Ossigenoterapia ed ossigeno, ecco cosa devi sapere.

Ultima modifica

Introduzione

L’ossigenoterapia è una forma di cura che si basa sulla somministrazione di una quantità supplementare di ossigeno al paziente: l’ossigeno serve all’organismo per sopravvivere e, in condizioni normali, sono i polmoni che lo assorbono dall’aria attraverso la respirazione. Esistono tuttavia alcune patologie e condizioni che impediscono l’assorbimento di un’adeguata quantità dall’ambiente.

Il presente articolo tratterrà l’uso dell’ossigeno nei pazienti con difficoltà di assorbimento di una quantità sufficiente dall’ambiente, ma il farmaco trova impiego anche in alcuni altri casi, come il trattamento della cefalea a grappolo.

L’ossigenoterapia permette quindi al soggetto di sentirsi meglio e più attivo.

L’ossigeno medicale viene fornito in bombole di metallo oppure in contenitori analoghi, insieme a specifici dispositivi che permettono di somministrarlo in diversi modi:

  • tramite cannula nasale, formata da due piccoli beccucci di plastica, collocati uno per narice,
  • tramite maschera facciale, che copre il naso e la bocca,
  • tramite un tubicino inserito nella trachea alla base del collo (il medico pratica un’incisione per inserire il tubicino. La terapia che somministra l’ossigeno in questo modo è detta ossigenoterapia transtracheale).

L’ossigenoterapia può essere praticata

  • in ospedale,
  • in ambulatorio,
  • a domicilio.

Se il paziente ha bisogno di questa terapia per patologie o disturbi cronici, cioè per lunghi periodi o per sempre, viene in genere messo in condizione di riceverlo a casa sotto forma di bomboloni metallici.

Bomboloni di ossigeno

iStock.com/IvanC7

Apparato respiratorio

Per capire come funziona l’ossigenoterapia, può essere utile conoscere il funzionamento dell’apparato respiratorio, cioè dell’insieme di organi e tessuti che servono per respirare.

L’apparato respiratorio comprende le vie respiratorie e i polmoni.

  • Le vie respiratorie permettono il passaggio dell’aria ricca di ossigeno diretta verso i polmoni,
  • ma allo stesso modo, seppure in senso inverso, consentono l’eliminazione dell’anidride carbonica.
Semplificazione della struttura dell'apparato respiratorio

iStock.com/ttsz

L’aria entra nell’organismo attraverso il naso o la bocca, che la umidificano e la riscaldano; poi attraversa la laringe e la trachea. La trachea si divide in due tubi più piccoli, detti bronchi, che sono collegati ai polmoni.

All’interno dei polmoni i bronchi si diramano in migliaia di tubicini più piccoli e più stretti, detti bronchioli. Al termine dei bronchioli troviamo tanti grappoli di minuscole sacche (gli alveoli).

Ciascun alveolo è ricoperto da una rete di minuscoli vasi sanguigni (capillari), collegati a una rete di arterie e di vene che fanno circolare il sangue in tutto l’organismo.

Quando l’aria raggiunge gli alveoli, l’ossigeno in essa contenuto attraversa le pareti degli alveoli e va a finire nel sangue che circola nei capillari.

Il sangue così ossigenato raggiunge quindi il cuore, attraversando la vena polmonare e le sue diramazioni, per poi venir distribuito a tutti i diversi distretti dell’organismo.

Alcune patologie e alcuni disturbi

  • acuti (di breve periodo)
  • o cronici (di lungo periodo)

possono influire negativamente sullo scambio dell’ossigeno tra gli alveoli e il sangue: tra di essi ricordiamo per esempio la polmonite e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Il medico deciderà se il paziente debba sottoporsi all’ossigenoterapia a seconda dei risultati degli esami, ad esempio dell’emogasanalisi (EGA) e della pulsiossimetria. Questi esami servono per misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue: se il livello di ossigeno è troppo basso il paziente deve ricorrere all’ossigenoterapia.

Prognosi

L’ossigenoterapia aiuta molti pazienti a vivere una vita più piena e più attiva, perseguendo i seguenti obiettivi:

  • diminuire la sensazione di mancanza di fiato e l’affaticamento,
  • migliorare la qualità del sonno nei pazienti che soffrono di disturbi del sonno connessi alla respirazione,
  • aumentare la speranza di vita nei pazienti affetti da BPCO.

