Fibrillazione atriale: sintomi, terapia e rischi

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Introduzione

La fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia cardiaca.

L’aritmia è un disturbo della frequenza o del ritmo cardiaco: durante gli episodi di aritmia il cuore può battere

Si diagnostica fibrillazione atriale quando le due cavità superiori del cuore (gli atri) fibrillano a causa di segnali elettrici disorganizzati: “fibrillare” significa “contrarsi molto velocemente e con un ritmo irregolare”.

Durante la fibrillazione atriale il sangue si accumula negli atri e non viene più adeguatamente pompato nelle due cavità inferiori del cuore (i ventricoli), perdendo la capacità di una corretta sincronia tra le camere del cuore.

Chi soffre di fibrillazione atriale può non avvertire alcun sintomo ma, anche se asintomatica, la condizione può far aumentare il rischio di infarto; alcuni pazienti lamentano invece

soprattutto se il ritmo del battito diventa particolarmente rapido.

La fibrillazione atriale può essere sporadica, abbastanza frequente oppure può diventare un problema cronico che dura per molti anni. Nel nostro Paese, secondo il “Progetto FAI: la Fibrillazione Atriale in Italia”, la condizione interessa oltre un milione di pazienti nella popolazione anziana, dati in linea con gli altri Paesi occidentali.

Tracciato normale e di cuore affetto da fibrillazione atriale

By BruceBlausOwn work, CC BY-SA 4.0, Link

Prognosi

La terapia della fibrillazione atriale mira a controllare i sintomi e prevenire complicazioni e, in condizioni ideali, questo si traduce in una vita normale e attiva, grazie al raggiungimento di una  frequenza cardiaca normale.

La cura può comprendere:

  • farmaci,
  • interventi chirurgici,
  • modifiche dello stile di vita.

Cause

L’attività elettrica del cuore

Per capire meglio le cause della fibrillazione atriale è utile esaminare brevemente il funzionamento del sistema elettrico interno del cuore.

Ogni volta che il cuore batte, un impulso elettrico parte dalla sommità dell’organo per raggiungere la parte inferiore. Il passaggio dell’impulso fa contrarre il muscolo cardiaco e quindi il cuore pompa il sangue nell’organismo.

Gli impulsi elettrici hanno origine in un gruppo specifico di cellule, detto nodo senoatriale. Il nodo senoatriale si trova nell’atrio destro. In un cuore sano di una persona adulta il nodo senoatriale emette un impulso per far iniziare un nuovo battito da 60 a 100 volte al minuto (il ritmo cardiaco può essere inferiore in caso di atleti molto allenati).

Partendo dal nodo senoatriale, l’impulso elettrico attraversa l’atrio destro e poi l’atrio sinistro. Fa contrarre gli atri, e quindi il cuore pompa il sangue nei ventricoli.

L’impulso elettrico, poi, raggiunge il nodo atrioventricolare, che si trova tra gli atri e i ventricoli. Qui rallenta leggermente, dando il tempo ai ventricoli di finire di riempirsi di sangue.

L’impulso elettrico, infine, lascia il nodo atrioventricolare e raggiunge i ventricoli, facendoli contrarre e pompare il sangue nei polmoni e nel resto dell’organismo. I ventricoli si rilassano e il processo che causa il battito cardiaco ricomincia dal nodo senoatriale.

Animazione della conduzione elettrica del cuore normale

By No machine-readable author provided. JHeuser assumed (based on copyright claims). – No machine-readable source provided. Own work assumed (based on copyright claims)., CC BY-SA 3.0, Link

Il problema elettrico della fibrillazione atriale

Nei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, l’impulso che dà origine al battito non parte dal nodo senoatriale, ma in una zona diversa degli atri o nelle vene polmonari immediatamente vicine. Gli impulsi elettrici non riescono a percorrere normalmente i tessuti e si diffondono negli atri in modo veloce e disorganizzato. Gli atri, quindi, iniziano a fibrillare.

