Arteriosclerosi ed aterosclerosi: sintomi, cause, cura

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Introduzione

L’aterosclerosi è un processo che consiste nell’accumulo di placche all’interno delle pareti arteriose (le arterie sono i vasi sanguigni che portano il sangue ossigenato al cuore e ad altre parti del corpo).

Per arteriosclerosi si intende invece un generale indurimento, con perdita di elasticità, delle pareti delle arterie.

Alla luce di queste due definizioni, poiché la perdita di elasticità delle arterie è dovuta principalmente all’accumulo di colesterolo, il termine arteriosclerosi è oggi considerato improprio e si fa generalmente riferimento al termine aterosclerosi tutte le volte che ci si riferisce a una perdita delle funzioni arteriose; si tratta infatti della forma di arteriosclerosi più diffusa, almeno nei Paesi occidentali.

La placca che si forma all’interno del vaso è costituita da una combinazione variabile di

  • grassi,
  • colesterolo,
  • calcio
  • e altre sostanze circolanti nel sangue.

Nel tempo la placca si indurisce e restringe le arterie, con la conseguenza di ridurre il flusso di sangue ossigenato diretto agli organi e ad altre parti del corpo, aumentando così il rischio di sviluppare problemi gravi, tra cui

Il miglioramento dei trattamenti ha ridotto il numero di morti dovuti alle malattie causate dall’aterosclerosi e queste terapie hanno anche migliorato la qualità di vita dei soggetti affetti da tale patologia, che rimane comunque un problema sanitario con impatto drammatico tale ne è la diffusione nella popolazione.

È possibile prevenire o ritardarne l’insorgenza e le possibili complicanze. Cambiamenti dello stile di vita e attenzione medica costante possono aiutare a evitare i problemi dell’aterosclerosi e a vivere a lungo e in salute.

Immagine di un vaso sanguigno in cui il progressivo accumulo di grasso e altro materiale riduce sempre di più il passaggio di sangue.

Il progressivo accumulo di grasso e altro materiale riduce sempre di più il passaggio di sangue. (Credit: iStock.com/lvcandy)

Cause

La causa esatta dell’aterosclerosi non è nota, ma sappiamo che si tratta di un processo lento, graduale e complesso, che potrebbe iniziare addirittura durante l’infanzia ed evolvere sempre più velocemente via via che si invecchia.

Può iniziare quando alcuni fattori danneggiano le pareti interne delle arterie, tra cui:

L’accumulo di placche inizierebbe laddove le arterie sono danneggiate. Nel tempo la placca si indurisce e restringe le arterie. Infine, parte della placca si può spaccare. Quando questo succede le piastrine (corpuscoli di origine cellulare presenti nel sangue) aderiscono al sito della lesione. Possono aggregarsi generando trombi. I trombi restringono ulteriormente le arterie, limitando il flusso di sangue ossigenato ai vari distretti corporei.

In base alla sede dell’arteria interessata e all’entità dell’ostacolo, i trombi possono per esempio

  • peggiorare un’angina (dolore toracico) ,
  • causare
    • un infarto cardiaco
    • o un ictus.
Progressione delle placche aterosclerotiche

Di Endo_dysfunction_Athero.PNG: L’utente che ha caricato in origine il file è stato Grahams Child di Wikipedia in ingleseLater versions were uploaded by Jrockley at en.wikipedia.derivative work: Fulvio314 – Questo file deriva da:  Endo dysfunction Athero.PNG: , CC BY-SA 3.0, Collegamento

