Vaccino antinfluenzale 2023-2024, quello che devi sapere

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Avvertenza

Il presente documento risponde alle domande più comuni sui vaccini antinfluenzali, ma si raccomanda di fare riferimento al proprio medico e al foglietto illustrativo per verificare specificità legate rispettivamente al paziente o alla formulazione scelta.

Quando farlo?

Idealmente bisognerebbe sottoporsi alla vaccinazione nella seconda metà di novembre, così da essere immunizzati prima dell’arrivo delle festività (periodo comunemente associato all’inizio della fase epidemica). È comunque possibile e utile vaccinarsi anche in seguito, se non fosse stato possibile farlo prima.

In quale braccio si fa?

È indifferente.

Primo piano del momento dell'iniezione antinfluenzale nel braccio di un paziente adulto

Shutterstock/Duet PandG

Quante dosi servono

È in genere sufficiente un’unica dose, a inizio stagione.

Nel caso dei bambini con meno di 9 anni di età e mai vaccinati in precedenza contro l’influenza deve essere somministrata una seconda dose dopo un intervallo di tempo di almeno 4 settimane

Fino a quando si può fare?

Non è un problema vaccinarsi anche a epidemia già iniziata.

La Circolare 21 aprile 2023 “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2023-2024” raccomanda infatti, compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.

Poiché il vaccino antinfluenzale è prodotto da aziende private, la disponibilità dipende dal loro ciclo produttivo e dalla risposta della popolazione alla campagna vaccinale, quindi in alcuni anni si va incontro a esaurimento delle scorte prima del termine della stagione.

Quando fa effetto? Dopo quanti giorni è efficace?

I vaccini inducono lo sviluppo di anticorpi circa due settimane dopo la loro somministrazione (10-14 giorni secondo l’ECDC). Questi anticorpi proteggono da infezioni conseguenti agli stessi virus presenti nel farmaco.

Quanto dura l’effetto?

La copertura in un soggetto con sistema immunitario sano ha una durata di circa 6-8 mesi.

(Vedere domanda “Quanto dura la protezione della vaccinazione antinfluenzale?” nella parte finale dell’articolo per approfondire)

Con il vaccino antinfluenzale si può prendere l’influenza?

Sì. È possibile ammalarsi di influenza anche se vaccinati, tenuto conto che la diagnosi non è certa a meno di fare un esame specifico. È possibile per questi due motivi:

  • Ci si potrebbe essere esposti al virus poco prima di essere stati vaccinati o nel periodo dopo il vaccino in cui l’organismo sta sviluppando la protezione. Ci si potrebbe quindi ammalare prima che il vaccino sia diventato efficace. Ci vogliono circa due settimane dal vaccino perché si sviluppino gli anticorpi che proteggono dall’infezione.
  • Si potrebbe venire in contatto con un virus dell’influenza non incluso nel vaccino stagionale. Ogni anno, circolano diversi virus influenzali. Il vaccino è studiato per proteggere contro i tre o quattro ceppi ritenuti i più comuni dalla ricerca.

Sfortunatamente, alcuni soggetti possono comunque infettarsi, nonostante la vaccinazione, con uno dei virus cui il vaccino dovrebbe dare protezione. La protezione fornita dal vaccino può variare notevolmente, in funzione dello stato di salute e dell’età dell’individuo che viene vaccinato. In generale, il vaccino antinfluenzale funziona meglio negli adulti sani più giovani e nei bambini più grandi. Soggetti più anziani e persone con alcune malattie croniche possono sviluppare in risposta al vaccino un minor livello di immunità. La vaccinazione non è uno strumento perfetto, ma è il modo migliore per proteggersi dall’influenza.

Il vaccino è efficace contro raffreddore e influenza intestinale?

I vaccini per l’influenza stagionale sono studiati per proteggere contro l’infezione e la malattia causata dai virus influenzali che la comunità scientifica indica come i più probabili responsabili della stagione influenzale. I vaccini “trivalenti” sono concepiti per proteggere da tre virus influenzali, quelli “quadrivalenti” da quattro virus influenzali.

I vaccini antinfluenzali NON proteggono invece da infezioni e malattie causate da altri virus che possono dare sintomi simili all’influenza.

