Colonscopia virtuale: costo, preparazione, domande comuni

Ultima modifica

Introduzione

La colonscopia virtuale, anche detta colon‑TC (è di fatto una TAC intestinale), è una procedura basata sull’uso associato di raggi-X e dispositivi digitali per la generazione di immagini del retto e dell’intero colon: la colon‑TC è in grado di evidenziare

  • tessuti irritati e gonfi,
  • ulcere
  • e polipi (formazioni di tessuto che crescono sul rivestimento dell’intestino).

Questa procedura è diversa dalla colonscopia tradizionale, che permette invece l’osservazione del retto e di tutto il colon dall’interno, attraverso l’inserimento di un colonscopio, un tubo lungo, sottile e flessibile dotato a un’estremità di luce e di una piccola telecamera.

I vantaggi della virtuale sono chiaramente l’assenza di invasività ed il fatto che non sia richiesta alcuna sedazione o anestesia, ma purtroppo il rovescio della medaglia è una ridotta efficacia in fase di diagnosi.

Quanto costa?

Il costo per una colonscopia virtuale effettuata in regime privato è differente da un centro all’altro, a titolo puramente indicativo la forbice è tra i € 150.00 e i € 500.00.

La prescrizione dell’esame in regime di Servizio Sanitario Nazionale (mutua) prevede invece specifiche restrizioni e ticket, talvolta variabili da una Regione all’altra; in particolare può essere richiesta per:

  • stenosi (ossia tratti caratterizzati da restringimenti) non valicabili dalla colonscopia e/o pazienti in cui non sia possibile coprire l’intera lunghezza dell’intestino fino al cieco,
  • pazienti anziani o defedati o che non tollerino la colonscopia classica,
  • pazienti che presentino controindicazioni all’approccio tradizionale.

Retto e colon

Il retto e il colon sono le parti terminali del tratto gastrointestinale, una serie di organi cavi uniti a costituire un lungo tubo attorcigliato dalla bocca fino all’ano (l’apertura di circa 25 mm attraverso cui le feci fuoriescono dal corpo).

L’organismo digerisce il cibo tramite i movimenti dei muscoli del tratto gastrointestinale, insieme al rilascio di ormoni ed enzimi.  Gli organi che costituiscono il tratto sono nell’ordine:

  • bocca,
  • esofago,
  • stomaco,
  • intestino tenue,
  • intestino crasso (composto da appendice, cieco, colon e retto)
  • e ano.

Talvolta viene usato il termine “visceri” per indicare l’intestino.  L’ultima parte del tratto gastrointestinale, ossia il tratto inferiore, include l’intestino crasso e l’ano.

Negli adulti l’intestino crasso è lungo circa 150 cm; la sua funzione è l’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti residui del cibo parzialmente digerito dall’intestino tenue. L’intestino crasso quindi trasforma scorie liquide in una massa solida, le feci.

Le feci passano dal colon al retto.  Negli adulti, il retto è lungo circa 15-20 cm ed è situato tra l’ultima parte del colon (chiamata sigma) e l’ano.  Il retto accumula le feci fino alla defecazione.  Durante quest’ultima, le feci passano dal retto all’ano.

Rappresentazione grafica della porzione di intestino interessata dalla rettocolite ulcerosa.

iStock.com/Raycat

A cosa serve? Le indicazioni alla colonscopia virtuale

La colonscopia virtuale viene in genere richiesta ed eseguita in presenza di sintomi dubbi come:

Il gastroenterologo (medico specializzato in malattie del sistema digerente) può richiedere una colonscopia virtuale anche come screening del cancro del colon.

Lo screening è la ricerca di malattie tramite esami specifici in soggetti asintomatici e può permettere di identificare una malattia in fase precoce, quando ci sono maggiori probabilità di cura. Da notare che tuttavia non esistono dati sufficienti a definire pienamente l’efficacia della colonscopia virtuale come strumento di screening del tumore al colon, per cui in genere si preferisce la ricerca di sangue occulto nelle feci seguita eventualmente da sigmoidoscopia o colonscopia.

