Risonanza magnetica (RM o MRI): tutto quello che devi sapere

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Introduzione

La risonanza magnetica (RM) è una metodica diagnostica in grado di generare dettagliate immagini anatomiche tridimensionali senza esporre il paziente a radiazioni pericolose per la sua salute; viene prescritta in genere per scoprire e identificare malattie, oltre che per monitorare trattamenti in corso. Si basa su una tecnologia sofisticata che eccita e rileva il cambio di direzione dell’asse rotazionale dei protoni presenti nella componente acquosa dei tessuti viventi.

Durante un esame RM, una corrente elettrica viene fatta circolare attraverso fili a spirale (bobine) per creare un campo magnetico temporaneo sul corpo del paziente. Le onde radio vengono inviate e ricevute dall’apparecchio tramite un trasmettitore/ricevitore; questi segnali sono utilizzati per creare immagini digitali dell’area di corpo scansionata. Una scansione RM dura tipicamente da 20 a 90 minuti, secondo la parte del corpo studiata.

Per alcuni esami RM vengono somministrati endovena farmaci come i mezzi di contrasto al gadolinio, per modificare il contrasto dell’immagine RM. Questi farmaci basati sul gadolinio sono basati su metalli rari; vengono iniettati tramite endovena nel braccio.

Per la scansione il paziente viene fatto sdraiare su un lettino che scorre all’interno dell’apparecchio, fatto a tunnel. La scansione può richiedere molto tempo, durante il quale il soggetto deve rimanere fermo, nonostante il forte rumore generato (sono spesso consigliati tappi auricolari), ma è assolutamente indolore e privo di qualsiasi invasività (salvo l’eventuale necessità di iniezione del mezzo di contrasto).

Costituiscono una possibile controindicazione all’esame:

  • possibile presenza di pezzi metallici intracorporei (per esempio in soggetti che hanno subito ferite da arma da fuoco o da granata o che usano saldatori),
  • presenza di dispositivi metallici o elettronici intracorporei, per esempio un pacemaker cardiaco o una protesi articolare metallica.

Non è controindicato in senso assoluto in gravidanza, ma per il principio di cautela si consiglia di evitarlo nelle prime 12 settimane, salvo urgenze.

Immagine del dispositivo usato per la risonanza magnetica in medicina

iStock.com/nattrass

Cosa si vede con la risonanza magnetica?

La risonanza fornisce informazioni utili in svariate condizioni e procedure diagnostiche, quali:

  • anomalie del cervello e del midollo spinale,
  • anomalie in diverse parti del corpo come mammella, prostata e fegato,
  • lesioni o anomalie articolari,
  • struttura e funzionalità cardiaca,
  • aree di attivazione all’interno del cervello (RM funzionale),
  • flusso sanguigno attraverso vasi e arterie (angiografia),
  • composizione chimica dei tessuti (spettroscopia).

Oltre a questi impieghi diagnostici l’RM può anche essere impiegata per guidare in tempo reale alcune procedure interventistiche.

L’esame è particolarmente indicato per lo studio di parti non ossee o dei tessuti molli del corpo. Dà informazioni diverse dalla TAC, perché non impiega le radiazioni ionizzanti nocive dei raggi X. Cervello, midollo spinale e nervi, come pure muscoli, legamenti e tendini, sono molto più evidenti attraverso la risonanza che non su quelle radiologiche e TAC, perciò questo esame è spesso richiesto per le lesioni di ginocchio e spalla.

Nel cervello la risonanza può distinguere tra sostanza bianca e grigia e riesce a diagnosticare anche aneurismi e tumori. Poiché l’RM non adopera raggi X o altre radiazioni, è la metodica di diagnostica per immagini di scelta quando sia necessario ripetere di frequente l’esame per la diagnosi o la terapia, specie per il cervello, tuttavia è sensibilmente più costosa delle tecniche radiografiche e della TAC.

La risonanza magnetica funzionale (RMF) è un tipo speciale di risonanza. Viene impiegata per l’osservazione delle strutture del cervello e per determinare quali aree si attivano (ossia, consumano più ossigeno) durante le diverse attività cognitive. Viene utilizzata per migliorare la comprensione dell’organizzazione cerebrale e offre un possibile nuovo standard per la definizione dello stato neurologico e del rischio neurochirurgico.