Ci sono molti altri virus oltre a quelli influenzali che possono provocare sindromi simili all’influenza (sindromi para-influenzali) che circolano durante la stagione influenzale. Questi virus includono

  • rinovirus (una causa di “raffreddore comune”),
  • virus respiratori sinciziali (RSV, Respiratory Syncityal Virus), la causa più frequente di sindrome respiratoria grave nella prima infanzia, nonché un’importante causa di morte da patologia respiratoria nei soggetti con 65 anni e più,
  • ma anche i virus responsabili della cosiddetta influenza intestinale.

Ha controindicazioni? Quando NON fare il vaccino

È controindicata la vaccinazione per:

  • Lattanti al di sotto dei sei mesi (non esistono sufficienti studi in questa fascia di età).
  • Soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) ad una precedente vaccinazione antinfluenzale.
  • Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre.
  • Casi di sindrome di Guillain-Barrè insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale.

Specifiche controindicazioni alla somministrazione di vaccini antinfluenzali sono poi contenute nella scheda tecnica del prodotto, ad esempio nel caso del vaccino in forma di spray nasale  persiste la controindicazione in caso di allergia alle proteine dell’uovo (a differenza dei  tradizionali in fiala-siringa).

Cade invece la controindicazione per le donne nei primi 3 mesi di gravidanza, che possono ora accedere con ragionevole sicurezza alla vaccinazione anche durante il primo trimestre (come per esempio succede nel Regno Unito), grazie al progressivo accumularsi delle evidenze di sicurezza. Nonostante non ancora tutti gli Autori concordino con questo approccio, le più importanti società medico-scientifiche ne supportano il ricorso. Si raccomanda esclusivamente di evitare le formulazioni a virus attenuati.

Non è un problema vaccinare le persone sane a epidemia già iniziata.

Si noti che NON rappresentano una controindicazione i seguenti casi:

  • allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche,
  • malattie acute di lieve entità,
  • allattamento,
  • allergia al lattice (che non è stato rilevato nelle siringhe usate, come confermato anche dalle linee guida di quest’anno),
  • infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite.

L’Associazione Italiana di Oncologia raccomanda anche ai pazienti in cura per un tumore di procedere alla vaccinazione, sia a coloro in terapia (chemioterapi, terapia biologica, …) sia a coloro che eventualmente fossero in vigile attesa. L’associazione sottolinea anche l’importanza di procedere alla vaccinazione dei famigliari del paziente. In caso di chemioterapia si consiglia di  effettuarlo prima che un paziente inizi la cura, se già in trattamento è possibile procedere con il vaccino due settimane prima del ciclo di chemioterapia previsto.

Si può fare il vaccino antinfluenzale con il raffreddore? E con l’influenza?

Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una precauzione e può essere necessario approfondire il singolo caso valutando il rapporto beneficio/rischio (eventualmente rimandando di qualche giorno la vaccinazione, se ritenuto preferibile dal medico).

Malattie acute di lieve entità, come un raffreddore, non rappresentano una controindicazione.

Chi è allergico alle uova può fare il vaccino?

A meno che non ci siano precedenti di reazioni anafilattiche sì, si può accedere alla vaccinazione.

Lo possono fare anche i bambini?

Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non abbiano controindicazioni al vaccino.

Si può fare il vaccino in gravidanza?

La scelta ultima va presa in accordo con il ginecologo, ma le Linee Guida Ministeriali invitano tutte le donne incinte a sottoporsi alla vaccinazione per proteggersi dalle temibili complicanze dell’infezione durante la gestazione.

La somministrazione di una dose durante la gravidanza può proteggere anche il bambino sin dalla nascita e fino a 6 mesi di età.

Può dare effetti collaterali?

Anche se un vaccino antinfluenzale non può provocare l’influenza, può essere causa di comparsa di alcuni effetti collaterali. Questi effetti indesiderati sono in genere modesti e di breve durata, soprattutto se confrontati con i sintomi di un brutto caso di influenza, ed includono:

I sintomi sistemici (che coinvolgono cioè l’interno organismo) possono comparire da 6 a 12 ore dopo la somministrazione e sono destinati a risolversi in 1-2 giorni:

Quando compaiono, questi problemi iniziano poco dopo la vaccinazione e sono modesti e di breve durata, ed in ogni caso le persone che li manifestano sono solo una minoranza, perché la maggior parte non mostra alcun effetto collaterale.

