Arresto cardiaco improvviso: sintomi, cause e conseguenze

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Introduzione

L’arresto cardiaco improvviso (ACI) è una condizione in cui il cuore cessa di colpo e inaspettatamente di battere. Quando si verifica il sangue smette di arrivare al cervello e ad altri organi vitali.

In genere, l’ACI causa la morte se non viene trattato nell’arco di qualche minuto.

Per capire l’arresto cardiaco è necessario prima comprendere come funziona il cuore. Il cuore ha un sistema elettrico che controlla la velocità e il ritmo del battito cardiaco. Problemi del sistema elettrico possono causare battiti irregolari, detti aritmie.

Ci sono vari tipi di aritmia, ma fondamentalmente il cuore può battere

Alcune aritmie rendono inefficace l’azione di pompa del cuore e queste aritmie sono causa di ACI.

I pazienti cardiopatici sono i soggetti a maggior rischio di arresto cardiaco improvviso, che tuttavia può colpire anche individui apparentemente sani, senza cardiopatie note o altri fattori di rischio.

La maggior parte delle vittime di ACI muore, spesso entro pochi minuti. In alcuni casi il trattamento tempestivo con un defibrillatore può salvare la vita (il defibrillatore è un dispositivo che invia uno shock elettrico al cuore, nel tentativo di ripristinare un ritmo normale).

Differenze tra arresto cardiaco e infarto

È bene chiarire da subito che arresto cardiaco non è sinonimo di attacco cardiaco: l’attacco cardiaco avviene quando si blocca l’afflusso di sangue a parte del muscolo cardiaco (infarto). In genere durante un attacco cardiaco il cuore non smette improvvisamente di battere, ma l’arresto può tuttavia insorgere dopo o durante la convalescenza da un attacco cardiaco.

Donna svenuta a causa di un attacco cardiaco

iStock.com/Jan-Otto

Cause

La fibrillazione ventricolare (FV), una specifica forma di aritmia, è la causa della maggior parte dei casi di arresto cardiaco improvviso.

Durante la fibrillazione ventricolare i ventricoli (le camere inferiori del cuore) non pulsano normalmente. Piuttosto fremono molto rapidamente e irregolarmente. In questi casi, il cuore non riesce praticamente a pompare sangue in circolo. Si tratta di un’aritmia fatale, a meno che non venga trattata entro pochi minuti.

Anche altri problemi del sistema elettrico del cuore possono determinare l’arresto improvviso. Per esempio un estremo rallentamento dell’attività elettrica può arrivare all’arresto e determinare l’ACI, che può dipendere anche dalla mancata risposta del muscolo cardiaco agli impulsi elettrici.

Alcune malattie e condizioni possono causare problemi elettrici che portano ad ACI. Ne sono esempio

  • la cardiopatia coronarica,
  • gravi stress fisici,
  • alcuni disturbi congeniti
  • e modifiche strutturali del cuore.

Sono in corso diverse attività di ricerca nel tentativo di stabilire le cause esatte dell’arresto cardiaco e come prevenirlo.

Cardiopatia coronarica

La cardiopatia coronarica è una malattia contrassegnata dall’accumulo di una sostanza di consistenza cerea, la cosiddetta placca, all’interno delle arterie coronarie, i vasi che portano il sangue ossigenato al muscolo cardiaco.

Le placche restringono le arterie coronarie e riducono il flusso di sangue al cuore. Parte della placca si può poi spaccare, causando la formazione di un coagulo libero in grado di bloccare parzialmente o totalmente il flusso di sangue ossigenato alla parte di muscolo cardiaco alimentata dall’arteria, scatenando così un attacco cardiaco.

Durante un attacco cardiaco, alcune cellule muscolari muoiono e vengono sostituite da tessuto cicatriziale. Il tessuto cicatriziale danneggia il sistema elettrico del cuore. Di conseguenza, i segnali elettrici possono distribuirsi in modo anomalo. Queste modifiche cardiache aumentano il rischio di aritmie pericolose e di ACI.

La cardiopatia coronarica sembra la causa principale di ACI negli adulti, ma molti soggetti non hanno segni o sintomi di cardiopatia coronarica prima dell’arresto cardiaco.

