Helicobacter Pylori: sintomi, test, cura

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Introduzione

L’Helicobacter pylori (H. pylori) è batterio in grado di causare un’infezione nello stomaco; uno degli aspetti che più colpisce è che solo una persona su 5 ne manifesta i sintomi e/o le possibili complicazioni, ossia gastrite e ulcera peptica; sembra inoltre essere collegato alla possibilità di sviluppare un tumore allo stomaco, ma in questo caso vanno fatte importanti considerazioni che vedremo nel relativo paragrafo.

Si tratta di un microrganismo che riesce a sopravvivere all’elevata acidità gastrica grazie alla capacità di sintetizzare un enzima in grado di convertire l’urea in ammoniaca, tamponando così gli acidi gastrici e diminuendo il pH nello spazio immediatamente circostante.

È possibile isolare l’helicobacter mediamente in una persona su tre a livello mondiale (secondo alcuni autori 1 su 2), ma non sono ancora noti con esattezza i meccanismi di contagio.

In alcuni casi non provoca sintomi, mentre in altri pazienti l’infezione da helicobacter si manifesta attraverso la comparsa di:

  • frequente eruttazione,
  • bruciore e gonfiore di stomaco,
  • nausea e senso di pienezza,
  • inappetenza (mancanza di appetito),
  • perdita di peso inspiegabile.
Donna che si tocca la pancia a causa di dolore

Shutterstock/Africa Studio

I disturbi nascono dal danno che il batterio è in grado di causare al rivestimento di muco che protegge lo stomaco, permettendo così ai potenti acidi gastrici di arrivare alla delicata parete sottostante.

La cura prevede l’associazione di farmaci protettori per lo stomaco e una combinazione di diversi antibiotici volta ad aumentare l’efficacia della terapia e contemporaneamente contenere l’aumento dei fenomeni di resistenza batterica.

Come si prende

La comunità scientifica non ha ancora chiarito la modalità di trasmissione dell’infezione, benché si supponga che possa essere diffusa mediante alimenti (latte, verdura e carne, ad esempio) o acqua contaminati (trasmissione oro-fecale); se così fosse sarebbe quindi possibile infettarsi tramite alimenti lavati o cotti male, oppure bevendo acqua proveniente da fonti non pulite.

Si ritiene che l’infezione da H. pylori venga tipicamente acquisita nella prima infanzia e persista poi nel tempo (in assenza di trattamento).

Alcune ricerche stanno studiando le modalità di diffusione dell’infezione da un individuo portatore ad un soggetto non infettato (attraverso il contatto diretto con saliva, vomito o materiale fecale). Gli studi sembrano indicare che il contatto con le feci o il vomito di individui infetti possa trasmettere l’infezione da H. pylori, per esempio nel caso di gastroenterite.

Quest’ultimo è effettivamente stato trovato nella saliva di alcuni soggetti infetti, ad indicare che l’infezione può essere trasmessa direttamente con la saliva, probabilmente anche attraverso baci profondi, tuttavia si sottolinea infine che non è ritenuto necessario sottoporre a indagini i famigliari del paziente a cui viene diagnosticata l’infezione, nemmeno in caso di partner, a meno di casi particolari (come frequenti reinfezioni e recidive).

Ricostruzione grafica dell'helicobacter pylori

iStock.com/JuSun

Fattori di rischio

  • L’infezione è particolarmente comune nei Paesi in via di sviluppo.
  • La massima prevalenza di H. pylori si riscontra in soggetti anziani, in specifiche popolazioni (africani, americani, ispanici) e in gruppi con condizioni socioeconomiche disagiate.
  • Altro fattore di rischio è l’assenza di forniture affidabili di acqua pulita.
  • Ulteriore elemento è la convivenza con portatori dell’infezione.
  • Non sembra esserci una predilezione di genere, anche se le donne hanno una maggior incidenza (5-8%) di reinfezione degli uomini.

Sintomi

Tutti potrebbero essere portatori di un’infezione da Helicobacter Pylori senza saperlo, perché nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione silente e del tutto asintomatica. Non sono note le ragioni per cui alcuni soggetti sviluppano sintomi e altri no (dal 20 al 35% dei soggetti, a seconda della fonte): di fatto, la maggioranza dei soggetti infetti non presenterà mai una sintomatologia dovuta all’infezione.

I possibili sintomi dell’infezione da helicobacter pylori sono:

L’Helicobacter Pylori può anche causare ulcere peptiche (comunemente conosciute come ulcere gastriche o duodenali a seconda della localizzazione): nei bambini più grandi e negli adulti il sintomo più comune di ulcera peptica è comunque dolore e bruciore allo stomaco, avvertito di solito nell’area sotto le costole e sopra l’ombelico, che tende a migliorare in seguito a un pasto. Il dolore talvolta può essere tale da svegliare il soggetto in piena notte.