Animazione della conduzione alterata in caso di fibrillazione atriale

By No machine-readable author provided. JHeuser assumed (based on copyright claims). – No machine-readable source provided. Own work assumed (based on copyright claims)., CC BY-SA 3.0, Link

Gli impulsi elettrici difettosi eccitano il nodo atrioventricolare, quindi anche i ventricoli iniziano a battere molto velocemente. Il nodo atrioventricolare, tuttavia, non è in grado di inviare gli impulsi ai ventricoli appena arrivano. Quindi, anche se i ventricoli battono più velocemente del normale, non battono mai così in fretta come gli atri.

Gli atri e i ventricoli, quindi, non riescono a battere a tempo, e il battito cardiaco accelera e diventa irregolare. Durante la fibrillazione atriale i ventricoli possono raggiunge i 100, 175 battiti al minuto, contro la normale frequenza che si attesta tra i 60 e 100 battiti al minuto.

Durante la fibrillazione il sangue non viene pompato bene nei ventricoli, inoltre la quantità di sangue pompata dai ventricoli nel resto del corpo è basata sui battiti degli atri, la cui frequenza è irregolare.

L’organismo riceve piccole quantità di sangue intervallate, di tanto in tanto, da quantità maggiori. La quantità di sangue dipende da quanto ne riesce a passare dagli atri ai ventricoli ad ogni battito.

La maggior parte dei sintomi della fibrillazione atriale è connessa alla velocità del battito cardiaco: quando la frequenza cardiaca è rallentata, per esempio grazie ai farmaci, i sintomi diminuiscono.

Malattie e condizioni in grado di causare lo sviluppo di fibrillazione atriale

Secondo le cliniche Mayo la malattia può essere causata da alterazioni e danni cardiaci, dovute per esempio a:

Cause psicologiche

In letteratura è possibile reperire studi che indagano anche il ruolo di ansia, depressione e stress nella genesi della fibrillazione atriale, ma è importante distinguere le palpitazioni non complicate da patologie del battito.

Ad oggi si ritiene infatti che questi malesseri possono peggiorare i sintomi della fibrillazione atriale, ma non è ancora chiaro se possano essere la reale causa scatenante.

È invece più chiaro il legame nel verso opposto, ossia i pazienti a cui sia stata diagnosticata la fibrillazione hanno maggiori probabilità di sviluppare depressione o ansia perché la condizione influisce sensibilmente sulla qualità della vita.

Patologie e altri fattori di rischio

La fibrillazione atriale colpisce milioni di persone nel mondo e la sua incidenza sta aumentando sempre più.

  • Gli uomini sono più a rischio delle donne (in Italia rispettivamente il 9% e il 7% circa).
  • Negli Stati Uniti la fibrillazione atriale colpisce con maggior frequenza i bianchi, rispetto agli afroamericani o agli ispanoamericani.
  • Il rischio di soffrire di fibrillazione atriale aumenta con l’età del paziente, soprattutto perché anche il rischio di patologie cardiache e altre patologie a monte è direttamente proporzionale all’età. La malattia interessa indicativamente il 3% dei soggetti nella fascia d’età 65-69 anni, fino a raggiungere il 16,1% nei soggetti con più di 85 anni. È invece molto rara tra i bambini.

Tra le altre patologie e condizioni che fanno aumentare il rischio di soffrire di fibrillazione atriale ricordiamo:

Esistono anche altri fattori che possono aumentare la probabilità di soffrire di fibrillazione atriale, il rischio, ad esempio, aumenta quando si eccede con l’alcol o ci si ubriaca. In alcuni pazienti può essere sufficiente anche una minima quantità di alcol. La fibrillazione atriale può inoltre essere provocata dalla caffeina o dallo stress psicologico.

Anche la sindrome metabolica fa aumentare il rischio di soffrire di fibrillazione atriale. La sindrome metabolica raccoglie diversi fattori di rischio che fanno aumentare il rischio di soffrire di coronaropatia e di altri problemi di salute, ad esempio il diabete e l’ictus.

Le ricerche indicano che i pazienti sottoposti a terapia con dosi massicce di cortisone presentano un rischio maggiore di soffrire di fibrillazione atriale. Questo tipo di terapia è usata per l’asma e per alcune patologie infiammatorie: può diventare un fattore scatenante in pazienti che presentano altri fattori di rischio per la fibrillazione atriale.

Sintomi

Il sintomo più frequente è costituito dalla presenza di un battito cardiaco irregolare o di palpitazioni.

