Epatite C: sintomi, contagio e trasmissione, cura, vaccino

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Introduzione

L’epatite C è un’infezione virale che colpisce il fegato, l’organo più grosso all’interno del corpo e che contribuisce a:

  • digerire il cibo,
  • conservare riserve di energia,
  • detossificare l’organismo.

La malattia è causata da un virus (HCV) che si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto:

  • le persone che usano droga per via endovenosa possono contrarre l’epatite C se condividono gli aghi con qualcuno che ha già il virus,
  • gli operatori sanitari (come infermieri, tecnici di laboratorio e medici) possono contrarre questa infezione se accidentalmente vengono a contatto con un ago che è stato utilizzato su un paziente infetto,
  • ma si può essere contagiati anche per cause più banali, per esempio attraverso la condivisione di rasoi, contatti accidentali tra sangue infetto e mucose e, più raramente, rapporti sessuali.

Il virus dell’epatite C può sopravvivere al di fuori del corpo a temperatura ambiente e sulle superfici fino a 3 settimane.

L’incubazione della malattia dura da 2 settimane a 6 mesi, ma l’80% dei pazienti non manifesta alcun sintomo in questa prima fase; quando presenti possono comparire

  • febbre,
  • affaticamento,
  • diminuzione dell’appetito,
  • nausea e vomito,
  • dolore addominale,
  • urine di colore scuro,
  • feci di colore chiaro,
  • dolore articolare,
  • ittero.

Anche nei pazienti asintomatici il virus rimane purtroppo nel fegato a causare infiammazioni croniche: i malati non avvertono alcun sintomo per anni, ma l’epatite C è una malattia cronica (cioè che non guarisce nel tempo) e chi ne soffre ha bisogno di essere controllato periodicamente con attenzione da un medico, perché l’infezione può anche portare a cirrosi (cicatrizzazione del fegato) e al cancro al fegato.

Purtroppo ad oggi non esiste vaccino per l’epatite C, ma da qualche anno è invece disponibile una cura in grado di eradicare il virus dall’organismo e permette così una guarigione definitiva.

Virus dell'epatite C (HCV)

iStock.com/Dr_Microbe

Virus

L’epatite C si sviluppa quando si entra in contatto con sangue infetto dal virus omonimo (HCV).

Tra le principali modalità di contagio ricordiamo:

  • Le trasfusioni di sangue e i trapianti di organo prima del 1992, prima di tale anno ci sono stati casi di contagio di epatite C tramite trasfusioni e trapianti.
  • Condivisione di aghi. L’HCV può essere trasmesso anche attraverso condivisione di aghi contaminati quando di iniettano droghe, oppure per puntura accidentale nel caso di operatori sanitari.
  • Nascita. Un piccolo numero di bambini nati da madri affette da epatite C, può acquisire l’infezione durante il parto.
  • Il contatto sessuale. In rari casi l’HCV può essere trasmesso anche sessualmente.

Fattori di rischio

Il rischio di infezione di epatite C è maggiore se:

  • si è un operatore sanitario esposto a sangue infetto,
  • sono state iniettate droghe,
  • si è HIV positivi,
  • si fa un piercing o un tatuaggio in un ambiente sporco utilizzando attrezzatura non sterile,
  • si è stati sottoposti ad una trasfusione o un trapianto di organi prima del 1992,
  • sono stati ricevuti concentrati del fattore della coagulazione prima del 1987,
  • sono stati seguiti trattamenti di emodialisi per un lungo periodo di tempo,
  • si è nati da una donna affetta da epatite C.

Contagio e trasmissione

L’HCV si trasmette principalmente attraverso esposizioni a sangue infetto, per esempio per:

  • utilizzo di siringhe usate,
  • donazioni di sangue e utilizzo di emoderivati (un problema ormai superato in Italia).
  • ferite provocate da aghi in ambito sanitario.
  • trasmissione verticale madre-figlio al momento della nascita, se la madre è infetta.

Più raramente il contagio può avvenire per:

  • rapporti sessuali con partner infetto (il rischio aumenta in caso di presenza di altre malattie sessualmente trasmesse),
  • condivisione di oggetti personali contaminati con sangue infetto, come rasoi o spazzolini da denti,
  • altre procedure di assistenza sanitaria che coinvolgono procedure invasive, come le iniezioni (di solito riconosciute nel contesto di epidemie).