Stress fisico

Alcuni tipi di stress fisico possono causare disturbi del sistema elettrico del cuore, come ad esempio:

  • attività fisica intensa, che comporta il rilascio di un ormone, l’adrenalina, in grado di indurre l’ACI in soggetti con problemi cardiaci,
  • livelli ematici molto bassi di potassio o magnesio, minerali determinanti per i segnali elettrici cardiaci,
  • emorragia massiccia,
  • grave carenza di ossigeno.

Disturbi ereditari

Alcune aritmie tendono ad avere un andamento famigliare. La tendenza è ereditaria, è cioè trasmessa dai genitori ai figli attraverso i geni. I componenti di queste famiglie possono avere rischi aumentati di arresto cardiaco improvviso.

Un esempio di disturbo ereditario che espone al rischio di aritmie è la sindrome del QT lungo. Si tratta di un disordine dell’attività elettrica del cuore, causato da minuscoli pori sulla superficie delle cellule muscolari cardiache. La sindrome del QT lungo può causare aritmie improvvise, incontrollabili e pericolose.

Anche individui con problemi cardiaci strutturali ereditari possono essere più a rischio di ACI. Spesso, questo genere di problemi è la causa di ACI nei bambini.

Modifiche strutturali del cuore

Modifiche delle dimensioni o della struttura cardiaca possono ripercuotersi sul sistema elettrico. Ne sono esempi la dilatazione cardiaca conseguente all’ipertensione arteriosa o all’insufficienza cardiaca grave. Anche infezioni cardiache possono alterare la struttura del cuore.

Rapporti sessuali

A differenza di quello che è il pensiero comune i rapporti sessuali NON sono in genere causa di arresto cardiaco; l’attività sessuale è un importante aspetto della vita di molte coppie e i dati a disposizione in letteratura permettono ad oggi di rassicurare i pazienti, anche nel caso di precedenti episodi cardiovascolari. Ovviamente da questo punto di vista è comunque raccomandabile affrontare sempre il discorso con il proprio specialista, per valutare il singolo caso.

Fattori di rischio

Il rischio di arresto cardiaco improvviso aumenta:

  • con l’età,
  • negli individui di sesso maschile.

Il principale fattore di rischio è comunque la cardiopatia coronarica. Molti soggetti con ACI hanno qualche grado di malattia coronarica, anche se possono non esserne consapevoli fino all’insorgenza dell’arresto. Tipicamente, la loro cardiopatia coronarica è “silente”, ossia non dà segni o sintomi, non permettendo quindi di identificarla.

Numerosi casi di ACI hanno anche attacchi cardiaci silenti o non diagnosticati prima dell’arresto conclamato. Non hanno segni evidenti di attacco cardiaco e non sono nemmeno consapevoli di averlo subito. È importante conoscere i fattori di rischio della malattia coronarica.

Altri fattori di rischio includono:

  • storia personale di aritmie,
  • storia personale o famigliare di ACI o disturbi ereditari che espongono alle aritmie,
  • abuso di droghe o alcolici,
  • attacchi cardiaci,
  • insufficienza cardiaca.

Sintomi

I sintomi tipici con cui si presenta l’arresto cardiaco sono:

In alcuni casi nell’ora precedente l’ACI compaiono

Alcuni soggetti possono percepire una salva di battiti accelerati, vertigini o confusione appena prima di svenire.

Diagnosi

L’arresto cardiaco improvviso si manifesta per definizione senza preavviso e richiede un trattamento di emergenza.

È raro ricorrere a esami strumentali durante l’arresto, più spesso la diagnosi viene posta invece in un secondo momento.

L’approccio diagnostico è per esclusione di altre cause di collasso improvviso.

Soggetti ad alto rischio di ACI possono dover ricorrere al cardiologo. Il cardiologo è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento di malattie e condizioni del cuore. È la figura professionale che valuterà l’eventuale opportunità di un trattamento preventivo.

Un ramo della cardiologia si specializza in problemi del sistema elettrico del cuore. Si tratta dei cardiologi elettrofisiologi.

