Colecistite acuta e cronica: sintomi, dieta ed intervento

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Introduzione

La cistifellea è un organo a forma di pera posto sotto il fegato; serve da deposito per la bile, un fluido prodotto dal fegato e utile all’organismo per digerire correttamente i grassi. Dopo i pasti, durante la digestione, la cistifellea è in grado di sospingere la bile verso l’intestino per contribuire ai processi digestivi.

Il problema più comune che può affliggere quest’organo è la formazione di calcoli, sassolini più o meno grandi in grado di incastrarsi nei canali deputati al passaggio della bile e impedendone così il normale scorrimento, fino a causare la comparsa di infiammazione dell’organo (colecistite).

È una condizione potenzialmente grave, che di solito richiede assistenza ospedaliera; il principale sintomo è un dolore acuto che compare improvvisamente nella parte superiore destra della pancia (addome) e che si estende verso la spalla destra. Respirare profondamente può peggiorare la sensazione di dolore e, a differenza di altri tipi di dolore addominale, quello tipico di una colecistite acuta è solitamente persistente e non scompare entro poche ore.

Alcuni pazienti potrebbero presentare ulteriori sintomi, quali:

  • febbre,
  • nausea e vomito,
  • aumento della sudorazione,
  • perdita di appetito,
  • ingiallimento della pelle e del bianco degli occhi (ittero),
  • gonfiore addominale.

In molti casi l’unica strategia terapeutica risolutiva è la rimozione della colecisti, che non è un organo indispensabile alla vita e non impatta in modo rilevante sul benessere del paziente.

Semplificazione dell'anatomia dell'apparato digerente

iStock.com/Pikovit44

Cause

La colecistite può essere classificata in base alla sua durata in

  • acuta,
  • cronica (che è in genere causata da una forma acuta non curata o da ripetuti episodi che si protraggono nell’arco di settimane o mesi).

Colecistite acuta

I calcoli alla colecisti (colelitiasi) sono un disturbo molto diffuso nella popolazione, ma nella maggior parte dei casi la loro presenza non causa alcun sintomo al paziente, che quindi non è nemmeno consapevole di averli.

Nel caso in cui i calcoli ostruiscano il principale canale che permette il passaggio della bile (dotto cistico), questa andrà ad accumularsi nella cistifellea aumentandone gradualmente la pressione interna e causando così l’infiammazione dell’organo.

Colelitiasi, schema semplificato dell'anatomia della cistifella

iStock.com/normaals

In un caso su cinque può comparire anche una sovrainfezione batterica.

Nel 5% dei pazienti colpiti da colecistite acuta l’infiammazione può essere dovuta a cause diverse e, generalmente, più pericolose (colecistite alitiasica):

  • interventi chirurgici maggiori con danni accidentali alla cistifellea,
  • malattie gravi, ad esempio traumi, ustioni e infezioni estese a tutto l’organismo (sepsi),
  • nutrizione tramite flebo per lunghi periodi,
  • digiuno prolungato,
  • carenze immunitarie dovute per esempio all’AIDS.

La colecistite può anche colpire i bambini, dove in genere è provocata da un virus o da un’altra forma di infezione.

Fattori di rischio

Alcuni soggetti sono associati a un rischio maggiore di sviluppo di calcoli:

Colecistite cronica

Nella maggior parte dei casi la colecistite cronica è causata da ripetuti attacchi della forma acuta, in genere dovuti alla presenza di calcoli biliari nella cistifellea, il cui numero, dimensione o posizione non è sufficiente a provocare un attacco acuto.

Questi frequenti episodi causano gradualmente un ispessimento delle pareti dell’organo, che quindi inizia a restringersi e perdere l’efficacia nella capacità di concentrare, immagazzinare e rilasciare la bile.

Si verifica più spesso nelle donne che negli uomini ed è più comune dopo i 40 anni.