Non sono infettanti né lo sperma né la saliva, né le secrezioni vaginali.

Per i pazienti affetti da epatite C è necessario consultare prima il proprio medico se si desidera avere dei figli: il virus non si trasmette facilmente dalla madre al feto, ma questa possibilità non è esclusa, per cui è necessario prendere alcune precauzioni. Tuttavia, se si sta cercando di concepire un bambino è importante evitare di avere rapporti sessuali durante il ciclo mestruale, perché il virus dell’epatite C si diffonde più facilmente nel sangue mestruale.

Storicamente fu elevato il rischio di contagio in caso di trasfusione di sangue o trapianto d’organo prima del 1992, anno in cui i miglioramenti nelle tecnologie di screening del sangue hanno permesso un decisivo passo avanti.

C’è rischio per famigliari o coinquilini?

Esiste la possibilità di trasmissione, ma da un punto di vista pratica è un’evenienza rara e limitata ai casi di esposizione diretta al sangue del paziente (fonte: CDC).

In genere l’uso del preservativo non è considerato necessario in coppie monogame in cui uno dei due soggetti sia positivo (ma vanno evitati rapporti durante le mestruazioni), mentre sono da evitare condivisioni di spazzolini, rasoi, …

Il virus dell’epatite C non viene diffuso condividendo posate, abbracciandosi, baciandosi, tenendosi la mano o attraverso starnuti/colpi di tosse. Zanzare o altri insetti NON trasmettono il virus.

Sintomi

In una prima fase l’epatite C non produce alcun sintomo, mentre 2-3 pazienti su 10 sviluppano la fase acuta a circa 4-12 settimane dal contagio, con sintomi simili all’influenza che possono includere:

Col progredire della malattia, i sintomi possono comunque non essere ancora avvertiti, ma se presenti possono includere:

  • stanchezza,
  • nausea severa e vomito,
  • ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi),
  • febbre (febbre fino a 38.8°).

Solo il 15% -25% delle persone riesce ad eliminare il virus dall’organismo senza trattamento e senza sviluppare un’infezione cronica (di fatto questi casi non hanno ancora trovato spiegazione), diventa invece una malattia cronica nei restanti casi (75-85%).

Si tratta di un’infezione particolarmente insidiosa, perché può progredire per decenni senza alcun sintomo e non è raro che la diagnosi avvenga per caso in occasioni di esami del sangue di routine; ciononostante la malattia progredisce causando danni irreparabili al fegato senza dare segno di sè.

Per ogni 100 persone con infezione da HCV, circa:

  • 75-85 svilupperanno l’infezione cronica,
  • 60-70 svilupperanno una malattia epatica cronica,
  • 5-20 svilupperanno cirrosi in un periodo di 20-30 anni,
  • 1-5 moriranno a causa delle conseguenze dell’infezione cronica (cancro al fegato o cirrosi).

Pericoli

L’infezione da epatite C che si protrae per lunghi anni può causare complicazioni importanti, quali:

  • Cicatrizzazione del tessuto epatico (cirrosi). Dopo 20-30 anni di infezione da epatite C, si può verificare la cirrosi. Le cicatrici nel fegato ne rendono difficile il funzionamento.
  • Tumore del fegato. Un piccolo numero di persone con infezione da epatite C può sviluppare il cancro al fegato.
  • Insufficienza epatica. Un fegato gravemente danneggiato da epatite C potrebbe non essere in grado di funzionare (insufficienza d’organo).

Diagnosi

Test effettuati con regolarità, in persone che presentano un elevato rischio di entrare in contatto con il virus, possono aiutare i medici ad iniziare un trattamento o a raccomandare dei cambiamenti nello stile di vita che possano diminuire il danno epatico nel caso venga diagnosticata l’infezione. Ciò è preferibile in quanto la malattia comincia spesso a provocare danni al fegato prima di eventuali sintomi.

Una precedente infezione da HCV non protegge contro nuovi contagi, perché la risposta immunitaria diventa inefficace a causa dei cambiamenti del virus durante l’infezione. Per la stessa ragione, non esistono efficaci profilassi pre o post-esposizione.

