Epatite A: vaccino, sintomi, virus, contagio e trasmissione

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Introduzione

Epatite” significa infiammazione del fegato.

Il fegato è un organo indispensabile per l’organismo, perché assolve a numerose funzioni vitali:

  • detossifica il sangue,
  • combatte le infezioni,
  • aiuta la digestione,
  • immagazzina nutrienti e vitamine,
  • permette di immagazzinare energia di riserva (il 10% in peso dell’organo è costituito da glicogeno).

Diverse tossine (per esempio nei funghi velenosi), alcuni farmaci, malattie, il consumo di alcol e le infezioni batteriche e virali sono tutti fattori in grado di causare epatite. Epatite è anche il nome di una famiglia di infezioni virali che colpiscono il fegato, i cui tipi più comuni sono

  • epatite A (oggetto del presente articolo),
  • epatite B,
  • epatite C,
  • epatite D,
  • epatite E,
  • epatite G.

Queste sei forme sono malattie causate da sei diversi virus e, sebbene possano causare sintomi simili, manifestano differenti modi di trasmissione e possono agire sul fegato in modi profondamente diversi.

  • L’epatite A appare solo come un’infezione acuta e non diventa cronica. Le persone colpite dalla A generalmente migliorano senza trattamento.
  • Le forme B e C possono anche iniziare come infezioni acute, ma in alcune persone il virus rimane nel corpo, con conseguente sviluppo di malattia cronica e problemi al fegato a lungo termine.
  • Le forme D, E e G sono infine le meno comuni.

L’epatite A è una malattia infettiva del fegato altamente contagiosa causata dal virus dell’epatite A (HAV); può colpire in forma lieve e risolversi in due settimane, oppure può trascinarsi in modo molto più grave anche per diversi mesi. In genere viene contratta consumando alimenti contaminati dalle feci di un soggetto infetto.

I casi lievi non richiedono alcun trattamento e molte persone che ne sono infette guariscono completamente senza danni permanenti, né al fegato, né ad altri organi.

Praticare una buona igiene, tra cui lavarsi spesso le mani, è uno dei modi migliori per proteggersi dall’epatite A. Per le persone che sono più a rischio è disponibile il vaccino.

Riassunto dei sintomi dell'epatite acuta

iStock.com/artbesouro

Contagio e trasmissione

La malattia è causata da un’infezione dovuta al virus dell’epatite A, che di solito viene introdotto nell’organismo ingerendo piccole quantità di cibo contaminato con materiale fecale infetto. Il virus dell’epatite A è così libero di infettare le cellule del fegato, alterandone le funzioni e provocando la comparsa di segni e sintomi caratteristici.

Il contagio può avvenire per:

  • Contatto tra persone:
    • se una persona infetta non si lava le mani dopo essere andata al bagno e tocca altri oggetti o cibo;
    • se una persona non si lava correttamente le mani dopo aver cambiato i pannolini o essere venuto comunque a contatto con le feci di una persona infetta;
    • rapporti sessuali con pazienti infetti, non necessariamente solo per contatto oro-anale.
  • Contatto con cibo/bevande:
    • L’epatite A può essere contratta mangiando o bevendo cibi o acqua contaminati dal virus (compresi alimenti surgelati o poco cotti). Questo modello di trasmissione è più probabile che si verifichi nei Paesi in cui l’epatite A è comune e in zone dove ci sono cattive condizioni sanitarie o di scarsa igiene personale. Il cibo e le bevande con maggior probabilità di essere contaminati sono frutta, verdura, frutti di mare, ghiaccio e acqua. In Italia la clorazione dell’acqua uccide virus dell’epatite A a livello dell’acquedotto.

Non sono ad oggi disponibili dati certi sul periodo di infettività o di dispersione dei casi di epatite. L’esclusione da scuola fino alla guarigione clinica (associata a misure igieniche) sembra sufficientemente efficace.

Molte persone, soprattutto bambini, non manifestano sintomi, ma possono trasmettere il virus comunque e nel caso di soggetti sintomatici la possibilità di contagio inizia già 2 settimane prima della comparsa dei sintomi.