In alcuni casi i pazienti affetti da fibrillazione atriale non presentano alcun sintomo e la patologia viene diagnosticata solo in seguito a una visita medica. Altri, invece, possono avvertire uno o più dei sintomi seguenti:

Gli episodi di fibrillazione atriale possono essere di breve durata, con sintomi intermittenti che scompaiono spontaneamente, oppure possono essere cronici e richiedere una terapia.

Esistono diversi tipi di fibrillazione atriale? Hanno sintomi diversi?

I sintomi della fibrillazione atriale, in generale, sono sempre gli stessi, ma a seconda della durata della fibrillazione e delle sue cause i medici ne distinguono diversi tipi:

  • Si ha una fibrillazione parossistica quando il cuore ritorna spontaneamente al ritmo normale. Chi soffri di questo tipo di fibrillazione atriale può manifestare episodi solo alcune volte all’anno, oppure i sintomi possono verificarsi tutti i giorni. I sintomi sono altamente imprevedibili e spesso si trasformano in una forma di disturbo permanente.
  • La fibrillazione atriale persistente è un ritmo cardiaco irregolare che dura per più di 48 ore. Questo tipo di fibrillazione atriale non regredisce spontaneamente e richiede un qualche tipo di terapia.
  • La fibrillazione atriale cronica dura per un tempo indefinito e non è controllabile con una terapia farmacologica.

La fibrillazione atriale parossistica, con il passare del tempo, può diventare sempre più frequente e durare sempre più a lungo, trasformandosi in fibrillazione permanente o cronica. Tutti i tipi di fibrillazione atriale possono far aumentare il rischio di ictus. Anche se non avvertite alcun sintomo, il rischio di avere un ictus è cinque volte maggiore rispetto a chi non soffre di fibrillazione atriale.

I sintomi dell’infarto sono diversi da quelli della fibrillazione atriale?

Le palpitazioni e il battito irregolare sono sintomi tipici della fibrillazione atriale e non dell’infarto, ma molti problemi cardiaci presentano campanelli d’allarme simili.

Se pensate di avere un infarto, non perdete tempo e chiamate immediatamente il 118.

L’infarto è l’interruzione della circolazione diretta verso il cuore, spesso causata da un trombo o da una placca nell’arteria coronaria (il vaso sanguigno che trasporta il sangue verso una parte del muscolo cardiaco). L’infarto può danneggiare o distruggere parte del muscolo cardiaco. In alcuni casi può essere così improvviso e intenso da non lasciare alcun dubbio sulla diagnosi, ma nella maggior parte dei casi, tuttavia, gli infarti iniziano lentamente, con un lieve dolore o fastidio. Chi ne è colpito non riesce a identificare la causa del malessere e aspetta troppo tempo prima di cercare aiuto.

Chi soffre di fibrillazione atriale dovrebbe conoscere i sintomi dell’ictus

Come già abbiamo ricordato la fibrillazione atriale fa aumentare il rischio di ictus, i cui sintomi iniziali sono:

  • intorpidimento improvviso del volto, di un braccio o di una gamba, normalmente limitato a un solo lato,
  • stato confusionale, problemi di parola o cognitivi improvvisi,
  • problemi di vista improvvisi, in uno o in entrambi gli occhi,
  • problemi a camminare, capogiro, perdita di equilibrio o di coordinazione improvvisi,
  • forte mal di testa improvviso, senza cause evidenti.

Se avvertite uno o più di questi sintomi, chiamate immediatamente l’ambulanza:

Rischi

La fibrillazione atriale è responsabile di due gravi complicazioni, ictus e arresto cardiaco.

Ictus

Durante la fibrillazione atriale gli atri (le due cavità superiori del cuore) non riescono a pompare tutto il sangue nei ventricoli, quindi parte del sangue ristagna al loro interno. Si può quindi formare un coagulo (o trombo) negli atri.

Se il coagulo si sposta e raggiunge il cervello, può causare un ictus. (Un coagulo che si forma in una parte dell’organismo e si sposta con il sangue circolante è detto embolo). La fibrillazione atriale aumenta quindi in maniera rilevante il rischio di sviluppare un ictus cerebrale, ma le terapie attualmente disponibili permettono una riduzione di tale rischio di oltre il 70% (fonte: Progetto FAI).

