Esofago di Barrett: sintomi, terapia e dieta

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Introduzione

L’esofago di Barrett è un disturbo in cui le pareti dell’esofago (il canale muscolare che collega la bocca allo stomaco) vengono danneggiate dall’acido e dalla bile che rifluiscono dallo stomaco.

L’esofago di Barrett è un disturbo di per sé asintomatico, che tuttavia spesso si presenta nei pazienti affetti dal reflusso gastroesofageo. Una piccola percentuale dei pazienti affetti dall’esofago di Barrett svilupperà una forma rara, ma purtroppo in molti casi mortale, di tumore all’esofago.

Negli Stati Uniti l’esofago di Barrett colpisce l’uno per cento circa degli adulti; l’età media alla diagnosi è di 50-60 anni, ma capire quand’è comparso il problema di solito è difficile. L’esofago di Barrett ha un’incidenza doppia negli uomini, e gli uomini di etnia caucasica sono colpiti più frequentemente rispetto a quelli di altre etnie.

La condizione è invece molto rara nei i bambini.

Anche se le persone che soffrono di bruciore di stomaco o rigurgito acido persistente sono esposte ad un rischio di 64 volte più elevato di contrarre l’adenocarcinoma esofageo rispetto alle persone che non hanno mai sperimentato questi sintomi, il 40% dei soggetti con diagnosi di tumore non ne ha mai sofferto; il perché questo succeda rimane a tutt’oggi un mistero.

L’esofago

L’esofago è il canale che permette il passaggio degli alimenti e dei liquidi dalla bocca allo stomaco; lo stomaco a sua volta spinge poi lentamente gli alimenti e i liquidi nell’intestino che assorbe tutte le sostanze nutritive necessarie.

Questo processo è automatico e del tutto involontario; a volte si riesce a percepire l’esofago quando si inghiotte un boccone troppo grosso, si cerca di mangiare troppo velocemente o si assumono bevande troppo calde o troppo fredde.

Le pareti muscolari dell’esofago di solito si chiudono a livello delle estremità superiore e inferiore, grazie a muscoli detti sfinteri. Quando si deglutisce gli sfinteri si rilassano, permettendo al cibo o al liquido di passare dalla bocca allo stomaco. I muscoli, poi, si richiudono rapidamente, in modo da impedire che l’alimento o il liquido rifluisca nell’esofago e in bocca.

Posizione anatomica dell'esofago, tra bocca e stomaco

iStock.com/chombosan

Reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è un evento che si verifica quando gli sfinteri esofagei si aprono spontaneamente per intervalli di tempo variabili, oppure non si chiudono correttamente e quindi il contenuto dello stomaco risale nell’esofago.

Il reflusso gastroesofageo fisiologico è anche detto reflusso acido o rigurgito acido, perché i succhi gastrici acidi risalgono insieme agli alimenti e ai liquidi.

Chi soffre di reflusso acido spesso avverte in gola il sapore di ciò che ha mangiato o bevuto in precedenza. Quando il reflusso acido raggiunge le pareti dell’esofago può causare una sensazione di bruciore di stomaco o di bruciore alla gola (bruciore di stomaco o indigestione). Soffrire di tanto in tanto di reflusso acido non deve destare preoccupazioni e non significa necessariamente che si soffre di di malattia da reflusso gastroesofageo.

La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è una forma grave di reflusso gastroesofageo (GER); il reflusso cronico che si verifica per più di due volte alla settimana è considerato come malattia da reflusso gastroesofageo e, con l’andare del tempo, può causare problemi di salute più gravi. Ogni giorno, negli Stati Uniti, una percentuale variabile dal 10 al 20 per cento della popolazione soffre dei sintomi del reflusso gastroesofageo, che diventa così uno dei disturbi più diffusi.

Anatomia semplificata degli organi coinvolti nel reflusso gastroesofageo

iStock.com/VectorMine

La malattia da GERD può colpire persone di tutte le fasce d’età.

Di norma è possibile alleviare i sintomi del GERD con farmaci da banco detti antiacidi perché neutralizzano gli acidi, come il Maalox® o la magnesia.

