Introduzione alla dialisi
La dialisi è una terapia medica che sostituisce parzialmente la funzionalità renale e che diventa necessaria quando i reni non sono più in grado di lavorare normalmente (insufficienza renale), in particolare quando la funzionalità del paziente risulta compromessa dell’85-90% (GFR inferiore a 15).
Se non trattati, i pazienti con insufficienza renale vanno incontro a un pericoloso accumulo di tossine e sostanze di rifiuto nel sangue, oltre che di fluidi, causa di sintomi via via più debilitanti fino a diventare fatali.
Il trattamento ha lo scopo di filtrare dal sangue acqua e sostanze di rifiuto, permettendo un grande miglioramento del benessere del paziente affetto da disturbi renali.
I diversi tipi di dialisi sono state introdotti a metà degli anni Quaranta, ma solo qualche decennio dopo la pratica è entrata realmente in clinica, fino a diventare una procedura standard in tutto il mondo, permettendo a migliaia di pazienti di vivere meglio e più a lungo.
La dialisi, esattamente come i reni sani, contribuisce al mantenimento della salute e dell’equilibrio dell’organismo. Serve infatti per:
- rimuovere le sostanze di rifiuto, i sali minerali e i liquidi in eccesso, impedendone l’accumulo nell’organismo,
- mantenere l’equilibrio di determinate sostanze nel sangue, ad esempio del potassio, del sodio e del bicarbonato,
- aiutare a tenere sotto controllo la pressione del sangue.
Non sempre l’insufficienza renale è definitiva, alcune forme acute regrediscono dopo la terapia, anche se in alcuni casi può essere necessario continuare la dialisi per un breve periodo anche dopo che i reni cominciano a guarire.
Nell’insufficienza renale cronica o grave i reni non guariscono ed il paziente dovrà ricorrere alla dialisi per tutta la vita. La dialisi riesce a sostituire la funzionalità renale solo parzialmente e non è una terapia per guarire le patologie renali. Dovrete quindi eseguire la dialisi per tutta la vita, a meno che non riusciate a ottenere un trapianto di rene.
L’aspettativa di vita di un paziente in dialisi può variare considerevolmente a seconda delle altre condizioni mediche presenti e dallo scrupolo con cui ci si attiene al trattamento; la media è di 5-10 anni, tuttavia molti pazienti hanno vissuto bene in dialisi per 20 o anche 30 anni. Un fattore chiave, escluso ovviamente il trapianto di rene, è l’età in cui si inizia a sottoporsi alla dialisi:
- iniziando con meno di trent’anni ci si aspetta una sopravvivenza media di circa 20 anni o più,
- mentre iniziando con più di 75 anni l’aspettativa media è ridotta a pochi anni.
Sottolineiamo tuttavia che si tratta di valori medi, dipendenti quindi da numerose altre variabili.
La dialisi è dolorosa? Ha effetti collaterali?
Il paziente avverte in genere un leggero fastidio al momento dell’inserimento degli aghi, per il resto la dialisi è una terapia completamente indolore.
L’effetto collaterale più comune della dialisi è un abbassamento della pressione, che si corregge in genere con un’adeguata assunzione di liquidi (secondo le indicazioni del nefrologo).
Nausea e vomito sono due sintomi spesso correlati alle malattie renali in genere, ma sono peggiorati dalla pressione bassa e dall’eccessiva quantità di liquidi.
Altri effetti collaterali meno comuni sono legati a problemi di
ma in genere sono fastidi che con il tempo vanno migliorando.
Molto comune è purtroppo la sensazione di stanchezza e affaticamento.
Le diverse tipologie di dialisi
La dialisi può essere effettuata in
- ospedale,
- centro specializzato
- a casa.
Deciderete insieme al vostro medico qual è il luogo migliore per effettuarla, a seconda del vostro stato di salute e delle vostre preferenze.
Ci sono due tipi di dialisi,
- emodialisi
- dialisi peritoneale.
Emodialisi
L’emodialisi è la forma più comune di dialisi; durante la procedura un tubicino viene attaccato a un ago inserito nel braccio e il sangue così estratto viene fatto passare in un dispositivo esterno in grado di procedere alla filtrazione, prima di rientrare nel braccio attraverso un secondo ago.