Le persone che potrebbero voler parlare con il proprio medico per ottenere una consulenza circa la possibilità di effettuare lo screening per l’infezione da epatite C sono:

  • chiunque abbia fatto uso di droghe per via endovenosa,
  • chiunque abbia fatto test di funzionalità epatica con esito inspiegabile o insolito,
  • i bambini nati da donne affette da epatite C,
  • operatori sanitari e di emergenza che sono stati esposti al sangue o ad aghi accidentalmente,
  • persone con emofilia, che sono state trattate con fattori di coagulazione prima del 1987,
  • persone che sono state sottoposte a trattamenti di emodialisi di lungo termine,
  • persone che hanno ricevuto trasfusioni di sangue o trapianti d’organo prima del 1992,
  • partner sessuali affetti da epatite C.

Gli esami del sangue possono contribuire a:

  • stabilire se si ha il virus dell’epatite C,
  • misurare la quantità del virus dell’epatite C nel sangue (carica virale),
  • valutare la composizione genetica del virus (genotipizzazione), che aiuta a stabilire le opzioni di trattamento.

Il medico può anche raccomandare una procedura di rimozione di un piccolo campione di tessuto epatico (biopsia) per poterlo analizzare in laboratorio e determinare la gravità della malattia; le informazioni così acquisite possono poi contribuire a guidare le decisioni relative al trattamento da seguire.

Nel corso di una biopsia epatica il medico inserisce un ago sottile attraverso la pelle e nel fegato per rimuovere il campione di tessuto.

Cura e terapia

Avere delle abitudini igienico-sanitarie di qualità è essenziale per coloro che hanno l’epatite C, in particolare è necessario evitare alcolici e medicinali che possono stressare troppo il fegato.

Il metodo standard di trattamento fino a poco tempo fa era una combinazione di cicli di cura con interferone alfa pegilato associato a ribavirina, questo tipo di trattamento in genere è in grado di rimuovere il virus dal sangue nel 40-80% dei casi di epatite C.

Prima di poter iniziare a prendere l’interferone si viene sottoposti ad una biopsia epatica; ciò significa che viene estratto un pezzettino di fegato durante un intervento chirurgico e il medico controllerà poi questo campione per verificare l’entità dei danni. I pazienti più giovani, con malattia epatica lieve e un minor numero di particelle virali nel fegato, di solito rispondono meglio alla terapia con interferone e ribavirina.

Tra gli effetti collaterali della terapia con interferone ricordiamo:

Tra gli effetti collaterali della ribavirina ricordiamo invece:

Gli effetti collaterali sono generalmente peggiori durante le prime settimane di trattamento e diventano meno gravi nel tempo. Se si hanno difficoltà a superare gli effetti collaterali del farmaco è bene consultare il medico, così che possa suggerire dei modi per alleviare alcuni degli effetti collaterali. Ad esempio, se il farmaco fa avvertire un senso di nausea, sarebbe meglio assumerlo prima di andare a dormire.

Se prendere i medicinali per curare l’epatite C fa sentire peggio di prima, non bisogna lasciarsi tentare di smettere di prendere le medicine prima che il trattamento non sia definitivamente concluso perchè, se non si previene che l’infiammazione cronica danneggi il fegato, ci si potrà sentire molto peggio nel lungo periodo. Non bisogna smettere di prendere il farmaco finchè non lo deciderà il medico.

Sofosbuvir

Sofosbuvir (nome commerciale Sovaldi®) è il capostipite di una nuova classe di farmaci che sta rivoluzionando il trattamento dell’infezione (di recente approvazione ricordiamo anche Viekirax e Exviera); è un medicinale innovativo che agisce direttamente contro il virus dell’epatite C, bloccandone la moltiplicazione nell’organismo. Viene somministrato sotto prescrizione medica con altri antivirali per trattare negli adulti le infezioni croniche (di lunga durata) e ad oggi non se ne conoscono l’efficacia e la sicurezza nei soggetti con meno di 18 anni.

(Le informazioni che seguono provengono direttamente dal sito del produttore del farmaco, Gilead).

Quanto dura la terapia combinata?

Il trattamento durerà 12 settimane nella maggior parte dei casi, fino a 24 settimane nei casi con virus del genotipo 3. I risultati vengono misurati a tre mesi dal completamento del trattamento.