L’ossigenoterapia può essere necessaria sul lungo periodo, tuttavia non deve limitare le attività quotidiane del paziente. Le bombole di ossigeno portatili possono rendere più facili gli spostamenti e lo svolgimento delle normali attività.

L’ossigenoterapia in generale è sicura, ma può presentare il di rischio di incendio: per usare l’ossigeno in sicurezza, seguite le istruzioni che vi verranno impartite dagli infermieri a domicilio.

Per chi è indicata

Il medico può consigliarvi l’ossigenoterapia se il livello dell’ossigeno nel sangue è molto basso.

Disturbi e patologie acute

I pazienti possono ricevere l’ossigenoterapia se sono ricoverati in ospedale per una patologia grave che impedisce loro di ricevere una quantità sufficiente di ossigeno nel sangue. Una volta guariti, probabilmente la terapia sarà interrotta.

Tra i disturbi e le patologie per cui può essere necessaria l’ossigenoterapia ricordiamo:

  • Polmonite grave. La polmonite è l’infezione di uno o di entrambi i polmoni. Se è grave, causa l’infiammazione profonda degli alveoli, che quindi non riescono a scambiare una quantità sufficiente di ossigeno con il sangue.
  • Attacchi di asma gravi. L’asma è una patologia polmonare che infiamma e fa restringere i bronchi. La maggior parte dei pazienti che soffre di asma, compresi molti bambini, riesce a gestire i sintomi in tutta sicurezza, tuttavia, se gli attacchi d’asma sono gravi, il paziente può aver bisogno del ricovero in ospedale per l’ossigenoterapia.
  • Sindrome da distress respiratorio o displasia broncopolmonare nei bambini nati prematuri. I neonati prematuri possono soffrire di una o di entrambe queste gravi malattie polmonari. Come parte della terapia, possono ricevere l’ossigeno tramite un ventilatore o una mascherina nasale a pressione positiva continua, oppure tramite cannula nasale.

Disturbi e patologie croniche

L’ossigenoterapia può essere usata sul lungo periodo per curare alcuni disturbi e alcune patologie, ad esempio:

  • BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva). La BPCO è una malattia progressiva in cui le lesioni agli alveoli impediscono il passaggio di una quantità sufficiente di ossigeno nel sangue. L’aggettivo “progressiva” significa che la patologia tende a peggiorare con l’andare del tempo.
  • Insufficienza cardiaca grave. In questo disturbo il cuore non è in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue ricco di ossigeno per soddisfare le necessità dell’organismo.
  • Fibrosi cistica. La fibrosi cistica è una malattia ereditaria delle ghiandole esocrine, tra cui quelle che producono il muco e il sudore. Nei pazienti che soffrono di fibrosi cistica le vie respiratorie si riempiono di muco denso e appiccicoso, che facilita la proliferazione dei batteri, causando infezioni polmonari gravi e ricorrenti. Con il passare del tempo, le infezioni possono danneggiare gravemente i polmoni.
  • Disturbi respiratori connessi al sonno che fanno abbassare il livello di ossigeno durante il sonno, ad esempio l’apnea nel sonno.

Come funziona

L’ossigenoterapia fornisce al paziente una quantità supplementare di ossigeno, un gas indispensabile per il corretto funzionamento dell’organismo. L’ossigeno è disponibile in diverse forme e può essere somministrato in diversi modi.

Modalità di conservazione

L’ossigeno può essere conservato in tre modi:

  • gas compresso,
  • liquido,
  • in forma concentrata ricavata dall’aria.

L’ossigeno compresso è immagazzinato in bombole di metallo di diverse dimensioni. Alcune di esse sono abbastanza piccole e quindi il paziente le può portare tranquillamente con sé, in un carrellino, in una borsa o in uno zainetto.

