Ipotiroidismo in gravidanza: sintomi, cause, complicazioni e cure

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Introduzione

L’ipotiroidismo è una condizione caratterizzata da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei e si verifica in circa lo 0.3-0.5% delle gravidanze, mentre la percentuale sale al 2-3% se consideriamo anche i casi di ipotiroidismo subclinico, ossia senza sintomi evidenti.

Durante la gravidanza è del tutto normale osservare un leggero aumento della quantità circolante di ormone tiroideo, che incrementa progressivamente fino alla 16ª-20ª settimana circa (quando cioè la tiroide del feto inizia a diventare autonoma), ma in alcune donne questo non succede e si verifica al contrario una riduzione più o meno marcata.

La causa più comune di ipotiroidismo è una malattia autoimmune nota come tiroidite di Hashimoto, ma tra le altre possibili cause ricordiamo anche un trattamento insufficiente di un ipotiroidismo pre-esistente o un sovradosaggio da farmaci in caso di ipertiroidismo.

Mantenere una corretta concentrazione della quantità di ormoni tiroidei in circolo, eventualmente ricorrendo alla somministrazione di farmaci, è di fondamentale importanza per garantire uno sviluppo corretto del feto, soprattutto dal punto di vista del sistema nervoso centrale ed evitare così la comparsa di deficit cognitivi.

Se l’ipotiroidismo non viene trattato aumenta inoltre la probabilità di andare incontro a complicazioni sia materne che fetali.

Fotografia di una specialista che visita una donna in gravidanza per rilevare eventuali anomalie della tiroide.

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Cause

L’ipotiroidismo in gravidanza è in genere dovuto al morbo di Hashimoto, una forma di infiammazione cronica della ghiandola tiroidea. Si tratta di un disturbo autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca la tiroide causandone l’infiammazione e interferendo con la sua capacità di produrre gli ormoni tiroidei.

L’ipotiroidismo in gravidanza può anche dipendere da una forma preesistente non adeguatamente trattata o dalla distruzione / rimozione terapeutica della ghiandola per ipertiroidismo.

Sintomi

Una condizione di ipotiroidismo durante la gravidanza in genere non causa alcun sintomo, soprattutto quando subclinica.

Quando presenti, i sintomi tipici dell’ipotiroidismo comprendono:

  • aumento di peso altrimenti inspiegabile,
  • intolleranza al freddo,
  • pelle secca,

Sono poi spesso presenti altri disturbi, che tuttavia si sovrappongono a quelli tipici della gravidanza (stitichezza, affaticamento e sonnolenza).

Complicazioni

L’ipotiroidismo causa in parte gli stessi problemi dell’ipertiroidismo in gravidanza, come ad esempio:

Poiché gli ormoni tiroidei sono cruciali per lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto, un ipotiroidismo non controllato, specialmente durante il primo trimestre, può alterare la crescita e lo sviluppo del cervello fetale.

Diagnosi

Come l’ipertiroidismo, anche l’ipotiroidismo viene diagnosticato tramite un’attenta analisi dei sintomi e la misurazione dei livelli di TSH e T4.

I sintomi di ipotiroidismo in gravidanza includono

La condizione è contrassegnata da livelli alti di TSH e valori bassi di T4 libero. Viste le normali modifiche della funzionalità tiroidea legata alla gravidanza, i risultati degli esami devono essere interpretati con grande attenzione.

L’esame del TSH può anche identificare stati subclinici di ipotiroidismo, ossia situazioni lievi senza sintomatologia apparente. L’ipotiroidismo subclinico si manifesta nel 2 – 5% delle gravidanze. I risultati degli esami evidenziano livelli elevati di TSH con una T4 libera normale.

Non c’è ancora consenso sulla necessità di uno screening di routine dell’ipotiroidismo nelle donne incinte asintomatiche. Se tuttavia la condizione viene rilevata, ne è raccomandato il trattamento per contribuire a una gravidanza sana.

Cura e trattamento

L’ipotiroidismo viene trattato somministrando un ormone di sintesi, chiamato tiroxina, identico alla T4 prodotta dalla tiroide.

Le donne con ipotiroidismo preesistente dovranno aumentare le dosi pregravidiche di tiroxina per mantenere una funzionalità tiroidea normale. In gravidanza, quest’ultima andrà controllata ogni 6 – 8 settimane. La tiroxina sintetica è sicura e necessaria per il benessere fetale in caso di ipotiroidismo materno.

Tiroidite post-partum

Si tratta di un’infiammazione della tiroide che colpisce circa 4 – 10% delle donne nel primo anno dopo un parto. La tiroidite causa la fuoriuscita di ormoni dalla ghiandola infiammata e quindi l’aumento dei loro livelli nel sangue.

La tiroidite post-partum è considerata una condizione autoimmune; è causa di un ipertiroidismo moderato che in genere dura 1 – 2 mesi. Molte donne quindi sviluppano un ipotiroidismo per circa 6 – 12 mesi prima che la ghiandola recuperi il proprio normale funzionamento.

In alcuni casi, la tiroide è troppo danneggiata per recuperare; l’ipotiroidismo diventa quindi permanente e richiede il trattamento a vita con l’ormone sintetico tiroxina. La tiroidite post-partum tende a recidivare nelle gravidanze successive.

Spesso passa inosservata perché i sintomi vengono scambiati per lo stato depressivo che talvolta segue il parto. Se i sintomi di stanchezza e letargia non regrediscono entro qualche mese o in caso di depressione post-partum, bisognerà affrontare la questione in termini medici. Se i sintomi di ipotiroidismi sono fastidiosi, possono essere trattati con tiroxina.

Fonti e bibliografia

Adattamento a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Assumo Eutirox da anni per un ipotiroidismo, adesso stiamo cercando una gravidanza, quanto dovrebbe essere il TSH? 3 mesi fa era a 3.3, va bene, giusto?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Anche se è considerato normale, in alcuni casi quando si cerca una gravidanza si punta a valori leggermente inferiori, sia per massimizzare la fertilità, che per ridurre il rischio di sviluppare in seguito ipotiroidismo gravidico. Raccomando di fare il punto con l’endocrinologo, nessuno meglio dello specialista può valutare il sua caso specifico.