Come si assume?

  • Ingerire, a stomaco vuoto o con il cibo, un’unica compressa al giorno in una sola volta. Assumere Sovaldi esattamente come prescritto dal proprio medico e non cambiare la dose a meno che sia il proprio medico a dirlo.
  • Non interrompere il trattamento senza prima consultare il proprio medico.
  • Nel caso si dimentichi di prendere una dose assumerla lo stesso giorno appena viene in mente.
  • Non ingerire più di una compressa (400 mg) in un giorno. Il giorno dopo, assumere la nuova dose di SOVALDI all’ora abituale.
  • In caso di assunzione eccessiva, chiamare il proprio medico o recarsi al più vicino pronto soccorso con tempestività.

Gravidanza ed allattamento

La combinazione terapeutica di Sovaldi con ribavirina o peginterferone alfa e ribavirina può causare difetti congeniti o morte del feto. Non assumere questi farmaci in caso di gravidanza, propria e/o della propria partner sessuale, in corso o pianificata. È necessario che una coppia sessualmente attiva adotti due misure anticoncezionali efficaci ed eviti una gravidanza durante il trattamento e per sei mesi dal completamento. Nel caso di una coppia sessualmente attiva in età fertile, è necessario eseguire un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento con la combinazione terapeutica e ripetere il test, mensilmente durante il trattamento e per sei mesi dalla sua cessazione.

Non si sa se Sovaldi passi nel latte materno, si dovrà quindi decidere con il proprio medico se assumere la terapia od allattare al seno.

Quali dati vanno riferiti al proprio medico prima di iniziare l’assunzione di SOVALDI?

Prima di prendere SOVALDI, comunicare al proprio medico se siete:

  • portatori di problemi epatici da cause diverse dall’epatite C,
  • portatori di trapianto di fegato,
  • portatori di gravi problemi renali o in dialisi,
  • sieropositivi (HIV),
  • portatori di qualunque altra condizione medica.

Informare il proprio curante di qualunque altro farmaco si stia prendendo, inclusi eventuali prescrizioni e farmaci di auto-medicazione, vitamine e composti di erboristeria. Gli altri farmaci possono interferire con l’azione di Sovaldi.

In particolare si raccomanda di segnalare al proprio curante l’eventuale assunzione di uno dei seguenti composti:

  • carbamazepina,
  • oxcarbazepina,
  • fenitoina,
  • fenobarbital,
  • rifabutina,
  • rifampina,
  • rifapentina,
  • erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) o prodotti che la contengono,
  • tripanavir.

Una volta completato il trattamento, quanto tempo occorre per scoprirne l’efficacia?

Il trattamento sarà stato efficace se il virus dell’epatite C non verrà rilevato tramite un esame del sangue effettuato dal proprio medico 3 mesi dopo il termine del trattamento.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali di Sovaldi in combinazione con ribavirina includono stanchezza e cefalea.

Gli effetti collaterali in combinazione con peginterferone alfa e ribavirina includono:

  • stanchezza,
  • cefalea,
  • nausea,
  • disturbi del sonno,
  • globuli rossi più bassi della norma.

Informare il proprio medico in caso di effetti collaterali sgradevoli o persistenti.

È possibile assumere SOVALDI senza essere stati curati con un precedente trattamento per l’epatite C?

Pazienti non curati con precedenti terapie a base di interferone possono assumere Sovaldi in regime combinato. Con “curati” si intende che il virus dell’epatite C non viene rilevato nel sangue 3 mesi dopo il termine del trattamento.

Altre informazioni

  • Secondo alcuni ricercatori il farmaco in combinazione terapeutica può curare l’epatite C anche in presenza di cirrosi.
  • Alcuni pazienti con epatite C cronica e cancro che sono in attesa di trapianto possono assumere SOVALDI + ribavirina per anche 48 settimane o fino al momento del trapianto di fegato. Ciò serve a prevenire la reinfezione da epatite C post trapianto.
  • I regimi di dosaggio e trattamento per soggetti con doppia infezione epatite C – HIV sono identici a quelli dei soggetti con epatite C senza HIV.

In definitiva, bisogna seguire un trattamento farmacologico?

