Parto prematuro: cause, sintomi, prevenzione e cura

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Introduzione

Un parto pretermine, o parto prematuro, è il parto il cui travaglio ha luogo tra la 20esima e la 37esima settimana di gestazione, posto che la durata della maggior parte delle gravidanze è di circa 40 settimane. Un neonato che vede la luce tra la 37esima e la 42esima settimana è considerato invece a termine.

Il parto prematuro è la causa principale delle morti e malattie neonatali a lunga prognosi, per questa ragione è importante che tutte le gestanti siano adeguatamente informate su quest’argomento: è fondamentale sapere quando può avvenire e che cosa si può fare per prevenirlo.

In Italia il parto pretermine si verifica nel 7% per cento circa delle gravidanze (40000 bambini all’anno), spesso per motivi sconosciuti; si rilevano invece percentuali più elevate negli Stati Uniti (12%) e negli altri Paesi occidentali in genere (9%).

Una gravidanza normale dovrebbe durare circa 40 settimane, un lasso di tempo che dà al bambino le maggiori probabilità di nascere sano; se il parto avviene tra la ventesima e la trentasettesima settimana è considerato prematuro e i bambini prematuri rischiano di avere o sviluppare problemi di salute.

Semplificando, prima si nasce, maggiori sono i rischi.

A testimonianza di ciò negli Stati Uniti si parla da qualche anno di “early term” (traducibile come “a termine anticipato”) per i bimbi nati nella 37esima o 38esima settimana, che sono associati a qualche rischio in più rispetto ai nati a termine (che indica a questo punto i nati nella 39esima o 40esima settimana).

La nascita prima del termine è la causa più comune di morte infantile e di disabilità a lungo termine nei bambini; molti organi, compresi cervello, polmoni e fegato sono ancora in via di sviluppo nelle ultime settimane di gravidanza e quindi quanto prima avviene il parto maggiore è il rischio di invalidità gravi o mortali.

Sfortunatamente esiste anche il rischio di avere problemi una volta cresciuti, ad esempio con la manifestazione di ritardi nello sviluppo e problemi dell’apprendimento. Gli effetti della nascita prematura possono essere davvero devastanti e durare per tutta la vita, anche se fortunatamente si verificano talvolta delle eccezioni.

Donna incinta che parla con la propria ginecologa

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Cause

Le cause non sono ancora state individuate tutte con esattezza: in alcune donne lo stress potrebbe essere una concausa, in altre potrebbero giocare a sfavore alcuni problemi di salute e in particolare la presenza d’infezioni, in altre ancora comportamenti voluttuari come il fumo o l’uso di droghe.

Da un punto di vista generale è possibile classificare l’evento come segue:

  • parto prematuro spontaneo,
  • parto prematuro indotto per ragioni mediche, per esempio una grave preeclampsia,
  • parto prematuro indotto non motivato da ragioni mediche, una scelta presa talvolta durante la programmazione di cesarei e situazioni simili, peraltro fortemente sconsigliata anche nelle settimane di gestazione 37 e 38.

Donne a rischio

Ogni gravidanza può terminare con un parto prematuro, ma alcune categorie di donne ne sono maggiormente a rischio. I ricercatori hanno identificato alcuni fattori di rischio, ma in generale non è possibile prevedere quali donne si troveranno a fronteggiare questa eventualità: possedere un fattore di rischio non significa necessariamente dover partorire prima del termine, ma vuol semplicemente dire che si è più a rischio rispetto alla maggioranza delle gravidanze.

Tra i fattori di rischio legati alla gravidanza ricordiamo

  • gravidanze frutto di fecondazione assistita,
  • donne che abbiano già avuto in passato un parto prematuro,
  • donne in attesa di due o più gemelli (più del 50% dei gemelli nascono pretermine),
  • donne con problemi all’utero o al collo dell’utero (cervice corta o accorciata nel secondo trimestre).

Se vi riconoscete in uno di questi fattori di rischio è particolarmente importante conoscere i segnali e i sintomi di un parto imminente ed essere istruite dal ginecologo su come reagire.

La letteratura dimostra inoltre che anche

  • donne di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 35,
  • donne con reddito famigliare basso (le percentuali di parto pretermine nei Paesi poveri sono sensibilmente più elevate)

sono associate ad un aumento del rischio, ma si tratta di studi prevalentemente statunitensi e pertanto non necessariamente sovrapponibili alla realtà italiana (soprattutto nel caso del reddito, dato il differente tipo di accesso all’assistenza sanitaria nei due Paesi).

