Peritonite acuta, i sintomi per riconoscerla e le cause

Ultima modifica

Introduzione

La peritonite è un’infiammazione (irritazione) del peritoneo, una sottile membrana presente nella parete interna dell’addome che copre e riveste la maggioranza degli organi addominali.

La condizione è causata da un’infezione che si diffonde rapidamente e, proprio per questo, richiede un intervento medico tempestivo per contrastarla e per trattare eventuali condizioni sottostanti. Il trattamento generalmente necessita di antibiotici e, in alcuni casi, della chirurgia. Se non trattata può portare a un’infezione disseminata grave, potenzialmente mortale.

I sintomi principali della peritonite acuta sono:

  • improvviso dolore addominale, che diviene via via più severo,
  • nausea,
  • mancanza di appetito,
  • febbre.

La ragione per cui l’appendicite viene di solito trattata molto rapidamente ed in modo aggressivo (con antibiotici o con l’intervento chirurgico) è per ridurre il possibile rischio che degeneri in peritonite, che rappresenterebbe di fatto un’estensione a tutto il peritoneo dell’infiammazione nata a livello dell’appendice con possibile esito fatale.

Bambina sofferente a causa di una potenziale peritonite

iStock.com/ka2shka

Cause

Il peritoneo è una sottile membrana trasparente che avvolge la maggior parte dei visceri contenuti nella  cavità addominale e in parte di quella pelvica; in caso di infiammazione si parla di peritonite.

Può essere classificata in

  • primitiva (con infezione che nasce a livello peritoneale),
  • secondaria (causata cioè da una qualche infezione nei distretti a stretto contatto con il peritoneo).

La causa più comune della peritonite è la perforazione del tratto gastrointestinale, con fuoriuscita di succhi gastrici e/o microbiota umano intestinale, dovuta tipicamente ad un’appendicite non curata tempestivamente o alla presenza di corpi estranei nell’intestino (peritonite secondaria).

Peritonite spontanea (o primitiva)

La peritonite spontanea è per lo più dovuta all’infezione del liquido che si raccoglie nella cavità peritoneale (ascite). Malattie avanzate del rene o del fegato sono spesso associate a raccolte di liquido.

I fattori di rischio per le malattie del fegato (epatiche) sono:

La peritonite spontanea si manifesta anche in individui in dialisi peritoneale per insufficienza renale, oppure può essere dovuta a

  • infiammazione,
  • infezione,
  • lesioni dell’intestino.

Peritonite secondaria

Questa denominazione implica che la peritonite sia conseguente (secondaria) ad un’altra condizione. È quasi sempre causata da un’infezione che si diffonde dal tratto digerente, con i batteri possono arrivare al peritoneo a seguito di una perforazione del tratto gastrointestinale.

La perforazione può originare da

Può anche essere conseguente ad una ferita, ad esempio da arma da sparo o da taglio.

La forma secondaria può essere innescata anche dall’eventuale presenza di bile o altre sostanze chimiche prodotte dal pancreas (gli enzimi pancreatici) penetrate per una qualche ragione nella cavità addominale.

Sostanze esterne al corpo possono anch’esse causare una peritonite secondaria, se entrano nella cavità peritoneale; può succedere per esempio con l’impiego di cateteri di dialisi peritoneale o di sonde alimentari.

Ricordiamo infine che può essere una complicazione di:

L’infezione può anche colpire neonati prematuri con enterocolite necrotizzante.

Fattori di rischio

Tra i principali fattori di rischio ricordiamo:

  • procedure mediche, come la dialisi peritoneale;
  • rottura dell’appendice, ulcera gastrica o colon perforato;
  • pancreatite: l’infiammazione del pancreas (pancreatite) complicata da un’infezione può portare a peritonite se i batteri si diffondono al di fuori del pancreas;
  • diverticolite: l’infezione di piccole tasche protruse (diverticoli) del tratto digerente può portare a peritonite se un diverticolo si rompe, spandendo residui intestinali in addome;
  • trauma: ferite o traumi possono portare a peritonite consentendo a batteri o sostanze chimiche provenienti da altre parti del corpo di entrare in peritoneo.

Una peritonite che si sviluppi in assenza di rotture in addome (spontanea) è generalmente una complicanza di una malattia epatica, come la cirrosi. Negli stadi più avanzati la cirrosi causa grossi accumuli di fluido nella cavità addominale (ascite), ossia raccolte di liquido particolarmente soggette a infezioni batteriche.

Sintomi

Il paziente con peritonite presente una pancia (addome) molto dolente e/o sensibile al tocco; il dolore può peggiorare quando si tocca la pancia o con il movimento e per questo i pazienti tendono ad assumere e mantenere la cosiddetta posizione fetale.

La pancia può essere, o essere percepita, gonfia (questa condizione viene chiamata distensione addominale).

Altri sintomi della peritonite consistono in

In alcuni pazienti possono essere presenti segni di shock.

Pericoli e complicazioni

Il decorso spazia dalla completa guarigione alla comparsa di infezioni drammatiche, anche mortali. I fattori che determinano la prognosi sono:

  • durata della sintomatologia prima dell’inizio del trattamento,
  • condizioni generali del paziente.