La scelta sta a voi e al vostro medico. Alcune persone che hanno l’epatite C non avvertono alcun sintomo, presentano solo una lieve infiammazione al fegato. Se soffrite di epatite C asintomatica il medico vi vorrà seguire con attenzione e lo potrà fare tramite il controllo del sangue almeno una volta all’anno (e fino a 3 volte l’anno). Il medico potrebbe decidere di iniziare il trattamento farmacologico solo se il virus dell’epatite C raggiunge un certo livello nel vostro corpo o se si cominciano a manifestare problemi.

La decisione di seguire la terapia farmacologica non è così facile da prendere a causa degli effetti collaterali che essa comporta: il medico presterà attenzione al tipo ed alla quantità di virus nel corpo. La vostra salute generale, i risultati delle analisi del sangue e la biopsia epatica sono ulteriori fattori importanti da considerare prima di cominciare il trattamento farmacologico.

L’obiettivo del trattamento è quello di ridurre la quantità di virus nel sangue a livelli che non possano più essere rilevati dopo 24 settimane di terapia: la quantità di virus nel sangue prende il nome di carica virale e, alla fine del trattamento, il medico dovrà misurare la carica virale e scoprire quale sia lo stato di salute del fegato. Il medico può inoltre ripetere molte delle stesse prove che sono state fatte quando per la prima volta è stata diagnosticata l’ epatite C.

Se il sangue presenta una quantità così irrilevante di virus che i test non riescono a misurarla, si dice che il virus non è individuabile. Se esso rimane tale per almeno 6 mesi dopo che il trattamento è stato concluso, allora si dice che si ha una risposta virologica sostenuta (SVR). Le persone che hanno una risposta virologica sostenuta hanno buone possibilità di evitare gravi problemi al fegato in futuro.

Se il trattamento non riduce la carica virale, o se non si dispone di una risposta virologica sostenuta dopo il trattamento, il medico vi proporrà altre opzioni di trattamento. Per esempio, se un ciclo di trattamento non diminuisce sufficientemente la carica virale, il medico può raccomandare un secondo ciclo. Anche se il trattamento non impedisce di avere una malattia epatica attiva, abbassare la carica virale e controllare l’infiammazione cronica del fegato può aiutare a sentirsi meglio per un tempo più lungo.

Trapianto di fegato

Se il fegato ha subito danni importanti, il trapianto sarà una possibile opzione terapeutica. Il trapianto del fegato consiste nella sostituzione del fegato danneggiato con un organo sano. La maggior parte dei fegati impiantati provengono da donatori deceduti, mentre una minoranza origina da donatori viventi che donano un segmento del proprio fegato.

Nei soggetti con epatite C il trapianto non è risolutivo ed il trattamento con farmaci antivirali di solito continua dopo l’operazione, in quanto probabile che il virus dell’epatite C infetti anche il fegato impiantato.

Vaccinazioni contro altre forme di epatite virale

Il medico curante raccomanderà verosimilmente la somministrazione di vaccini contro i virus dell’epatite A e B (altre forme di epatite virale, causate da virus differenti). Sono altri che possono danneggiare il fegato e complicare il trattamento dell’epatite C.

Come devo prendermi cura di me stesso?

Si dovrebbe seguire una dieta sana e iniziare a svolere una regolare attività fisica. Un dietologo potrebbe aiutarvi a pianificare una dieta che sia sana e pratica. Consultate il medico relativamente ai farmaci che state assumendo. Molti farmaci, compreso il paracetamolo (Tachipirina®, Efferalgan®, Acetamol®, Sanipirina®, …), sono distruttivi per il fegato e possono aumentare la progressione dei danni al fegato. Si dovrebbe inoltre limitare l’uso di alcol, poiché anche gli alcolici favoriscono la formazione delle malattie del fegato come l’epatite C. Ci si può anche concedere una bevanda alcolica occasionalmente, ma è meglio consultare sempre prima il medico.