Arresto cardiaco

L’arresto cardiaco si verifica quando il cuore non è in grado di pompare tutto il sangue necessario all’organismo. La fibrillazione atriale può causare l’arresto cardiaco perché i ventricoli battono molto più in fretta del normale e non riescono a riempirsi completamente di sangue, quindi possono non essere in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nei polmoni e nell’organismo.

I sintomi più frequenti dell’arresto cardiaco sono l’affaticamento e la mancanza di fiato, causati dall’accumulo di fluidi nei polmoni. I fluidi possono anche accumularsi nei piedi, nelle caviglie e nelle gambe, provocando un aumento di peso.

Le terapie d’elezione per l’arresto cardiaco sono: la modifica dello stile di vita, la terapia farmacologica o l’intervento chirurgico (in rari casi, l’impianto di una pompa meccanica o il trapianto di cuore).

Quando preoccuparsi?

In caso di sintomi compatibili con la fibrillazione atriale si raccomanda di contattare il medico, per la conferma della diagnosi.

In caso di dolore al petto o altri sintomi compatibili con un infarto o con un ictus allertare i soccorsi immediatamente.

Diagnosi ed ECG

Fibrillazione atriale

Fibrillazione atriale, freccia rossa fibrillazione, freccia viola tracciato normale (https://it.wikipedia.org/wiki/File:Afib_ecg.jpg)

La fibrillazione atriale viene diagnosticata con l’elettrocardiogramma, o ECG, un esame semplice e non invasivo che dura solo pochi minuti.

Durante l’elettrocardiogramma i medici posizionano gli elettrodi sul torace e sul corpo per registrare gli impulsi elettrici del cuore. La fibrillazione atriale può essere intermittente e quindi può non verificarsi durante l’elettrocardiogramma: il medico, quindi, può richiedervi di indossare un dispositivo per l’elettrocardiogramma portatile.

L’elettrocardiogramma portatile è eseguito con un dispositivo detto monitor Holter, ed è un esame che dura 24 ore. Il medico, poi, vorrà diagnosticare le cause della fibrillazione atriale: controllerà il cuore, la pressione, la glicemia e i livelli degli ormoni tiroidei.

Cura e terapia

Alcuni casi di fibrillazione atriale guariscono spontaneamente, in questo caso il medico eseguirà comunque gli esami per escludere eventuali patologie che potrebbero causare la fibrillazione atriale. Se invece la fibrillazione continua, il medico potrà curarla in diversi modi.

Di norma si prova a curare la causa a monte della fibrillazione atriale e così facendo, in alcuni casi, la frequenza cardiaca ritornerà alla normalità. Ad esempio,

  • se la fibrillazione atriale è causata da una tiroide troppo attiva, sarà probabilmente necessario rimuovere la tiroide chirurgicamente o usando lo iodio radioattivo;
  • se la fibrillazione atriale è causata da una patologia delle valvole cardiache, potrebbe essere necessario sostituire la valvola con un intervento chirurgico.

In alcuni casi la fibrillazione atriale è invece permanente e non si riesce a ripristinare la normale frequenza cardiaca, nemmeno con i farmaci o con altre terapie.

Può inoltre essere utile, in alcuni casi, controllare

anche per prevenire ulteriori problemi cardiaci.

Se la fibrillazione atriale non migliora, è possibile tentare altri interventi, ad esempio la cardioversione, procedura che serve per riportare alla normalità la frequenza cardiaca; in assenza di un risultato positivo vengono somministrati gli anticoagulanti per impedire la formazione di trombi nel cuore.

Cosa fare in caso di fibrillazione atriale?

Durante un episodio di fibrillazione atriale il modo più rapido ed efficace per ripristinare un normale ritmo cardiaco è di applicare al cuore una scossa elettrica, procedura che prende il nome di cardioversione.

A parole sembra un intervento drastico, scioccante per certi versi, ma in realtà si fa ricorso ad un piccolo e breve impulso di corrente a paziente sedato.

La cardioversione può essere effettuata con diversi farmaci, oppure somministrando un impulso elettrico nella zona del torace; la probabilità di efficacia è tanto più elevata quanto più precocemente s’interviene.

