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Quanto sono frequenti i disturbi del gusto?

In genere il senso del gusto viene dato per scontato, ma la presenza di un qualche disturbo può avere un effetto negativo sia sulla salute che sulla qualità di vita del paziente interessato; i problemi di questo senso non sono certo rari, nei soli Stati Uniti ogni anno oltre 200.000 persone vanno dal medico per problemi del gusto o dell’olfatto. La comunità scientifica ritiene che fino a un 15% di adulti possa avere problemi di gusto o di olfatto, ma che di questi parecchi non si rivolgano al medico.

I sensi del gusto e dell’olfatto sono peraltro strettamente collegati, tanto che la maggior parte dei soggetti che si rivolgono al medico perché pensano di aver perso il senso del gusto si sorprende di scoprire in realtà di avere invece perso il senso dell’olfatto.

Insieme di piatti con diverse zuppe

iStock.com/Ozgur Coskun

Come funziona il senso del gusto?

La capacità di percepire i gusti deriva dalla presenza di minuscole molecole rilasciate mentre si mastica, beve o digeriscono alimenti; queste molecole stimolano speciali cellule sensoriali che si trovano nella bocca, sulla lingua e in gola e che sono raccolte in agglomerati, le papille gustative.

Molti dei rilievi della punta della lingua contengono papille gustative. Alla nascita, ci sono circa 10.000 papille, che però possono iniziare a diminuire di numero dopo i 50 anni.

Quando vengono stimolate, le cellule del gusto inviano tramite tre nervi specializzati messaggi al cervello, dove vengono identificati i gusti specifici. Le cellule del gusto hanno recettori che rispondono a uno degli almeno cinque gusti fondamentali:

  • dolce,
  • acido,
  • amaro,
  • salato,
  • umami.

Quest’ultimo, che significa saporito in giapponese, è legato al glutammato, elemento che per esempio insaporisce il brodo di pollo, gli estratti di carne e alcuni formaggi. Molti ritengono erroneamente che cellule gustative sensibili a sapori diversi occupino aree diverse della lingua (abbiamo visto quasi tutti la classica figura con lingua suddivisa in zone, come una mappa, a distinguere le diverse aree di percezione), ma la realtà è che negli umani i diversi tipi di cellule gustative sono sparpagliati lungo tutta la lingua.

Che differenza c’è tra gusto e sapore?

I gusti fondamentali sono solo uno dei modi di rappresentare un determinato alimento. Un altro meccanismo chemiosensoriale, il senso chimico comune, coinvolge migliaia di terminazioni nervose, distribuite soprattutto sulle superfici di occhi, naso, bocca e gola. Queste terminazioni nervose originano le sensazioni come la freschezza della menta o l’irritazione del peperoncino piccante.

Altri nervi specializzati generano le sensazioni di

  • caldo,
  • freddo
  • e consistenza.

Quando si mangia le sensazioni dei cinque gusti fondamentali, insieme a quelle del senso chimico comune, della temperatura e della consistenza, combinate all’aroma, producono la percezione di un sapore.

È il sapore che ci dice se stiamo mangiando una pera o una mela.

Molti soggetti convinti di avere un disturbo del gusto hanno in realtà un problema di olfatto. Durante la masticazione vengono rilasciati aromi che attivano il senso dell’olfatto tramite uno speciale canale che collega il tetto della gola al naso. Se questo è tappato, come avviene in caso di raffreddore o influenza, gli odori non raggiungono le cellule sensoriali reattive agli odori. Si perde quindi gran parte del piacere legato a un sapore. Senza odore, i cibi tendono a essere insipidi, con sapore scarso o assente.

Disturbi del gusto

Il disturbo più frequente consiste nella percezione fantasma di un sapore: un sapore perdurante, spesso sgradevole, anche quando non si ha niente in bocca. È anche possibile avere una ridotta capacità di percepire il dolce, l’acido, l’amaro, il salato e l’umami; questa condizione è nota come ipogeusia, mentre la totale incapacità di distinguere gusti è nota come ageusia.

La vera perdita del gusto è comunque rara, perlopiù viene perso l’olfatto, non il gusto.

Altri disordini dei sensi chimici possono causare alterazioni di odori, gusti e sapori. La disgeusia è una situazione in cui rimane in bocca un sapore sgradevole, salato, rancido o metallico. È talvolta associata alla sindrome della bocca urente, condizione in cui il soggetto percepisce una dolorosa sensazione di bruciore in bocca. Benché possa interessare chiunque, questa sindrome è più frequente nelle donne di mezza età o anziane.

Cause di disturbi del gusto

Alcuni soggetti nascono con disturbi del gusto (congeniti), ma la maggior parte dei problemi origina da un trauma o da una malattia.