Fattori di rischio principali

Fattori modificabili

  • Livelli ematici di colesterolo anomali. Sono compresi alti valori di colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) e bassi livelli di colesterolo HDL (colesterolo “buono”).
  • Pressione alta. La pressione arteriosa viene definita alta quando supera stabilmente 140/90 mmHg (le ultime linee guida americane hanno in realtà ridotto i valori limite). Nei soggetti diabetici o con malattie renali croniche, il limite è invece 130/80 mmHg (mmHg, cioè millimetri di mercurio, è l’unità di misura della pressione arteriosa).
  • Fumo. Il fumo può danneggiare e restringere i vasi sanguigni, portare a livelli di colesterolo anomali e aumentare la pressione arteriosa. Inoltre, il fumo di per sé può ridurre l’ossigenazione del sangue.
  • Resistenza all’insulina. In questa condizione, l’organismo non riesce a utilizzare correttamente l’insulina. Questo ormone aiuta a spostare il glucosio dal sangue alle cellule, dove viene usato come fonte di energia. L’insulino-resistenza può sfociare in diabete.
  • Diabete. In questa malattia, la glicemia è troppo alta perché l’organismo non produce abbastanza insulina o non la utilizza correttamente.
  • Sovrappeso od obesità. I termini “sovrappeso” e “obesità” indicano un peso corporeo maggiore di quanto considerato sano per una data altezza.
  • Assenza di attività fisica. L’inattività fisica può peggiorare altri fattori di rischio dell’aterosclerosi, come i livelli anomali di colesterolo, l’ipertensione arteriosa, il diabete e il sovrappeso o l’obesità.
  • Alimentazione poco sana. Un’alimentazione non adeguata può aumentare il rischio di aterosclerosi. Cibi ricchi di grassi saturi e trans, colesterolo, sodio e zucchero, possono esacerbare altri fattori di rischio della malattia.

Fattori non modificabili

  • Età avanzata. Il rischio di aterosclerosi aumenta con l’invecchiamento. Fattori genetici o lo stile di vita causano la formazione progressiva di placche nelle arterie al progredire dell’età. Una volta raggiunta o superata la mezza età, l’accumulo di placche diventa sufficiente a causare segni o sintomi. Negli uomini, il rischio aumenta dopo 45 anni, mentre nelle donne il rischio aumenta dopo 55 anni (soprattutto con l’arrivo della menopausa).
  • Storia famigliare di cardiopatia precoce. Il rischio di aterosclerosi aumenta se il padre o un fratello hanno avuto una cardiopatia prima di 55 anni, o se madre o una sorella si sono ammalate prima di 65 anni.

Benché l’età avanzata e una storia famigliare di cardiopatia precoce siano fattori di rischio, nessuna delle due condizioni implica che necessariamente si sviluppi la malattia. Tenere sotto controllo altri fattori di rischio può spesso ridurre le influenze genetiche e aiutare a prevenire l’aterosclerosi, anche nei soggetti anziani.

La predisposizione genetica è una tendenza, non una diagnosi né una condanna.

Ci sono studi che dimostrano purtroppo che un numero crescente di bambini e giovani si trova a rischio di aterosclerosi e questo è dovuto a vari fattori, tra cui la crescente incidenza dell’obesità infantile.

Altri fattori di rischio

La ricerca scientifica continua a esplorare possibili fattori di rischio dell’aterosclerosi:

  • Livelli ematici elevati di una proteina nota come proteina C-reattiva (PCR) possono aumentare il rischio di aterosclerosi e infarto cardiaco. Livelli alti di PCR segnalano uno stato infiammatorio nell’organismo. L’infiammazione è la risposta del corpo a lesioni o infezioni. Lesioni delle pareti interne delle arterie sembrano attivare un processo infiammatorio e potenziare l’ingrossamento della placca. Nei soggetti con livelli di PCR bassi, l’aterosclerosi potrebbe svilupparsi più lentamente rispetto a individui con valori alti. La comunità scientifica è in procinto di determinare se l’azione di ridurre l’infiammazione e abbassare i livelli di PCR possa anche diminuire il rischio.
  • Anche livelli ematici alti di trigliceridi possono aumentare il rischio di cardiopatia coronarica, specialmente nelle donne. I trigliceridi sono una tipologia di grassi.
  • Valori elevati di omocisteina nel sangue sono associati ad un aumento del rischio di coronaropatia, anche se si tratta di un legame ancora poco chiaro; sebbene un’alta concentrazione della sostanza sia un chiaro fattore di rischio, diversi studi hanno dimostrato che abbassarla (per esempio attraverso la somministrazione di acido folico ad alte dosi) non modifica la probabilità di evento cardiovascolare, suggerendo che probabilmente alle spalle esiste una diversa causa.