Il profilo di sicurezza dei più recenti vaccini tetravalenti è sovrapponibile a quello dei classici trivalenti, presentano come effetti collaterali comuni (più di un paziente su 10):

In rare circostanze la vaccinazione antinfluenzale può causare problemi più severi, ad esempio gravi reazioni allergiche; è inoltre stata associata alla sindrome di Guillain-Barré, ma il rischio assoluto è molto basso (circa 1-2 casi aggiuntivi per milione di persone vaccinate).

Nella stagione 2014/15 sono stati segnalati numerosi effetti collaterali gravi o fatali associati alla somministrazione del v. adiuvato Fluad®. L’analisi delle segnalazioni condotta dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e la valutazione del rischio effettuata dal Comitato di farmacovigilanza (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee PRAC) dell’EMA, hanno escluso la responsabilità del vaccino antinfluenzale sui decessi segnalati. Inoltre i risultati dei test condotti in ISS hanno confermato la sicurezza di Fluad®.

Quanto durano?

Gli effetti collaterali del vaccino antinfluenzale durano al più qualche giorno, in genere 1-2.

Può causare febbre?

Sì, in alcuni soggetti potrebbe favorire la comparsa di una modesta febbriciattola.

Si può contrarre l’influenza a causa dell’iniezione antinfluenzale?

No, il vaccino antinfluenzale non può causare l’influenza.

Reazione allergica al vaccino antinfluenzale: dopo quanto?

In caso di reazione allergica grave questa di norma compare molto rapidamente, nell’arco di 20-30 minuti dall’inoculazione (ma più raramente sono possibili reazioni ritardate a distanza anche di diverse ore).

Si può fare l’antinfluenzale e il richiamo per COVID?

Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati, che possono anche essere praticati in contemporanea; è quindi possibile se  necessario procedere alla cosomministrazione di tutti i vaccini antinfluenzali con i vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID19.

Per chi è gratis?

In Italia la vaccinazione è fortemente consigliata, e gratuita, per i seguenti gruppi di popolazione a rischio (verificare con la propria ASL):

  • Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza:
    • Soggetti di età pari o superiore a 65 anni
    • Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in qualsiasi trimestre della  gravidanza e nel periodo “postpartum”
    • Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:
      •  a) malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la  displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
      • b) malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
      • c) diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con indice di massa corporea BMI superiore a 30);
      • d) insufficienza renale/surrenale cronica;
      • e) malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
      • f) tumori e in corso di trattamento chemioterapico;
      • g) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
      • h) malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
      • i) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
      • j) patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni  respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
      • k) epatopatie croniche.
    • Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
    • Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
    • Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato)
  • Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori:
    • Medici e personale sanitario/socio sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di  complicanze influenzali
    • Forze di polizia
    • Vigili del fuoco
    • Altre categorie socialmente utili che potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa; a tale riguardo, la vaccinazione è raccomandata ed è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità dell’offerta a tali categorie
    • Infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività
  • Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:
    • Allevatori
    • Addetti all’attività di allevamento
    • Addetti al trasporto di animali vivi
    • Macellatori e vaccinatori
    • Veterinari pubblici e libero-professionisti
  • Altre categorie
    • Donatori di sangue
    • Bambini sani nella fascia di età 6 mesi – 6 anni*.
    • Soggetti nella fascia di età 60-64 anni *

* “Alla luce delle raccomandazioni dell’OMS e di una situazione epidemiologica delle malattie  respiratorie acute virali in evoluzione, si raccomanda la vaccinazione di queste categorie anche per la stagione 2023-2024.”

È inoltre ribadito che i curanti hanno la facoltà di offrire la vaccinazione anche a pazienti non specificatamente compresi nell’elenco fornito, ma che a loro giudizio rientrino nel concetto di paziente a rischio di complicazioni; una volta coperta questa fascia di popolazione, è infine possibile offrire gratuitamente la vaccinazione (con i vaccini avanzati) al resto dei mutuati.

L’elenco riportato non è esaustivo e gli operatori sanitari dovrebbero applicare il loro giudizio clinico per tenere conto del rischio di influenza che aggrava eventuali malattie di base che un paziente può avere, così come il rischio di gravi malattie derivanti dall’influenza stessa. Il vaccino antinfluenzale dovrebbe essere raccomandato e offerto gratuitamente, in questi casi, anche se l’individuo non appartiene ai gruppi di rischio clinici sopra specificati. Inoltre, dopo aver vaccinato le categorie di popolazione eleggibili, laddove siano presenti scorte eccedenti di vaccino, è possibile offrirlo gratuitamente a chiunque lo richieda.