L’ossigeno liquido è molto freddo. Quando esce dal contenitore, si trasforma in gas. L’ossigeno liquido viene consegnato a domicilio del paziente, in un contenitore grande, da cui è possibile travasarlo in contenitori più piccoli. Il vantaggio dell’ossigeno liquido è che i contenitori occupano meno spazio rispetto a quelli dell’ossigeno compresso o concentrato, tuttavia l’ossigeno liquido costa di più ed evapora facilmente, quindi non lo si può conservare troppo a lungo.

I concentratori di ossigeno filtrano gli altri gas presenti nell’aria e immagazzinano soltanto l’ossigeno. Sono di dimensioni diverse, e alcuni di essi sono anche portatili. I concentratori di ossigeno costano meno rispetto agli tipi di ossigenoterapia, anche perché non hanno bisogno della ricarica di ossigeno, funzionano tuttavia a energia elettrica, quindi il paziente deve avere con sé una scorta di ossigeno in caso di blackout.

Sistemi di somministrazione

Nella maggior parte dei casi il gas viene somministrato attraverso una cannula nasale, un dispositivo formato da due tubicini di plastica che si inseriscono in entrambe le narici.

Donna cui viene somministrato ossigeno

iStock.com/STEEX

Per tenere la cannula in posizione, il paziente può sistemare le estremità più lunghe dietro le orecchie oppure attaccarle a una specie di mascherina a forma di occhiale che serve per nascondere i tubicini. I tubicini, poi, fanno il giro dietro le orecchie e si uniscono sotto il mento, dove sono attaccati al tubo che esce dal contenitore dell’ossigeno.

Al posto della cannula nasale può essere usata la mascherina che copre la bocca e il naso. Questo metodo è usato soprattutto nei casi in cui il paziente ha bisogno dell’ossigenoterapia ad alto flusso o se il naso è chiuso a causa di un raffreddore.

Uomo in terapia con ossigeno, somministrato con maschera

iStock.com/Wavebreakmedia

La mascherina facciale è tenuta in posizione da un elastico che cinge il capo o da tubicini che passano dietro le orecchie. L’ossigeno viene somministrato attraverso un tubicino collegato alla parte anteriore della maschera.

L’ossigeno può anche essere somministrato mediante un tubicino inserito nella trachea, tramite incisione praticata nella parte anteriore del collo. Per posizionare il tubicino, il medico praticherà un’incisione col bisturi. Questa modalità di somministrazione dell’ossigeno è detta ossigenoterapia transtracheale.

I pazienti che ricevono l’ossigenoterapia transtracheale devono avere un umidificatore collegato al sistema di somministrazione dell’ossigeno, perché il gas non attraversa il naso o la bocca come nelle altre modalità di somministrazione. L’umidificatore serve per umidificare l’ossigeno e impedire che le vie respiratorie si secchino troppo.

L’ossigeno, inoltre, può essere somministrato mediante dispositivi che aiutano la respirazione, come il ventilatore a pressione positiva continua (CPAP).

Prima della terapia

Se vi trovate in una situazione d’emergenza (incidente grave, sospetto infarto o altri eventi che possono mettere in pericolo la vostra vita) con ogni probabilità dovrete iniziare immediatamente l’ossigenoterapia.

Negli altri casi, invece, il medico deciderà se avete bisogno dell’ossigeno terapia in base ai risultati degli esami. L’emogasanalisi e la pulsiossimetria sono in grado di misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue.

Durante l’emogasanalisi viene inserito un piccolo ago in un’arteria, di solito in quella del polso: viene prelevato un campione di sangue inviato poi in laboratorio, dove viene misurato il livello dell’ossigeno.

Nella pulsiossimetria viene collegato un piccolo sensore alla punta di un dito delle mani o dei piedi. Il sensore usa la luce per stimare la quantità di ossigeno contenuta nel sangue.

Se gli esami indicano che la quantità di ossigeno nel sangue è troppo bassa, il medico può prescrivervi l’ossigenoterapia. Nella prescrizione il medico indicherà il numero di litri di ossigeno al minuto necessari al paziente (flusso) e la frequenza d’uso dell’ossigeno.

La frequenza d’uso comprende il momento in cui dovrete usare l’ossigeno e la durata della terapia. A seconda delle condizioni del paziente e del livello di ossigeno nel sangue, potreste aver bisogno dell’ossigeno solo in certi momenti, ad esempio durante il sonno o l’esercizio fisico.