Ricordiamo infine:

  • Apnea notturna. L’apnea notturna è un disordine comune, contrassegnato da una o più sospensioni respiratorie o da respiro superficiale. Se non trattata, può aumentare il rischio di ipertensione arteriosa, diabete e perfino di infarto cardiaco o ictus.
  • Stress. La ricerca scientifica ha dimostrato che il più comune fattore scatenante di un infarto è un forte evento emozionale, specialmente se causa di rabbia.
  • Alcool. L’abuso significativo di alcolici può danneggiare il muscolo cardiaco e peggiorare gli altri fattori di rischio dell’aterosclerosi. Un uomo dovrebbe limitarsi a due bevande alcoliche al giorno. Una donna dovrebbe limitarsi a un’unica bevanda alcolica giornaliera.

Sintomi

Nella maggior parte dei pazienti l’aterosclerosi non causa di per sé segni e sintomi finché non abbia ristretto significativamente, o addirittura ostruito completamente, un’arteria. Molte persone non sono quindi consapevoli della malattia fino all’insorgenza di un’emergenza medica, come un infarto o un ictus.

Alcuni soggetti possono avere segni e sintomi della malattia e tali manifestazioni dipendono dalle arterie colpite.

Aterosclerosi coronarica

Le arterie coronarie portano il sangue ossigenato al muscolo cardiaco. Se l’aterosclerosi restringe od ostruisce queste arterie (la malattia viene chiamata cardiopatia coronarica), causa comunemente un sintomo noto come angina, ossia dolore o fastidio toracico originati da un’area del muscolo cardiaco che non riceve quantità adeguate di sangue arterioso.

Può essere percepita come un’oppressione o un peso sul torace. La sintomatologia può interessare anche spalle, braccia, collo, mandibola o schiena. Il dolore anginoso può assomigliare a un’indigestione. Tende a peggiorare con l’attività e a scomparire con il riposo. Anche uno stress emozionale può scatenare il dolore.

Ci possono essere altri sintomi come

Le placche possono anche formarsi nelle arterie del cuore più piccole. Si parla in questo caso di malattia microvascolare coronarica. I sintomi della malattia microvascolare consistono in

Aterosclerosi carotidea e cerebrale

Le carotidi portano il sangue ossigenato al cervello. In caso di placche tali da restringere o bloccare questi vasi (arteriopatia carotidea), i sintomi possono essere quelli di un ictus. Questi sintomi possono includere:

Aterosclerosi periferica

Le placche possono anche svilupparsi nei grossi vasi che portano il sangue ossigenato a gambe, braccia e pelvi (arteriopatia periferica).

Se vengono colpiti questi grossi vasi, i sintomi possono consistere in perdita di sensibilità, dolore e, talvolta, infezioni pericolose.

Aterosclerosi renale

Queste arterie portano il sangue ossigenato ai reni. Se vi si formano placche, può svilupparsi una nefropatia cronica. Nel tempo, la nefropatia cronica implica un lento deterioramento della funzionalità renale.

In fase iniziale, la nefropatia spesso non dà segni o sintomi. Via via che peggiora, può causare

  • stanchezza,
  • modifiche nelle modalità di minzione (più o meno spesso),
  • perdita di appetito,
  • nausea (senso di malessere dello stomaco),
  • gonfiore alle estremità (mani o piedi),
  • prurito o intorpidimento,
  • difficoltà a concentrarsi.

Complicazioni

Il processo può interessare qualunque arteria del corpo, come le arterie di cuore, cervello, braccia, gambe, pelvi e reni. Di conseguenza, secondo le arterie interessate ci potranno essere differenti malattie.

Cardiopatia coronarica

La cardiopatia coronarica (anche nota come cardiopatia ischemica) deriva dall’accumulo di placche nelle arterie coronarie. Queste arterie portano il sangue ossigenato al muscolo cardiaco.

Le placche restringono le arterie coronarie e riducono il flusso di sangue al cuore. Quest’accumulo aumenta anche le probabilità che si formino coaguli (trombi) nelle arterie. I trombi possono bloccare il sangue del tutto o parzialmente.

Se il flusso sanguigno al muscolo cardiaco è ridotto o bloccato, possono insorgere crisi di angina (dolore o fastidio toracico) o un infarto cardiaco.