Si noti che anche l’associazione dei pediatri americani, in linea con le indicazioni italiane più recenti, ha confermato già dal 2017 il consiglio di vaccinare tutti i bambini con più di sei mesi.

Le persone che si prendono cura di pazienti gravemente immunocompromessi in ambienti protetti non devono ricevere il vaccino attenuato o devono evitare il contatto con tali pazienti per 7 giorni dopo averlo ricevuto (si tratta di un vaccino poco usato in Italia).

Quanto costa il vaccino antinfluenzale?

Il prezzo d’acquisto in farmacia è variabile a seconda dell’azienda produttrice, ma in genere nella forbice € 18 – € 34 (ad esempio, rispettivamente, Fluarix Tetra e Fluad Tetra).

Che ricetta serve?

Per l’acquisto del vaccino antinfluenzale in farmacia è sufficiente ricetta medica ripetibile.

Cosa contiene?

La formulazione stagionale protegge dai virus influenzali che secondo la comunità scientifica saranno i più comuni durante la stagione a venire; per questa stagione 2023-24 l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda la presenza di:

Vaccini quadrivalenti ottenuti in uova embrionate di pollo

  • A/Victoria/4897/2022 (H1N1)pdm09-like virus
  • A/Darwin/9/2021 (H3N2)-like virus
  • B/Austria/1359417/2021 (lineaggio B/Victoria)-like virus
  • B/Phuket/3073/2013 (lineaggio B/Yamagata)-like virus

Vaccini quadrivalenti ottenuti su colture cellulari o vaccini ricombinanti

  • A/Wisconsin/67/2022 (H1N1)pdm09-like virus
  • A/Darwin/6/2021 (H3N2)-like virus
  • B/Austria/1359417/2021 (lineaggio B/Victoria)-like virus
  • B/Phuket/3073/2013 (lineaggio B/Yamagata)-like virus

La composizione dei vaccini trivalenti è la seguente

Vaccini trivalenti ottenuti in uova embrionate di pollo

  • A/Victoria/4897/2022 (H1N1)pdm09-like virus
  • A/Darwin/9/2021 (H3N2)-like virus
  • B/Austria/1359417/2021 (lineaggio B/Victoria)-like virus

Vaccini trivalenti ottenuti su colture cellulari o vaccini ricombinanti

  • A/Wisconsin/67/2022 (H1N1)pdm09-like virus
  • A/Darwin/6/2021 (H3N2)-like virus
  • B/Austria/1359417/2021 (lineaggio B/Victoria)-like virus.

I vaccini adiuvati contengono anche un adiuvante, tipicamente MF59C.1 che contiene a sua volta:

  • squalene
  • polisorbato 80
  • sorbitan trioleato
  • citrato di sodio e acido citrico
  • e acqua per preparazioni iniettabili.

Quanto tempo prima togliere il vaccino dal frigo?

Si raccomanda di fare riferimento al foglietto illustrativo accluso, ma generalmente viene consigliato di prelevarlo dal frigorifero pochi minuti prima dell’iniezione.

Altre domande

Perché vaccinarsi contro l’influenza?

L’influenza è una malattia importante che può richiedere il ricovero ospedaliero e talvolta avere esito fatale (il conteggio dei morti a livello mondiale supera abbondantemente il centinaio di migliaia di persone l’anno), anche se fortunatamente per soggetti giovani in buona salute in genere rappresenta solo una pausa forzata di qualche giorno.

Ciascuna stagione influenzale è differente dalle precedenti e l’infezione può colpire le persone in modo diverso: nelle recenti stagioni influenzali l’80-90% delle morti legate all’influenza si sono verificate in soggetti con almeno 65 anni, ma paradossalmente la terribile influenza Spagnola aveva al contrario colpito più i giovani.

In Italia la “stagione influenzale” è spesso sovrapponibile temporalmente a quella invernale, ma possono esserci variazioni anche importanti da un anno all’altro (ad esempio la stagione 2022-23, la prima dopo le mascherina, è arrivata con leggero anticipo).

Un vaccino antinfluenzale stagionale annuale è il modo migliore per ridurre le probabilità di ammalarsi e di contagiare altri individui: quando più persone si vaccinano contro l’influenza, il virus avrà maggiori difficoltà a diffondersi nella popolazione (effetto gregge).