Tra le cause più comuni ricordiamo:

Una completa perdita dell’olfatto (anosmia), che si riflette di conseguenza anche sulla percezione dei gusti, è invece più spesso legata a disturbi di origine nervosa, come ad esempio

Si noti infine che a causare alterazioni del gusto sono talvolta fattori comportamentali, come ad esempio:

o semplicemente l’età più avanzata.

Gusto metallico

La percezione di un gusto metallico in bocca è relativamente comune e spesso dovuto a disturbi temporanei, come ad esempio:

  • infiammazione delle gengive,
  • effetto collaterale di alcuni farmaci, tra cui chemioterapici e radioterapia,
  • disturbi delle vie respiratorie (malattie da raffreddamento, sinusite, …),
  • indigestione.

Segnaliamo infine che alcune donne lamentano la percezione di un gusto metallico durante la gravidanza.

Diagnosi

Sia i disturbi del gusto che quelli dell’olfatto vengono gestiti dall’otorinolaringoiatra, medico specializzato nel trattamento di

  • orecchie,
  • naso,
  • gola,
  • testa
  • e collo.

Lo specialista può determinare la gravità del disturbo del gusto misurando la minima concentrazione di un gusto fondamentale rilevabile o riconoscibile. Il soggetto dovrà confrontare i gusti di diverse sostanze o definirne l’incremento di intensità all’aumentare della concentrazione.

Sono stati messi a punto esami del gusto in cui il paziente risponde a diverse concentrazioni chimiche. L’esame può richiedere semplicemente di aspirare un sorso, sputare e sciacquare oppure l’applicazione diretta di sostanze su aree diverse della lingua.

Una valutazione accurata dei disturbi del gusto includerà, tra gli altri, un esame obiettivo di orecchie, naso e gola, un esame dentale e la valutazione dell’igiene orale, la storia del soggetto e un esame del gusto sotto la supervisione di personale sanitario.

Rimedi

La diagnosi dell’otorinolaringoiatra è fondamentale per identificare e trattare la causa sottostante al disturbo. Se legato a un determinato farmaco, l’interruzione o la variazione del medicinale possono aiutare a eliminare il problema. In nessun caso, tuttavia, smettere di assumere un farmaco senza aver consultato il medico.

Spesso, la correzione di un problema medico generale può correggere il disturbo, per esempio soggetti che perdono il gusto a causa di infezioni o allergie respiratorie, possono recuperarlo quando queste condizioni guariscono.

Occasionalmente il recupero può avvenire anche spontaneamente.

Un’igiene orale accurata è importante per il ripristino e la conservazione di un senso del gusto ben funzionante.

Se il disturbo sensoriale non può essere trattato, potrebbe convenire ricorrere a un’assistenza psicologica per adattarsi.

Nel caso di riduzione o perdita del senso del gusto, ecco alcuni rimedi che possono aiutare a migliorarlo:

  1. Preparare cibi di diversi colori e consistenza.
  2. Usare erbe aromatiche e spezie piccanti per insaporire; evitare però di aggiungere zucchero o sale agli alimenti.
  3. Se la propria dieta lo concede, aggiungere piccole quantità di formaggio, pancetta, burro, olio di oliva o frutta secca tostata sulle verdure.
  4. Evitare pietanze mescolate, come spezzatini, che possono mascherare i sapori individuali e diluire i gusti.

Complicazioni

I disturbi del gusto possono diminuire o rimuovere un campanello d’allarme che in genere si dà per scontato. Il gusto aiuta a identificare alimenti o liquidi avariati e, in alcuni soggetti, la presenza di sostanze cui si è allergici.

La perdita del gusto può generare gravi problemi di salute. Un senso del gusto distorto può essere un fattore di rischio per cardiopatie, ictus e altre malattie che richiedono di aderire a una dieta specifica. Quando il gusto è alterato, il soggetto può cambiare le proprie abitudini alimentari. Alcuni possono mangiare troppo poco e perdere peso, altri mangiare troppo e ingrassare.

La perdita del gusto può anche portare ad aggiungere troppo zucchero o sale ai cibi per insaporirli. Questo può rappresentare un problema per individui con alcune condizioni di salute, come i diabetici o gli ipertesi. In casi gravi, la perdita del gusto può portare alla depressione.

Un disturbo del gusto necessita quindi di un inquadramento medico e non deve mai essere sottovalutato.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Il mio medico mi ha diagnosticato una candidosi orale (unico sintomo alterazioni del senso del gusto, comparso alla fine di una terapia con Augmentin); le sembra plausibile? Mi è stato prescritto Mycostatin e lo uso da ieri, ma ancora nessun beneficio.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Assolutamente plausibile, sia per quanto riguarda i sintomi che l’anamnesi (assunzione di Augmentin); continui con fiducia la cura prescritta, vedrà che entro breve inizierà a sentire i primi benefici.

  2. Anche il raffreddore può alterare il gusto dei cibi?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Assolutamente sì, il fatto di avere il naso chiuso riduce o azzera il senso dell’olfatto, che è indispensabile anche alla percezione del gusto.