A seconda della condizione del paziente può essere tentato un altro intervento, detto ablazione trans catetere con radiofrequenza. Durante quest’intervento parte delle cellule responsabili dell’attività elettrica del cuore viene distrutta usando una lieve corrente elettrica. L’impulso elettrico viene somministrato usando un catetere che raggiunge il cuore attraverso i vasi sanguigni.

Dopo l’intervento può essere necessario impiantare un pacemaker, perché il cuore perde la capacità di generare e regolare il battito. I pazienti, inoltre, spesso devono sottoporsi a una terapia farmacologica per il resto della vita, per prevenire la ricorrenza della fibrillazione atriale.

Anticoagulanti

Se la cardioversione non ha successo il rischio di formazione di trombi all’interno del cuore aumenta considerevolmente. Vengono quindi somministrati farmaci anticoagulanti per cercare di diminuire il rischio di formazione di trombi. L’anticoagulante usato con maggior frequenza è il warfarin (Coumadin®), anche se negli ultimi anni sono apparsi sul mercato diverse alternative con costi superiori, ma un numero inferiore di effetti collaterali.

Tracciato di un elettrocardiogramma, con appoggiato uno stetoscopio e alcune pastiglie

iStock.com/Ocskaymark

Il warfarin è un farmaco molto utile che ha effetti collaterali potenzialmente significativi. Il medico dovrà fare esami del sangue a cadenza regolare per prescrivervi il dosaggio corretto.

Per prevenire le complicazioni dovute alla fibrillazione atriale o al warfarin, è essenziale sottoporsi a visite di follow up regolari.

Altri farmaci

Oltre ai farmaci che agiscono sui processi di coagulazione del sangue possono essere prescritti medicinali in grado di regolare il battito cardiaco, con l’obiettivo di regolarlo e prevenire la comparsa di aritmie e altri disturbi.

Convivere con la fibrillazione atriale

Chi soffre di fibrillazione atriale, anche cronica, può condurre una vita normale e attiva, ma diventa essenziale sottoporsi a controlli medici regolari.

  1. Non saltate le visite mediche. Tutte le volte che andate dal medico o in pronto soccorso, portate con voi un elenco dei farmaci che state assumendo, che sarà utile ai medici che vi visiteranno.
  2. Se dovete assumere farmaci, seguite scrupolosamente le istruzioni del medico. Fate attenzione se dovete assumere farmaci da banco, integratori alimentari e farmaci contro il raffreddore e l’allergia. Alcuni di questi prodotti contengono sostanze stimolanti, in grado di aumentare la frequenza cardiaca. Alcuni farmaci da banco possono inoltre avere pericolose interazioni con i medicinali per il controllo del ritmo cardiaco.
  3. Segnalate al medico la comparsa di eventuali effetti collaterali, un peggioramento dei sintomi o la comparsa di nuovi disturbi.
  4. Se assumete farmaci anticoagulanti (il warfarin, in particolar modo) spesso è necessario procedere a periodici esami del sangue per verificarne costantemente il dosaggio, così come prestare grande attenzione alla dieta perchè alcuni alimenti, come le verdure a foglia verde, potrebbero interagire con il medicinale.
  5. Chiedete al vostro medico di informarvi sull’attività fisica, sul controllo del peso e sulla possibilità di assumere alcolici. Scoprite quali provvedimenti potete prendere per gestire il vostro disturbo.

Prevenzione

Per riuscire a prevenire la fibrillazione atriale è possibile seguire uno stile di vita sano e prendere alcuni provvedimenti per diminuire il rischio di patologie cardiache, tra cui ricordiamo:

  • seguire una dieta amica del cuore, povera di grassi saturi, grassi trans e colesterolo. Una dieta sana dovrebbe essere ricca di cereali integrali, frutta e verdura, da assumere quotidianamente.
  • Smettere di fumare.
  • Praticare attività fisica.
  • Mantenere il peso forma o dimagrire se necessario.

