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Introduzione

Il glucosio (zucchero) circolante nel sangue ha la tendenza a legarsi in modo irreversibile alle proteine con cui viene in contatto.

Questo processo prende il termine di glicazione ed è assolutamente normale che si verifichi, tuttavia si tratta di un fenomeno che pregiudica il corretto funzionamento della proteina interessata ed è quindi uno dei meccanismi responsabili dei tanti danni di un’eccessiva quantità di zucchero in circolo. In altre parole è quindi inevitabile che succeda, senza zucchero nel sangue non sarebbe possibile la vita per un animale, ma se a valori normali i danni sono limitati, prevedibili e gestibili, con l’aumentare della concentrazione di zucchero possono insorgere complicazioni.

La glicazione si verifica anche nei confronti dell’emoglobina, la proteina che nei globuli rossi permette il legame con l’ossigeno e ne consente quindi il trasporto dai polmoni al resto del corpo; questa è una delle ragioni per cui i globuli rossi hanno vita limitata, non possono riprodursi né essere riparati, quindi vengono continuamente prodotti in sostituzione di quelli più vecchi e danneggiati, non solo da processi di glicazione, vivendo circa tre mesi prima di essere distrutti dalla milza.

Misurare l’emoglobina glicata nel sangue significa quantificare i globuli rossi interessati dal processo di glicazione e, sapendo che questo processo è irreversibile, il valore ci permette di formulare una stima piuttosto precisa della media dei livelli glicemici negli ultimi 3 mesi, ovvero la vita media di un globulo rosso.

In altre parole, valutando quanti globuli rossi sono danneggiati dallo zucchero, possiamo farci un’idea di quanto zucchero sia circolato nel sangue negli ultimi 3 mesi, a differenza della misurazione tradizionale della glicemia che ci fornisce il valore circolante in quel preciso istante, ma non ci dice nulla ad esempio sulle ore notturne.

Il risultato dell’esame è in genere espresso come valore percentuale o come concentrazione, ma in entrambi i casi più è alto il risultato e maggiori sono stati i livelli di glicemia circolanti.

Questo esame è anche chiamato

  • emoglobina A1c,
  • HbA1c,
  • emoglobina glicosilata.

Emoglobina glicata alta

Nei pazienti diabetici questo esame viene spesso utilizzato per rilevare se e quanto la patologia sia sotto controllo, in altre parole rappresenta una buona indicazione sull’efficacia delle modifiche allo stile di vita e degli eventuali farmaci in uso; è stato stimato che i rischi delle principali complicanze legate al diabete (retinopatia diabetica, nefropatia diabetica, neuropatia diabetica) si riduca di circa il 3% ogni 1 mmol / mol di HbA1c (anche se i limiti vanno sempre personalizzati in base alle caratteristiche del singolo paziente, bilanciando vantaggi e rischi di ogni scelta).

L’esame dell’emoglobina glicata può tuttavia essere prescritta anche come test diagnostico per il diabete e come test di screening per le persone ad alto rischio; l’introduzione come strumento di diagnosi risale al 2011, ossia da quando l’OMS ne ha raccomandato l’utilizzo indicando come limite superiore un valore di 6,5% (48 mmol/mol), a patto che sia rilevato in almeno due circostanze diverse, ad esempio a distanza di qualche settimana.

Sebbene non esista un accordo unanime nella comunità scientifica sulla diagnosi della condizione di pre-diabete (più correttamente alterata glicemia a digiuno e ridotta tolleranza glucidica), la SID (Società Italiana Diabetologia) individua questo intervallo in 6-6,49% (42-47 mmol / mol).

In ultima analisi rappresenta quindi l’esame principale per la diagnosi, gestione e controllo del diabete, anche in considerazione del fatto che molti autori la ritengono più precisa ed affidabile rispetto alla glicemia, in quanto tra l’altro:

  • è espressione della glicemia media di un lungo periodo e non di un singolo momento, che potrebbe essere influenzato da numerosi fattori esterni, ovvero non soffre di alcuna influenza da parte di perturbazioni acute (come lo stress da prelievo)
  • gode di una migliore standardizzazione
  • non ha necessità di un prelievo dopo 8 ore di digiuno
  • è lo stesso parametro usato per il monitoraggio clinico del diabete.
Fotografia di una lavagnetta con disegnato il valore limite della glicata e di fianco alcuni alimenti sani.

iStock.com/juststock

Valori normali

L’esame consiste in un semplice prelievo del sangue e non richiede necessariamente il digiuno, che tuttavia può essere suggerito se contestualmente vengono richiesti altri parametri.