Le placche possono anche formarsi nelle arterie del cuore più piccole. Si parla in questo caso di malattia microvascolare coronarica. Nella malattia microvascolare, le placche non ostruiscono completamente le arterie come nel caso precedente.

Arteriopatia periferica

Si parla di arteriopatia periferica quando le placche interessano le grosse arterie che portano il sangue ossigenato a gambe, braccia e pelvi.

Se il flusso sanguigno a queste parti del corpo è ridotto o bloccato, ci possono essere perdite di sensibilità, dolore e anche gravi infezioni.

Malattia renale (nefropatia) cronica

Se le placche colpiscono le arterie renali, si può instaurare una nefropatia cronica. Queste arterie portano il sangue ossigenato ai reni.

Nel tempo, la nefropatia cronica implica un lento deterioramento della funzionalità renale. I reni servono principalmente a eliminare scarti e acqua in eccesso dal corpo.

Diagnosi

L’aterosclerosi verrà diagnosticata in base a segni e sintomi, anamnesi, esame obiettivo ed esami strumentali.

Se necessario il medico curante può raccomandare il ricorso a specialisti quali:

  • Cardiologo. Il cardiologo è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di malattie e condizioni del cuore. Il ricorso a questo specialista può essere indicato sia in caso di arteriopatia periferica che a fronte di malattia coronarica.
  • Angiologo. L’angiologo è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di malattie e condizioni dei vasi sanguigni. I pazienti con arteriopatia periferica possono ricorrere all’angiologo.
  • Neurologo. Il neurologo è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di disturbi del sistema nervoso. Il neurologo può essere necessario in caso di ictus dovuto ad arteriopatia carotidea.
  • Nefrologo. Il nefrologo è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di malattie e condizioni del rene. Il ricorso al nefrologo può essere utili in caso di nefropatia cronica.

Esame obiettivo

Durante l’esame obiettivo, il medico può auscultare le arterie alla ricerca di sibili anomali, detti soffi. L’auscultazione consiste nell’ascolto tramite un dispositivo, lo stetoscopio, posto sul vaso interessato. Il soffio può significare che l’accumulo di placche ha alterato il flusso di sangue.

Il medico può anche controllare l’eventuale debolezza o mancanza di pulsazioni (polsi periferici) in alcune zone (per esempio, gamba o piede). Un polso debole o assente può indicare un’arteria ostruita.

Analisi diagnostiche

Il medico può ricorrere a uno o più esami per la diagnosi di aterosclerosi, in modo da stabilire anche l’estensione della malattia e a pianificare il trattamento ottimale.

Esami del sangue

Gli esami del sangue permettono di controllare i livelli di grassi, colesterolo, glucosio e proteine del sangue. Livelli anomali potrebbero segnalare l’esistenza di un rischio di aterosclerosi.

ECG (Elettrocardiogramma)

Si tratta di un esame semplice e indolore, che rileva e registra l’attività elettrica del cuore. Mostra la velocità dei battiti e la loro ritmicità (costante o irregolare). L’ECG può anche registrare l’intensità e la trasmissione temporale dei segnali elettrici nel cuore.

Può mostrare i segni dei danni cardiaci dovuti a cardiopatia coronarica. Può anche evidenziare i segni di un infarto cardiaco, pregresso o attuale.

Radiografia del torace

La tecnica acquisisce immagini degli organi e delle strutture all’interno del torace, come cuore, polmoni e vasi sanguigni. La radiografia del torace può evidenziare la presenza di insufficienza cardiaca.

Indice caviglia-braccio

L’indice caviglia-braccio (ABI, ankle-brachial index) confronta la pressione arteriosa nella caviglia con quella del braccio in modo da ottenere una valutazione complessiva del circolo sanguigno. Questo esame è utile in caso di arteriopatia periferica.

Ecocardiografia

L’ecocardiografia usa gli ultrasuoni per generare immagini in movimento del cuore. Le immagini mostrano la dimensione e la forma del cuore, ma anche come stanno lavorando le cavità e le valvole cardiache.

L’ecocardiografia può anche mostrare aree scarsamente vascolarizzate del cuore, aree di muscolo cardiaco che non si contraggono normalmente e lesioni pregresse del muscolo causate da un insufficiente flusso sanguigno.

