Ernia inguinale: sintomi, intervento e dolore

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Introduzione

L’ernia inguinale è una condizione in cui il grasso intra-addominale, o una parte dell’intestino tenue, si insinua attraverso un punto debole nella parte inferiore dei muscoli addominali, comparendo quindi esternamente nella zona inguinale, tra l’addome e le cosce.

I sintomi tipici con cui si presenta un’ernia inguinale sono:

  • sviluppo di un rigonfiamento su uno o entrambi i lati dell’inguine,
  • sensazione di bruciore e/o di dolore (che può aumentare in caso di tosse, sollevamento pesi, …),
  • senso di pesantezza testicolare e/o alla gamba,
  • difficoltà a stare in piedi a lungo,
  • talvolta anche disturbi digestivi.

Può comparire in qualsiasi momento della vita di un paziente, dalla prima infanzia fino all’età adulta, ed è molto più comune negli uomini che nelle donne (soprattutto prendendo in considerazione le ernie congenite, ovvero presenti sin dalla nascita).

Le ernie inguinali tendono ad aumentare di volume con il passare del tempo e l’unico approccio terapeutico risolutivo è rappresentato dall’intervento chirurgico.

Come curare ernia inguinale senza intervento?

Purtroppo non esiste cura che non sia chirurgica; nei casi in cui l’ernia sia particolarmente piccola e non sia associata a fastidi è possibile optare (a giudizio medico) per una vigile attesa, eventualmente ricorrendo a slip contenitivi che purtroppo possono tuttavia solo limitare e rallentare la progressione del disturbo, in nessun caso bloccarlo né tanto-meno risolverlo.

Dolore: l’ernia inguinale fa male?

La presenza di un’ernia può causare un senso di disagio all’altezza dell’inguine, soprattutto in caso di movimenti quali chinarsi, sollevare pesi, evacuare o tossire, quando cioè si applica una forza muscolare nella zona interessata dall’indebolimento della parete. Il fastidio in alcuni pazienti può diventare un vero e proprio dolore.

Occasionalmente gli stessi sintomi possono manifestarsi anche a livello dei testicoli.

Il dolore spesso peggiora durante il giorno, per poi migliorare in posizione sdraiata.

Un dolore improvviso, che aumenta d’intensità e accompagnato da sintomi quali nausea e vomito, febbre, impossibilità di far rientrare l’ernia sono indicativi di pericolose complicazioni (ernia strozzata), che richiedono immediato intervento ospedaliero.

Ernia inguinale

Shutterstock/Designua

La testimonianza di chi si è operato

Riporto di seguito la testimonianza ricevuta in un commento da parte di un paziente che si è sottoposto all’intervento, a beneficio di chi sta valutando se procedere.

Lunedì 23 agosto sono stato sottoposto ad intervento chirurgico di ernia inguinale sinistra doppia. Sono entrato alle 9 e 30 e alle 14 ero già seduto accanto alla mia accompagnatrice che mi riportava a casa. Non ho avvertito dolori durante l’intervento, avvenuto in anestesia locale, per non parlare del post-operatorio… assolutamente nessun fastidio!

Forse il terrore che avevo prima dell’intervento si è trasformato in una tale gioia che non percepivo nessuna sensazione negativa.

Mi dispiace per i chirurghi e i loro assistenti per lo stress che deve aver causato loro un paziente così impaurito. Sono stati gentilissimi ed hanno fatto molto per rassicurarmi. Ho dormito bene e onestamente ho continuato a non avere fastidi né limitazioni nei movimenti.

Preciso che io vivo da solo e che dal momento in cui sono rientrato a casa, precedentemente pulita a fondo, ho personalmente fatto tutto ciò che normalmente si fa per vivere, senza nessun problema. Non ho assunto antidolorifici e anche dopo la totale scomparsa degli effetti dell’anestesia e della gioia post-operatoria continuo a non sentire dolore o fastidio.  Mi muovo con cautela cercando di non fare sforzi inutili ma unicamente perchè mi è stato consgliato al momento delle dimissioni.

Preciso inoltre che sono andato ad operarmi dietro consiglio medico pur non avendo dolori neppure prima dell’intervento.

S. S.

Le cause

Dove si trova l’ernia inguinale?

L’ernia inguinale compare tipicamente all’altezza del canale inguinale, un passaggio presente sia nell’uomo che nella donna, appena al confine con la regione pubica.

Ernie addominali

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Ernia inguinale indiretta

Le ernie inguinali indirette sono congenite e molto più comuni negli uomini a causa del tipo di sviluppo nel grembo materno: in un feto di sesso maschile il funicolo spermatico ed i due testicoli, partendo da una posizione intra-addominale, scendono attraverso il canale inguinale nello scroto, la sacca che conterrà i testicoli. A volte l’ingresso del canale inguinale non si chiude correttamente, lasciando una porzione di tessuto particolarmente debole nella parete addominale. Parti di intestino tenue scivolano attraverso la debolezza all’interno del canale inguinale provocando un’ernia.