Sintomi

Molti pazienti che presentano calcoli alla colecisti non manifestano alcun sintomo, mentre in alcuni casi possono verificarsi coliche biliari caratterizzate da un dolore che colpisce l’addome sul lato destro. Può essere episodico, in genere di breve durata, dovuto per esempio a quando si esagera a tavola.

Il sintomo caratteristico della colecistite è lo stesso tipo di dolore che colpisce il lato destro dell’addome, ma che in genere è più prolungato e severo rispetto alla semplice colica biliare, e che può riflettersi anche a livello della spalla destra.

Il dolore raggiunge il picco dopo un tempo variabile da un quarto d’ora ad un’ora, per poi mantenersi costante. La maggior parte dei pazienti avverte un dolore molto intenso in caso di pressione e, alla richiesta di fare un respiro profondo, il dolore può aggravarsi ulteriormente.

Talora è possibile manifestare anche:

Tipicamente l’attacco si attenua dopo due o tre giorni e si risolve completamente nel giro di una settimana; la persistenza di un episodio acuto potrebbe essere indicativo di una complicazione più grave.

Negli anziani i primi o unici sintomi della colecistite possono essere più generici e comprendere ad esempio a:

Più rara la febbre.

La colecistite alitiasica (cioè non causata dalla presenza di calcoli) causa invece un dolore improvviso e lancinante nella parte alta dell’addome e si manifesta in pazienti che in precedenza non manifestavano alcun sintomo di problemi alla cistifellea. L’infiammazione spesso è molto grave e può causare la cancrena o la perforazione della cistifellea, complicazioni che se non curate possono risultare fatali.

Purtroppo nei pazienti affetti da altri problemi gravi (compresi quelli che si trovano in terapia intensiva per altri motivi) la colecistite alitiasica può passare inosservata.

Quando chiamare il medico

È necessario contattare rapidamente il medico in caso di improvviso e forte dolore addominale, soprattutto se non migliora dopo qualche ora o se è accompagnato da altri sintomi caratteristici come ittero e/o febbre.

Nell’impossibilità di contattare il medico farsi accompagnare in Pronto Soccorso.

Pericoli

In assenza di una diagnosi e un appropriato trattamento alcuni casi di colecistite possono evolvere verso pericolose complicazioni:

  • cancrena, con morte del tessuto della colecisti, che può ulteriormente causare complicazioni se l’infezione si diffonde nell’intero organismo (sepsi).
  • perforazione della cistifellea, con diffusione dell’infezione nell’addome (peritonite) e formazione di ascessi.

È infine possibile che anche il pancreas s’infiammi (pancreatite).

Diagnosi

La diagnosi è in genere formulata attraverso:

  • anamnesi (ricostruzione storia clinica del paziente, rilevazione fattori di rischio, stato di salute, storia clinica, …),
  • visita medica per l’osservazione di segni e sintomi caratteristici (come il segno di Murphy),
  • esami strumentali, primo fra tutti l’ecografia.

La manovra di Murphy garantisce al medico una buona sensibilità nella diagnosi di colecistite acuta; viene effettuata attraverso una leggera pressione della colecisti del paziente mentre gli viene richiesto di inspirare profondamente, causando un dolore improvviso che lo costringerà all’interruzione dell’atto respiratorio. La patologia per cui più facilmente si osserva la positività della manovra di Murphy è la colecistite acuta, mentre in caso di colecistite cronica o semplice colica biliare il dolore sarà più sfumato.

L’ecografia è il modo migliore per scoprire i calcoli biliari, ma può anche individuare la presenza di liquidi intorno alla cistifellea oppure l’ispessimento delle pareti, sintomi tipici della colecistite acuta. In molti casi, quando la bacchetta dell’ecografia viene appoggiata sull’addome in corrispondenza della cistifellea, i pazienti lamentano dolore.

Sono talvolta necessari esami di imaging più sofisticati o di altro genere (risonanza magnetica, radiografia, …).

Gli esami del sangue possono in alcuni casi mostrare un aumento di:

Gli altri esami possono individuare alcune complicazioni, ad esempio l’aumento di un enzima pancreatico (lipasi o amilasi) dovuto alla pancreatite.