Viene in genere richiesto di sottoporsi a tre sedute alla settimana, con una durata di circa quattro ore l’una, che avvengono in ambiente ospedaliero.
Si tratta di un approccio adatto a chiunque non sia in grado di gestire personalmente la dialisi peritoneale che vedremo in seguito.
Il vantaggio principale è quello di garantire 4 giorni completamente liberi, che permettono una pianificazione della vita del paziente con maggior elasticità.
Può comportare invece qualche disagio in più in caso di spostamenti, che richiedono un’attenta pianificazione delle sedute; altro svantaggio è che è richiesta al paziente la stretta osservanza di uno scrupoloso regime dietetico, ivi compresa la quantità di liquidi che può bere.
Tra i rischi principali ricordiamo infine:
- pressione bassa (a causa dei liquidi rimossi durante l’emodialisi), che può avere come conseguenze anche nausea e vertigini;
- sepsi, una pericolosa infezione del sangue;
- crampi muscolari, probabilmente causati dalla rimozione dei fluidi,
- prurito,
- disturbi del sonno,
- dolori ossei e articolari,
- riduzione del desiderio e disfunzione erettile,
- bocca secca,
- ansia.
Per approfondire l’emodialisi clicca qui.
Dialisi peritoneale
La dialisi peritoneale utilizza il rivestimento interno dell’addome (peritoneo) come filtro, al posto di un filtro esterno. Come i reni, il peritoneo contiene migliaia di piccoli vasi sanguigni che lo rendono una buona alternativa di filtro naturale.
Prima dell’inizio del trattamento viene praticata un’incisione vicino all’ombelico e il chirurgo provvede a posizionare un sottile tubicino (chiamato catetere) nello spazio all’interno dell’addome (cavità peritoneale); questo viene lasciato in posizione permanente, quindi si tratta di un intervento che viene praticato un’unica volta prima di iniziare il percorso di dialisi.
Attraverso il catetere posizionato viene immesso nella cavità peritoneale uno specifico fluido fornito a livello ospedaliero e, quando il sangue passa attraverso i vasi sanguigni che rivestono la cavità, i prodotti di scarto e i liquidi in eccesso vengono estratti dal sangue e raccolti nel fluido di dialisi.
Il fluido utilizzato viene scaricato in un sacchetto poche ore più tardi e sostituito con liquido fresco.
La sostituzione del liquido in genere richiede 30-40 minuti e normalmente deve essere ripetuta quattro volte al giorno; in alternativa questi scambi possono essere gestiti da una macchina durante il riposo notturno.
Il vantaggio principale di questo approccio è che il procedimento può essere gestito in autonomia dal paziente, senza i trasferimenti verso l’ospedale; gli apparecchi hanno una dimensione tale da poter essere eventualmente trasportati con relativa facilità in caso di vacanza o trasferimento per altri motivi.
Ci sono infine meno restrizioni dietetiche rispetto a quelle imposte ai pazienti in emodialisi.
Lo svantaggio principale è che il procedimento va eseguito tutti i giorni, nessuno escluso, inoltre alcuni pazienti si trovano a disagio con il dispositivo fisso a livello addominale.
Un grosso rischio relativo a questa forma di dialisi è il possibile sviluppo di peritonite, un’infezione della membrana che riveste la cavità addominale; alcuni pazienti sono inoltre costretti a passare all’emodialisi dopo qualche anno di dialisi peritoneale per la graduale e progressiva comparsa di ispessimenti e cicatrici sul peritoneo.
Ricordiamo infine la possibile comparsa di stanchezza e talvolta malnutrizione, a causa della riduzione di proteine nel sangue.
Tra i principali rischi ed effetti collaterali troviamo:
- peritonite, una grave infezione del peritoneo caratterizzata da dolori, febbre alta, brividi, …;
- comparsa di ernia,
- aumento di peso.
Per approfondire la dialisi peritoneale clicca qui.