Stile di vita e fattori di rischio ambientali

Alcune ricerche hanno scoperto che diversi fattori, sia ambientali che relativi allo stile di vita, possono aumentare il rischio di parto prematuro. Tra di essi ricordiamo:

  • assenza o ritardo nelle cure parentali,
  • fumo,
  • alcol,
  • uso di droghe,
  • violenza domestica (abuso fisico, sessuale o emotivo),
  • mancanza di supporto sociale,
  • stress,
  • famigliarità per parto prematuro,
  • orari di lavoro lunghi e lunghi periodi trascorsi in piedi,
  • esposizione a specifiche sostanze inquinanti.

Fattori di rischio medici

Alcune patologie che possono insorgere durante la gravidanza fanno aumentare la probabilità di parto pretermine. Tra di esse ricordiamo:

Sintomi

Un parto prematuro si può presentare con i seguenti sintomi:

Se avvertite uno qualsiasi dei sintomi elencati tra la ventesima e la trentasettesima settimana rivolgetevi immediatamente in Pronto Soccorso.

Non fatevi fuorviare da chi afferma che questi sintomi sono normali. Se ne compare anche solo uno (non è necessario che si presentino tutti insieme) prima della trentasettesima settimana di gravidanza dovete attivarvi per capire che cosa sta succedendo.

È vero che è normale per una donna incinta avere piccole e occasionali contrazioni preparatorie durante il giorno, ma non è normale averle con un’elevata frequenza (sei o più all’ora); contrazioni frequenti possono causare la dilatazione della cervice, evento che poi può portare al parto vero e proprio.

Pericoli

I bimbi nati prematuri corrono un rischio maggiore di andare incontro a complicazioni e disabilità di vario genere, come ad esempio:

  • problemi respiratori,
  • paralisi cerebrale,
  • disabilità intellettiva,
  • infezioni gravi,
  • malattie intestinali (tra cui l’enterocolite necrotizzante),
  • basso peso alla nascita,
  • difficoltà di alimentazione,
  • organi non ancora maturi e sviluppati.

Si tratta di bambini che spesso necessitano di rimanere in ospedale diverse settimane a seguito del parto, talvolta nelle unità di terapia intensiva neonatale.

La neo mamma invece presenta un aumentato rischio di:

Cura

Se pensate che il parto sia imminente, ma non sia ancora la settimana giusta, chiamate il ginecologo o andate immediatamente al pronto soccorso.

Se interpellato telefonicamente, il ginecologo potrà consigliarvi di:

  • recarvi nel suo ambulatorio o andare in ospedale,
  • interrompere immediatamente quel che state facendo e mettervi a letto, sdraiate sul fianco sinistro, per un’ora,
  • bere due o tre bicchieri d’acqua o di succo di frutta (niente caffè né bevande gassate).

  • Se i sintomi peggiorano o non scompaiono dopo un’ora, chiamate di nuovo il ginecologo o andate in ospedale.
  • Se i sintomi scompaiono, state a riposo per il resto della giornata.
  • Se i sintomi si interrompono per poi ricomparire successivamente, chiamate di nuovo il ginecologo o andate in ospedale.

L’unico modo per sapere con certezza che stanno iniziando le doglie è l’esame del collo dell’utero (la parte inferiore dell’utero), se il collo dell’utero si sta aprendo (dilatando), il travaglio con ogni probabilità sta per iniziare.

Voi e il vostro ginecologo dovete fare un lavoro di squadra per una gravidanza serena e per mettere al mondo un figlio sano. La squadra può lavorare al meglio delle sue possibilità se entrambi partecipate attivamente, quindi essere informate sul parto pretermine può essere fondamentale per contribuire a prevenirlo. Affrontate l’argomento insieme al ginecologo e cercate di non saltare nessuna delle visite di controllo. Il parto prematuro è una delle complicazioni della gravidanza che i medici si stanno sforzando di eliminare: la vostra collaborazione è importante tanto quanto la loro!

Terapia

Ad oggi purtroppo gli approcci terapeutici per intervenire e prevenire il parto quando è ancora troppo presto sono limitati, anche ma non solo perché non tutte le possibili cause sono state efficacemente individuate.

In presenza di travaglio si valuta quindi se provare a rallentarlo o interromperlo, sulla base di fattori quali:

  • settimana di gestazione,
  • sicurezza della mamma e del bambino,
  • struttura in cui avviene la diagnosi (potrebbe essere necessaria un’unità di terapia intensiva neonatale),
  • desideri della madre.

