Suicidio: sintomi, cause e prevenzione

Ultima modifica

Introduzione

Per suicidio (dal latino suicidium, uccisione di se stessi) si intende l’atto col quale una persona si procura volontariamente e consapevolmente la morte.

Il suicidio è spesso fortemente associato con la malattia mentale e i disturbi dovuti all’uso compulsivo di sostanze come alcool o droghe. L’abuso di sostanze rende anche più probabile che si arrivi ad agire per pensieri di suicidio impulsivi o comportamenti a rischio.

Gli individui che muoiono per suicidio, tuttavia, rappresentano solo una frazione di quelli che ci pensano o che arrivano a compiere almeno un tentativo: le statistiche stimano che i tentativi potrebbero essere tra 8 e 25 per ogni morte effettiva. Come per i suicidi portati a termine, i fattori di rischio per tentato suicidio negli adulti sono depressione e uso di sostanze stupefacenti. Il suicidio è una tragica reazione alle situazioni di vita stressanti, tanto più tragica perché può spesso essere prevenuto. Se conoscete qualcuno che vive pensieri suicidi, leggere questo articolo potrà aiutarvi a riconoscere i segnali che preannunciano il tragico gesto, aumentando così la possibilità di salvare una vita.

Se stai leggendo questa pagina perché hai, oppure hai avuto, pensieri suicidi, è davvero importante chiedere aiuto immediatamente; probabilmente è difficile farlo, ti costerà fatica, ma non sarai lasciato da solo.

Puoi chiedere aiuto fin da questo momento, non avere paura a chiamare un numero verde anti-suicidio, come per esempio 800.33.43.43 oppure quello segnalato a questa pagina.

Molto spesso chi inizia a pensare a questa strada ritiene di essere così sovrastato da pensieri e situazioni negative da non disporre più di altre strade, ma non è così, con un adeguato supporto e trattamento è davvero possibile reagire.

Prima di addentrarci nell’argomento può essere utile aggiungere alcuni dati relativi alla realtà italiana (fonte: ISTAT):

  • Prendendo in esame il ventennio 1995-2015 si è fortunatamente osservata una netta diminuzione dei casi, che sono scesi del 14%, da 8.1 suicidi ogni 100 mila persona del 1995, a 6,5 nel 2015;
  • Nell’anno 2015 si sono registrati 3.935 decessi.
  • Si osservano tendenze piuttosto spiccate nelle fasce di popolazione colpite da questa tragedia:
    • Gli uomini sono coinvolti quasi 4 volte di più rispetto alle donne.
    • Si osserva una diminuzione dei tassi di suicidio all’aumentare del titolo di studio.
    • All’aumentare dell’età aumenta il rischio di suicidio (da 1,4 i suicidi ogni 100 mila persone fino a 24 anni, per raggiungere i 10,4 per soggetti con più di 65 anni).
    • Il nord-est è la regione più colpita, con 8,3 suicidi ogni 100 mila abitanti, che scendono a 4,5 nel meridione.
    • Si osserva un aumento dei casi nella prima metà dell’anno, fino a raggiungere il picco nei mesi di maggio, giugno e luglio, per poi registrare una diminuzione durante il secondo semestre.
    • Impiccagione e soffocamento rendono conto di quasi la metà dei suicidi.
Immagine grafica che sintetizza i dati relativi al suicidio in Italia (dati riportati nel testo dell'articolo)

Fonte infografica: https://www.istat.it/it/archivio/203353

Cause

Ancora oggi è difficile individuare con esattezza le cause mediche alla base di un suicidio e spesso le ragioni che spingono a tale gesto sono più d’una.

Spesso sono il risultato di

  • sentimenti di impotenza di fronte a quella che sembra essere una situazione di vita travolgente (problemi economici, di rapporti interpersonali, legati a un lutto o a una malattia, …),
  • legami con disturbi psicologici (depressione, disturbo bipolare, schizofrenia),
  • consumo di alcool e stupefacenti,
  • e tanto altro ancora.

In molti casi si verificano poi situazioni in cui si desidera provocarsi dolore e non la morte, perché può sembrare un modo per gestire le proprie emozioni, ma si tratta ugualmente di casi che richiedono assistenza medica immediata.

Fattori di rischio

Età

Il suicidio è tendenzialmente più comune nelle persone con più di 65-70 anni.

Sesso

Tra tutti i gruppi di età nella maggior parte del mondo le donne tendono a mostrare tassi più elevati di comportamento suicida non fatale, mentre gli uomini sono associati a un tasso molto più elevato di suicidio riuscito.