Questi specialisti dispongono di vari esami per identificare fattori di rischio per l’ACI.

Cosa fare?

Trattamenti di emergenza

L’arresto cardiaco improvviso è un’emergenza medica.

Il soggetto colpito da ACI deve essere immediatamente trattato con il defibrillatore. Questo dispositivo invia uno shock elettrico al cuore, che può ripristinare un ritmo normale in un cuore che ha smesso di battere.

Per riuscire a essere efficace la defibrillazione deve essere erogata nell’arco di pochi minuti dall’arresto. Ogni minuto che passa diminuisce rapidamente le probabilità di sopravvivere.

Personale di pubblica sicurezza, tecnici di medicina d’emergenza e altri operatori del soccorso sono in genere addestrati ed equipaggiati per l’uso del defibrillatore. Chiamare immediatamente il 118 se qualcuno ha segni o sintomi di ACI. Prima avviene la chiamata, prima inizierà il trattamento salvavita.

Defibrillatori automatici esterni

I defibrillatori automatici esterni (DAE) sono defibrillatori speciali che possono essere adoperati anche da passanti non addestrati. Questi dispositivi portatili sono spesso disponibili in posti pubblici, come centri commerciali, campi sportivi, centri congressuali, aeroporti, aerei, sale da gioco, alberghi, palestre e scuole.

Sono programmati per erogare uno shock elettrico quando rilevano un’aritmia pericolosa, come la fibrillazione ventricolare. Questo permette di evitare la scossa a soggetti svenuti ma non in arresto cardiaco.

Il soggetto in ACI deve essere sottoposto a rianimazione cardiorespiratoria finché non è disponibile un defibrillatore.

Soggetti a rischio di ACI possono eventualmente equipaggiarsi di DAE in casa propria. Uno studio del 2008 condotto da istituti statunitensi (National Heart, Lung and Blood Institute e National Institutes of Health, rispettivamente istituto nazionale di cuore, polmone e sangue e istituti nazionali per la salute) ha riscontrato che equipaggiare le case di DAE è sicuro ed efficace.

  • Una corrente di pensiero ritiene che disporre di questi dispositivi in casa possa salvare diverse vite, perché molti ACI si verificano tra le mura domestiche.
  • Altri fanno notare che non esiste evidenza a sostegno che la disponibilità in casa di questi dispositivi salvi più vite. Pensano inoltre che il fatto di disporre di DAE in casa possa ritardare la chiamata ai centri di soccorso e si preoccupano che la manutenzione del dispositivo non sia adeguata o che se ne dimentichi l’ubicazione.

È comunque buona norma discutere con il proprio medico l’eventualità di dotare casa propria di DAE.

Trattamento in ospedale

Chi sopravvive a un arresto cardiaco verrà verosimilmente ricoverato in ospedale per continuare cure e trattamento. L’attività cardiaca verrà sottoposta ad attento monitoraggio. Eventualmente, verranno somministrati farmaci nel tentativo di ridurre il rischio di recidive.

Durante il ricovero ospedaliero verranno indagate le possibili cause dell’episodio di ACI. In caso di cardiopatia coronarica, è possibile essere sottoposti a interventi percutanei di rivascolarizzazione (angioplastica coronarica) o a bypass aorto-coronarico. Queste procedure aiutano a ristabilire la perfusione di sangue attraverso arterie coronarie ristrette o bloccate.

Spesso, chi è colpito da ACI viene trattato con l’impianto di un defibrillatore interno (ICD, dall’inglese Implantable Cardioverter Defibrillator). Si tratta di un piccolo dispositivo che viene inserito tramite un intervento chirurgico sotto la pelle nel torace o nell’addome. L’ICD usa impulsi elettrici o shock per cercare di controllare aritmie pericolose.

Prevenzione

Gli approcci preventivi di morti per arresto cardiaco improvviso (ACI) sono diversi a seconda se:

  • Si tratta di una recidiva.
  • È il primo attacco in un soggetto ad alto rischio.
  • È il primo attacco in un soggetto senza fattori di rischio noti.