Non si viene contagiati dal virus:

Fattori di rischio

Siete esposti a un maggior rischio di epatite A se:

  • per viaggio o per lavoro vi trovate a soggiornare nelle regioni con elevati tassi di epatite A,
  • avete rapporti con partner colpiti dall’infezione (in particolar modo, ma non solo, rapporti oro-anali),
  • usate droghe illecite,
  • vivete con soggetti colpiti da epatite A,
  • lavorate in un ambiente di ricerca dove si può essere esposti al virus,
  • soffrite di alcuni disturbi della coagulazione come l’emofilia.

Quanto tempo sopravvive il virus al di fuori del corpo?

Il virus dell’epatite A è estremamente resistente; è in grado di sopravvivere nel tratto digestivo altamente acido del corpo (stomaco e prima parte dell’intestino) e può sopravvivere fuori del corpo (nell’ambiente) per mesi.

Le alte temperature, come la bollitura, uccidono il virus, a differenza del congelamento che purtroppo non ha alcun effetto.

Sintomi

Il periodo d’incubazione dell’epatite A è di circa 28 giorni nella maggior parte dei casi, ma con possibili variazioni anche significative tra i 15 e i 150 giorni.

Segni e sintomi dell’epatite A in genere non appaiono quindi prima di un mese circa dal momento in cui il virus è stato contratto:

Questo quadro dura di norma meno di due mesi, ma in alcuni casi i sintomi possono durare anche fino a sei mesi.

Al contrario in alcuni individui si sviluppa una forma tanto leggera da essere pressoché asintomatica.

Pericoli

Quasi tutte le persone colpite sono in grado di recuperare completamente e non riportano alcun danno permanente al fegato, anche se possono sentirsi male per mesi.

Raramente l’epatite A può tuttavia causare insufficienza epatica e morte; quest’eventualità si verifica più comunemente nelle persone di 50 anni di età o più e nelle persone con altre malattie del fegato, come l’epatite B o C. Questo quadro richiede l’ospedalizzazione per il monitoraggio e il trattamento; in alcuni casi i pazienti con insufficienza epatica acuta possono aver bisogno di un trapianto di fegato.

Quando chiamare il medico

È bene fissare un appuntamento con il medico se si avvertono segni o sintomi che destano preoccupazione.

Se siete stati esposti al virus si può prevenire l’infezione attraverso il vaccino contro l’epatite A o con la terapia con immunoglobuline entro due settimane. Chiedete al vostro medico o al dipartimento sanitario locale di ricevere il vaccino contro l’epatite A se:

  • il virus dell’epatite si è diffuso in un ristorante dove avete mangiato di recente;
  • viene diagnosticata l’epatite A a qualcuno che vi è vicino, come un coinquilino o qualcuno che si prende cura di voi;
  • di recente avete avuto rapporti sessuali con qualcuno malato;
  • avete condiviso aghi per l’iniezione di droga con altri.

Diagnosi

Se a qualcuno che vi è vicino viene diagnosticata l’epatite A, contattate il medico o il centro locale di salute per determinare se possa essere necessario il vaccino per prevenire l’infezione.

Se invece avvertite i primi segnali fissate un appuntamento con il medico di famiglia o con un medico generico.

Gli esami del sangue vengono utilizzati per rilevare la presenza del virus dell’epatite A nel corpo. In genere viene preso un campione di sangue da una vena del braccio e viene poi portato in laboratorio per essere esaminato. Il medico può anche avvalersi dei segni e i sintomi avvertiti come parte stessa della diagnosi.

Quando non ci sia motivo di sospettare un contagio, gli esami suggestivi di epatite virale consistono in genere in un marcato aumento dei livelli sierici di

Il livello di alanina transaminasi (ALT) è di norma superiore al livello di aspartato transaminasi (AST) e l’aumento delle transaminasi è rilevabile prima di quello della bilirubina, ma purtroppo in genere non prima della comparsa dei sintomi.

Cura e terapia

Trattamenti e farmaci

Non esiste un trattamento specifico per l’epatite A: il corpo si libererà del virus autonomamente. Nella maggior parte dei casi il fegato guarisce completamente in un mese o due senza alcun danno permanente. La maggior parte delle persone colpite si sentiranno male per alcuni mesi prima di iniziare a migliorare.

Durante questa fase i medici di solito consigliamo

  • riposo,
  • nutrizione adeguata,
  • abbondanti fluidi.

Le persone con epatite A devono parlare con il medico prima di assumere qualsiasi farmaco, integratore, … L’alcool va evitato.

Alcuni pazienti avranno bisogno di essere ricoverati in ospedale, ma è fortunatamente un’evenienza rara.