A seconda delle linee guida consultate possono variare leggermente i valori considerati come normali, ma tendenzialmente (per esempio dall’OMS) viene indicato come alto un valore superiore a 6.5%.

Idealmente sarebbe opportuno puntare a valori anche inferiori, ma nel caso di pazienti diabetici l’obiettivo terapeutico può variare a seconda della tipologia di paziente.

Per rendere più semplice l’interpretazione è possibile fare riferimento alla seguente tabella:

HbA1c
(%)

HbA1c
(mmol/mol)

Utilizzo

4.0

20

Limite inferiore in soggetti non diabetici

5.4

36

Limite superiore in gravidanza (1o e 2o trimestre)

5.7

39

Diagnosi di prediabete

6.5

48

Diagnosi di diabete

7.0

53

Obiettivo terapeutico primario

Conversione

È possibile calcolare il livello circolante medio di glucosio associato al risultato della glicata, che rappresenta una stima di massima del valore medio degli ultimi tre mesi; questo valore non corrisponderà alle misurazioni giornaliere di glucosio perché è una media su un periodo lungo invece di un livello glicemico in un determinato momento, come è quello misurato dallo strumento di automisurazione.

La tabella seguente mostra il rapporto tra i due numeri:

Emoglobina glicata (%) Glicemia media (mg/dl)
5 97 (76–120)
6 126 (100–152)
7 154 (123–185)
8 183 (147–217)
9 212 (170–249)
10 240 (193–282)
11 269 (217–314)
12 298 (240–347)
13 326 (260-380)
14 355 (290-410)
15 384 (310-440)
16 413 (330-480)
17 441 (460-510)
18 470 (380-540)
19 499 (410-570)

 

Diagnosi di diabete tipo 2 e prediabete

Nel 2009, un comitato di esperti internazionali ha raccomandato l’esame A1c come uno dei test a disposizione per la diagnosi di diabete tipo 2 e prediabete (intolleranza glucidica), mentre in precedenza solo la glicemia tradizionale veniva usata a tali scopo. Ad oggi viene così interpretata

  • Normale, inferiore a 5,7% (39 mmol/mol)
  • Prediabete, compreso tra 5,7 e 6,49% (39-47 mmol/mol)
  • Diabete, pari o superiore a 6,5% (48 mmol/mol)

Si noti tuttavia che per la formulazione della diagnosi di diabete qualunque esame richiede la conferma di una seconda misurazione (a meno che il primo esame non sia un valore di glicemia superiore ai 200 mg/dL accompagnato da chiari sintomi di malattia).

Poiché l’esame della glicata non richiede il digiuno e il sangue può essere prelevato in qualunque momento della giornata, gli esperti sperano che questa facilitazione consenta a più soggetti di sottoporsi all’esame, riducendo il numero di casi di diabete non diagnosticato (alcune organizzazioni mediche continuano comunque a raccomandare l’impiego della glicemia per la diagnosi).

Gli esami sono importanti soprattutto perché il diabete in fase iniziale non dà sintomi. Benché nessun test sia perfetto, l’esame A1c e la glicemia sono i migliori strumenti a disposizione per diagnosticare il diabete, una malattia grave e cronica.

Questi esami permettono al medico di identificare e trattare il diabete prima che insorgano complicazioni, nonché di trovare e curare il prediabete, potenzialmente ritardando o prevenendo lo sviluppo del diabete tipo 2.

In passato, l’esame non veniva raccomandato per la diagnosi perché a seconda del laboratorio si potevano ottenere risultati diversi. L’accuratezza è stata migliorata dal National Glycohemoglobin Standardization Program (NGSP, ossia il programma nazionale di standardizzazione dell’emoglobina glicata), che ha sviluppato standard per gli esami A1C. Il programma NGSP certifica che i fabbricanti di esami della glicata forniscano test coerenti con quelli usati in uno studio fondamentale sul diabete. Lo studio ha stabilito gli obiettivi attuali di A1c per il mantenimento della glicemia a livelli che riducono l’insorgenza di complicanze, come la cecità e le vasculopatie.