Tra le possibili opzioni terapeutiche ricordiamo:

  • Farmaci. Ad oggi l’unico farmaco che abbiamo a disposizione è il progesterone (per esempio Progeffik® o Prometrium®), il cui nome deriva proprio dal fatto che è un ormone fondamentale in grado di supportare la gravidanza durante tutti i 9 mesi. Sono poi presi in considerazione medicinali in grado di ridurre o bloccare le contrazioni uterine e farmaci per favorire lo sviluppo del feto (generalmente cortisone, per stimolare la maturazione di polmoni e altri organi, prima della 36esima settimana).
  • Chirurgia. Una procedura chirurgica chiamata cerchiaggio può essere presa in considerazione in caso di problemi legati alla cervice (incompetenza cervicale), con l’obiettivo di chiudere più efficacemente l’apertura.

A differenza di quanto si è fatto fino a pochi anni fa, il riposo assoluto nel letto in molti casi NON è consigliabile, anche se ovviamente si raccomanda di fare sempre riferimento al ginecologo per una valutazione specifica della propria situazione.

Prevenzione

È possibile prevenire il parto prematuro conoscendone i sintomi e seguendo alcune semplici istruzioni.

  1. In primo luogo è opportuno farsi seguire da un medico, sia prima della gravidanza che durante.
  2. Se si verifica il travaglio prima della 37esima settimana andate immediatamente al pronto soccorso: in questo modo riuscirete aumenterete le possibilità di prognosi positiva per voi e per il vostro bambino.
  3. I farmaci, se somministrati con tempestività, spesso riescono a rallentare o a fermare le doglie. I corticosteroidi, se somministrati 24 ore prima del parto, possono aiutare la maturazione dei polmoni e del cervello del bambino; in questo modo si può riuscire ad evitare alcuni dei problemi più gravi del neonato prematuro. I farmaci possono essere utili solo se somministrati con tempestività dal personale medico: è fondamentale capire quali sono i sintomi e agire rapidamente.
  4. La terapia con un derivato del progesterone può essere utile per prevenire il parto pretermine in alcune donne che in passato hanno già avuto un bambino prematuro.

Da un punto di vista dello stile di vita è raccomandato:

  1. Smettere di fumare.
  2. Evitare il consumo di alcolici e sostanze d’abuso.
  3. Mangiare in modo sano ed equilibrato.
  4. Farsi seguire dal punto di vista sanitario dal primo giorno di gravidanza, possibilmente anche prima (acido folico, esami preconcezionali, …).
  5. Segnalare al ginecologo qualsiasi sintomo anomalo.
  6. Segnalare eventuali precedenti di parto pre-termine.
  7. Aspettare almeno 18 mesi tra una gravidanza e la successiva.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
A quante settimane si può partorire senza rischi per il bambino?
Un neonato che vede la luce tra la 37esima e la 42esima settimana è considerato a termine; prima di quest'epoca i rischi crescono all'aumentare dell'anticipo.  Se la nascita avviene prima della 28ma settimana di gravidanza, è considerata estremamente prematura (fonte).
Cosa succede partorendo all'ottavo mese? Da quale settimana si può partorire?
  • Prima della 24ma settimana la probabilità di sopravvivenza è inferiore al 50%.
  • Feti che vedono la luce alla 28ma settimana sopravvivono nell'80-90% dei casi, con un rischio del 10% di sviluppare complicazioni a lungo termine.
  • Se il feto raggiunge le 32 settimane (ottavo mese) la speranza di sopravvivenza è pari al 95% circa, con rischi futuri generalmente minimi.
  • Dalla 34ma settimana le prospettive sono sovrapponibili a quelle dei nati a termine, seppure necessitino di una più lunga degenza ospedaliera dopo il parto.
Fonte: Utah University
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Domande e risposte
  1. Sono incinta di 20 settimane e credo di essermi presa un’influenza intestinale e ieri ho vomitato tutto il giorno; ho già avvertito il ginecologo e mi ha detto di stare tranquilla, ma non ci sarà il rischio di parto prematuro con tutti quei conati?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Di norma no, non si preoccupi; si attenga alle indicazioni del ginecologo e soprattutto cerchi di mantenersi idratata.

  2. Mi hanno programmato il parto, per motivi di salute, circa 10 giorni prima della naturale scadenza… non sarà troppo presto? Grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non solo 10 giorni prima il feto è già perfettamente in grado di nascere, ma se è stata scelta questa data sicuramente è il miglior compromesso per la sicurezza di entrambi.

  3. Ho letto che le passeggiate sono un ottimo modo per favorire l’inizio del travaglio in caso di ritardo, ma quindi è preferibile evitare nelle settimane precedenti il termine?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Vanno ovviamente sempre evitati sforzi eccessivi, ma a meno di gravidanza a rischio in genere i ginecologi danno il via libera (e anzi consigliano di mantenersi attive); in ogni caso nessuno meglio del suo ginecologo potrà consigliarle in merito, conoscendo il suo caso specifico.