La cura quindi si focalizza di norma su come affrontare i segni e sintomi dell’ infezione, per  esempio:

  • Stanchezza ed affaticamento. Molte persone si sentono stanche e hanno meno energie per affrontare la giornata. E’ bene riposare quando se ne ha bisogno. Potrebbe essere necessario qualche giorno di assenza dal lavoro o da scuola per potersi riprendere.
  • Nausea. La nausea può rendere i pasti difficili, trovate magari un modo per rendere il cibo più attraente: concedetevi dei piccoli snack durante il giorno, piuttosto che tre pasti abbondanti. Provate cibi leggeri e facilmente digeribili, come la zuppa o il brodo, lo yogurt e il pane tostato.
  • Lasciare al fegato un po’ di riposo. Il fegato potrebbe avere difficoltà ad elaborare i farmaci e gli alcolici se si soffre di epatite A. Controllate i medicinali, compresi quelli da banco, con il vostro medico; questi potrebbe suggerirvi alternative o comunque potrebbe raccomandarvi di interrompere l’assunzione di determinate medicine.

Stile di vita e rimedi casalinghi

Se si soffre di epatite A si possono adottare alcune misure per ridurre il rischio che si possa trasmettere il virus agli altri. In particolare:

  • Evitare rapporti sessuali. Evitare ogni attività sessuale se si soffre di epatite A, per non esporre il partner ad infezione. I preservativi non offrono una protezione adeguata.
  • Lavarsi accuratamente le mani dopo aver usato i servizi igienici. Strofinarle vigorosamente per almeno 10 secondi e risciacquare bene. Asciugare le mani con un asciugamano usa e getta.
  • Evitare di preparare il cibo per gli altri se si è infetti. Si può infatti facilmente trasmettere quest’ infezione altamente contagiosa.

Cos’è la profilassi post-esposizione o PEP?

La PEP (o la profilassi post-esposizione) è il tentativo di prevenire o curare una malattia dopo un’esposizione al virus/batterio di una certa malattia; nel caso dell’epatite A è ragionevole ricorrere a questo trattamento per le persone che:

  • Vivono con qualcuno che ha l’epatite A,
  • Hanno recentemente avuto contatti sessuali con qualcuno che ha l’epatite A,
  • Hanno recentemente condiviso droghe con qualcuno che ha l’epatite A,
  • Hanno avuto uno stretto contatto personale con una persona con epatite A, come ad esempio una baby sitter o badante,
  • Sono stati esposti a cibo o acqua che risultano contaminati con virus dell’epatite A.

Se ho avuto l’epatite A in passato, posso contrarla di nuovo?

No. Una volta guariti si sviluppano gli anticorpi che proteggono dal virus per tutta la vita. Un anticorpo è una sostanza presente nel sangue che il corpo produce in risposta a un virus. Gli anticorpi proteggono il corpo dalle malattie attaccando il virus per distruggerlo.

Medicina alternativa

Al momento nessun tipo medicina si è rivelata utile nel prevenire o trattare l’epatite A; è bene tuttavia ricordare il cardo mariano che, nonostante non esistano studi accettati in modo unanime dal mondo scientifico, continua ad attirare molte attenzione per le possibili proprietà epatoprotettive e depurative riconosciutegli da secoli (ma si noti che l’uso fondato sulla tradizione non è sinonimo di efficacia).

Vaccino

Il metodo più sicuro per la prevenzione, oltre ad una buona igiene, è il vaccino contro l’epatite A; è in genere somministrato in 2 dosi a distanza di 6 mesi e si raccomanda a:

Epatite A nel mondo

  • tutti i bambini all’età di 1 anno in poi;
  • personale di laboratorio che può entrare in contatto con l’epatite A;
  • persone che progettano viaggi nelle zone endemiche nel mondo;
  • chi fa uso di droghe iniettabili;
  • pazienti con malattie croniche al fegato.

Il vaccino (Havrix® e Vaqta®) è costituito dal virus inattivato, si parla di un’efficacia pari ad almeno il 94% e viene somministrato per via intramuscolare nel braccio; si acquisisce immunità a partire da 14-21 giorni dalla somministrazione della prima dose, una seconda dose di richiamo è richiesta dopo 6-12 mesi e permette di ottenere una protezione per oltre 10 anni.