Orientamente sessuale

Essere gay, lesbica o transgender e trovarsi di fronte e pregiudizi e difficoltà di inserimento a causa di questo aspetto può aumentare il rischio di idee suicidarie.

Passato

  • Precedenti tentativi di suicidio.
  • Violenza in famiglia, tra cui abuso fisico o sessuale.

Salute mentale

Si stima che il 90% delle persone che tentano il suicidio soffrano di una o più condizioni di salute mentale, magari non ancora nemmeno diagnosticata.

  • Depressione, che causa un grave calo del tono dell’umore, stanchezza, perdita di interesse verso tutto e tutti, disperazione e perdita della speranza.
  • Disturbo bipolare, che è causa di alterazioni rapide e particolarmente intense del tono dell’umore; circa un paziente su tre tenterà il suicidio almeno una volta, in quanto sono associate a un rischio 20 volte più alto rispetto alla popolazione generale.
  • Schizofrenia, che è una condizione a lungo termine in grado di provocare allucinazioni, deliri e cambiamenti nel comportamento. Si stima che una persona su 20 riusciranno nell’intento di suicidarsi (il rischio più elevato è al momento della comparsa dei sintomi).
  • Disturbo della personalità borderline, caratterizzato da emozioni instabili, alterazioni del pensiero, comportamento e carattere avventato o impulsivo.
  • Anoressia nervosa, uno dei più gravi disturbi dell’alimentazione.

Salute

  • Avere una malattia grave, come un tumore o patologie causa di dolore cronico.

Stile di vita

  • Abuso di alcool, droghe, farmaci.

Vita professionale e sociale

  • Incertezza professionale.
  • Insoddisfazione professionale.
  • Difficoltà economiche.
  • Avere problemi legali.
  • Avere problemi a scuola, problemi sociali o problemi disciplinari, se siete un bambino o un adolescente.
  • Contrarre debiti.
  • Vivere da senza-tetto.
  • Incarcerazione.
  • Esercitare una professione che esponga a potenziali vie agevole di accesso al suicidio (medici, infermiere, farmacisti, soldati, …).

Vita di relazione

  • Aver recentemente subito un evento di vita stressante, come la perdita di una persona cara o la rottura di un rapporto affettivo.
  • Bullismo.

Genetica e storia famigliare

  • Storia familiare di disturbi mentali o di abuso di sostanze stupefacenti.
  • Storia familiare di suicidio.

Non si esclude poi che una tendenza suicida possa avere in parte basi genetiche: le persone che portano a termine il suicidio o che hanno pensieri o comportamenti suicidi, hanno più probabilità di avere una storia familiare di suicidio. Mentre sono necessarie ulteriori ricerche per verificare appieno un’eventuale componente genetica, si pensa che ci possa essere un collegamento genetico ai comportamenti impulsivi che possono portare al suicidio.

Altro

  • Armi da fuoco in casa, il metodo utilizzato in più della metà dei suicidi.
  • Esposizione al comportamento suicida altrui, come membri della famiglia, coetanei o figure dei media.
  • Essere di sesso maschile, gli uomini hanno più probabilità delle donne di portare a termine il suicidio perché utilizzano in genere mezzi più letali, come un’arma da fuoco.
  • Essere omosessuali con una famiglia non solidale o in un ambiente ostile.
  • Essere un uomo di 65 anni o più anziano.

Inizio di antidepressivi e rischio di aumento di suicidio

Alcuni studi hanno dimostrato un possibile legame tra l’inizio di un trattamento con antidepressivi ed un aumento del rischio di suicidio e per questo motivo gli organismi di controllo sui farmaci impongono ai produttori di tutti gli antidepressivi di includere l’avvertenza che essi possono aumentare il rischio di suicidio nei giovani durante i primi due mesi di trattamento.

Il legame tra antidepressivi e pensieri suicidi non ancora tuttavia definitivamente chiarito: per essere sicuro, chi comincia a prendere un antidepressivo deve essere osservato da vicino per scoprire eventuali segni di pensieri suicidi, perché il primo effetto del farmaco potrebbe essere quello di restituire un pizzico di coraggio ed autosufficienza tali da poter portare a termine il precedente pensiero.

Sembrano essere soggetti a un rischio maggiore i ragazzi con 25 a anni o meno.