Se il medico vi prescrive l’ossigenoterapia, vi aiuterà a trovare chi vi fornirà a domicilio l’ossigeno e le apparecchiature necessarie.

Durante la terapia

Durante il ricovero in ospedale, il medico vi visiterà e vi controllerà, per accertarsi che stiate ricevendo la giusta quantità di ossigeno. Durante l’ossigenoterapia sarete assistiti dagli infermieri o dai terapisti della respirazione.

Se dovete ricevere l’ossigenoterapia a domicilio, chi vi fornisce l’ossigeno vi aiuterà ad allestire tutte le apparecchiature.

Infermieri specializzati vi insegneranno come usare le apparecchiature e come prendervi cura di esse; vi forniranno l’ossigeno e vi insegneranno come maneggiarlo in condizioni di sicurezza.

L’ossigeno è infiammabile, quindi dovrete seguire particolari precauzioni di sicurezza. Pur non essendo esplosivo, è comunque infiammabile, quindi, in presenza di ossigeno, un piccolo incendio può andare velocemente fuori controllo. Le bombole d’ossigeno compresso, inoltre, possono esplodere se esposte a fonti di calore.

Chi vi consegna l’ossigeno a domicilio vi darà un elenco di precauzioni da osservare in casa e nei luoghi pubblici. Ad esempio, se avete con voi l’ossigeno:

  • non dovete fumare o stare vicini a persone che fumano,
  • non dovete usare i diluenti per vernici, i detersivi, il gasolio, gli spray e altri materiali infiammabili,
  • dovete stare ad almeno un metro e mezzo di distanza dalle stufe a gas, dalle candele e dalle altre fonti di calore.

Quando l’ossigeno è inutilizzato, va tenuto in luoghi ampi e areati. Non conservate mai le bombole di ossigeno compresso e di ossigeno liquido in luoghi piccoli e non areati, ad esempio negli sgabuzzini, dietro le tende o vicino ai tappeti o ai tessuti infiammabili.

Dai contenitori dell’ossigeno fuoriescono sempre piccole quantità di gas che si possono accumulare e diventare quindi pericolose se l’ossigeno viene conservato in luoghi troppo ristretti.

Controindicazioni

L’ossigeno non dovrebbe mai essere somministrato in caso di avvelenamento da paraquat (un fitofarmaco usato come erbicida), a meno dello sviluppo di una  grave difficoltà respiratoria o un vero e proprio arresto respiratorio.

L’ossigenoterapia non è inoltre raccomandata per i pazienti affetti da fibrosi polmonare o altri danni ai polmoni derivanti dal trattamento con bleomicina (chemioterapico antitumorale).

Grande cautela serve nei neonati, che in seguito all’esposizione ad altri livelli del gas possono sviluppare cecità permanente (retinopatia del prematuro).

Si raccomanda prudenza nei pazienti fumatori, per il rischio di incendi.

Effetti collaterali

L’ossigenoterapia può causare complicazioni ed effetti collaterali, ad esempio:

  • secchezza nasale e possibile formazione di croste,
  • sangue dal naso (epistassi),
  • irritazione cutanea dovuta alla cannula o alla mascherina,
  • affaticamento e mal di testa mattutini.

Se i sintomi persistessero il medico potrà rivalutare la quantità di ossigeno erogata e/o la durata della terapia.

Se avete il naso troppo secco, il medico vi può consigliare uno spray nasale idratante, oppure può aggiungere un umidificatore all’apparecchiatura di somministrazione.

Se la cannula o la mascherina sono scomode, gli infermieri vi possono aiutare a trovarne di più comode, oppure vi possono consigliare gel e dispositivi utili per diminuire l’irritazione.

Le complicazioni dell’ossigenoterapia transtracheale possono essere più gravi. In questo tipo di ossigenoterapia, l’ossigeno viene somministrato tramite un tubicino inserito direttamente nella trachea tramite una piccola incisione praticata nella parte anteriore del collo.

Nell’ossigenoterapia transtracheale:

  • si possono formare accumuli di catarro nella trachea, perché l’ossigeno secca le vie respiratorie. Il muco può provocare la tosse e ostruire la trachea;
  • il tubicino può scivolare o rompersi,
  • c’è il pericolo di infezioni,
  • c’è il pericolo di lesioni alle pareti della trachea.