Tomografia computerizzata

La tomografia computerizzata (TAC) crea delle immagini digitali di cuore, cervello o altri distretti corporei. L’esame permette di identificare indurimento e restringimento di grosse arterie.

Una TAC cardiaca può anche mostrare se ci sono depositi di calcio nelle pareti delle arterie coronarie, che possono essere segni precoci di cardiopatia coronarica.

Prova da sforzo

Questo esame rileva l’attività cardiaca durante l’esercizio, in modo da sollecitare e accelerare l’attività cardiaca. In soggetti che non possono sostenere un’attività fisica, il cuore verrà sollecitato tramite farmaci.

Se il cuore lavora più intensamente e batte più rapidamente, ha bisogno di più sangue e ossigeno. Arterie ristrette dalle placche non riescono a soddisfare le maggiori richieste di sangue ossigenato.

La prova da sforzo può mostrare segni e sintomi di cardiopatia coronarica, in particolare:

  • variazioni anomale della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa,
  • affanno o dolore toracico,
  • anomalie del ritmo cardiaco o dell’attività elettrica del cuore.

In alcune prove da sforzo, vengono acquisite immagini del cuore durante l’esercizio e a riposo. Queste prove con immagini possono evidenziare come fluisce il sangue all’intero del cuore. Permettono anche di studiare la funzione di pompa del cuore.

Angiografia

L’angiografia si basa su un mezzo di contrasto e speciali raggi X per studiare l’interno delle carotidi. Permette di vedere se esistono placche ostruenti e il livello di ostruzione.

Consiste nell’inserimento di un catetere (tubicino flessibile) in un vaso sanguigno del braccio, dell’inguine o del collo. Tramite il catetere, viene quindi iniettato nelle arterie un mezzo di contrasto visibile ai raggi X. Osservando le immagini radiografiche, è possibile studiare il flusso di sangue nelle arterie.

Altri esami

Sono in corso prove con altri esami per capire se possono dare informazioni migliori sui depositi di placche all’interno di arterie. Per esempio, si stanno valutando la risonanza magnetica (RM) e la tomografia a emissione di positroni (PET, dall’inglese Positron Emission Tomography).

Cura

I trattamenti per l’aterosclerosi consistono in genere in una combinazione di:

  • cambiamenti dello stile di vita,
  • farmaci,
  • procedure mediche o chirurgiche.

Gli obiettivi della terapia sono:

  • riduzione del rischio di formazione di trombi,
  • prevenzione delle malattie associate all’aterosclerosi,
  • riduzione dei fattori di rischio nel tentativo di rallentare o arrestare il deposito di placche,
  • alleviamento dei sintomi,
  • dilatazione o bypass di arterie ostruite.

Modifiche dello stile di vita

In caso di aterosclerosi, il medico può raccomandare l’adozione di uno stile di vita più salutare. Sono esempi di modifiche salutari

Farmaci

Talvolta, i cambiamenti dello stile di vita non bastano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. Potrebbe per esempio essere necessario assumere statine per controllare o abbassare il colesterolo. L’abbassamento del colesterolo può ridurre il rischio di attacco cardiaco o di ictus. In genere, le statine vengono prescritte in soggetti con:

  • cardiopatia coronarica, arteriopatia periferica o pregresso ictus,
  • diabete,
  • alti livelli di colesterolo LDL.

Il trattamento con statine viene preso in considerazione nei soggetti con elevati rischi di cardiopatia o ictus.

Possono anche essere indicati farmaci per:

  • abbassare la pressione arteriosa,
  • abbassare la glicemia,
  • prevenire la formazione di trombi, possibili cause di infarto o ictus,
  • prevenire i processi infiammatori.

Assumere i medicinali secondo quanto prescritto, con regolarità. Non modificare le quantità o saltare dosi a meno che non sia il medico a prescriverlo. Anche se in terapia farmacologica per l’aterosclerosi, si dovrà comunque osservare uno stile di vita sano e adeguato.

Procedure mediche e chirurgia

In caso di grave aterosclerosi, possono essere indicate procedure mediche o chirurgiche.