Sintomi

I segnali d’allarme a cui prestare attenzione per cercare di predire un tentativo di suicidio sono diversi:

  • ideazione (pensare, parlare o desiderare il suicidio),
  • consumo di sostanze o abuso (maggiore uso o cambiamento di sostanza),
  • mancanza di scopo nella vita (nessun senso di scopo o di appartenenza),
  • rabbia ,
  • sentirsi in trappola (sensazione che non vi sia alcuna via d’uscita),
  • disperazione (non c’è nulla per cui vivere, non c’è speranza o ottimismo),
  • isolamento (da famiglia, amici, lavoro, scuola, attività, hobby),
  • ansia (irrequietezza, irritabilità, agitazione),
  • temerarietà (comportamenti ad alto rischio),
  • disturbi dell’umore (drammatici cambiamenti di umore),
  • parlare di suicidio,
  • ricerca di modi per morire (ricerche su Internet su come suicidarsi, in cerca di pistole, pillole, …),
  • parlare di disperazione, impotenza o inutilità,
  • pensare molto alla morte,
  • miglioramento della qualità di vita improvvisamente più felice e tranquilla,
  • perdita di interesse nelle cose che piacciono,
  • visite o chiamate alle persone care, soprattutto dopo una lunga assenza,
  • fare accordi o regolare gli affari,
  • dare via oggetti, come beni preziosi .

I segnali di allarme non sono sempre evidenti e variano da persona a persona; alcuni rendono le proprie intenzioni chiare, mentre altri tengono pensieri e sentimenti suicidi segreti.

Pericoli

Suicidio e ideazione suicida hanno molte complicazioni potenziali. e la più evidente e tragica, ovviamente, è la morte.

A seconda del tipo di tentativo fatto è possibile andare incontro a lesioni permanenti (insufficienza d’organo, coma, danni cerebrali, paralisi, …).

In alcuni casi il tentativo si trasforma in un pericolo anche per altre persone (si pensi a chi decide di suicidarsi con il gas in casa), ma anche il soggetto che sopravvive al tentativo può andare incontro a sentimenti debilitanti come depressione e senso di colpa.

In alcuni casi le persone con idee suicide possono voler coinvolgere anche i propri cari, in un tentativo di omicidio-suicidio.

Diagnosi

Il medico procederà innanzi tutto ad un esame fisico. Lui o lei farà una serie di domande sulla salute mentale e fisica per aiutare a determinare cosa può causare i pensieri suicidi e per determinare il miglior trattamento a disposizione.

Nella maggior parte dei casi i pensieri suicidi sono legati a un problema di salute mentale di fondo che può essere curato. Questi possono includere:

Se il medico pensa che possiate avere una malattia mentale non diagnosticata che potrebbe essere causa di pensieri suicidi, potrebbe essere necessario rispondere a ulteriori domande o compilare un questionario psicologico. Potrebbe essere necessario consultare un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento della malattia mentale (psichiatra) o di altri assistenti di salute mentale.

Cura e terapia

Nei casi di emergenza è necessario rivolgersi immediatamente al Pronto Soccorso, in modo da trattare primariamente le eventuali lesioni causate dal tentativo.

Quando si hanno pensieri suicidi potrebbe essere necessario un trattamento ambulatoriale, che può comprendere:

  • psicoterapia,
  • farmaci,
  • trattamento delle tossicodipendenze,
  • sostegno e istruzione alle famiglie.

Stile di vita e rimedi domestici

Non c’è alternativa ad un aiuto professionale quando si tratta di curare pensieri suicidi e prevenire il suicidio, ma ci sono alcune attenzioni che se messe in atto possono ridurre il rischio. Uno consiste nell’avere un forte sostegno dalle persone vicine, siano esse familiari, amici o membri della vostra Chiesa. Anche la pratica religiosa è stato dimostrato che è in grado di ridurre il rischio di suicidio.

Esercizio fisico e dieta

La ricerca dimostra che per alcuni soggetti affetti da depressione medio-lieve, l’esercizio fisico può avere la stessa efficacia di un antidepressivo nella riduzione dei sintomi, l’attività infatti

  • migliora l’umore,
  • riduce stress e ansia,
  • promuove il rilascio di endorfine, sostanze prodotte dall’organismo in grado di donare una sensazione di benessere,
  • aumenta l’autostima.

Altrettanto importante è una dieta sana, varia e completa; mangiare bene è il primo passo per mantenersi in salute, anche dal punto di vista psicologico.

Alcool e droghe

Bere alcolici può essere una tentazione forte quando si vivono situazioni di stress e difficoltà, ma l’alcool ha effetto depressivo, questo significa che andrà a peggiorare la sensazione di malessere, tristezza e infelicità.

È quindi molto importante evitare eccessi, o meglio ancora evitarlo del tutto.