Il medico può inoltre raccomandare alcune modifiche nel proprio stile di vita, queste indicazioni contribuiranno a mantenervi in salute più a lungo e tutelare anche quella degli altri:

  • Smettere di bere alcolici. L’alcol velocizza lo sviluppo della malattia epatica.
  • Evitare farmaci che possono causare danni al fegato. Analizzate i vostri farmaci con il medico, potrà raccomandarvi di evitare determinati medicinali.
  • Mantenete il vostro corpo in salute e prendete delle scelte di vita sana ogni giorno; ad esempio scegliete una dieta ricca di frutta e verdura, mantenetevi attivi per la maggior parte dei giorni della settimana e dormite abbastanza in modo da sentirvi riposati al vostro risveglio.
  • Fate in modo di impedire ad altri di entrare in contatto con il vostro sangue.
  • Coprire sempre tutte le eventuali ferite e non condividete rasoi o spazzolini da denti. Non donate il sangue, organi del corpo o lo sperma e specificate sempre agli operatori sanitari di avere il virus.

Far fronte all’epatite C non è facile: ci si può sentire tristi, spaventati o arrabbiati, o si può essere increduli di fronte alla malattia. Questi sentimenti sono normali, ma non devono impedirvi di vivere la vostra vita quotidiana. Le persone depresse presentano la maggior parte o tutti i seguenti sintomi quasi qutidianamente, per tutto il giorno, per 2 settimane o più:

  • tristezza, disperazione e frequenti crisi di pianto,
  • perdita di interesse o di stimolo nelle cose che prima recavano piacere (compreso il sesso),
  • senso di colpa, impotenza e inutilità,
  • pensare alla morte o al suicidio,
  • dormire troppo, o al contrario avere problemi di sonno,
  • perdita di appetito e riduzione (o aumento) di peso non intenzionale,
  • sentirsi molto stanchi per tutto il tempo,
  • avere problemi a mostrare attenzione nelle cose e a prendere decisioni,
  • avvertire dolori che non migliorano con il trattamento,
  • avere un senso di irrequietezza, irritazione ed infastidirsi facilmente.

Rivolgersi al medico se si verifica anche solo uno di questi sintomi.

Vaccino e prevenzione

Non esiste al momento un vaccino per l’epatite C. Ci sono vaccini per l’epatite A e l’epatite B e, se si soffre di epatite C, il medico potrebbe suggerire il vaccino per la B (e forse il vaccino per la A), a meno che non si sia già stati colpiti da questi virus. Questo perché se si soffre della forma C è più probabile che si contraggano anche la A o la B, che potrebbero causare ulteriori danni al fegato.

Per proteggersi dall’infezione causata dal virus dell’epatite C, è bene prendere le seguenti precauzioni:

  • Smettere di consumare droghe. Chiedere aiuto se non si riesce a farlo da soli. In ogni caso, non condividere aghi o tutto ciò che si usa per drogarsi.
  • Essere cauti nel fare piercing e tatuaggi. Se si decide di farli, cercare un operatore affidabile e porre domande in anticipo su come viene effettuata la pulizia delle attrezzature. Assicurarsi che i dipendenti utilizzino aghi sterili.
  • Praticare sesso sicuro. Evitare rapporti sessuali non protetti con partner multipli o con qualsiasi altro partner il cui stato di salute è incerto. La trasmissione per via sessuale tra le coppie monogame si può verificare, ma il rischio è basso.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cos'è l'epatite C?
L'epatite C è un'infezione del fegato causata dal virus HCV.
Quali sono i sintomi?
Purtroppo in molti casi non compare alcun sintomo fino alle fasi più avanzate della malattia, quando i danni al fegato sono già particolarmente gravi.
Circa 1 paziente su 3-4 sviluppa alcuni disturbi a poche settimane dal contagio (fase acuta), e limitatamente a qualche tempo, come ad esempio febbre, stanchezza, perdita di appetito, dolore addominale, senso di malessere e ittero.
Dopodichè possono passare anche decenni prima che l'infezione si manifesti in tutta la sua gravità con stanchezza persistente, dolore muscolo-articolare, malessere, difficoltà cognitive, alterazioni dell'umore, prurito, difficoltà digestive.
Come si trasmette l'epatite C?
Si può contrarre il virus HCV attraverso il contatto con sangue infetto, tipicamente per scambio di siringhe (o puntura accidentale). Meno comunemente il contagio può avvenire attraverso
  • rapporti sessuali
  • condivisione di spazzolini da denti, rasoi, ...
  • tatuaggi e piercing praticati con strumentazione non sterile
  • da madre a figlio

Non viene trasmesso attraverso
  • baci
  • abbracci
  • condivisione di bicchieri e posate
  • condivisione dell'uso dei sanitari
Come si cura?
Sono disponibili da alcuni anni alcuni protocolli medicinali che consentono la completa eradicazione del virus dall'organismo, ma risulta altrettanto importante adottare uno stile di vita sano per limitare i danni accumulati dal momento del contagio.
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Domande e risposte
  1. Salve,buongiorno ho scoperto di essere hcv+il mio medico di base puovprescrivermi i farmaci per “curarla” oppure devo per forza andare da un epatologo?.grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sarà necessario farsi seguire da uno specialista, almeno in prima battuta.