L’infiammazione della cavità peritoneale causata da batteri può determinare un’infezione del sangue (sepsi), una malattia grave.

È necessario identificare la causa e trattarla tempestivamente per evitare vari tipi di complicazioni, come ad esempio:

  • Peritonite spontanea:
  • Peritonite secondaria:
    • ascessi,
    • cancrena (morte del tessuto) intestinale,
    • aderenze intraperitoneali (una causa potenziale di ostruzioni intestinali nel tempo),
    • shock settico.

Quando chiamare il medico

La malattia può rivelarsi fatale se non viene trattata tempestivamente, si raccomanda quindi di contattare il proprio medico immediatamente, o rivolgersi al Pronto Soccorso, a fronte di

  • dolore forte all’addome che peggiora con il tempo,
  • gonfiore di pancia o una sensazione di pienezza

associati a

  • febbre,
  • nausea e vomito,
  • scarsa emissione di urina,
  • sete,
  • incapacità a defecare o emettere gas,

Diagnosi

Per la diagnosi il medico si avvale dell’anamnesi attraverso una serie di domande al paziente, oltre ovviamente all’esame obiettivo (esame fisico del paziente).

Nel caso di peritonite associata alla dialisi peritoneale i sintomi sono di norma sufficienti per porre una diagnosi, mentre nelle altre situazioni potrebbe non essere così scontata e ci si può avvalere di diversi strumenti:

  • Esami del sangue: Il medico potrebbe decidere di valutare l’emocromo e, più in particolare, la conta dei globuli bianchi; potrebbe inoltre venire richiesta un’emocoltura per evidenziare la presenza di eventuali batteri nel sangue.
  • Test di imaging: I raggi X possono essere utili per evidenziare eventuali perforazioni degli organi del tratto gastrointestinale; utile anche l’ecografia ed eventualmente la TAC. Queste tecniche sono spesso in grado di rilevare danni interni all’addome, come ad esempio una appendice infiammata, un’ulcera allo stomaco o un’estesa infiammazione del colon.
  • Analisi del fluido peritoneale: Attraverso l’utilizzo di un piccolo ago è possibile prelevare un piccolo campione del fluido presente nel peritoneo; in caso di peritonite il fluido presenterà un elevato livello di globuli bianchi, che indicano la presenza di infezione.

Cura e terapia

Nel caso in cui venga diagnosticata questa infezione è necessario il ricovero in ospedale ed il trattamento può prevedere:

  • Antibiotici: Il trattamento iniziale in genere prevede la somministrazione di farmaci antibiotici e/o antimicotici, per almeno 10-14 giorni, di norma per via endovenosa; in caso di peritonite da dialisi peritoneale i farmaci possono essere iniettati direttamente nel peritoneo.
  • Chirurgia: L’intervento chirurgico è spesso necessario per rimuovere i tessuti infetti, trattando così la causa dell’infezione e prevenendo la sua infezione (soprattutto nel caso di appendicite o rottura di stomaco o colon).
  • Altro: La maggior parte dei pazienti ricoverati manifestano l’impossibilità di nutrirsi autonomamente a causa di problemi digestivi, quindi spesso si ricorre a soluzioni alternative come il sondino nasogastrico o la nutrizione parenterale. In base alle condizioni di salute i medici potranno poi ricorrere ad altre terapie di supporto, che possono includere antidolorifici, fluidi per la reidratazione, ossigenazione ed in alcuni casi una trasfusione di sangue.

Prevenzione

La peritonite associata alla dialisi peritoneale è spesso causata da microrganismi presenti sul catetere, per cui si raccomanda quanto segue:

  1. Lavarsi bene le mani, insistendo sotto le unghie, prima di maneggiare il catetere.
  2. Disinfettare la pelle attorno al catetere tutti i giorni.
  3. Indossare una mascherina durante la dialisi.
  4. In caso di animali in casa non dormire con loro.
  5. Farsi spiegare dal nefrologo come maneggiare il catetere.

Fonti e bibliografia

(adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Barbara Greppi, medico chirurgo)

Articoli Correlati
Articoli in evidenza
Domande e risposte
  1. Aiuto! Ho mal di pancia da mesi e il medico dice sempre che è colite, ma io ho paura che sia appendicite e quindi di rischiare una peritonite!

    1. Dr. Roberto Gindro

      Premesso che non c’è motivo di dubitare della diagnosi del medico, dopo diversi mesi un’appendicite non curata e non risolta sarebbe probabilmente già esacerbata in disturbi più seri, ritengo quindi francamente improbabile che possa essere questa la spiegazione dei fastidi.

  2. Si può guarire dalla peritonite se diagnosticata in tempo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In molti casi sì, come ha detto lei *se* diagnosticata tempestivamente.

  3. La sindrome del colon irritabile se trascurata può predisporre allo sviluppo di peritonite?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In linea di massima no, ma questo non significa che trascurare un intestino infiammato sia una buona idea. 😉