L’interventistica percutanea coronarica, in genere detta angioplastica coronarica, è una procedura non chirurgica che apre arterie coronarie ostruite o ristrette. Può migliorare il flusso di sangue al muscolo cardiaco e alleviare il dolore toracico. Talvolta, l’angioplastica viene seguita dall’applicazione di uno stent (una piccola rete tubolare) nell’arteria per mantenerla aperta.

Il bypass coronarico, o CABG, è un tipo di intervento chirurgico. Nel CABG, vengono usate arterie o vene di altri distretti del corpo per creare circoli alternativi (bypass) ai tratti arteriosi ostruiti. Il bypass può migliorare il flusso di sangue al cuore, alleviare il dolore toracico ed eventualmente prevenire un infarto.

La tecnica del bypass può anche essere applicata alle arterie della gamba. Per questa chirurgia, viene usato un vaso sanguigno sano per bypassare arterie chiuse o ristrette della gamba. Il vaso sano ridirige il sangue oltre il blocco arterioso, migliorando il flusso sanguigno della gamba.

L’endoarterectomia carotidea è una tecnica chirurgica utilizzata per rimuovere depositi di placche dalle arterie carotidi nel collo. Questa procedura ripristina il flusso sanguigno al cervello, aiutando potenzialmente a prevenire l’ictus.

Prevenzione

Adottare misure per controllare i fattori di rischio può aiutare o ritardare l’aterosclerosi e le sue complicanze. Il rischio aumenta in funzione del numero dei fattori di rischio del soggetto.

Un passaggio da compiere consiste nell’intraprendere modifiche salutari dello stile di vita quali:

  1. Adozione di una dieta sana. Adottare abitudini alimentari salutari, come mangiare frutta e verdura di diverse qualità (compresi i legumi), cereali integrali, carni magre, pollame privato della pelle, pesce, e latte e derivati scremati. Una dieta sana contiene poco sodio, pochi zuccheri aggiunti, pochi grassi solidi e pochi cereali raffinati. Una dieta sana è una componente fondamentale di uno stile di vita salutare.
  2. Attività fisica. È importante tenersi il più attivi possibili. L’attività fisica migliora la forma e la salute. Farsi consigliare dal medico tipo e quantità di esercizio corretti per il proprio stato. Approfondire il rapporto tra attività fisica e cuore.
  3. Abolizione del fumo. Smettere di fumare. Il fumo può danneggiare e restringere i vasi sanguigni, aumentando il rischio di aterosclerosi. Farsi consigliare dal medico programmi e prodotti che possono aiutare a smettere. Cercare anche di evitare situazioni di fumo passivo. Approfondire il rapporto tra fumo e cuore.
  4. Controllo del peso. Se sovrappeso od obesi, è importante impegnarsi con il personale sanitario per costruire un piano di dimagrimento ragionevole. Il peso forma aiuta a controllare i fattori di rischio della malattia.

Altre azioni che possono prevenire o ritardare le complicazioni includono la conoscenza della propria anamnesi famigliare rispetto a tale malattia; ricordarsi di informare il proprio medico se qualcuno in famiglia ne ha sofferto.

Se le modifiche dello stile di vita non bastassero a tenere sotto controllo i fattori di rischio, possono essere prescritti appositi farmaci per ridurli.