In soggetti sopravvissuti ad arresti cardiaci improvvisi

Il rischio di ACI è alto in soggetti già sopravvissuti a un arresto. La ricerca evidenzia che l’ICD riduce le probabilità di morire di un secondo attacco di ACI. Il dispositivo viene inserito tramite un intervento chirurgico sotto la pelle nel torace o nell’addome. È dotato di fili con elettrodi sui terminali che si connettono con le camere cardiache. L’ICD monitora il battito cardiaco.

Quando rileva un ritmo pericoloso, eroga uno shock elettrico per ripristinare il ritmo normale. Possono essere somministrati farmaci per ridurre i battiti cardiaci anomali che possono attivare l’ICD.

Il dispositivo non è uguale al pacemaker. Si tratta di dispositivi simili, ma con alcune importanti differenze. Il pacemaker eroga impulsi elettrici a bassa energia. Sono spesso impiegati per trattare ritmi cardiaci meno pericolosi, come quelli che si generano nelle camere superiori del cuore. La maggior parte degli ICD di ultima generazione funziona sia da pacemaker che da ICD.

In soggetti ad alto rischio di primo episodio di arresto cardiaco

I portatori di gravi cardiopatie coronariche sono ad alto rischio di ACI. È vero soprattutto poco dopo un attacco cardiaco.

Il medico può prescrivere un tipo di medicinale noto come beta bloccante per ridurre il rischio di ACI. Può essere valutato anche il trattamento con statine nei soggetti con elevati rischi di cardiopatia o ictus.

In genere, le statine vengono prescritte in soggetti con:

Possono anche essere indicati farmaci per:

  • Ridurre il rischio di infarto o morte improvvisa.
  • Abbassare la pressione arteriosa.
  • Prevenire la formazione di trombi, possibili cause di infarto o ictus.
  • Prevenire o ritardare la necessità di una procedura percutanea o chirurgica, come l’angioplastica o il bypass aorto-coronarico.
  • Ridurre il carico di lavoro del cuore e alleviare i sintomi di cardiopatia coronarica.

È ovviamente molto importante ai fini della sopravvivenza:

  • Assumere i medicinali secondo quanto prescritto, con regolarità.
  • Non modificare le quantità o saltare dosi a meno che non sia il medico a prescriverlo.

Anche se in terapia farmacologica, si dovrà comunque osservare uno stile di vita sano e adeguato.

Anche altri trattamenti per la cardiopatia coronarica, come interventi percutanei di rivascolarizzazione (angioplastica coronarica) o bypass aorto-coronarico, possono diminuire il rischio di ACI. Ci possono essere le indicazioni per un ICD nei soggetti ad alto rischio di ACI.

In soggetti senza fattori di rischio noti per l’arresto cardiaco

La cardiopatia coronarica sembra essere la causa della maggior parte di ACI negli adulti, oltre ad essere un fattore di rischio maggiore per l’angina (dolore toracico), l’attacco cardiaco e altri disturbi ancora.

Seguire uno stile di vita sano può aiutare ad abbassare il rischio di cardiopatia coronarica, ACI e altri problemi cardiaci. Uno stile di vita sano include:

Fonte principale

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. L’arresto cardiaco può colpire un ragazzo di 20 anni? Soffro di ansia da sempre, ma adesso mi sono messo in testa questo pericolo e vivo con il terrore che possa succedermi.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Nelle persone giovani è in genere legato a difetti congeniti del cuore; sì, è quindi possibile, ma la probabilità che succeda è davvero minima.

  2. Un arresto cardiaco sarebbe un infarto? Sono la stessa cosa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, sono due eventi diversi.

      Un attacco di cuore (infarto) è una condizione in cui un coagulo di sangue blocca improvvisamente un’arteria coronaria, causando quindi la morte del tessuto che ne dipendeva (a meno di intervento tempestivo entro poche ore). In molti casi il paziente sopravvive all’episodio.

      L’arresto cardiaco invece è una condizione in cui il cuore smette improvvisamente e imprevedibilmente di battere, spesso a causa di anomalie elettriche del tessuto cardiaco preposto.

      Anche i sintomi sono diversi.