Benefici e rischi

Benefici

  • La risonanza può acquisire immagini da qualunque parte del corpo (testa, articolazioni, addome, gambe, ginocchio, …) e con qualunque orientamento.
  • Contrasta i tessuti molli e riesce a distinguere grasso, acqua, muscolo e altre tipologie tessutali meglio della TAC (che è in genere più efficace sulle ossa).
  • Le immagini RM sono ricche di informazioni e sono utili nella diagnosi di un’ampia varietà di malattie e condizioni.
  • Non espone il paziente a radiazioni.

Rischi

Le immagini RM non richiedono l’impiego di radiazioni ionizzanti, quindi i pazienti non sono esposti agli effetti nocivi di tale fonte di energia tuttavia, pur non essendo noti rischi per la salute legati all’esposizione temporanea all’ambiente RM, quest’ultimo comporta

  • un campo magnetico statico intenso,
  • un campo magnetico che cambia con il tempo (gradiente di campo pulsato)
  • e un’energia in radiofrequenza;

ognuna di queste componenti è associata a specifiche preoccupazioni per la salute:

  • L’intenso campo magnetico statico attrae oggetti metallici (da quelli piccoli come le chiavi o i telefoni cellulari, a quelli grandi e pesanti come le bombole di ossigeno) e può danneggiare l’apparecchio o provocare lesioni al paziente o al personale sanitario se questi oggetti si trasformano in proiettili. L’attenta cernita di chi e cosa entra nell’ambiente RM è cruciale per assicurare che niente di ciò che entra possa diventare un’arma.
  • I campi magnetici che cambiano nel tempo creano rumori intensi che possono danneggiare l’udito se non vengono indossate protezioni auricolari adeguate. Possono anche causare stimolazioni muscolari o nervose simili a spasmi.
  • L’energia in radiofrequenza impiegata durante la scansione RM potrebbe indurre il riscaldamento del corpo. Il rischio di riscaldamento è maggiore durante gli esami RM di lunga durata.

Per avere immagini di buona qualità, il paziente deve rimanere molto fermo per tutta la durata della procedura. Lattanti, bambini piccoli e altri soggetti non in grado di rimanere tranquilli devono essere sedati o anestetizzati per poter eseguire la procedura. Sedazione e anestesia hanno a loro volta rischi indipendenti dalla procedura RM, come il rallentamento o le difficoltà respiratorie e l’abbassamento della pressione arteriosa.

Con i mezzi di contrasto, i pazienti con grave insufficienza renale in dialisi sono a rischio di una complicanza rara ma grave, la fibrosi sistemica nefrogenica, che sembra legata all’impiego di alcuni mezzi a base di gadolinio, come ad esempio la gadodiamide.

Benché non sia stato stabilito un nesso causale, le attuali linee guida statunitensi raccomandano che i mezzi di contrasto gadolinici siano usati nei pazienti in dialisi solo quando essenziali, e che all’esame faccia immediatamente seguito una sessione di dialisi per eliminare tempestivamente il mezzo di contrasto dall’organismo.

Benché non siano stati dimostrati effetti sul feto, si raccomanda che la risonanza sia evitata in via precauzionale in gravidanza, specialmente nel primo trimestre quando gli organi fetali si stanno formando e i mezzi di contrasto, se impiegati, potrebbero entrare nel circolo fetale.

Claustrofobia e attacchi di panico

I pazienti soggetti a claustrofobia anche lieve possono avere problemi a tollerare lunghi tempi di scansione all’interno dell’apparecchio. Familiarizzarsi con l’apparecchio e il processo, così come tecniche di visualizzazione, sedazione e anestesia, permettono di superare i fastidi.

Un aiuto ulteriore può derivare dall’ascolto di musica o dal guardare un video o un film, dal chiudere o coprirsi gli occhi e dall’avere a disposizione un pulsante di segnalazione del panico.