Per gli stessi motivi è molto importante evitare l’utilizzo di sostanze d’abuso, che non rappresentano in nessun caso un aiuto per superare le difficoltà della vita o per evadere da esse.

Isolamento

È stato dimostrato che solitudine e isolamento sono un fattore di rischio significativo per il suicidio, è quindi molto importante fare il possibile per mantenere e possibilmente aumentare il coinvolgimento con amici e parenti. Parlare con qualcuno delle proprie sensazioni, paure e difficoltà può essere di grande aiuto, anche quando non ci si sente di farlo.

In caso di difficoltà nel farsi nuove amicizie può aiutare iniziare a frequentare un gruppo già avviato, per esempio in palestra, un gruppo di lettura o altro.

Altrettanto utile può essere la pratica regolare del volontariato; la ricerca ha dimostrato che le persone che trascorrono regolarmente parte del proprio tempo ad aiutare gli altri attraverso attività di beneficenza o altre attività di volontariato sono in genere psicologicamente più forti rispetto alla popolazione generale.

Pensare positivo

“Pensare positivo” può suonare come una frase senza senso o una banale retorica, in particolare per chi soffre di depressione grave, ma è importante cercare di rimanere il più ottimisti possibile; un pensiero negativo persistente può aumentare il rischio di di ritirarsi dal mondo e isolarsi sempre di più.

Rompere questo circolo vizioso è faticoso, difficile, ma è davvero indispensabile per raggiungere una qualità di vita migliore.

Prevenzione

Le richieste di aiuto per le malattie mentali possono aiutare a prevenire diversi casi di suicidio. Poiché la depressione e l’abuso di sostanze sono legate al suicidio, ricevere il trattamento per questi disturbi può aiutare a prevenire eventi tragici.

Il malessere associato alla malattia mentale può impedire alle persone di chiedere ed accettare l’aiuto necessario; la volontà di parlare apertamente della depressione e del suicidio con un amico, un familiare o un collega può essere il primo passo per ricevere ed ottenere l’assistenza necessaria per prevenire atti suicidi. Se conoscete qualcuno che ritenete possa essere a rischio, assicuratevi di:

  1. Ascoltare con sincera preoccupazione i loro sentimenti. Non date consigli, ma fate loro sapere che non sono soli.
  2. Condividete i vostri sentimenti con loro. Se ritenete che possano prendere una decisione imprudente, dite che vi interessa. Hanno bisogno di sapere che sono importanti per voi e che vi preoccupate.
  3. Chiedete in modo delicato se hanno pensato al suicidio. Se sentite che non potete fare la domanda, trovate qualcuno che ne sia in grado.

La ricerca aiuta a determinare quali fattori possono essere modificati per poter prevenire il suicidio e quali interventi sono adatti a gruppi specifici di persone. Prima di essere messi in pratica, i programmi di prevenzione dovrebbero essere testati attraverso la ricerca per determinare la loro sicurezza ed efficacia. Per esempio, poichè la ricerca ha dimostrato che disturbi mentali e tossicodipendenza sono i principali fattori di rischio per il suicidio, molti programmi si concentrano anche sulla cura di queste patologie, rivolgendosi direttamente anche al rischio di suicidio.

Gli studi hanno dimostrato che un certo tipo di psicoterapia, chiamato terapia cognitiva, ha ridotto il tasso di tentativi ripetuti di suicidio del 50 per cento in un anno di procedura. Un precedente tentativo di suicidio è tra i forti predittori di un episodio successivo e la terapia cognitiva aiuta a far considerare a chi tenta il suicidio delle azioni alternative quando sorgono pensieri di autolesionismo.

Un trattamento chiamato terapia comportamentale dialettica ha ridotto della metà i tentativi di suicidio rispetto ad altri tipi di terapia nelle persone con disturbo di personalità borderline (un disturbo grave di regolazione dell’emozione).

La clozapina è un farmaco approvato dalla Food and Drug Administration per la prevenzione del suicidio nelle persone con schizofrenia.

Cosa devo fare se penso che qualcuno sia a rischio di suicidio?

Se pensi che qualcuno sia a rischio, non lasciarlo mai da solo. Prova a ottenere che la persona cerchi immediato aiuto dal suo medico o al pronto soccorso del più vicino ospedale, o chiami il 118. Impediscigli l’accesso alle armi da fuoco o ad altri strumenti di potenziale suicidio, inclusi i farmaci.

Se sei preoccupato per una persona cara, cerca di convincerla ad aprirsi, spesso le persone desiderano farlo, ma sono in attesa di qualcuno che chieda loro come stanno; prova a fare domande aperte, come ad esempio

  • A proposito di … cosa è successo?
  • Parlami di …
  • Come ti senti?