In Italia le raccomandazioni annuali relative al vaccino antinfluenzale sono elaborate dal Ministero della Salute, in accordo alle disposizioni dell’OMS e considerazioni specifiche relative al nostro Paese.

I donatori possono farsi vaccinare?

Non solo chi dona sangue può farsi vaccinare, ma può accedere gratuitamente alla vaccinazione al pari del personale sanitario; a seguito dell’iniezione è sufficiente aspettare due giorni prima di poter nuovamente procedere alla donazione.

Cos’è il vaccino tetravalente?

Se il vaccino antinfluenzale tradizionale permetteva di proteggersi dai tre principali virus previsti per la stagione, la formulazione tetravalente aggiunge un ulteriore ceppo virale (sempre suggerito dall’OMS) per aumentare l’efficacia della copertura.

Si consiglia quindi di preferire questa formulazione quando disponibile (da qualche anno la tendenza è ormai di produrre solo più il tetravalente, di norma riconoscibile dal termine “tetra” sul nome).

Che tipi di vaccino antinfluenzale sono disponibili?

I vaccini intramuscolari (in forma di iniezione) disponibili in Italia sono tutti inattivati, ossia non contengono virus interi e/o attivi, e sono:

  • split (virus influenzali frammentati),
  • a subunità (contenente solo gli antigeni di superficie, emoagglutinina e neuraminidasi),
  • adiuvato, contenente gli antigeni di superficie emulsionati ad adiuvante e autorizzati, al momento, per l’immunizzazione dei soggetti di età  maggiore o uguale a 65 anni,
  • vaccino ad alto dosaggio, contenente 60 mcg di emoagglutinina (HA) per ciascun ceppo virale per garantire una maggiore risposta immunitaria e quindi una maggiore efficacia nei soggetti di età pari o superiore a 65 anni,
  • a DNA ricombinante, per pazienti dai 18 anni in su, che si basa sulla produzione di una sola proteina (emoagglutinina (HA)) del virus influenzale (il nome commerciale è Supemtek®),
  • intradermico, è un vaccino split, confezionato in una siringa con ago particolarmente corto che inietta la sostanza nel derma anziché nel muscolo.

Esiste anche una formulazione intranasale autorizzata per la vendita in Italia, il cui nome commerciale è Fluenz®, costituito da virus vivi attenuati, destinato al trattamento di pazienti di età compresa tra i 2 e i 18 anni.

Se in passato la maggioranza dei vaccini disponibili erano trivalenti, ossia diretti verso i tre principali ceppi virali indicati dall’OMS, ad oggi si sta progressivamente assistendo al sorpasso delle formulazioni quadrivalenti, come suggerito dall’OMS, ad esempio

  • Fluarix Tetra®,
  • Vaxigrip Tetra®.

Dallo scorso anno è infine disponibile il primo vaccino egg-cell (Flucelvax Tetra®), preparato secondo una tecnica altamente innovativa ed in grado di garantire maggior efficacia (vedi dopo); trova indicazione per la vaccinazione di bambini e adulti di età superiore ai 9 anni.

Vaccini adiuvati

Da alcuni anni a questa parte è disponibile in Italia il cosiddetto v. adiuvato (ad esempio Fluad Tetra®): negli studi clinici questi vaccini hanno mostrato un potere immunogeno superiore a quello dei vaccini tradizionali, in particolare nelle categorie di persone nelle quali i vaccini antinfluenzali tradizionali risultano scarsamente immunogeni.

Il farmaco, all’atto pratico, è sintetizzato in combinazione ad una sostanza adiuvante (MF59, un’emulsione in acqua di olio a base di squalene) che agisce stimolando maggiormente la risposta umorale e cellulare del sistema immunitario.

L’immunogenicità è risultata superiore in quasi tutti i gruppi studiati, sia in termini di una risposta anticorpale più elevata e protratta nel tempo, sia in termini di percentuale di responder alla vaccinazione. I vantaggi sono risultati più consistenti nei soggetti con bassa risposta ai vaccini tradizionali (anziani, trapiantati, …).

La tollerabilità è buona, anche se è segnalata una discreta incidenza di reazioni locali, peraltro modeste e transitorie, in numero leggermente superiore alla formulazione tradizionale.

L’attuale scheda tecnica riporta come indicazione la sola “immunizzazione attiva contro l’influenza negli anziani (più di 65 anni d’età).