La risonanza magnetica aperta è un modello aperto sui lati, che sostituisce l’abituale tubo chiuso a un estremo; non circonda quindi completamente il paziente. È stata sviluppata per rispondere alle necessità di soggetti in difficoltà con lo stretto tubo e i rumori della versione tradizionale e a quelle dei pazienti le cui dimensioni corporee rendono impraticabile l’approccio a tubo chiuso. Gli apparecchi aperti di ultima generazione ottengono immagini di alta qualità in molti tipi di esami, ma non in tutti.

Pazienti con impianti, dispositivi esterni e accessori

La risonanza magnetica presenta pericoli specifici per i pazienti con impianti, dispositivi esterni e dispositivi medici accessori. Sono esempi di impianti

  • le protesi articolari artificiali,
  • gli stent,
  • gli impianti cocleari
  • e i pacemaker.

Un dispositivo esterno è un oggetto che può toccare il paziente, come una pompa esterna da insulina, un tutore brachiale o la medicazione di una ferita.

Con dispositivo accessorio si intende un dispositivo medico non impiantato (un ventilatore, un monitor,…), impiegato per monitorare o assistere il paziente.

L’intenso campo magnetico statico dell’apparecchio RM attira i materiali magnetici e può causare spostamenti non voluti del dispositivo medico.

L’energia in radiofrequenza e i campi magnetici che cambiano nel tempo possono fare surriscaldare un dispositivo impiantato e il tessuto circostante, causando così ustioni.
I campi magnetici e l’energia in radiofrequenza prodotti dall’apparecchio RM possono anche indurre malfunzionamenti di dispositivi medici elettricamente attivi, interferendo nell’erogazione di eventuali terapie o funzioni.

La presenza del dispositivo medico degrada la qualità dell’immagine prodotta dalla risonanza, riducendone potenzialmente il contenuto informativo e portando anche a diagnosi non accurate, con possibili ripercussioni sull’adeguatezza del trattamento medico.

I pazienti con dispositivi impiantati, quindi, non dovranno sottoporsi a risonanza magnetica, a meno che il dispositivo non sia specificamente indicato come compatibile (RM-sicuro o RM-condizionale). Un dispositivo RM-sicuro è amagnetico, non contiene metalli, non conduce l’elettricità e non causa pericoli in qualunque ambiente RM. Un dispositivo RM-condizionale può essere adoperato in condizioni di sicurezza all’interno di un ambiente RM che risponda alle sue specifiche di uso sicuro.

Qualunque dispositivo con uno stato RM non noto deve essere considerato RM-incompatibile.

Alcuni inchiostri usati per i tatuaggi contengono residui metallici, anche se la maggior parte è compatibile con l’esame RM. Durante l’esame, informare subito il tecnico in caso di fastidio o senso di calore in corrispondenza del tatuaggio.

Eventi avversi

Gli eventi avversi a seguito di risonanza sono molto rari, per esempio negli Stati Uniti, dove tutti gli anni vengono eseguiti milioni di esami, il sistema di vigilanza riceve da produttori, distributori, laboratori e pazienti circa 300 segnalazioni annuali di eventi avversi legati alle scansioni e ai magneti della risonanza. La maggior parte di tali segnalazioni riguarda surriscaldamenti e/o ustioni (lesioni termiche). Il problema riferito con maggior frequenza è l’ustione di secondo grado.

Altri problemi consistono in ferite da proiettili (oggetti attirati verso l’apparecchio), dita schiacciate o pizzicate dal lettino paziente, cadute del paziente e perdita dell’udito o persistenza di un suono (tinnito) in un orecchio.

Talvolta, può essere avvertita una sensazione di scossa per la stimolazione nervosa dovuta al cambiamento rapido dei campi energetici nell’apparecchio.

Informazioni utili prima di sottoporsi a risonanza

Lo spazio a disposizione durante la scansione RM può risultare davvero angusto per i pazienti sensibili agli spazi ristretti, per persone obese o particolarmente alte. Informare il tecnico o il medico in caso si tema reazioni claustrofobiche.

Durante la scansione l’apparecchio è estremamente rumoroso e, per ridurre l’entità del rumore, potranno essere messi a disposizione tappi auricolari e/o cuffie di protezione; in alcuni casi, per rendere l’esame meno sgradevole, possono essere anche indossati auricolari diffusori di musica.