Dialisi e dieta
Una dieta scrupolosa è davvero in grado di fare la differenza in termini di benessere percepito dal paziente, con l’obiettivo di ridurre il consumo di quegli alimenti in grado di favorire la comparsa di sostanze di rifiuto e tossine, ma soprattutto un pericoloso accumulo di liquidi, che può essere causa di:
- gonfiore e aumento di peso tra le sessioni di dialisi,
- oscillazioni importanti della pressione del sangue,
- maggiori difficoltà del lavoro cardiaco,
- accumulo di liquido nei polmoni e peggioramento della respirazione.
Riportiamo qui alcune indicazioni molto generiche, utili a farsi un’idea generale, ma si sottolinea la necessità di pianificare la dieta con i proprio medici.
- Liquidi. Il medico vi aiuterà a capire quanti liquidi dovete bere al giorno. I liquidi in eccesso possono far aumentare la pressione, ostacolare il lavoro del cuore e aumentare lo stress organico dovuto alla dialisi. Ricordate che diversi alimenti, come le minestre, i gelati e la frutta, contengono molta acqua. Chiedete al medico come fare per controllare la sete.
- Potassio. Il potassio si trova in diversi alimenti, soprattutto nella frutta e nella verdura. Il potassio contribuisce a regolare il battito cardiaco, quindi assumerne in eccesso può essere molto pericoloso per il cuore. Per tenere sotto controllo i livelli di potassio nel sangue potete evitare le arance, le banane, i pomodori e la frutta secca. È possibile diminuire la quantità di potassio nelle patate e nelle altre verdure pelandole e lasciandole in ammollo in una pentola d’acqua per diverse ore, e poi bollendole.
- Fosforo. Il fosforo, se consumato in dosi elevate, può indebolire le ossa e causare prurito. Tenere sotto controllo il fosforo può essere ancor più importante rispetto alla regolazione dei livelli del calcio al fine di prevenire le patologie ossee e le complicazioni connesse. Gli alimenti come il latte, i formaggi, i legumi secchi e freschi, la cola, la frutta a guscio e il burro d’arachidi sono ricchi di fosforo e dovrebbero essere evitati. Probabilmente dovrete assumere un legante del fosforo insieme agli alimenti per tenere sotto controllo i livelli di fosforo nel sangue nelle pause tra le sessioni di dialisi.
- Sale da cucina (cloruro di sodio). La maggior parte degli alimenti conservati o surgelati contiene grandi quantità di sodio, l’eccesso di sodio aumenta la sete e, quando si beve di più del solito, il cuore deve lavorare di più per pompare il sangue nell’organismo. Con l’andare del tempo, possono insorgere l’ipertensione e l’insufficienza cardiaca congestizia. Cercate di mangiare molti alimenti poveri di sodio e cercate i prodotti con l’indicazione “a basso contenuto di sodio” sull’etichetta.
- Proteine. Prima di iniziare la dialisi il medico probabilmente vi ha consigliato di seguire una dieta a basso contenuto di proteine per preservare la funzionalità renale. Ora che avete iniziato la dialisi le vostre esigenze nutrizionali sono cambiate. Alla maggior parte dei pazienti dializzati viene consigliato di seguire una dieta il più ricca possibile di proteine di alta qualità. Le proteine aiutano a formare i muscoli e riparare i tessuti danneggiati, ma producono come sostanza di scarto l’urea (azoto ureico, o BUN). Alcune fonti proteiche, le cosiddette proteine di alta qualità, producono meno sostanze di scarto rispetto alle proteine semplici. Le proteine di alta qualità sono quelle contenute nella carne, nel pesce, nel pollame e nelle uova. Ottenere la maggior parte delle proteine da queste fonti può far diminuire la quantità di urea nel sangue.
- Calorie. La caloria è l’unità di misura dell’energia necessaria per l’organismo. Alcuni pazienti dializzati devono ingrassare, e quindi devono escogitare modi per aggiungere calorie alla dieta. Gli oli vegetali, come quello d’oliva o di semi, sono buone fonti di calorie e non causano squilibri nel colesterolo. Anche le caramelle, lo zucchero, il miele, la marmellata e le gelatine forniscono calorie ed energia, ma influiscono profondamente sulla glicemia (quantità di zucchero nel sangue) e sono quindi considerato un importante fattore di rischio per lo sviluppo/peggioramento del diabete..