La funzione degli adiuvanti è quindi quella di potenziare la risposta immunitaria alla vaccinazione, quindi questa formulazione viene in genere riservata ad anziani e soggetti con scarsa risposta immunitaria.

Vaccino intranasale, Fluenz

È da qualche anno autorizzato per la vendita anche in Italia, seppur di difficile o spesso impossibile reperibilità, il vaccino intranasale; si tratta di una formulazione basata su virus vivi attenuati, registrata ad oggi esclusivamente per l’utilizzo nei bambini e negli adolescenti, in quanto si ritiene che i benefici superino i rischi nella fascia di età compresa tra 24 mesi e 18 anni, ma non negli adulti (in cui sostanzialmente non garantisce un’adeguata risposta immunitaria).

La somministrazione prevede uno spruzzo per ogni narice, da ripetere a distanza di 4 settimane nel caso in cui il paziente non fosse mai stato sottoposto ad alcuna vaccinazione antinfluenzale (si noti che secondo un’indicazione Ministeriale,nota 0038627- 26/11/2020-DGPRE-MDS-P, sembra plausibile aspettarsi un’adeguata protezione già con dose unica).

Vaccini antinfluenzali egg cell

Il metodo di produzione più comune del vaccino antinfluenzale è basato sulla coltura su uova ed è in uso da oltre 70 anni. Questa tecnica viene impiegata sia per la produzione di vaccini con virus inattivati (morti), corrispondenti alla formulazione per iniezione, che attenuati (vivi ma indeboliti), somministrabili per spray nasale.

Il processo di produzione inizia con virus candidati al vaccino cresciuti in uova. I virus vengono quindi iniettati in uova di gallina fecondati e incubati per diversi giorni, in modo da permetterne la moltiplicazione. Si procede quindi a prelevare dalle uova il liquido pieno di virus.

  • Per i vaccini con virus inattivati (ossia, la varietà iniettabile), i virus vengono uccisi e l’antigene virale purificato. Il processo produttivo prosegue con il controllo qualità, il confezionamento e la distribuzione.
  • La versione per spray nasale (in cui il virus è vivo ma attenuato, ossia indebolito come sua capacità di indurre malattia), il processo viene avviato con virus appositi, già indeboliti, prodotti in modo diverso.

Questo metodo richiede un numero maggiore di uova di gallina per produrre il vaccino e può richiedere tempi più lunghi rispetto ad altre metodiche.

Esiste un processo produttivo del vaccino antinfluenzale basato su cellule, approvato dalla FDA (l’analogo americano dell’Istituto Superiore della Sanità) già nel 2012 e ora disponibile anche in Europa. Fino a poco tempo fa, anche questo processo iniziava con virus coltivati su uova, anche se nel 2016 Seqirus (l’unico produttore negli USA accreditato dall’FDA per la produzione su cellule) ha iniziato a usare virus coltivati in cellule. Questo processo è usato per produrre vaccini inattivati (quindi, da iniettare).

Il processo di allestimento del vaccino richiede diverse fasi. Il produttore inocula i virus in colture di cellule di mammiferi (invece che in uova) e consente al virus di replicarsi per qualche giorno. Viene quindi prelevato dalle cellule il liquido contenente virus per purificarne l’antigene. Si procede quindi ad un’ulteriore purificazione e diversi controlli.

La produzione su cellule non richiede uova di gallina perché i virus del vaccino vengono coltivati in cellule animali. Questa tecnologia ha anche il potenziale per un avvio più rapido del processo manifatturiero.

Perché è stato sviluppato un vaccino antinfluenzale su cellule?

Questo vaccino è stato sviluppato come alternativa al processo manifatturiero basato su uova. Il processo su cellule è potenzialmente più flessibile dell’approccio tradizionale, che è dipendente da disponibilità adeguate di uova. Il vaccino su cellule, inoltre, impiega virus da coltura cellulare che hanno un miglior potenziale protettivo, perché più simili al virus circolante.

La coltivazione di virus nelle uova può indurre modifiche (dette di adattamento all’uovo) che causano differenze tra i virus del vaccino e quelli in circolazione. Queste modifiche possono avere effetti importanti sulla risposta immunitaria dell’organismo alla vaccinazione. Per esempio, tali modifiche potrebbero indurre il sistema immunitario a produrre anticorpi meno efficaci nel prevenire la malattia dovuta ai virus influenzali attualmente in circolazione. I virus impiegati per i vaccini su cellule vanno meno incontro a modifiche di adattamento e possono quindi generare vaccini con virus più simili a quelli selvaggi in circolazione, assicurando quindi una maggior copertura protettiva.