Se la risonanza richiede l’iniezione del mezzo di contrasto il tecnico inserisce una piccola cannula endovena in un braccio. L’iniezione del mezzo può dare una momentanea sensazione di freddo. Bisogna comunque segnalare al tecnico eventuali dolori o fastidi.

Ricordarsi che l’esame è stato richiesto perché il medico ritiene che possa dare informazioni utili alla gestione del proprio stato di salute. In caso di domande, non esitare a porle.

Preparazione all’esame

Il giorno dell’esame il paziente può bere, mangiare e assumere farmaci come al solito, a meno di diverse istruzioni specifiche.

In alcuni casi, può essere necessario astenersi da alimenti e bevande fino a quattro ore prima dell’esame, altre volte occorre bere tanta acqua subito prima dell’RM. Dipende dalla parte del corpo da esaminare.

All’arrivo in ospedale, viene in genere richiesta la compilazione di un modulo sulla propria salute e anamnesi medica. Questi dati sono necessari allo staff sanitario per garantire un esame sicuro. Informarsi bene su indicazioni e controindicazioni all’esame.
Una volta compilato il modulo, è in genere necessario fornire il proprio consenso scritto all’esame per procedere.

Poiché la risonanza genera campi magnetici forti è importante rimuovere qualunque oggetto metallico dal corpo, compresi:

  • orologi,
  • gioielli, per esempio orecchini e collane,
  • piercing, come gli anelli a orecchi, capezzoli e narici,
  • dentiere,
  • protesi acustiche,
  • parrucche (alcune contengono residui metallici).

Secondo l’area corporea da esaminare, può essere necessario indossare una vestaglia ospedaliera durante la procedura. Se non è necessario, indossare abiti senza zip metalliche, bottoni, ganci, cinture, ferretti (reggiseno), fermagli o fibbie.

Mezzo di contrasto

Alcuni esami richiedono la somministrazione del mezzo di contrasto. Il contrasto permette di visualizzare più chiaramente e con maggior dettaglio alcuni tessuti e vasi sanguigni.

Nei soggetti con gravi problemi renali il mezzo di contrasto può causare danni a tessuti e organi. Se affetti da o con una storia di sofferenza renale, potrebbe venire eseguito un esame del sangue per capire la funzionalità renale e se la procedura è eseguibile in condizioni di sicurezza.

Sarà anche essenziale informare lo staff di qualunque precedente reazione allergica o di problemi di coagulazione prima dell’iniezione del mezzo.

Anestesia e sedativi

La risonanza magnetica è un esame indolore, quindi l’anestesia (farmaci che eliminano la percezione del dolore) non è in genere richiesta. Nei soggetti claustrofobici può essere utile un leggero sedativo per rilassarsi; affrontare per tempo il tema con il proprio medico prima dell’esame.

In caso di sedazione, tenere conto che non sarà possibile guidare per le 24 ore successive.

L’anestesia generale viene usata spesso nei bambini piccoli e nei neonati; in questi pazienti è necessaria perché è fondamentale che il paziente stia perfettamente fermo durante l’esame, richiesta spesso inesaudibile nei bambini piccoli se svegli.

Come si fa?

L’acquisizione delle immagini viene eseguita in un corto cilindro aperto ai due estremi. Il paziente è sdraiato su un lettino motorizzato che viene mosso all’interno del cilindro.

In base alla parte del corpo da studiare, il paziente viene fatto entrare nel cilindro dalla testa o dai piedi.

In alcuni casi, l’area del corpo sotto esame, per esempio la testa o il torace, viene coperta da una struttura. Questa struttura contiene i ricevitori per i segnali emessi dal corpo durante l’esame e rappresenta un modo per migliorare la qualità d’immagine.

L’acquisizione dell’esame è gestita da un computer, situato in un’altra sala per tenerlo lontano dal campo magnetico generato dall’apparecchio. Il computer è controllato dal tecnico radiologo, che è quindi anch’egli in una sala diversa dal paziente. È però possibile parlare con il tecnico, in genere tramite un interfono, e il paziente è sempre visibile dall’operatore su un monitor televisivo.