Le ulcere peptiche possono arrivare a sanguinare causando ematemesi (vomito di sangue) o melena (feci nere con sangue o che sembrano pece).

Complicazioni

Queste le possibili complicanze associate ad un’infezione da H. pylori:

  • Ulcera: H. pylori può danneggiare il rivestimento protettivo dello stomaco e dell’intestino tenue, permettendo agli acidi gastrici di creare una piaga aperta (ulcera). Circa il 10% degli individui con H. pylori svilupperà un’ulcera.
  • Infiammazione della parete dello stomaco (gastrite): l’infezione può irritare lo stomaco, causandone l’infiammazione.
  • Il batterio è considerato un fattore di rischio per il tumore allo stomaco (vedi dopo).

I bambini potrebbero anche sviluppare anemia (è stato documentato che quelli infetti da H. pylori hanno riserve di ferro inferiori).

Tumore

Il cancro gastrico, o cancro dello stomaco, era considerato un’unica entità. Ora, la comunità scientifica divide questo cancro in due classi principali:

  • il cancro gastrico cardiale (cancro della regione cardiale, ossia il tratto prossimale dello stomaco, dove inizia dall’esofago)
  • cancro gastrico non cardiale (ossia, di qualunque altra area dello stomaco).

L’infezione da H. pylori è la principale causa nota di cancro gastrico, mentre tra gli altri fattori di rischio ricordiamo:

  • gastrite cronica,
  • età avanzata,
  • sesso maschile,
  • dieta ricca di cibi salati, affumicati o mal conservati, e povera di frutta e verdura,
  • fumo di tabacco,
  • anemia perniciosa,
  • storia di chirurgia dello stomaco per patologie benigne,
  • famigliarità per cancro gastrico.

L’infezione da helicobacter pylori ha relazioni diverse con le due classi maggiori di cancro gastrico:

  • i soggetti infetti hanno un rischio aumentato di cancro gastrico non cardiale,
  • mentre hanno un rischio uguale o forse addirittura ridotto di sviluppare il cancro cardiale.

La possibilità di una relazione inversa tra il batterio e il cancro gastrico cardiale è sostenuta dalla corrispondente diminuzione dell’infezione da H. pylori nei Paesi occidentali durante l’ultimo secolo (risultato conseguente al miglioramento delle condizioni igieniche e dall’uso diffuso di antibiotici) associata però all’incremento del cancro gastrico cardiale in queste stesse regioni.

Dati epidemiologici simili suggeriscono che l’infezione da H. pylori possa essere associato ad un rischio minore di adenocarcinoma esofageo.

Benché non sia dimostrato il meccanismo con cui il batterio aumenta il rischio di cancro gastrico non cardiale, alcuni ricercatori ipotizzano che una risposta infiammatoria prolungata nel tempo predisponga le cellule del rivestimento dello stomaco a diventare cancerose.

Un’ipotesi che può spiegare i rischi ridotti di cancro gastrico cardiale e adenocarcinoma esofageo in individui infettati parte dalla ridotta acidità dello stomaco spesso osservata dopo decenni di permanenza del batterio. La minor acidità diminuirebbe il reflusso di acido nell’esofago, fattore di rischio maggiore degli adenocarcinomi del tratto prossimale dello stomaco e dell’esofago.

Rimane da chiarire se l’infezione sia o meno associata ad altri tipi di cancro; alcuni studi hanno riscontrato una possibile associazione tra l’infezione da H. pylori e il cancro del pancreas, ma i dati sono controversi.

Quando chiamare il medico

Contattare il medico in caso di sintomi di ulcera gastrica, che potrebbe presentarsi con:

Test ed esami

I medici possono formulare una diagnosi dell’infezione da Helicobacter Pylori usando svariati tipi di esami, alcuni più invasivi di altri.

Gastroscopia

Attraverso l’introduzione di un sottile tubicino flessibile dalla bocca (o dal naso, in caso di gastroscopia trans-nasale) munito di telecamera, il medico è in grado di valutare visivamente la salute della mucosa dello stomaco; sempre con lo stesso strumento è poi possibile prelevare un un piccolo campione del rivestimento interno per poterlo esaminare in laboratorio al fine di verificare la presenza di microscopici segni di infezione e dell’Helicobacter Pylori.

La gastroscopia è considerata l’esame d’elezione per la ricerca del batterio, ma sicuramente il più invasivo tra quelli disponibili.

Esame del sangue

Esiste uno specifico test da fare su un campione di sangue che può rivelare la presenza di anticorpi contro l’Helicobacter Pylori; si tratta di un esame pratico e poco invasivo, ma poco usato perché non consente di distinguere tra infezione in corso ed infezione passata.