Nelle donne un’ernia indiretta inguinale è in genere causata dallo scivolamento di una porzione di un organo facente parte del sistema genito-urinario, oppure del piccolo intestino, attraverso una debolezza nella parete addominale.

Le ernie indirette sono il tipo più comune di ernia inguinale e i neonati prematuri ne sono particolarmente soggetti perché c’è meno tempo perché il canale inguinale si chiuda correttamente.

Ernia inguinale diretta

L’ernia inguinale diretta è causata da una degenerazione del tessuto connettivo dei muscoli addominali, che ne provoca un indebolimento, e si verifica solo negli uomini.

L’ernia coinvolge parti di grasso o di intestino tenue che trovano spazio attraverso i deboli muscoli dell’inguine.

Un’ernia diretta si sviluppa progressivamente a causa del continuo stress sui muscoli, uno o più dei seguenti fattori possono causare pressione sui muscoli addominali e peggiorare l’ernia:

Sintomi: come riconoscere un’ernia?

I sintomi rivelatrici della presenza di un’ernia inguinale sono:

  • presenza di un piccolo rigonfiamento in uno o entrambi i lati dell’inguine, che può aumentare in termini di dimensioni e che scompare in posizione sdraiata; nei maschi si può presentare come un gonfiore o allargamento dello scroto;
  • fastidio o dolore dovuto alla tensione durante il sollevamento di pesi o l’esercizio fisico, che migliora a riposo;
  • senso di debolezza o di pressione all’inguine;
  • bruciore, gorgoglii, o dolore da rigonfiamento.

Le ernie inguinali dirette ed indirette di solito si spostano in avanti e indietro spontaneamente attraverso il canale inguinale e spesso possono rientrare nel ventre con una leggera pressione.

Possono comparire anche

Ernie inguinali strozzate ed incarcerate

L’ernia inguinale incarcerata è un’ernia che si blocca nell’inguine o nello scroto e che non può essere riportata nell’addome. Un’ernia incarcerata è caratterizzata da gonfiore e può portare a un’ernia strozzata, in cui l’afflusso di sangue al piccolo intestino viene compromesso.

Un’ernia strangolata è una condizione grave e richiede attenzione medica immediata.

Ernia strangolata

Non è più possibile far rientrare l’ernia, il cui afflusso di sangue può venire pericolosamente ridotto (iStock.com/blueringmedia)

Quando preoccuparsi?

I sintomi di un’ernia strozzata comprendono:

Se non trattata si manifestano nausea, vomito e il paziente può andare incontro allo sviluppo di  gravi infezioni; richiede un tempestivo intervento chirurgico, diversamente può risultare fatale.

Durante l’intervento deve in genere essere rimossa anche una porzione di intestino.

Diagnosi

Ai fini della diagnosi di ernia inguinale il medico si avvale di un’approfondita anamnesi ed una visita medica.

Alla persona può essere richiesto di sdraiarsi o tossire per permettere al medico di sentire l’ernia, in particolare come questa si muove nell’inguine o nello scroto. Il medico controlla per vedere se l’ernia può essere massaggiata delicatamente e riportata alla nella posizione corretta dell’addome.

In genere non è necessario ricorrere a esami di imaging, ma in certi pazienti è possibile/necessario ricorrere a:

Quando operare un’ernia inguinale?

L’unica cura disponibile per un’ernia inguinale è quella chirurgica, che quindi andrebbe sempre trattata (con l’eccezione dei pazienti in cui i rischi associati l’intervento superano quelli legati al mancato trattamento, come per esempio nella popolazione più anziana).

Quello che può cambiare sono invece le tempistiche con cui viene programmata l’operazione, variabile in base a fattori quali:

  • rischio più o meno imminente di complicazioni,
  • impedimenti nel quotidiano.

Nel caso di ernie piccole e prive di sintomatologia il medico potrebbe raccomandare un approccio di vigile attesa, ma è bene essere consapevoli che con buona probabilità si arriverà comunque alla necessità di intervenire chirurgicamente.

In caso di ernia inguinale incarcerata o strozzata l’intervento viene invece praticato in regime d’urgenza.

Operazione ed intervento chirurgico

Intervento per ernia inguinale

By BruceBlaus – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59672319

Negli adulti le ernie inguinali che si ingrossano (o a maggior ragione che diventano strozzate) devono essere trattate chirurgicamente; un’ernia inguinale non può andare incontro a guarigione spontanea.

Nei neonati e nei bambini le ernie inguinali sono sempre operate per prevenire l’incarcerazione.

I principali approcci chirurgici per il trattamento dell’ernia sono essenzialmente due:

  • Negli interventi a cielo aperto per l’asportazione dell’ernia una persona viene sottoposta ad anestesia locale o spinale. La zona dell’addome si può intorpidire, si può ricorrere anche all’anestesia generale per indurre la persona al sonno, o una combinazione delle due. Il chirurgo pratica un’incisione nell’inguine, fa rientrare l’ernia nella sua sede addominale e rafforza la parete muscolare con punti di sutura. Di norma l’area muscolare indebolita viene rinforzata con una maglia di fibre sintetiche per fornire un sostegno supplementare (ernioplastica).
  • La chirurgia laparoscopica viene eseguita utilizzando l’anestesia totale. Il chirurgo, con diverse piccole incisioni nel basso addome, inserisce un laparoscopio (un tubo sottile con una piccola telecamera collegata ad un filo) che invia un’immagine ingrandita dell’interno del corpo ad un monitor; il chirurgo ha così una visione dell’ernia e del tessuto circostante. Durante la visualizzazione si utilizzano appositi strumenti per riparare l’ernia utilizzando maglie sintetiche.