- Integratori alimentari. Quando la dieta impone di evitare diversi alimenti, ci possono essere carenze di vitamine e di sali minerali. La dialisi, inoltre, rimuove anche parte delle vitamine dall’organismo. Il medico può quindi prescrivervi un integratore alimentare ideato appositamente per i pazienti affetti da insufficienza renale. Assumetelo il giorno stesso della dialisi, dopo la terapia. Non fate mai l’errore di comprare e assumere gli integratori in vendita senza ricetta, perché potrebbero contenere vitamine o sali minerali dannosi.
Influenza della dialisi sullo stile di vita
Molti pazienti riescono ad avere una vita completamente normale, tranne che nei momenti da dedicare alla terapia.
La dialisi di norma vi farà sentire meglio, perché contribuisce ad alleviare molti dei problemi connessi all’insufficienza renale.
Voi e la vostra famiglia avrete bisogno di un po’ di tempo per abituarvi ai ritmi della dialisi, ma in genere a un paziente dializzato è permesso:
- continuare a studiare o lavorare (solo nel caso di lavoro fisicamente impegnativo potrebbe nascere qualche difficoltà),
- guidare,
- praticare attività fisica,
- nuotare,
- andare in vacanza (i centri in cui effettuare la dialisi si trovano più o meno dappertutto, anche all’estero, e la terapia è standardizzata).
Fatica
Un importante senso di stanchezza e affaticamento è piuttosto comune nei soggetti che si sottopongono a dialisi, a causa dei seguenti aspetti:
- incapacità dei reni di svolgere il proprio lavoro,
- effetto della dialisi sull’organismo,
- restrizioni dietetiche associate alla dialisi (soprattutto emodialisi),
- stress e ansia legate alla situazione.
Una regolare attività fisica non solo è permessa, ma compatibilmente con il proprio stato di salute è spesso incoraggiata dai medici anche per contrastare questo possibile effetto collaterale.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
MIO PADRE HA 84 ANNI E’ IN DIALISI ,DA 2 MESI ,IN DUE MESI E DIMAGRITO DI 30 KG,RIDURRE LE DIALISI DA 3 A 2 ,POTREBBE AIUTARLO A RIMETTERSI?
Temo che sarebbe controproducente, a meno che non sia un espresso consiglio del nefrologo.
Leggendo il commento iniziale non sembra che si sappia veramente cosa sia l’emodialisi.
Ho 48 anni, mi sono ammalata quando avevo 6 anni e ho iniziato dopo poco a fare dialisi 3 volte la settimana per minimo 4 ore – a quel tempo per i bambini, ed i loro genitori, era un’odissea uscire vivi dalla dialisi. Ma non voglio raccontarvi quella vita, ma quella per cui mi reputo una “fortunata”. Ho potuto fare 2 trapianti uno ed è durato 2 anni il secondo è durato 25 anni e mezzo. Ora ho ricominciato la dialisi da più di 5 anni. Non è vero che non soffrì, non è vero che gli aghi non fanno male, la fistola sarà pure una semplice operazione, ma preziosa perchè si rompe, “scoppia” e puoi morire dissanguata (a me stava succedendo, per incuria dei medici). La dialisi lo accettata da tanti anni, ci sono cresciuta e ho sempre studiato, mi sono laureata e ho sempre lavorato, non raccontando il dolore e la sofferenza di questo tipo di vita. Perchè la vita va vissuta comunque sia e perchè le persone non vogliono essere amici dei malati, soprattutto da alcuni anni, sono troppo concentrate su se stesse.
È difficile essere dializzati, se anziano sai che nessuno avrà veramente cura di te, se giovani ti dicono che devi fare una vita normale, senza sapere che non è così facile perchè la forza deve essere solo tua.
Non è vero che non puoi bere solo alcolici, non puoi proprio per niente!
Il peso che porti in dialisi è un grande problema, i liquidi sono anche nei cibi! Prova a calcolare, anche solo ora che fa caldo, ci staresti con 2 bicchieri e mezzo in più di 48 ore?