Un altro possibile vantaggio della tecnologia su cellule è che permette un avvio più rapido del processo manifatturiero in caso di pandemia. Le cellule impiegate per produrre il vaccino quadrivalente Flucelvax sono congelate e conservate in apposite banche. Queste banche assicurano quantità adeguate di cellule prontamente disponibili per produrre il vaccino. La coltura in cellule di virus influenzali per la produzione del vaccino quadrivalente svincola dalla fornitura di uova. Inoltre, come descritto in precedenza, i vaccini prodotti con virus coltivati in cellule hanno un miglior potenziale protettivo, non subendo le modifiche di adattamento caratterizzano il processo su uova.

La tecnologia di coltura su cellule è stata adottata anche per altri tipi di vaccini, disponibili quanto meno negli Stati Uniti, tra cui i vaccini contro rotavirus, polio, varicella, epatite, rosolia e vaiolo.

Quanto dura la protezione della vaccinazione antinfluenzale?

Più studi condotti in varie stagioni e tra tipi di vaccini e sottotipi di virus hanno mostrato che l’immunità al virus influenzale (acquisita a seguito dell’infezione naturale o della vaccinazione) diminuisce nel tempo. La riduzione degli anticorpi dipende da vari fattori, inclusi

  • l’antigene usato nel vaccino,
  • l’età del soggetto vaccinato
  • e il suo stato di salute generale (ad esempio, alcune condizioni croniche possono ripercuotersi sull’immunità).

Se vengono vaccinati molti individui sani con sistemi immunitari normali, il loro organismo produce anticorpi che li proteggono per tutta la stagione influenzale, anche se i livelli di anticorpi diminuiscono nel tempo. I soggetti più anziani o con sistemi immunitari fragili possono produrre quantità inferiori di anticorpi in risposta al vaccino; inoltre, i livelli anticorpali possono ridursi più rapidamente rispetto a quanto avviene negli individui giovani e sani.

In tutti, la vaccinazione annuale fornisce la miglior protezione contro l’infezione per tutta la durata della stagione influenzale. È importante farsi vaccinare ogni anno, anche se il virus non è cambiato rispetto alla stagione precedente.

È inoltre importante vaccinarsi ogni anno perchè poiché i virus influenzali cambiano costantemente, la composizione dei v. viene rivista ogni anno e talvolta aggiornata per riflettere le modifiche dei virus influenzali.

Mutazione del virus

I virus dell’influenza cambiano continuamente. Possono cambiare in due modi diversi.

Un modo è detto “deriva antigenica”. Si tratta di piccoli cambiamenti dei geni dei virus che si verificano di continuo con la sua replicazione. Questi piccoli cambiamenti in genere originano virus molto simili l’uno all’altro, come è possibile vedere dalla loro posizione vicina in un albero filogenetico. Virus strettamente correlati in genere condividono le proprietà antigeniche; un sistema immunitario esposto a virus simili sarà quindi in grado di riconoscerli e reagire. Questa proprietà è chiamata talvolta protezione incrociata.

Questi piccoli cambiamenti genetici, però, si possono accumulare nel tempo e determinare virus con caratteristiche antigeniche diverse (più lontani nell’albero filogenetico). Quando questo si verifica, il sistema immunitario può non riconoscere questi virus.

Il processo funziona così: un soggetto infettato con un particolare virus influenzale sviluppa anticorpi contro quel virus. Con l’accumularsi di cambiamenti antigenici, gli anticorpi creati contro i virus più vecchi non identificano più i virus più nuovi; il soggetto si può quindi riammalare. I cambiamenti genetici che risultano in un virus con proprietà antigeniche diverse sono la causa principale delle recidive di influenza. Sono anche il motivo per cui la composizione del vaccino deve essere rivista ogni anno e aggiornata al bisogno per far fronte all’evoluzione del virus.