In entrambi i casi la durata dell’intervento è in genere compresa tra i 30 e i 60 minuti circa.

È possibile individuare vantaggi e svantaggi per entrambi gli approcci, quindi la scelta della tipologia d’intervento dipende essenzialmente dalle caratteristiche del paziente e dall’esperienza del chirurgo.

In genere la dimissione avviene lo stesso giorno o quello successivo all’intervento, ma è molto importante attenersi scrupolosamente alle indicazioni date dal chirurgo per un recupero ottimale.

Il tempo di recupero varia a seconda

  • delle dimensioni dell’ernia,
  • della tecnica utilizzata,
  • dall’età e dalla salute del paziente.

I pazienti che si sottopongono a chirurgia laparoscopica richiedono in genere un tempo di recupero minore, tuttavia il medico può ritenere che la chirurgia laparoscopica non sia la scelta migliore se per esempio l’ernia è molto grande o se il paziente abbia subito in passato interventi di chirurgia pelvica.

La maggior parte dei pazienti va incontro ad un recupero completo entro 6 settimane, sebbene in molti casi sia possibile riprendere a guidare e praticare attività a basso impatto fisico entro 2 settimane. Nei bambini e nei neonati generalmente si ottiene un recupero più rapido e meno doloroso.

Generalmente vengono prescritti antidolorifici nei giorni successivi all’operazione, ma l’operazione è relativamente sicura e le possibili complicazioni rare; in ogni caso conoscere i possibili rischi permette ai pazienti di valutare con maggiore sicurezza eventuali sintomi postoperatori:

  • Rischio legato all’anestesia generale, possibili sopratutto in pazienti anziani o con problemi di salute pregressi; legati a quest’aspetto si verificano talvolta nausea, vomito, ritenzione urinaria, mal di gola e mal di testa. Complicazioni più gravi e rare sono infarto, ictus, polmonite e sviluppo di coaguli di sangue nella circolazione delle gambe (trombosi venosa profonda). Per ridurre il rischio di trombosi e polmonite è utile alzarsi dal letto il più presto possibile a seguito dell’operazione.
  • È possible che l’ernia ricompaia alcuni anni dopo l’operazione e di fatto il rischio di recidiva è la complicazione più comune.
  • Possono verificarsi accumuli di liquidi o sangue nello spazio lasciato libero dall’ernia, ma i casi che necessitano di ulteriore intervento chirurgico sono estremamente rari.
  • Altrettanto rare, ma comunque possibili, sono le infezioni alla ferita chirurgica: più comuni negli adulti che nei bambini, possono provocare febbre, rossore, gonfiore e dolore alla ferita.
  • Talvolta la cicatrice può diventare causa di dolore, che generalmente scompare con il tempo.
  • Estremamente rari sono complicazioni ad organi interni vicini al distretto operato: intestino, vescica, reni, nervi, vasi sanguigni, organi dell’apparato riproduttore.

Complicazioni gravi sono più comuni nei pazienti con:

  • più di 50 anni,
  • che fumano,
  • con malattie croniche (cardiache, respiratorie, …).

Si raccomanda di rivolgersi rapidamente al chirurgo o ad un medico nel caso di:

Fonti e blbliografia

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Domande e risposte
  1. Quando preoccuparsi per un’ernia inguinale?

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      La presenza di ernia andrebbe sempre riferita al curante e monitorata nel tempo; costituiscono un importante campanello d’allarme i seguenti sintomi:

      • debolezza,
      • arrossamento,
      • improvviso dolore che peggiora rapidamente,
      • febbre,
      • aumentata frequenza cardiaca.
      • nausea e vomito.
  2. Quando operare un’ernia inguinale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In generale un’ernia inguinale andrebbe operata il prima possibile, perché l’attesa conduce inevitabilmente ad un progressivo peggioramento che rende via via sempre più complesso l’intervento, oltre a causare un graduale aumento del rischio di complicazioni.
      A seconda dei casi (stato di salute, stile di vita, età, …) è possibile in alcuni casi optare per una vigile attesa.

  3. Come curare un’ernia inguinale senza intervento?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo non esistono alternative alla chirurgia.

  4. Dove si trova l’ernia inguinale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’ernia inguinale compare tipicamente al confine con la regione pubica (vedi immagine).

  5. Causa dolore e altri sintomi?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il sintomo caratteristico è sicuramente la presenza di un rigonfiamento poco sopra la zona pubica, che tende a regredire (almeno nelle prime fasi) quando spinto verso l’interno; può essere accompagnato da fastidio o dolore (soprattutto a seguito di sforzi, tosse, …) e
      senso di pesantezza ai testicoli e/o alla gamba.