Effetti collaterali comuni sono i classici di ogni vaccino, ossia dolore, rossore e tumefazione dove avviene la somministrazione oltre ad un possibile mal di testa; più rari sono malessere, stanchezza, febbre, nausea, vomito e perdita di appetito. Raramente sono stati segnalati sincope, ittero, eritema multiforme, convulsioni, anche se in realtà non è provato il nesso con la vaccinazione.

In gravidanza dev’essere somministrato solo se indispensabile, perché manca al momento un’adeguata letteratura in proposito che ne dimostri la sicurezza.

Viaggiando si consiglia invece di:

  • lavare e togliere la buccia a frutta e verdura;
  • evitare carne o pesce crudi o poco cotti;
  • bere e lavarsi i denti con solo acqua in bottiglia;
  • richiedere bevande senza ghiaccio;
  • se l’acqua in bottiglia non è disponibile, far bollire l’acqua del rubinetto per almeno 10 minuti prima di berla.

Dal punto di vista igienico si consiglia:

  • lavarsi accuratamente e spesso le mani per proteggersi dalle infezioni;
  • lavarsele in particolare dopo aver usato il bagno, prima di cucinare o mangiare, e dopo aver cambiato pannolino di un bambino;
  • non condividere con altri asciugamani, posate o spazzolini da denti.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cos'è l'epatite A?
È un'infezione del fegato causata da un virus.
Quali sono i sintomi dell'epatite A?
Possono comparire uno o più dei seguenti sintomi:
  • Febbre
  • affaticamento
  • perdita di appetito
  • nausea e/o vomito
  • dolore addominale
  • urine scure
  • diarrea
  • feci chiare
  • dolore articolare
  • ittero (pelle e occhi di colore giallo)
Alcuni pazienti la superano invece in modo asintomatico (senza sintomi).
Qual è il tempo d'incubazione dell'epatite A?
In genere i sintomi compaiono a 4 settimane dal contagio, ma possono esserci casi in cui il tempo è maggiore o minore.
Quanto dura?
I sintomi durano in genere meno di due mesi in pazienti altrimenti sani; il 10-15% dei contagiati potrebbe tuttavia lamentare disturbi fino a 6 mesi dal contagio.
Come si trasmette/prende?
Un soggetto infetto può contagiare già prima della comparsa dei sintomi; la trasmissione è oro-fecale, è quindi necessario ingerire inconsapevolmente il virus a partire da oggetti, cibo o bevande contaminate da particelle anche microscopiche di feci infette.

Sono stati descritti casi di contagio attraverso rapporti sessuali, non necessariamente oro-anali.
Come si cura?
Soggetti non vaccinati esposti al virus dovrebbero ricevere entro due settimane la vaccinazione.
Per trattare i sintomi conclamati dell'infezione sono invece in genere sufficienti riposo, alimentazione adeguata ed un'abbondante idratazione.

Non sono disponibili farmaci antivirali specifici.
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Domande e risposte
  1. buongiorno,
    vorrei porle questa domanda, un mio amico è stato un anno in brasile ( a nord est , Natal)
    senza vaccinarsi, ora è tornato in italia per rimanerci per sempre.
    può aver contratto qualche malattia ? leishmaniosi, epatite ?
    cordiali saluti

    1. Dr. Roberto Gindro

      Se in buona salute non mi porrei particolari dubbi, anche se ovviamente non possiamo escludere nulla (come per QUALUNQUE altro conoscente, peraltro).

    2. si certo, però in un paese straniero si ha più probabilità.
      è possibile fare degli esami del sangue per scoprire se si hanno contratto infezione / malattie ?

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Se dovessero sopraggiungere sintomi che fanno pensare a qualcosa di infettivo sì, altrimenti non ha senso fare nulla.

  2. Mangiando i lamponi selvatici che crescono in montagna c’è il rischio di prendere l’epatite A?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In teoria sì, se contaminati da feci umane (immagino che abbia letto dei casi di frutti di bosco surgelati, in quel caso sicuramente c’erano enormi carenze igieniche in una qualche fase della preparazione industriale).

  3. Si può morire di epatite A?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In teoria sì, ma si tratta di casi rari e limitati a pazienti già debilitati (da altre patologie, età avanzata, …). In totale la mortalità è inferiore al 0.5%, in pazienti altrimenti sani molto meno.

  4. L’epatite A si può ripetere?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Di norma no, il paziente che la contare acquisisce immunità a seguito di guarigione.