Durante l’esame, può essere permesso a una persona cara di rimanere in sala con il paziente. I bambini possono per esempio avere un genitore accanto durante l’intero esame. All’accompagnatore verrà domandato se portatore di pacemaker o altro oggetto metallico e dovrà inoltre adeguarsi alle stesse linee guida del paziente relativamente a vestiti e rimozione di oggetti metallici.

Per evitare immagini sfocate è fondamentale tenere la parte del corpo in esame assolutamente ferma per tutta la durata dell’acquisizione, finché il tecnico non comunica la fine.

Quanto dura la risonanza?

Una singola scansione può richiedere da alcuni secondi a 3-4 minuti. Durante scansioni brevi, potrà essere richiesto di trattenere il respiro. A seconda delle dimensioni dell’area di scansione e il numero di immagini da acquisire, l’intera procedura ha in genere una durata compresa tra i 15 e i  90 minuti; durante questo tempo a tratti l’apparecchio genera forti picchiettii, rumori che corrispondono all’accensione-spegnimento della corrente elettrica all’interno delle bobine dell’apparecchio. Il paziente viene in genere fornito di tappi o cuffie auricolari.

Tramite le cuffie, è possibile ascoltare musica durante la scansione se desiderato.

Terminata la scansione, il paziente viene rimosso dal cilindro.

Dopo l’esame

L’RM viene in genere eseguita come procedura ambulatoriale, non quindi è necessario passare la notte in ospedale e dopo l’esame si possono riprendere subito le proprie normali attività.

Nel caso in cui sia stata richiesta una qualche forma di sedazione sarà tuttavia necessario farsi accompagnare a casa e non rimanere soli per le prime 24 ore: non è sicuro guidare, far funzionare macchinari pesanti o bere alcolici per 24 ore dall’assunzione di un sedativo.

L’esame deve essere analizzato da un radiologo (medico specialista nell’interpretazione di scansioni e radiografie) ed eventualmente discusso con altri specialisti. In altre parole, è difficile che i risultati siano disponibili subito.

Il radiologo invia il referto al medico richiedente l’esame, che spiegherà i risultati al paziente. A meno di urgenze, sono in genere necessarie da una a due settimane per questi risultati.

Come funziona la risonanza magnetica

La risonanza magnetica impiega magneti potenti che originano un campo magnetico statico molto intenso; tale campo forza i protoni contenuti nel corpo ad allinearsi. Quando poi viene erogata al paziente una corrente pulsata in radiofrequenza, i protoni vengono stimolati ed escono dalla condizione di equilibrio, opponendosi alla forza di attrazione del campo magnetico. Quando la radiofrequenza viene spenta, i sensori riescono a rilevare l’energia rilasciata dai protoni che si riallineano con il campo magnetico. Il tempo necessario ai protoni per riallinearsi con il campo magnetico, come pure la quantità di energia rilasciata, dipende dall’ambiente e dalla natura chimica delle molecole. Il medico riesce a distinguere i vari tipi di tessuti grazie a queste proprietà magnetiche.

Per ottenere un’immagine accurata il paziente viene inserito in un magnete di grosse dimensioni e deve rimanere assolutamente fermo durante l’elaborazione del segnale per non sfocare l’immagine. Possono essere somministrati mezzi di contrasto (in genere basati sul gadolinio) per via endovenosa prima o durante la procedura per aumentare la velocità a cui i protoni si riallineano con il campo magnetico. Più velocemente avviene il riallineamento, più intensa è l’immagine.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Quindi è pericoloso sottoporsi a una risonanza?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’unico esame pericoloso è quello inutile.

      È una massima che sento ogni tanto dire dai medici, ma se ci pensiamo corrisponde più o meno alla realtà; quando viene prescritto un esame il curante o lo specialista soppesano eventuali rischi con i potenziali benefici e ovviamente l’esame viene richiesto solo quando questo rapporto è favorevole.

  2. Quando costa farla privatamente?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Indicativamente potrei dirle dai € 200 agli € 500, ma dipende molto dal centro in cui viene effettuata, dalla zona del corpo, …