Il prediabete è un fattore di rischio per il diabete tipo 2. I soggetti con prediabete devono sottoporsi annualmente a un esame di controllo. Nell’ambito dei valori di A1c di prediabete (5,7 – 6,4%), maggiore è A1c, maggiore il rischio di diabete. Gli individui con prediabete sono a rischio di sviluppare il diabete tipo 2 nell’arco di 10 anni, anche se possono prendere delle misure per prevenire o ritardare la malattia.

Come viene usato il test A1c dopo la diagnosi di diabete?

I medici possono richiedere di misurare l’emoglobina glicata per monitorare i livelli di glicemia in soggetti con diabete tipo 1 o tipo 2. L’esame non viene invece usato per monitorare il diabete gestazionale.

La società di diabetologia americana raccomanda che i soggetti diabetici che raggiungono gli obiettivi del trattamento e hanno livelli di glicemia stabili vengano sottoposti al test A1c due volte l’anno. Il medico può far ripetere l’esame A1c fino a quattro volte all’anno, finché i livelli glicemici non raggiungono i valori raccomandati.

L’esame aiuta il medico a dosare i farmaci in modo da ridurre il rischio di complicanze diabetiche a lungo termine. Studi scientifici hanno dimostrato riduzioni sostanziali delle complicanze a lungo termine abbassando i livelli di A1c, tuttavia soprattutto nel paziente anziano un livello eccessivamente basso può esporre al rischio di pericolose ipoglicemie ed è per questo che l’obiettivo terapeutico dev’essere personalizzato in base a fattori quali età, grado di autonomia nella gestione dei farmaci, …

Gravidanza

Può essere usato alla prima visita medica durante la gravidanza per controllare se donne con fattori di rischio avessero malattie diabetiche non diagnosticate prima di rimanere incinte. In seguito, viene usato il test orale di tolleranza al glucosio per controllare se sta insorgendo il diabete, detto diabete gestazionale se in gravidanza.

Dopo il parto, donne con diabete gestazionale dovranno essere controllate per verificare l’eventuale persistenza del diabete. Al posto dell’esame A1c, dovrà essere misurata la glicemia nelle 12 settimane dal parto.

Glicata e glicemia a digiuno

In alcuni pazienti la glicemia può indicare la presenza di diabete anche in assenza di modifiche coerenti di A1c.

Può succedere anche il contrario: l’esame della glicata può permettere di individuare una condizione di diabete, pur con una glicemia a digiuno nella norma.

Data questa variabilità dei risultati, il medico fa ripetere gli esami prima di formulare una diagnosi.

Queste apparenti anomalie possono verificarsi soprattutto durante le fasi iniziali della malattia, quando i livelli glicemici non sono ancora abbastanza alti da poter essere evidenziati in tutti i test. Talvolta in questa fase i piccoli cambiamenti dello stile di vita (perdere un po’ di peso e aumentare l’attività fisica) possono aiutare a prevenire lo sviluppo di diabete o a ritardarne l’insorgenza, quando non addirittura a permetterne la regressione.

Accuratezza degli esami

Tutti i test di laboratorio possono variare da un giorno all’altro e da un test all’altro. I risultati possono cambiare:

  • nel soggetto sottoposto a esami. I livelli di glicemia di un individuo in condizioni normali variano in funzione dei pasti, dell’attività fisica, di eventuali malattie e dello stress;
  • tra test diversi. Ciascun esame misura i livelli glicemici in modo differente. Per esempio, la glicemia a digiuno misura il glucosio libero nel sangue in condizioni di digiuno e mostra solo il livello di glicemia al momento del prelievo. Glicemie ripetute, come automisurazioni ripetute più volte al giorno con un misuratore per uso domestico, possono registrare le variazioni naturali della glicemia durante il giorno. L’esame A1c rappresenta la quantità di glucosio legato all’emoglobina, quindi riflette una media di tutti i livelli di glicemia del soggetto negli ultimi 3 mesi. L’esame A1c non mostra variazioni giornaliere significative.
  • nell’ambito dello stesso test. Anche quando lo stesso campione di sangue viene misurato più volte nello stesso laboratorio, i risultati possono cambiare per piccole variazioni di temperatura, attrezzatura o maneggiamento del campione.

Il medico tiene in considerazione queste variazioni quando analizza i risultati dei test e fa ripetere gli esami per conferma (la diagnosi si pone sempre dopo la conferma con un secondo prelievo in giorno diverso). Il diabete si sviluppa nel tempo, quindi il medico può dire quando i livelli glicemici complessivi stanno diventando troppo alti nonostante la variabilità degli esami.