Il rischio di complicazioni diminuisce maneggiando correttamente e con cura il tubicino e le altre apparecchiature.

Sorveglianza continua

Per essere certi di ricavare il massimo beneficio dall’ossigenoterapia, è necessario andare dal medico regolarmente, per verificare i progressi e, se necessario, modificare la terapia.

Non prendete mai iniziative per modificare la quantità di ossigeno che state assumendo o il flusso di ossigeno. Parlate sempre dei problemi o degli effetti collaterali con il medico: solo lui è in grado di consigliarvi come modificare la terapia.

Chiedete al medico quando è opportuno contattare lui e quando il pronto soccorso, in caso di emergenza. Il medico può darvi consigli su che cosa fare se:

  • Avete il respiro più corto del solito, soffrite di dispnea o il respiro è diverso dal solito.
  • Avete la febbre, avete più catarro del solito o presentate i sintomi di un’infezione in corso.
  • Avete le dita delle mani o le labbra bluastre. Sono sintomi del fatto che il vostro organismo non sta ricevendo una quantità sufficiente di ossigeno (cianosi).
  • Siete in stato confusionale, siete irrequieti o più ansiosi del solito.

In caso d’emergenza, recatevi immediatamente al pronto soccorso oppure chiamate il 118.

Fonti e bibliografia

Articoli Correlati
Articoli in evidenza
Domande e risposte
  1. salve, hom 60 anni e sono un forte fumatore al punto che non riesco a smettere, inutile dirvi che come mi muovo un po mi affanno e sento mancanza d’ossigeno, posso fare uso di ossigeno per qualche giorno per aiutarmi nella respirazione?
    grazie.

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, l’ossogeno è un farmaco a tutti gli effetti e va prescritto dal medico, se non erro serve tra l’altro la visita specialistica pneumologica.

    2. Non sono medico, ma mi permetto di consigliarti una visita pneumologica al più presto; possono aiutarti non solo a smettere, ma anche diagnosticando precocemente eventuali malattie polmonari croniche e invalidanti (non parlo solo di tumore).

  2. Affetta da grave enfisema mi è stata fatta la seguente prescrizione:
    Ossigenoterapia al flusso di 1l min a riposo, 2lminuto di notte e sotto sforzo. Mi è stato prescritto un bombolone di ossigeno da 30 litri e ho scoperto che per avere uno stroller portatile lo devo noleggiare a 10 euro al mese + 20 per ricarica, da ricaricare in farmacia e, se dovessi farlo prima della scadenza del mese, devo pagare la ricarica 20 euro.
    Le mie domande allora sono le seguenti:
    c’è una qualche modalità per avere gratuitamente l’ossigeno di cui riporto la descrizione dal suo documento
    “L’ossigeno liquido è molto freddo. Quando esce dal contenitore, si trasforma in gas. L’ossigeno liquido viene consegnato a domicilio del paziente, in un contenitore grande, da cui è possibile travasarlo in contenitori più piccoli”
    Questi contenitori più piccoli sono quelli trasportabili ( stroller)?
    Sono molto confusa ed avendo solo 64 anni desidererei avere delle indicazioni che mi permettano di avere una vita abbastanza normale ad un costo accessibile.
    La ringrazio per l’attenzione

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo temo che non sia possibile averlo gratuitamente, ma proverei comunque a fare richiesta presso l’ASL.

  3. vorrei sapere se posso effettuare sedute di ossigeno terapia al viso tenuto presente che mi hanno diagnosticato un melanoma benigno alla retina dell’occhio. grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      È una decisione che spetta al dermatologo.

  4. Dottore, mi conferma che in farmacia è possibile trovare piccole bombole di ossigeno da usare in caso di emergenza?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, confermo; si tratta di piccole bombole a breve durata, utili per esempio in caso di attesa dell’ambulanza o della corsa al Pronto Soccorso.

    2. Quanto costa? Grazie.

    3. Dr. Roberto Gindro

      Si trova per esempio una piccola bombola da poco meno di un litro che costa circa € 44.00.