Se già soffrite di patologie cardiache o avete altri fattori di rischio per la fibrillazione atriale, potete gestire il disturbo con l’aiuto del vostro medico. Oltre ad adottare gli stili di vita sani sopraelencati, che servono per tenere sotto controllo le patologie cardiache, il medico potrebbe consigliarvi di:

  • Seguire la dieta DASH per cercare di diminuire la pressione.
  • Tenere sotto controllo il colesterolo e i trigliceridi modificando la dieta e assumendo gli eventuali farmaci prescritti dal medico.
  • Limitare l’assunzione di alcol o, meglio, evitare completamente gli alcolici.
  • Tenere sotto controllo la glicemia, se avete il diabete.
  • Fare controlli medici regolari, e assumere tutti i farmaci prescritti.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Gentile dottore, volevo sapere se in un cuore che è sempre stato sano (ho 25 anni, e l’ultima visita cardiologica fatta per semplice scrupolo risale a 2 anni fa, in cui era tutto ok) si può scatenare la fibrillazione attuale occasionale per ansia. Da un po di tempo ho episodi di circa mezz’ora e so per certo che si tratta di questo perché ho una macchina della pressione in casa che lo
    Segnala. Può essere stress o devo farmi visitare?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Parliamo di fibrillazione o di aritmia? Glielo chiedo perchè sono pochissimi gli strumenti personali che rilevano la fibrillazione.

    2. L’abbiamo acquistata presso una sanitaria per mio padre che ha la fibrillazione permanente.

    3. Fibrillazione.. È una macchina della pressione che fa tre misurazioni e la rileva, nel caso ci sia in quel momento. Le altre volte mi sono durate mezz’ora, oggi sono due ore e non passa.

    4. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Consiglio una visita cardiologica perchè non credo che si possa fare diagnosi così, comunque ci deve essere qualcosa di organico alla base della fibrillazione, solo l’ansia non basta.

    5. Gentile dottore , sono un uomo di 39 anni sportivo, tre anni fa ho sostituito la valvola aortica con una protesi biologica .andava tutto bene, ma purtroppo ad agosto mi sono comparsi episodi di fibrillazione atriale, dopo un po di episodi sotto consiglio dei medici sono in lista per sottopormi all’ intervento di ablazione .vorrei chiederle se questo intervento potrebbe essere pericoloso per il fatto che io ho già subito la sostituzione valvolare e se dovrò cambiare stile di vita..grazie.

    6. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, no con la sostituzione valvolare non ha rapporto, se ci fosse stato qualche problema in merito glielo avrebbero detto; probabilmente le consiglieranno di evitare stili di vita particolarmente stressanti.

  2. Sono Lore. Dopo un intervento di valvola mitrale mi hanno impiantato un pacemaker. Prendo oltre alle medicine x il cuore anche Cordarone 100. Anche se in dieta non dimagrisco. Possono essere i farmaci? Grazie anticipatamente.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non dovrebbero essere i farmaci.

    2. Ultimamente ho lo stomaco gonfio. Cosa può essere?

    3. Dr. Roberto Gindro

      Le cause sono davvero troppe per poter fare ipotesi senza tirare a indovinare; spesso si tratta di leggere gastropatie, ma raccomando di verificare con il medico.

  3. Periodicamente faccio controlli cardiologici a,causa di battiti cardiaci bassi(52 circa)se nonche’ l altro ieri faccio nuovo controllo,e il mio cardiologo mi trova i battiti a 40,mi mette holter…,ora aspetto esito…sono preocupato chissa’ dovrei mettere pace maker…ho 75 anni…farmaci che prendo sono captopril e xatral ,grazie

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, si saprà dall’holter la situazione ovviamente, anche se dovesse mettere un pacemaker comunque non sarebbe nulla di grave, ci convivono molte persone senza particolari problemi.

  4. Un.anno fa ho avuto dolore,al petto e pressione 210/110…con.ambulanza mi mandano all ospedale,mi dicono cardiopatia ipertensiva,faccio prova da sforzo:positiva…coronografia…coronarie sane,periodicamente mi sento stringere al collo,mandibola e poi piano scende al petto e spalle,…prendo carvasin….pero’ il mio cardiologo mi dice che quando mi capita,andare all ospedale,ma io sono testarda xche’ poi mi passa,xo’ mi scatena,forte mal di testa,,, puo’ succedermi qualcosa???ma se mi.passa con carvasin xhe’ andare all ospedale?la ringrazio

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Se ha le coronarie libere probabilmente si tratta di angina vasospastica, cioè da contrazione improvvisa delle coronarie e conseguente ischemia, su cui il carvasin agisce mediante vasodilatazione; è una situazione che non va sottovalutata per cui seguire il consiglio del cardiologo.