Lo screening per questa forma tumorale coinvolge in genere soggetti indicativamente tra i 50 e i 70 anni, oppure pazienti più giovani nel caso di

  • storia familiare di cancro del colon,
  • malattie infiammatorie croniche dell’intestino (patologie croniche che causano irritazione e ulcere del tratto intestinale, come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa),
  • presenza di altri fattori di rischio per il cancro del colon.

Preparazione alla colonscopia virtuale

Colloquio con il gastroenterologo

Nel programmare una colonscopia virtuale il soggetto dovrà riferire al gastroenterologo le proprie condizioni di salute ed eventuali terapie, compresi i farmaci di auto-medicazione, vitamine e integratori, in particolare:

Dovrà essere comunicata un’eventuale gravidanza in corso, perché il feto in sviluppo è particolarmente sensibile ai raggi-X. Il tecnico di radiologia dovrà adottare precauzioni speciali per ridurre al minimo l’esposizione, ma in questo caso il gastroenterologo potrà suggerire una procedura alternativa, come la colonscopia.

Verrà infine prescritto un esame del sangue (dosaggio della creatinina, talvolta integrato da altri parametri) per valutare la funzionalità renale in vista della somministrazione del mezzo di contrasto.

Cosa mangiare?

Al soggetto verrà verranno fornite apposite istruzioni scritte da seguire a casa per la preparazione dell’intestino. Le istruzioni tendono a ridurre o eliminare le feci presenti nell’intestino.

Con una preparazione intestinale completa il soggetto alla fine evacuerà feci liquide trasparenti (le feci solide all’interno del colon possono impedire l’acquisizione di scansioni TC nitide del rivestimento intestinale).

Le istruzioni in genere prescrivono l’assunzione di una dieta liquida senza fibre nei tre giorni che precedono l’esame, eliminando quindi per esempio:

  • frutta e verdura,
  • farinacei integrali,
  • pasta,

oltre ad alimenti grassi come burro, frutta secca a guscio, carne rossa, formaggio da latte intero, …

Sono invece concessi:

  • crackers,
  • semolino,
  • riso in bianco,
  • pastina in brodo,
  • uova, liquidi di ogni tipo (inclusi succhi di frutta),
  • zucchero,
  • pesce,
  • carne bianca,
  • formaggi leggeri.

La sera che precede l’esame è possibile consumare solo liquidi, come ad esempio:

  • brodo privo di grassi,
  • acqua,
  • caffè nero o tè, senza panna o latte,
  • integratori idro-salini.

Si raccomanda comunque di fare riferimento alle istruzioni ricevute dal laboratorio/ospedale, in quanto leggermente variabili in alcuni aspetti da una struttura all’altra.

Pulizia intestinale

È poi necessario assumere gli emollienti per le feci e/o i lassativi prescritti e, se richiesto, sottoporsi a un clistere di pulizia la sera prima dell’esame.

  • Un lassativo è un farmaco che rende le feci molli e aumenta i movimenti intestinali.
  • Un clistere consiste nell’introduzione rapida di acqua o lassativi nel retto tramite speciali dispositivi dotati di cannula.

Lassativi e clisteri possono provocare diarrea, quindi è consigliabile seguire la preparazione a casa.

I lassativi di solito vengono assunti sotto forma di pillole o polveri sciolte in acqua; in alcuni casi sarà necessario assumere lassativi in forma liquida in grandi quantità fino a 4 litri e oltre) a orari stabiliti.  È possibile trovare questi aspetti della preparazione dell’intestino difficili, ma è importante eseguire la preparazione fino in fondo e con scrupolo, perché se la preparazione è incompleta le immagini non saranno chiare.

Il soggetto dovrà contattare il gastroenterologo se compaiono effetti collaterali tali da impedire il completamento della preparazione.

Assunzione del mezzo di contrasto

Il giorno della procedura, in ospedale, il soggetto dovrà bere un liquido contenente uno speciale colorante, chiamato mezzo di contrasto.  Il mezzo di contrasto è visibile ai raggi-X e può aiutare a distinguere i polipi dalle feci.

Si raccomanda in ogni caso di fare sempre riferimento alle indicazioni di preparazione fornite dal proprio ospedale.