Ripeti ciò che ti viene detto, così da dimostrare che hai capito e poni ulteriori domande; concentrati sui sentimenti della persona invece di cercare di risolvere il problema, è in genere di maggiore aiuto e dimostra che ti sta davvero a cuore.

Rispetta sempre ciò che ti viene detto.

Fonti e bibliografia

Articoli Correlati
Articoli in evidenza
Domande e risposte
  1. .leggendo qualche testimonianza di una ragazza con malattia mentale che vi ha risposto ha detto che lei aveva paura di uccidere i suoi genitori
    .quundi chi ha malattia mentale ha pensieri di uccidere pure li altri o di fare reati gravi in genere?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, ogni caso è a sé. “Malattia mentale” è una definizione troppo generale e comprende troppe possibili situazioni per poter fare dei ragionamenti di questo tipo.

    2. E se é un caso a se; come lei dice allora perche le persone malate mentali o psichiatriche commettono omicidi , suicidi o altri reati?
      Da cosa dipende ? Dalla volontà della persona o dalla sua predisposizione verso queste cose?

    3. Dr. Roberto Gindro

      È molto più complesso di così e temo di non essere la persona adatta a poter rispondere con competenza, mi dispiace.

  2. salve dottore sono angy arrivo da usa. con mia famiglia, mia sorella 26 anni era in cura con farmaci pescritti dal dottore li, ora il farmaci sono finiti e se non prende non sta bene con sua depressione,dove posso trovare sue pillole in farmacia italiana hanno detto che non ce l’anno

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Non saprei, che farmaco assume?

    2. il farmaco è Sarafem da (20 mg) deve assumere 1 volta al giorno,qui italia anno detto che non anno questo farmaco,ma mia sorella a bisogno il flaconcino che aveva e finito adesso e senza farmaco da 3 giorni

    3. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Buongiorno. Probabilemente in Italia non è disponibile con quel nome commerciale , ma controllando su internet ho visto che si tratta di fluoxetina cloridrato, un farmaco antidepressivo molto comune che può trovare in tutte le farmacie. saluti

  3. Buonasera a tutti..leggendo i vari commenti mi stupisco anche delle varie risposte che vengono date ad ogni singola persona che scrive cercando dei consigli,vorrei solo esprimere un pensiero personale.spesso si parla di quanto sia bella la vita .di come la vita sia un dono e bisogna cogliere ogni singolo attimo..bhe che dire per quanto possano essere bellissime parole espresse non posso essere pienamente daccordo.a tutti coloro che scrivono e cercano risposte o meglio ancora si fanno delle domande senza alcun riscontro .rivolgetevi ad uno psicologo e insieme afronterete un percorso lungo e complesso ma che nel tempo vi aiuterà a metabolizzare cioò che sentite dentro e di conseguenza elaborarlo..in quando al disapprovo su tante cose dico qua confermo e sottoscrivo che la vita sarà bella come tanti dicono ma attenzione a non generalizzare un aspetto cosi complesso come questo..perche quando nella vita non riesci ad andare avanti..quando senti un vuoto dentro di te..quando senti la morte dentro di te …e vedi il buio piu totale non riesci ad uscirne e purtroppo ti poni una sola domanda a tutto ciò che e la seguente..vivere per chi? vivere per cosa ? lottare per chi? lottare per cosa ? e a quel punto l unica risposta che passa per la mente e : se si deve vivere per soffrire allora preferisco morire e mettere fine a tutto.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Grazie di cuore per il suo pensiero.

  4. In un soggetto depresso, anche se fortunatamente non a tal punto da pensare a queste cose terribili, pensa che potrebbe aiutare dell’esercizio fisico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Assolutamente sì, sono sempre più numerose le pubblicazioni che dimostrano l’utilità di una regolare attività fisica dal punto di vista psicologico (oltre che, ovviamente, cardiovascolare).

  5. Perché in tutti gli antidepressivi (perlomeno in tutti quelli in cui ho guardato) si parla di un possibile rischio di aumento del suicidio?

    Cito testualmente “È esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del processo di guarigione.”

    1. Dr. Roberto Gindro

      Semplificando al massimo il concetto, il farmaco inizia ad agire fornendo un pizzico di energia, coraggio e fiducia in sé stessi; prima di avere risvolti benefici sull’umore (e quindi sulla depressione) potrebbe fornire al paziente il coraggio di compiere gesti estremi.

      È una semplificazione, ma spero che renda l’idea.