Tra gli altri farmaci usati per alleviare il GERD ricordiamo gli antisecretori, ad esempio gli H2-antagonisti e gli inibitori della pompa protonica. Tra gli H2-antagonisti più comuni ricordiamo:

Tra gli inibitori della pompa protonica più comuni ricordiamo:

  • esomeprazolo,
  • lansoprazolo,
  • omeprazolo,
  • pantoprazolo,
  • rabeprazolo.

Chi avverte i sintomi della GERD dovrebbe consultare il proprio medico; si tratta di un disturbo che, se non curato, può cronicizzare e causare complicazioni come l’ulcera.

Le cicatrici dei tessuti danneggiati possono causare stenosi (restringimenti) dell’esofago, che ostacolano la deglutizione.

Il reflusso gastroesofageo, inoltre, può causare

Cause

Non si sa con esattezza quali siano le cause alla base della comparsa dell’esofago di Barrett, ma la malattia da reflusso gastroesofageo ne rappresenta sicuramente il principale fattore di rischio; anche chi non soffre di reflusso può sviluppare l’esofago di Barrett, però il disturbo è da tre a cinque volte più diffuso nei pazienti che soffrono anche di reflusso.

Curando o alleviando i sintomi della malattia da reflusso è possibile diminuire il rischio di ammalarsi di esofago di Barrett, mentre quando i farmaci non si dimostrano efficaci può essere consigliabile ricorrere all’intervento chirurgico.

Fattori di rischio e fattori protettivi

Il disturbo si verifica solo sporadicamente in persone senza storia familiare della condizione; in rari casi può interessare più di un membro della famiglia, ma non è chiaro se la ragione sia da cercare in esposizioni ambientali comuni oppure ad una predisposizione ereditaria (o, più probabilmente, una combinazione dei due).

Tra gli altri fattori di rischio che possono favorire la comparsa della condizione ricordiamo:

  • età avanzata (interessa principalmente soggetti con più di 60 anni),
  • sesso maschile,
  • etnia caucasica,
  • sintomi da reflusso per almeno 10 anni,
  • consumo di alcolici,
  • fumo,
  • obesità addominale.

Tra i fattori protettivi ricordiamo invece:

Sintomi

Nelle persone affette da esofago di Barrett, il tessuto che riveste l’esofago (il tubo che collega la bocca allo stomaco) viene sostituito da cellule simili a quelle che si trovano nel rivestimento dell’intestino, che tuttavia in questo caso sono di fatto precancerose; questa trasformazione purtroppo non è associata a specifici sintomi, ma un paziente che ne viene colpito spesso manifesta sintomi di grave reflusso gastroesofageo:

Pericoli

Chi è affetto dall’esofago di Barrett presenta un rischio minimo, ma aumentato rispetto alla popolazione generale, di sviluppare un tipo di tumore detto adenocarcinoma dell’esofago; si noti in ogni caso che ogni anno meno dell’uno per cento dei pazienti affetti dall’esofago di Barrett sviluppa un adenocarcinoma all’esofago.

In alcuni pazienti si sviluppa progressivamente una modifica precancerosa nel tessuto dell’esofago, chiamato displasia, il fattore che determina l’aumento del rischio.

Purtroppo la diagnosi di adenocarcinoma all’esofago non è sempre precoce, quindi il tumore molte volte viene diagnosticato quando già si trova in stadio avanzato e le terapie non sempre riescono a essere efficaci.

Diagnosi

L’unico modo per diagnosticare l’esofago di Barrett è la gastroscopia (endoscopia del tratto gastrointestinale superiore), esame invasivo ma che permette di ottenere campioni bioptici dell’esofago.

Durante la procedura, dopo che il paziente è stato blandamente sedato, il medico inserisce nell’esofago un tubicino flessibile (endoscopio) dotato di una fonte luminosa e di una telecamera miniaturizzata a un’estremità. Se il tessuto presenta delle anomalie il medico ne rimuove diversi minuscoli campioni, usando una sorta di pinzetta che viene fatta passare nell’endoscopio. Il patologo esaminerà i campioni di tessuto al microscopio ed elaborerà una diagnosi, alla ricerca dell’eventuale presenza di displasia.