Sarebbe tutto troppo lungo, comunque state vicino ai vostri genitori e ai vostri figli o parenti, non commiserandoli o facendoli sentire malati ma PARTECIPANDO E COLLABORANDO a una nuova vita difficile da capire.
Grazie liv
Grazie a lei per la sua testimonianza.
Salve ho mia mamma di 72 anni, e stata in cura x insufficenza renale x ben 18 anni curata alla perfezione.. x ben 3 anni ha fatto la dialisi peritoneale,, nel giro di tre quattro mesi ha avuto un infezzione, l’ultima e stata il 1 di luglio presa x i capelli , cmq decisione nel giro di pochi giorni togliere tutto e mettere catetere al collo.. indecisione tra i medici coin paura che si infettasse nuovamente e sta volta non ce l’avrebbe fatta.
al che ha iniziato extra corporea in ospedale pressione alta cmq tutto sembrava andesse bene.
Tornata a casa la mattina x ben 2 volte alla settimana va a fare dialisi aspettando che mia mamma si riprendesse x fare fistola al braccio e togliere il catetere al collo.
Ora e’ e gia due volte lunedi e oggi che purtoppo gli vengono fibrillazzioni e respira male, staccano dalla dialisi e va in pronto soccorso.. gli hanno segnato calciparina x defluire il sangue..
Ora la mia domanda e’ questa sempre se lei puol rispondermi, io vivo in svizzera sto malissimo al saperla star male, ma secondo lei queste fibrillazioni ci sono cure x salvarla? E IN RISCHIO DI VITA?
la dialisi deve x forza farla ma ci sono cure che non gli faranno piu venire fibrillazzioni? altrimenti tutte le volte che si dealizza sorge tanta paura..
Con la cortese attanzione le porgo i miei piu cordiali saluti.
È sicuramente una situazione che va al di là delle mie competenze, ma è un equilibrio delicato e non le nascondo che i rischi esistono (anche se Calciparina permette una ragionevole tranquillità).
Ho letto tutti i vostri commenti . Ha solo 1 anno che faccio dialisi . Ho 20 anni. Sono entrata in dialisi a 19 anni.
Mia.madre mi donerà un rene e a settembre farò il trapianto. La cosa più difficile è non poter bere l’acqua….di questo ne soffro molto anche xke la cosa vietata è sempre quella più desiderata. Che dire …confido in Dio e nel suo aiuto. A LUI NIENTE GLI È IMPOSSIBILE! la mia vita è nelle sue mani. Prima o poi finira!
io sono un dializato da quasi due anni, e’ sto molto meglio dal principio.
Salve sono in dialisi da 2anni e volevo un consiglio io porto di peso nei turni corti 2chili in quello lungo 4 chili la mia pompa la mettono 400 oppure 350 volevo sapere da voi se la pompa così è molto alta io la vorrei a 300 perché più alta mi sento male ho ragione io ho loro grazie
Salve, non posso darle una risposta non avendo un quadro clinico completo, ma confido nel fatto che i colleghi specialisti abbiamo valutato la situazione prendendo le giuste decisioni.
Mia mamma è dializzata da 1 anno a 83 anni ma è normale che quando torna dalla dialisi gli si abbassa la pressione e deve sdraiarsi subito non c’è qualcosa per fare in modo che nn si abbassi così tanto!!! Grazie
Salve, può succedere di avere ipotensione dopo la dialisi, ma se succede sistematicamente è il caso di riferirlo ai nefrologi del centro in modo tale che possano provare a modificare qualche impostazione per migliorare la pressione post seduta dialitica. saluti
La dialisi può essere temporanea? Oppure una volta iniziata è per sempre?
Nel caso di grave infezione dei reni che porta ad una perdita improvvisa della loro funzione (insufficienza renale acuta) la dialisi è necessaria solo temporaneamente, fino al recupero dell’attività fisiologica dei reni.
Un paziente in dialisi deve continuare ad alimentarsi con gli specifici prodotti aproteici?
In genere no, non è più necessario.
È possibile farla anche ai bambini?
Sì, può essere applicata anche ai bambini.