  5. Mi scusi ma x mettere un pace maker,quanto debbono essere i battiti?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Non c’è un numero preciso, il pacemaker si può impiantare anche per aritmie senza per forza bradicardia; sicuramente una bradicardia sotto i 50 va trattata, anche col pacemaker in dipendenza dalla causa è dal quadro clinico.

    2. Grazie

    3. Pratico da anni, anche se non a scopo agonistico, la corsa anche su lunghe distanze (ho partecipato a qualche ultramaratona, anche se solo occasionalmente e senza piazzamenti degni di nota).
      Con il tracker da polso vedo che di notte il battito scende regolarmente sotto i 50 e leggendo l’intervento appena sopra adesso mi viene il dubbio di doverlo segnalare al medico… Cosa ne pensa?

    4. Dr. Roberto Gindro

      Con tutti i limiti delle mie competenze, mi sembra una situazione assolutamente normale per un fisico allenato come il suo; ne parli ovviamente anche al medico, ma un battito tendente alla bradicardia è assolutamente nella norma negli sportivi (da ultramaratoneta lei ha sicuramente un’eccezionale forma fisica).

  6. sono un uomo di 64 anni,da 10 anni faccio corsa per 3 volte a settimana di 1 ora e un quarto ad uscita con totale di 33 Km, 8 mesi fa una mattina appena alzato mi sono accorto che il cuore mi batteva in gola in modo strano dopo aver misurato la pressione che era 140-80 sono andato al pronto soccorso e dopo un ora circa mentre facevo elettro cardigramma si e stabilizzato il cardiologo di turno mi prenoto la visita specialistica intanto mi dava 100mg di flecanide al giorno la visita fatta dopo 15 giorni mi dissero che era fibrillazione atriale parossistica intanto mi hanno tolto la capsula giornaliera per provare senza niente come andava passati un paio di mesi mi venne di nuovo cosi il medico mi ha prescritto ALMARITMY una compressa da 100mg meta’ la mattina e meta’ la sera poi dopo tre mesi ho messo l’olter per 24 ore dopo letto l’olter mi disse che c’erano state 2 extrasistole e che la compressa la dovevo prendere sempre pero’ dopo tre mesi una notte facendo un brutto sogno e specifico che proprio quella sera avevo dimenticato di prendere la meta’ comprssa si e’ ripetuta di nuovo per circa mezzora adesso il medico mi ha detto che la sera la compressa la debbo prendere intera che cosa ne penzate devo smettere di correre oppure posso il cardiologo mi ha detto di abbassare l’intensita’ grazie per la vostra risposta

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Concordo col parere dello specialista, se la autorizza a continuare con una frequenza ridotta, a patto ovviamente di assumere correttamente la terapia.

  7. Buongiorno dottore, ho 42 ani e dal 2012 ho fatto 5 cardioversioni e 2 abblazioni fino adesso .In questo momento sono in ritmo sinusale pero si entro di nuovo in fibrilazzione cosa mi possono fare ancora. non penso che mi fara la 3 abblazione.GRAZIE

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Dipende molto dal tipo di aritmia, probabilmente possono considerare un impianto di pacemaker.

    2. Grazie dottore.

  8. Salve sono un uomo di 44 anni 10 fa ho fatto 2 cardiovione 1 eletrico 1 farmacologica poi niente 2 anni fa si eripresentata come puo succedere

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Può accadere, dipende dal quadro clinico.

  9. In caso di fibrillazione atriale si può usare il Viagra?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Da un punto di vista molto generale sì, si può assumere, ma va sempre valutato caso per caso in relazione a patologia, farmaci assunti, malattie concomitanti, …

  10. Pressione a 118/83 e battito a 75. In cura da un anno con Bisoprololo da 1.25, cosa ne pensa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Di per sé i valori sembrano ottimi, ma chiaramente vanno contestualizzati nell’ottica del caso specifico.