L’altro modo di cambiare è noto come “spostamento antigenico”. Si tratta di un cambiamento brusco e maggiore dei virus dell’influenza A, che determina una nuova emoagglutinina e/o nuove emoagglutinina e proteine neuroamidasi dei virus influenzali che infettano gli esseri umani. Lo spostamento genera un nuovo sottotipo A o un virus con un’emoagglutinina o una combinazione di emoagglutinina e neuroamidasi, comparse da una specie animale, così differenti dallo stesso sottotipo negli umani che la maggior parte della gente non ha difese immunitarie contro il nuovo virus. Un simile spostamento si è verificato nella primavera 2009, quando è comparso un virus H1N1 con una nuova combinazione di geni, che ha infettato persone e si è rapidamente diffuso, causando una pandemia. Quando si verifica lo spostamento, la maggior parte dei soggetti è priva di protezione rispetto al nuovo virus, o è protetta in modo marginale,

Mentre i virus dell’influenza cambiano continuamente per deriva antigenica, lo spostamento antigenico succede solo occasionalmente. I virus di tipo A subiscono ambedue i cambiamenti; quelli di tipo B cambiano solo secondo le modalità più graduali della deriva.

Efficacia

La capacità del vaccino antinfluenzale di prevenire l’influenza può cambiare notevolmente da una stagione all’altra. L’efficacia del vaccino può anche variare dipendentemente da chi viene vaccinato. Ci sono almeno due fattori chiave nel determinare le probabilità che il vaccino antinfluenzale protegga un individuo dall’influenza:

  1. le caratteristiche (ad esempio, età e stato di salute) del soggetto che viene vaccinato;
  2. la similarità o “correlazione” tra i virus influenzali per i quali è studiato il vaccino e i virus dell’influenza che circolano nella comunità.

Negli anni in cui il vaccino non è ben correlato ai virus in circolazione, è possibile che la vaccinazione antinfluenzale non dia benefici reali. Negli anni in cui il vaccino è ben correlato con i virus circolanti, la vaccinazione antinfluenzale darà benefici sostanziali in termini di prevenzione della malattia influenzale. Comunque, anche negli anni in cui il vaccino è molto buono, i benefici della vaccinazione varieranno all’interno di una comunità, dipendendo dalle caratteristiche della persona vaccinata e anche, potenzialmente, dal tipo di vaccino usato.

Ad ogni stagione, la comunità scientifica cerca di determinare l’efficacia del vaccino per valutare e confermare con regolarità il valore della vaccinazione antinfluenzale come intervento di salute pubblica. I risultati degli studi sull’efficacia del vaccino possono variare in base alla loro impostazione, ai parametri misurati, alle popolazioni esaminate e alla stagione in cui il vaccino antinfluenzale è stato studiato. Queste differenze possono rendere difficile il confronto tra risultati di studi diversi.

Mentre è complesso stabilire l’efficacia del vaccino antinfluenzale, in generale gli studi recenti corroborano le conclusioni che la vaccinazione antinfluenzale sia un beneficio in termini di salute pubblica, specialmente quando il vaccino antinfluenzale è ben correlato con i virus effettivamente circolanti.

La formulazione di questa stagione sarà ben correlata ai virus circolanti?

Non è possibile prevedere con certezza quali saranno i virus influenzali principali di una determinata stagione e purtroppo le indicazioni offerte dall’OMS per quanto rappresentino lo stato dell’arte delle nostre conoscenze in termini di previsione, non sono infallibili.

I virus influenzali cambiano continuamente (fenomeno che prende il nome di “deriva antigenica”); possono cambiare da una stagione all’altra o addirittura nel corso della stessa stagione. Gli esperti devono scegliere che virus includere parecchi mesi prima per poter produrre e fornire il vaccino in tempo e, a causa di questo, la possibilità di una correlazione non ottimale tra virus circolanti e virus scelti sussiste sempre.

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Domande e risposte
  1. Quanto dura il vaccino antinfluenzale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La durata della copertura antinfluenzale è di circa 5-6 mesi, per questo è consigliabile non anticipare eccessivamente la vaccinazione (si corre il rischio di rimanere scoperti al termine della stagione); dal momento dell’iniezione l’effetto inizia dopo circa 2 settimane.

  2. Quando farlo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In genere si procede alla vaccinazione attorno al mese di novembre, ma se per qualsiasi ragione non si potesse fare si può procedere in qualsiasi momento della stagione (anche durante il picco).

  3. Quanto costa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Le categorie considerate a rischio dalle Linee Guida Ministeriali possono accedere gratuitamente alla vaccinazione attraverso il proprio medico curante, mentre per gli altri pazienti il costo è variabile a seconda del vaccino (indicativamente tra i € 10-20).

  4. Da quando è disponibile?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In genere la disponibilità del vaccino inizia verso la fine del mese di ottobre.