    2. sono affetto da epatite c genoma a sono stato sottoposto a terapia con interferone risultato 2 tentativi di suicidio
      mi dicono che purtroppo per il mio genoma non ce cura attualmente in Italia

    3. Dr. Roberto Gindro

      È seguito da un centro specializzato?

    4. Scusi dottore ma quando spunta il virus dell’epatite c

    5. Dopo quanti mesi perché io ho fatto le analisi a quinto mese e mi dava negativo ma ho il dolore alla parte del fegato che può essere?

    6. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Dipende, comunque se ha dolore dovrebbe farsi controllare e non è detto che sia il fegato, sono molto più probabili altre cause (colon per esempio).

  2. Quanto costa il trattamento completo con sufosbufer

    1. Dr. Roberto Gindro

      Intende il prezzo al pubblico del farmaco? In banca dati è riportato un prezzo superiore ai € 24000 per la confezione da 28 cpr, anche se in realtà a livello ospedaliero il prezzo viene contrattato direttamente con l’azienda produttrice.

  3. Io sono affetto da epatite C da circa sette mesi ma ancora aspetto la terapia ci possono esse piu danni fino che danno la terapia prescritta grazie

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, dipende dal suo stato della malattia, dalla sua funzionalità epatica , dalla carica virale. Ne deve parlare con l’ epatologo che la segue. saluti

  4. Salve dottore per fare una visita nel epatologia per epatite b
    Sì può andare subito senza andare dal dottore generico nel Epatologia del Cisanello perché io sono da pisa.
    Si può andare subito e direttamente?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Deve avere l’impegnativa fatta dal medico di base se va in una struttura pubblica, previo appuntamento di solito, ma si informi direttamente presso la struttura, altrimenti privatamente può andarci senza impegnativa sempre previo appuntamento.

  5. Buongiorno Dottore,

    Io ho fatto il vaccino dell’epatite C, perché avevo paura che un amico che vedo quasi mai, ossia 2 volte all’anno, potesse infettarmi. Riflettendo, non avrei dovuto fare il vaccino. Sono uno stupido. La domanda è, “quali conseguenze porta il vaccino dell’epatite C, ed il virus si può svegliare, ossia posso contrarlo con il vaccino”?
    Grazie Dottore.

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, è sicuro che sia un vaccino? perché non mi risulta che ci sia attualmente il vaccino contro l’epatite C, parlerei col medico per capire che tipo di terapia ha somministrato, ma non c’è rischio di aver contratto l’epatite comunque.

    2. Scusi dottore io ho fatto le analisi di sangue per l’epatite c al quinto mese perché avevo paura di avercela ma le analisi erano negative però mi fa un po’ male la zona del fegato che può essere l’epatite o no

    3. Dr. Roberto Gindro

      Se l’esame è negativo significa che la causa non è quella, raccomando quindi di segnalare il fastidio al ginecologo.

  6. Ieri ho baciato sulla guancia un ragazzo che ho poi scoperto essere affetto da epatite C; devo fare qualche esame?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Se parliamo di bacio sulla guancia il problema non si pone nemmeno; per completezza segnalo comunque che i CDC sono perentori nell’escludere un contagio attraverso qualsiasi forma di bacio, mentre alcune fonti parlano di rischio possibile nel caso di bacio profondo e gengive sanguinanti per entrambi i partner.

  7. Donando il sangue si rischia di venire contagiati da epatite o altre malattie?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Assolutamente no, il rischio è zero assoluto.
      Anche dal punto di vista di chi riceve il sangue i rischi, rispetto al passato, sono vicino allo zero.

  8. Quanto è efficace il vaccino per la B?