Il risultato di un esame A1c può variare di più o meno 0,5% rispetto al valore reale. Ciò significa che una misura del 7,0% potrebbe indicare un valore reale di A1c tra 6,5 e 7,5%.

Falsi positivi

L’esame può essere inaffidabile nella diagnosi e nel monitoraggio del diabete in soggetti portatori di alcune condizioni note per interferire con i risultati. Il sospetto di interferenze dovrà sorgere ogni volta che i risultati del test risulteranno molto difformi rispetto alla glicemia.

Soggetti di origine africana, mediterranea o del sud-est asiatico, o individui con famigliarità per anemia a cellule falciformi o talassemia sono particolarmente a rischio di interferenze.

Gli individui in questi gruppi possono avere un tipo meno comune di emoglobina (emoglobina variante) che può interferire con alcuni test A1c. La maggior parte dei soggetti con un’emoglobina variante non ha sintomi e può non sapere di averla.

Non tutti i test A1c sono inaffidabili nei soggetti con un’emoglobina variante. Individui con falsi risultati da un tipo di test A1c possono richiedere un altro tipo di esame A1c per misurare il proprio livello glicemico medio.

Falsi risultati di emoglobina glicata possono anche essere riscontrate in persone con altri problemi del sangue o dell’emoglobina. Per esempio, un risultato falsamente basso può essere misurato in soggetti con:

  • anemia,
  • sanguinamenti importanti.

Un risultato falsamente elevato può essere misurato in soggetti con ferro molto basso, per esempio soggetti con anemia da carenza di ferro.

Altre cause di falsi risultati di A1c sono:

Valori ideali della glicata

L’obiettivo di glicata da raggiungere per un paziente diabetico sarà diverso secondo la storia diabetica e lo stato generale di salute.

Bisognerà discutere il proprio A1c ideale con il medico. Studi scientifici hanno mostrato che nei soggetti diabetici si può ridurre il rischio di complicanze mantenendo il valore sotto 7%, ma un livello di A1c sicuro per un individuo può non esserlo per qualcun altro.

Per esempio, mantenere un livello di A1c sotto 7% può non essere sicuro se determina problemi di ipoglicemia, ossia di glucosio troppo basso.

Un controllo della glicemia meno stringente, con A1c tra 7 e 8% (in alcune circostanze, anche maggiore) può essere adeguato in soggetti con:

  • speranza di vita ridotta,
  • diabete di lunga durata e difficoltà a raggiungere obiettivi inferiori,
  • marcata ipoglicemia,
  • complicanze avanzate del diabete, come malattie renali croniche, danni dei nervi o malattia cardiovascolare.

Come abbassare l’emoglobina glicata

Nei casi di valori prossimi al limite massimo il medico in genere suggerisce innanzi tutto di intervenire sullo stile di vita:

In caso di diabete già diagnosticato in genere l’approccio allo stile di vita rimane lo stesso, eventualmente personalizzato in base alle caratteristiche del paziente ed associando i necessari farmaci.

Fonti e bibliografia

Adattamento a cura della Dr.ssa Barbara Greppi, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Buongiorno dottore,ho ritirato le analisi fatte per stanchezza,spesso mani fredde tremori e tachicardia sotto sforzo!
    Emoglobina 9.9 (12-18)
    Ematocrito 29.9 (37-51)
    Soderemo 26 (37-151)
    Vorrei sapere se ho l’anemia nel frattempo che aspetto per portare le analisi dal dottore e se i disturbi che ho possono essere collegati la ringrazio in anticipo

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, è anemica (emoglobina bassa), forse a causa del ferro basso (sideremia). Il medico saprà comunque essere più preciso.

  2. Quale valore è più importante, la glicemia a digiuno o l’emoglobina glicata?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sono entrambi importanti e li definirei complementari tra loro; tendenzialmente per uno screening occasionale viene preferita per comodità la glicemia a digiuno (da almeno 8 ore).

  3. Con un’emoglobina glicata a 5 sono anemica? Devo prendere ferro? Cosa devo chiedere in farmacia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La glicata non c’entra con l’emoglobina “normale”, è invece un valore relativo alla glicemia (ossia alla presenza di zucchero nel sangue).

  4. Ho misurato ieri la glicata ed era 6.4, cosa devo fare?

    1. Dr. Roberto Gindro

      È effettivamente un po’ alta… L’esame è stato prescritto dal medico?