Questa procedura di prelievo è detta toracentesi. Consiste nell’introduzione di un sottile ago o tubo di plastica nello spazio pleurico e nell’estrazione del fluido in eccesso. Il fluido così prelevato viene poi sottoposto ad analisi. La toracentesi comporta rischi minori, come dolore, sanguinamento e infezione. Queste complicanze guariscono spontaneamente o sono comunque facili da risolvere. Una radiografia del torace dopo toracentesi può servire a intercettare eventuali complicanze.
  • Analisi del liquido: Il liquido rimosso durante la toracentesi viene esaminato al microscopio. L’analisi è mirata alla ricerca di segni di infezione, cancro o altre condizioni in grado di determinare accumuli di liquido o sangue nello spazio pleurico.

Biopsia

L’accumulo di liquido pleurico può dipendere da tubercolosi o cancro. Nei casi sospetti, può essere utile osservare un frammento di pleura al microscopio.

Il prelievo di un campione di tessuto può essere eseguito con una delle procedure seguenti:

  • Inserimento di un ago nel torace per rimuovere un campione del foglietto esterno della pleura.
  • Inserimento di un tubo dotato di luce in punta (endoscopio) attraverso piccoli tagli nella parete toracica in modo da visualizzare la pleura e prelevarne piccoli pezzi. Questa procedura deve essere condotta in ambito ospedaliero. La chirurgia verrà eseguita sul paziente in anestesia.
  • Prelievo di un campione di tessuto pleurico attraverso un taglietto sul torace. Quest’ultima procedura è detta biopsia pleurica a cielo aperto. In genere, viene riservata ai casi in cui la biopsia con l’ago produce campioni troppo piccoli per una diagnosi accurata. Questa procedura deve essere condotta in ambito ospedaliero e con il paziente in anestesia.

Cura

Gli obiettivi del trattamento sono:

  • sollievo dei sintomi,
  • rimozione di liquido, aria o sangue dallo spazio pleurico (se il volume è cospicuo),
  • trattamento della condizione sottostante.

Sollievo dei sintomi

Per alleviare i sintomi della pleurite il medico può raccomandare:

  • Paracetamolo (Tachipirina) o farmaci antinfiammatori, come l’ibuprofene, per il controllo del dolore.
  • Gocce a base di codeina per tenere sotto controllo la tosse.
  • Posizionamento sul lato dolente. Potrebbe risultare più confortevole.
  • Respirazione profonda e colpi di tosse per espellere il muco via via che il dolore si attenua, per evitare il rischio di sviluppare una polmonite.
  • Riposo prolungato.

Rimozione di liquido, aria o sangue dallo spazio pleurico

Può essere utile rimuovere liquido, aria o sangue dallo spazio pleurico per evitare il collasso polmonare.

Il drenaggio di liquido, aria o sangue dallo spazio pleurico viene eseguito con procedure molto simili tra loro.

  • Durante una toracentesi, il medico inserisce un ago o un tubo di plastica sottile nello spazio pleurico. Il liquido viene rimosso aspirando con una siringa. Questa procedura permette di rimuovere l’equivalente di oltre 6 tazze di liquido alla volta.
  • Se la quantità di liquido da rimuovere è importante, può essere impiegato un drenaggio toracico. L’area di parete toracica con la raccolta fluida viene infiltrata con un anestetico. Viene quindi inserito un tubo di plastica tra due coste. Il tubo è quindi connesso a un contenitore che aspira il liquido. La posizione del tubo può essere controllata con una radiografia del torace.
  • Il drenaggio toracico può servire anche ad aspirare sangue e aria dallo spazio pleurico. Il processo può richiedere diversi giorni, durante i quali il tubo di drenaggio viene lasciato in sede; la procedura viene in genere eseguita in ambito ospedaliero.

Talvolta il liquido contiene pus denso o coaguli ematici. Si può formare un rivestimento duro, che può rendere difficoltosa la rimozione del liquido. Per fluidificare il pus o i coaguli, il medico può impiegare un tubo toracico per iniettare farmaci specifici, i fibrinolitici, nello spazio pleurico. La chirurgia diventa necessaria se non si riesce a rimuovere il liquido.

Se lo spazio pleurico ha un piccolo passaggio di aria persistente, può essere necessario collegare una valvola monodirezionale al drenaggio. La valvola consente l’uscita dell’aria dallo spazio pleurico, ma non il reingresso. Questo tipo di valvola può consentire di continuare il trattamento a casa.

Trattamento della condizione sottostante

Il campione di liquido rimosso con la toracentesi viene controllato al microscopio. L’esame microscopico può evidenziare la causa del liquido e orientare la terapia.

Se il liquido è infetto, il trattamento richiede antibiotici e aspirazione. In caso di infezione tubercolare o fungina, sarà necessario un trattamento antibiotico o antifungino per un lungo periodo.

Se l’accumulo di liquido nella pleura è dovuto a tumori, può riformarsi rapidamente una volta drenato. Talvolta, i farmaci antitumorali ostacolano la ricomparsa del liquido. Altrimenti, il medico può ricorrere alla pleurodesi, ossia l’obliterazione dello spazio pleurico.

In questo caso, tutta la raccolta liquida verrà rimossa dal torace tramite drenaggio. Verrà quindi inserita nello spazio pleurico una sostanza, irritante per la superficie della pleura. A causa dell’irritazione, i due foglietti pleurici si incolleranno, impedendo così accumuli di liquido.

È anche possibile il ricorso a trattamenti chemioterapici o radianti per ridurre la dimensione del tumore.

Se l’accumulo di liquido è dovuto a insufficienza cardiaca, il trattamento richiede in genere diuretici (farmaci che aiutano a ridurre la ritenzione idrica) e altri farmaci.

Fonte principale

Adattamento a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Salve, mi è stato prescritto Ciproxin 500 per una sospetta pleurite, ma mentre lo prendo posso mangiare l’uovo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In realtà i problemi con l’uovo erano legati a vecchi sulfamidici, con Ciproxin sicuramente non ci sono interazioni; è invece importante non assumerlo contemporaneamente a latte e latticini, per non influenzarne l’assorbimento.

  2. Un raffreddore può evolvere fino a diventare una pleurite?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Di norma no.