Breath test

L’esame del respiro (o del palloncino, come viene comunemente chiamato) è particolarmente efficace nella diagnosi e soprattutto poco invasivo, in quanto viene semplicemente richiesto al paziente di bere una soluzione preparata a questo scopo e dopo un certo tempo verrà analizzato il respiro alla ricerca di eventuali trasformazioni provocate dal batterio.

Esame delle feci

Una buona alternativa è costituita dalla ricerca dell’antigene del batterio nelle feci: in questo caso il paziente deve semplicemente consegnare al laboratorio analisi un campione delle proprie feci sul quale verrà condotto il test specifico, con il vantaggio rispetto all’esame del sangue di poter rilevare solo le infezioni in corso.

Terapia

La terapia d’elezione per l’Helicobacter Pylori prevede l’uso di

le due tipologie di farmaco vengono prescritte contemporaneamente e, poiché è elevato il rischio di resistenza batterica, vengono in genere associati due o più antibiotici per un trattamento che può andare dai 7 ai 14 giorni, a seconda dell’approccio scelto.

È di fondamentale importanza seguire scrupolosamente la prescrizione, nei modi e nei tempi, per la buona riuscita della cura (la cui efficacia varia a seconda dei casi dal 70 al 90% circa). Nel caso di insuccesso terapeutico per due volte consecutive è possibile procedere alla biopsia gastrica, con cui isolare il batterio e poter formulare un antibiogramma che guidi il medico nella scelta del protocollo più adatto al singolo caso.

Proprio per ridurre il rischio di inefficacia della terapia (più di un caso su cinque) sta prendendo piede, avvalorata da un crescente numero di lavori pubblicati e in base alle ultime linee guida pubblicate, il ricorso a protocolli che prevedono una quadruplice terapia, che prevede l’associazione di:

  • inibitori di pompa (protettore dello stomaco),
  • claritromicina (500 mg), amoxicillina (1 g) e metronidazolo (500 mg) due volte al giorno.

In alternativa è possibile ricorrere a un approccio basato su:

  • bismuto (4 volte al giorno), metronidazolo (500 mg 3-4 volte al giorno), una tetraciclina (500 mg 4 volte al giorno),
  • inibitore di pompa protonica (due volte al giorno).

L’associazione di amoxicillina e levofloxacina non è invece più considerata una scelta di prima linea, mentre la durata della terapia è in genere fissata di 14 giorni.

Al trattamento va fatto seguire, non prima di 4 settimane, una verifica di laboratorio dell’eradicazione del batterio.

Un modo per aiutare ad alleviare il dolore addominale è seguire una dieta regolare. Questo significa programmare i pasti in modo che lo stomaco non rimanga vuoto troppo a lungo. Fare cinque o sei pasti più piccoli ogni giorno potrebbe migliorare la sintomatologia.

Si raccomanda di evitare l’assunzione di aspirina, ibuprofene (per esempio Moment®) o altri  farmaci antinfiammatori, perché in grado di irritare lo stomaco o causarne emorragia.

Prevenzione

Non essendo note con certezza le modalità di trasmissione di H. pylori, la prevenzione è inevitabilmente difficile. La comunità scientifica sta cercando di sviluppare un vaccino che prevenga (e addirittura curi) l’infezione da H. pylori. Per aiutare a prevenire l’infezione, i medici raccomandano di:

  • lavarsi le mani con acqua e sapone dopo essere andati in bagno e prima di mangiare;
  • assumere alimenti ben lavati e adeguatamente cotti;
  • bere acqua proveniente da fonti pulite e sicure.

A complicare la situazione è l’osservazione che in molti pazienti l’helicobacter potrebbe avere risvolti positivi sulla salute del soggetto (proteggendolo dallo sviluppo di asma, rinite, dermatite, reflusso, tumore esofageo, …).

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Come si prende l’helicobacter?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Le vie più comuni d’infezione da H. pylori sembrano essere il contatto orale-orale (i contenuti dello stomaco del soggetto infetto vengono accidentalmente portati alla bocca da un’altra persona) o il contatto fecale-orale (dalle feci alla bocca, per esempio per un’insufficiente igiene delle mani dopo essere andati in bagno). Si ritiene che i famigliari (genitori e fratelli) rivestano spesso un ruolo di primo piano nella diffusione. (Fonte: https://www.medscape.com/answers/176938-44706/how-is-helicobacter-pylori-h-pylori-infection-transmitted)

  2. Come si cura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La terapia si fonda sulla somministrazione di una combinazione di antibiotici in associazione ad una protezione dello stomaco.

  3. Cosa mangiare in caso d’infezione?