L’esofago di Barrett è un disturbo asintomatico, quindi molti medici consigliano agli adulti che hanno superato i 40 anni e che soffrono da diversi anni di reflusso gastroesofageo di sottoporsi all’endoscopia e alla biopsia, come misura precauzionale.

Cura e dieta

Alimentazione

Per quanto riguarda la dieta si può fare riferimento alle indicazioni fornite per il reflusso gastroesofageo:

I pazienti cui viene diagnosticata la condizione vengono trattati in base al grado di displasia rilevato a seguito della biopsia, ossia la verifica della presenza di cellule precancerose; può essere necessario sottoporsi a varie biopsie, perché una potrebbe non essere sufficiente a individuare le cellule displastiche. Diagnosticare e curare le displasie può essere fondamentale per la prevenzione del tumore.

Terapia

L’approccio terapeutico all’esofago di Barrett è strettamente correlato alla gravità delle lesioni.

Nessuna displasia

In assenza di displasia viene in genere curato il reflusso gastroesofageo (la classe di farmaci degli inibitori di pompa sono il rimedio d’elezione) e si procederà a periodiche gastroscopie di controllo, per verificare l’efficacia della terapia nel bloccare la progressione del disturbo, con una frequenza da valutare con il proprio specialista e che potrebbe cambiare nel tempo in base ai riscontri che via via dovessero emergere (tendenzialmente ad oggi, in assenza di rilievi significativi nelle ultime due gastroscopie, il successivo controllo viene programmato a distanza di tre anni.).

Questi farmaci non riducono il rischio di comparsa di tumore esofageo, ma rendono più semplice individuare eventuali variazioni della displasia.

Displasia di basso grado

In caso di displasia di basso grado la frequenza dei controlli gastroscopici è più elevata e si procede in genere alla rimozione delle cellule danneggiate, per esempio attraverso:

  • resezione mucosa esofagea, che consiste nella rimozione del tessuto con displasia durante l’endoscopia,
  • ablazione a radiofrequenza, una procedura medica che utilizza il calore per distruggere la porzione di tessuto malata,
  • terapia fotodinamica:  La terapia fotodinamica usa un agente fotosensibilizzante, il Photofrin, e un raggio laser per uccidere le cellule precancerose e cancerose. Il Photofrin viene iniettata in vena e il paziente ritorna in ospedale dopo 48 ore. Il raggio laser è fatto passare nell’endoscopio e attiva la molecola, che distrugge i tessuti di Barrett nell’esofago. Tra gli effetti collaterali della terapia fotodinamica ricordiamo:

Un lavoro del 2011 sembra dimostrare che la possibilità di evoluzione in cancro con displasia di basso grado (ossia quando il danno è ancora nelle fasi iniziali) sia sovrapponibile alla condizione di assenza di displasia, cioè pari a quella di chiunque altro; in questi casi si può quindi optare per una gastroscopia ogni 2 anni, che diventano invece tre mesi nei pazienti caratterizzati da una situazione più avanzata (displasia di grado elevato).

Displasia ad alto grado

Per curare l’esofago di Barrett con displasia grave sono valutate terapie più invasive come ad esempio:

  • Terapia fotodinamica (vedi paragrafo precedente),
  • Terapie endoscopiche: I tessuti di Barrett vengono distrutti, oppure viene rimossa la parte di mucosa displastica o contenente il tumore. Lo scopo della terapia è quello di permettere alle cellule normali dell’esofago di prendere il posto di quelle distrutte o rimosse. Le terapie endoscopiche vengono eseguite in centri specializzati, da medici esperti.
  • Intervento chirurgico: Effettuare l’intervento entro breve tempo dalla diagnosi di displasia grave o di tumore è la soluzione ottimale per il paziente. Esistono diversi tipi di intervento, che di norma comportano
    • la rimozione della maggior parte dell’esofago,
    • la dislocazione di parte dello stomaco nella cavità toracica
    • e l’unione dello stomaco con la parte dell’esofago conservata.