Potrebbe infine essere iniettato endovena uno farmaco antispastico al fine di garantire una migliore distensione delle pareti intestinali, migliorando così l’efficacia dell’esame e riducendo la sensazione di tensione addominale avvertita dal paziente.

Come avviene

La colonscopia virtuale viene eseguita in ambulatorio o in ospedale da un radiologo (medico specialista in immagini).  Non è necessaria l’anestesia.

Per l’esame il soggetto verrà fatto sdraiare su un lettino mentre il radiologo inserisce un tubo sottile attraverso l’ano nel retto.  Il tubo serve a insufflare aria nell’intestino crasso per migliorare la visualizzazione.

Il lettino verrà fatto scivolare in un dispositivo a forma di tunnel con cui il radiologo acquisisce le immagini radiografiche.

Il radiologo può chiedere di trattenere il fiato varie volte durante l’esame per ottenere immagini ferme; chiederà anche al soggetto di girarsi su un fianco o sullo stomaco in modo da acquisire immagini dell’intestino crasso da angolazioni diverse.

La procedura dura nel complesso circa 10-15 minuti.

Dopo l’esame

È possibile che compaiano crampi o gonfiore durante la prima ora dopo l’esame, ma sia il recupero delle normali attività che il ripristino di una dieta normale sono immediati.

A seguito dell’esame le immagini verranno interpretate da un radiologo, che valuterà i risultati redigendo una relazione che verrà poi messa a disposizione del gastroenterologo; in caso di riscontri anomali si potrà valutare una colonscopia tradizionale.

Quando contattare il medico

Rivolgersi in Pronto Soccorso nel caso in cui a seguito di colonscopia virtuale comparissero:

Rischi della colonscopia virtuale

I rischi della colonscopia virtuale sono:

L’esposizione alle radiazioni può causare tumori ma, benché non sia nota la dose di radiazioni massima tollerabile, si ritiene che il rischio associato a questi tipi di esame sia contenuto e comunque inferiore ai benefici attesi.

L’insufflazione di aria nel colon comporta un piccolo rischio di perforare il rivestimento intestinale (la perforazione richiederebbe un intervento chirurgico).

Vantaggi e svantaggi

La colonscopia virtuale mostra tutto l’addome (l’area tra il torace e le anche) e può evidenziare anomalie anche al di fuori del tratto gastrointestinale; in teoria questi reperti possono richiedere ulteriori approfondimenti, aumentando spese da sostenere e ansia, talvolta ingiustificate.

Rispetto alla colonscopia tradizionale, quella virtuale presenta i seguenti vantaggi:

  • non richiede l’inserimento di un endoscopio per tutta la lunghezza del colon, con evidenti benefici per il paziente in termini di accettazione dell’esame e comfort durante lo stesso,
  • non è necessaria l’anestesia, il soggetto può riprendere le proprie attività normali o andare a casa dopo la procedura senza necessità di accompagnatori,
  • durata inferiore,
  • il radiologo può usare una colonscopia virtuale per visualizzare l’interno di un colon ristretto a seguito di infiammazioni o per la presenza di un polipo.

Gli svantaggi della colonscopia virtuale rispetto ad altre forme di screening invece sono:

  • richiede comunque una preparazione dell’intestino e l’inserimento di un tubo nel retto,
  • il radiologo non può prelevare campioni tessutali o polipi, né arrestare un sanguinamento conseguente a un’eventuale perforazione,
  • se l’esame evidenziasse un polipo o un tumore si renderebbe necessaria la colonscopia per confermare o trattare l’anomalia; con la colonscopia, trattamento e diagnosi possono essere eseguiti nella stessa sessione d’esame,
  • la colonscopia virtuale può essere meno efficace della colonscopia nel rilevare alcuni polipi,
  • può interferire con dispositivi medicali impiantati, che il paziente dovrà precedentemente segnalare a gastroenterologo e radiologo,
  • non può essere eseguita in gravidanza.

Fonti e bibliografia

Articoli Correlati
Articoli in evidenza
Domande e risposte
  1. È possibile sottoporsi alla colon virtuale senza l’inserimento del tubo per l’aria?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo non che io sappia.

  2. Si può fare in farmacia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No.