Fonte principale

Adattamento a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

Domande e risposte
Come sciogliere le placche nelle arterie?
È opinione sempre più diffusa nella comunità medica che attraverso un'incisivo cambio dello stile di vita sia possibile in molti casi osservare una regressione delle placche aterosclerotiche, principalmente attraverso:
  • dieta sana (il modello mediterraneo è uno dei più studiati)
  • abbandono del fumo
  • attività fisica regolare.
Alcuni Autori non condividono lo stesso ottimismo sulla possibilità di una vera e propria regressione, ma ritengono che questo approccio sia comunque INDISPENSABILE per evitare peggioramenti.
Cos'è l'aterosclerosi?
L'aterosclerosi è una condizione potenzialmente molto grave in cui le arterie vengono ostruite a causa della formazione di placche di colesterolo ed altre sostanze, arrivando a rallentare o addirittura impedire il passaggio di sangue ossigenato.
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  1. CARO DOTT.CIMURRO,DA QUALCHE TEMPO SOFFRO DI UN PROBLEMA ALLE GAMBE.iN UN PRIMO MOMENTO NON RIUSCIVO QUASI A CAMMINARE, PERCHE’ ALLA GAMBA DESTRA AVVERTIVO FITTE MOLTO DOLOROSE:PENSAVO DI SOFFRIRE DI QUALCOASA ALLA VENA E COSI’ MII SONO SOTTOPOSTO AD UN ECOCARDIO DOPPLER,MA NON E’ EMERSO NULLA DI RILEVANTE:DOPO QUALCHE TEMPO HO RIPRESO A DEAMBULARE SENZA L’AIUTO DI UN BASTONE:DOPO QUALCHE MESE LA STESSA SINTOMATOLOGIA SI E’ RIPRESENTATA NELLA GAMBA SINISTRA CON LO STESSO DECORSO:ALL’INIZIO DOLORE FORTE NEL CAMMINARE,POI SCOMPARSA.ATTUALMENTE RIESCO A CAMMINARE ABBASTANZA BENE MA SENTO I MUSCOLI DI ENTRAMBE LE GAMBE COME CONTRATTI:INOLTRE, QUANDO MI SIEDO IN POSIZIONE ACCOSCIATA LA TENSIONE SI MANIFESTA ANCHE PIU’ CHIARAMENTE:SECONDO ILMIO MEDICOSI TRATTEREBBE DI UN BANALE SCIATICA,MA IO NON SONO PER LA VERITA’ MOLTO CONVINTO:HO ANCHE PENSATO A QUALCHE DOLORE REUMATICO ALLE GINOCCHIA..SONO INFATTI LEGGERMENTE SOVRAPPESO:COSA NE PENSA? QUALI ESAMI DOVREI PREVEDERE?RINGRAZIANDOLA PER LA CORTESE ATTENZIONE ALWEX BALDI

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Se la causa circolatoria è stata esclusa col Doppler, e il medico sospetta una lombosciatalgia dovrebbe farle fare gli accertamenti relativi; il sovrappeso può certamente influire, ma bisogna capire dalla visita come potersi orientare.

  2. Salve dottore,
    Circa qualche giorno fa quando stavo per coricarmi avverto un leggero senso di ” sbalzo di cuore” non so spiegarmi molto bene, ma la sensazione è quella che all’improvviso il cuore faccia un battito piu forte.
    Dopo qualche giorno succede lo stesso avvenimento.
    Oggi mentre ero seduta a studiare per un esame di universitá avviene lo stesso, sono tre settimane che ho iniziato la palestra,peró nei giorni in cui si ê manifestato questo sintomo, non andavo in palestra per altre cause. Fino a qualche tempo fa’ avevo una vita sedentaria, premetto che fumo anche. A cosa puo essere dovuto? E che esemi dovrei fare? É grave ? Ho un po’ paura perche qualche anno fa un mio amico morí durante una partita di calcio a causa di una vena/ spezzata otturata. Inoltre premetto che é un periodo in cui vivo uno stato ansioso, non sono mai stata ansiosa, sono stressata e molto irrascibile, potrebbe essere dovuto da stress?
    Grazie per la vostra attenzione

    1. Dr. Roberto Gindro

      Potrebbe essere un’extrasistole da stress, ma è indispensabile segnalarlo al medico per verificare.

  3. L’olio di oliva si può usare in ottica di prevenzione cardiovascolare? O essendo fondamentalmente solo grasso va evitato?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’olio di oliva è uno dei cardini della dieta mediterranea ed è assolutamente utilizzabile nel contesto di uno stile di vita sano e attento verso la prevenzione di eventi cardiovascolari. È vero che è costituito pressochè esclusivamente di lipidi, ma sono nutrizionalmente preziosi in quanto in grado di aumentare i valori di colesterolo buono (HDL, quello in grado di pulire le arterie prevenendo l’aterosclerosi).

      Va solo prestata attenzione al fatto che è molto calorico e, soprattutto quando è necessario perdere peso, va limitato come quantità.

  4. Prendo Coumadin e ogni volta che batto da qualche parte mi si forma un ematoma enorme che mi dura per un sacco di tempo; cosa posso prendere per prevenirne la comparsa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo temo che non si possa fare nulla.