Se i globuli rossi sono alti, possono essere sintomo di complicazioni, quali ad esempio

  • infiammazione,
  • ascesso,
  • cancrena,
  • perforazione della cistifellea.

Cura e terapia

Il trattamento dei pazienti con colecistite, acuta o cronica che sia, è di norma essenzialmente ospedaliero.

L’approccio iniziale al paziente prevede un digiuno assoluto, con somministrazione di fluidi per via endovenosa per la prevenzione della disidratazione ed eventualmente antidolorifici e antibiotici (questi ultimi spesso non necessari) per il sollievo dai sintomi e la prevenzione di infezioni.

In alcuni frangenti può essere necessario il ricorso al sondino nasogastrico, utile per svuotare lo stomaco e diminuire l’accumulo di liquidi nell’intestino se questo non si contraesse normalmente.

La colecistectomia, cioè la rimozione chirurgica della cistifellea, è il trattamento di prima scelta della colecistite e viene quasi sempre effettuato a meno di gravi controindicazioni all’intervento chirurgico; può essere effettuata subito, entro un paio di giorni o nel giro di qualche settimana (a seconda dei rischi di complicazioni, dello stato di salute, dei sintomi, …).

Rimandare l’intervento di solito diventa necessario per i pazienti affetti da disturbi che lo rendono rischioso (ad esempio se affetti da disturbi cardiaci, polmonari o renali). Se si sospetta una complicazione come un ascesso, la cancrena o la perforazione, è invece necessario intervenire d’urgenza perché i rischi delle complicanze superano quelli legati all’intervento.

Di solito l’operazione viene effettuata in laparoscopia, usando cioè un tubicino flessibile, munito di telecamera a un’estremità e detto laparoscopio. Il laparoscopio, altri tubicini e gli strumenti chirurgici usati per rimuovere la cistifellea vengono inseriti attraverso piccole incisioni praticate nell’addome.

Nei casi di grave infiammazione, shock o rischi insormontabili legati all’anestesia generale un radiologo interventista può intervenire inserendo un catetere di drenaggio percutaneo nella colecisti e trattando il paziente con con antibiotici fino a risoluzione dell’infiammazione acuta. Una colecistectomia può quindi essere valutata in seguito, se lo stato di salute dovesse migliorare.

Alcuni pazienti potrebbero soffrire di coliche biliari anche dopo la rimozione della cistifellea e dei calcoli e la causa non è nota con esattezza, ma in genere i fastidi sono tutto sommato sopportabili/gestibili e tendono a sparire con il tempo.

Si può vivere senza cistifellea?

Per gli esseri umani la presenza della cistifellea non è indispensabile né alla digestione né ad altro; la bile può ancora scorrere dal fegato verso l’intestino, anche in assenza del deposito principale.

In genere è possibile seguire una dieta pressoché normale una volta superata l’iniziale convalescenza, anche se in alcuni casi può essere utile limitare il consumo di grassi (per evitare dolori addominali e piccoli fastidi).

Raramente può svilupparsi un problema di diarrea cronica.

Prevenzione e dieta

La patologia non è sempre evitabile, ma una dieta povera di grassi è sicuramente la strategia più consigliabile per tutti i soggetti a rischio, a maggior ragione per chi dovesse già aver sviluppato episodi di colecistite acuta e non si fosse ancora sottoposto all’intervento.

I pazienti in sovrappeso, soprattutto se obesi, sono a maggior rischio di sviluppo di infiammazione della colecisti, quindi una dieta ipocalorica e alla pratica di un regolare esercizio fisico può aiutare a prevenire il disturbo (è necessario tuttavia evitare perdite di peso molto rapide, che invece aumentano il rischio).

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Domande e risposte
  1. La colecisti è a destra o a sinistra?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Destra.

  2. Un medico può confondere una colecistite acuta con il colon irritabile?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Tutto è possibile, ma con tutti i limiti delle mie competenze lo ritengo improbabile.