    L’asportazione chirurgica della maggior parte dell’esofago è consigliabile solo per pazienti, affetti dall’esofago di Barrett con displasia grave o tumore, che siano in grado di tollerare l’intervento chirurgico. Molte persone affette dall’esofago di Barrett sono anziane e hanno altri problemi di salute che rappresentano una controindicazione all’intervento. In questi pazienti è consigliabile ricorrere alle terapie endoscopiche meno invasive.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cos'è l'esofago di Barrett?
L'esofago di Barrett è una condizione pre-cancerosa che colpisce l'esofago, il canale che collega la gola allo stomaco; è caratterizzato da una progressiva sostituzione delle cellule che ne costituiscono fisiologicamente la parete, con cellule anormali. La causa esatta è sconosciuta, ma il fattore di rischio più rilevante è la presenza del reflusso gastroesofageo.
Quali sono i sintomi?
L'esofago di Barrett di per sé non causa sintomi, ma molti pazienti che ne sono affetti lamentano i classici disturbi da reflusso gastroesofageo:
  • bruciore di stomaco
  • bruciore al petto
  • rigurgito acido
  • tosse secca
Come curarlo?
Il trattamento varia considerevolmente in base al grado di displasia delle cellule, ovvero quanto siano alterate rispetto alla norma; in assenza di variazioni significative (nessuna displasia) si opta in genere per una vigile attesa, coadiuvata dal trattamento del reflusso gastroesofageo se presente.

Nel caso di displasia più o meno grave le opzioni terapeutiche più comuni sono principalmente chirurgiche.

Questo tipo di approccio deriva dall'osservazione che, se l'evoluzione maligna è fortunatamente rara, quando si verifica ha un elevatissimo tasso di mortalità.
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Domande e risposte
  1. Buongiorno ho 60 anni e da circa un mese accuso alcuni disturbi :
    inizialmente bruciore molto vivo e “profondo” come se fosse a livello polmonare,
    poi sono subentrate eruttazioni continue e bruciori di stomaco e alto tubo digerente. A volte bolo esofageo spece parte sinistra gola ! ho ricominciato cura con pantoprazolo che da tre anni prendevo regolarmente (assumo dal 2013 aspirinetta e farmaci per limitare la pressione dopo infarto e impianto di due stent medicati) ma recentemente su consiglio medico avevo interrotto.
    Attualmente visti i pochi risultati di pantoprazolo e antiacidi sono passato a lansoprazolo 30 una volta al giorno (da due settimane va leggermente meglio ma i sintomi seppur ridotti sono ancora presenti) dopo mia insistenza il medico mi ha prescritto una gastroscopia che però potrò fare solo a febbraio nel frattempo vivo nell’angoscia di avere un male incurabile..
    Le eruttazioni e il fastidio in gola sx per la verità le ho già avute 4 o 5 anni fa ma allora non erano associate ad altri disturbi e lo specialista mi aveva analizzato con fibra ottica non riscontrando problemi se non rossore dalla parte sinista della gola. Di recente , 5 mesi fa) ho fatto anche cure antibiotiche per infiammazione cistite. Ho comunque gorgoglii continui eruttazioni ed emissioni di gas significative anche intestinali.
    Devo preoccuparmi?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      No, sembrerebbero solo sintomi da reflusso, con un’eventuale ernia jatale associata; purtroppo il tumore allo stomaco, se pensa a questo, non dà sintomi, se non in fase avanzata, e non sono comunque i sintomi da lei descritti.

    2. grazie molte dottoressa.

  2. Buonasera, i danni causati dal Barrett sono reversibili?

    Se mi attengo con scrupolo alla cura prescritta dal medico (pantoprazolo 40, Gaviscon Advance e Peridon), curo la dieta e pratico attività fisica, la situazione potrà essere risolta definitivamente e gli attuali danni venire riparati dall’organismo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si tratta di una domanda legittima, ma estremamente complessa e di pertinenza specialistica; in linea di massima lo stile di vita e l’eventuale terapia farmacologica possono essere approcci necessari (soprattutto il primo) ma non sufficienti a permettere una regressione dell’eventuale alterazione cellulare già occorsa, che viene invece trattata con metodiche più invasive (solo quando e se necessario).

  3. È possibile sapere se si è affetti da questo disturbo senza esami invasivi? Magari attraverso sintomi specifici?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo no, anche perché spesso non ci sono sintomi di alcun tipo; è proprio necessaria la gastroscopia.