Fermenti lattici vivi (probiotici) in bambini e adulti: funzionano? Quando assumerli?

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Cosa sono i fermenti lattici

I probiotici (o fermenti lattici) sono microorganismi vivi (ad esempio batteri) uguali o simili a quelli che si trovano naturalmente all’interno del corpo umano e in grado di esplicare effetti benefici sulla salute. Noti anche come “batteri buoni”, i probiotici sono disponibili sotto forma di alimenti fermentati (yogurt, kefir, kombucha, crauti, tempeh, …) e integratori, ma anche come supposte od ovuli.

Sebbene i fermenti lattici siano ampiamente usati nella pratica clinica, tanto negli adulti quanto nei bambini e sia a seguito di prescrizione che di automedicazione, la realtà dei fatti è che gli studi rigorosi che ne esaminano l’efficacia sono estremamente limitati, in particolar modo nei bambini piccoli.

Scopo del presente articolo è di fare chiarezza sulle attuali conoscenze, che mostrano grandi limiti sia in termini di efficacia che di certezze sulla sicurezza delle diverse formulazioni.

Probiotici o prebiotici?

I probiotici sono microorganismi vivi, mentre i prebiotici (si noti la “e”, quale seconda lettera) sono invece sostanze che non vengono assorbite dall’organismo, ma che stimolano la crescita e l’attività di microorganismi potenzialmente benefici (il cui esempio più tipico è la fibra).

Probiotici in capsule

Shutterstock/RomarioIen

Storia e impiego dei probiotici

Il concetto che sta alla base dei probiotici risale agli inizi del Ventesimo secolo, quando il premio Nobel Elie Metchnikoff, noto come “il padre dei probiotici” propose nel saggio “The prolongation of life: optimistic studies” introdusse l’idea che ingerire dei microorganismi avrebbe potuto portare significativi benefici per la salute. I microorganismi sono invisibili a occhio nudo e sono presenti dappertutto. Gli scienziati hanno continuato le ricerche nel settore e il termine probiotici, che significa per la vita, è entrato nell’uso comune.

Per comprendere meglio i fermenti pensiamo al nostro corpo come a un ricettacolo per i batteri e altri tipi di microorganismi; oggi sappiamo che il corpo umano ospita un numero di microrganismi probabilmente superiore al numero di cellule di cui è composto, nell’ordine di decine di trilioni (considerando non solo l’intestino, ma anche la pelle e le mucose).

Non va tuttavia dimenticato che il consumo di alimenti fermentati, ovvero preparati sfruttando fenomeni di selezione e proliferazione batterica, è vecchio di millenni e se ne trova traccia in tutte le culture; oltre ai potenziali benefici sulla salute, che scopriamo solo oggi, la fermentazione ha permesso alle popolazioni passate di garantirsi una maggior conservabilità del cibo (pur in assenza del frigorifero, si pensi ai crauti e al kimchi, preparazioni in grado di durare un anno e più) ed un aumento della qualità nutrizionale dell’alimento stesso (grazie alla maggior biodisponibilità di vitamine e minerali, oltre ad un’effettiva produzione vitaminica).

Il corpo umano, soprattutto nella parte inferiore dell’apparato digerente, ospita una complessa e diversificata comunità di batteri, virus e funghi; nonostante siamo in genere portati a pensare ai germi in termini di potenziale pericolo, in realtà i microrganismi presenti non solo sono per la maggior parte innocui, ma in alcuni casi aiutano attivamente il corpo in diverse funzioni. Generalizzando, si ritiene oggi che una maggior varietà di specie sia positiva per la salute.

I meccanismi che potrebbero spiegare l’effetto dei fermenti lattici sull’organismo umano sono diversi, alcuni di questi hanno a che vedere con

  • l’alterazione della “microecologia” dell’intestino (ossia la riduzione degli organismi dannosi all’interno dell’intestino, a favore di quelli buoni, grazie a fenomeni di competizione),
  • la produzione di composti antimicrobici (sostanze che distruggono o sopprimono la crescita di certi microorganismi),
  • la stimolazione della risposta immunitaria da parte dell’organismo,
  • la sintesi di molecole in grado di essere assorbite ed esercitare effetti positivi di tipo sistemico (come ad esempio gli acidi grassi a corta catena).

Tra i fermenti più presenti nelle farmacie ricordiamo il Lactobacillus e il Bifidobacterium. Si tratta in realtà di due famiglie di probiotici, che comprendono ciascuna diversi tipi di batteri, e con benefici per la salute specifici per la singola famiglia.

Efficacia

La capacità dei probiotici di svolgere un’attività benefica per la salute in diversi modi ha stimolato un grande interesse tra i ricercatori. L’esplorazione di questo affascinante campo si sta muovendo lungo due fronti:

  • ricerca di laboratorio,
  • esperimenti clinici per valutare la sicurezza e l’efficacia dei probiotici nella cura di vari disturbi.

Molti dei primi esperimenti clinici effettuati sui probiotici soffrivano di alcuni limiti metodologici e non c’è tuttora un’evidenza clinica definitiva che giustifichi l’uso di specifici probiotici per determinati scopi sanitari. C’è però un’impressione preliminare sull’efficacia dei fermenti in diversi contesti e altri studi sono attualmente in corso. In particolare, una recente revisione sull’evidenza scientifica dell’efficacia nella diarrea infettiva acuta ha provato che alcuni di questi batteri sono in grado di ridurre la durata della diarrea e la frequenza delle scariche, ma sono sicuramente necessari ulteriori studi per stabilire con esattezza quali formulazioni vanno usati su diversi gruppi di persone.

Nel 2008 la rivista Clinical Infectious Diseases  ha dedicato un numero speciale ai probiotici, con una panoramica sulle loro applicazioni cliniche. Basandosi sulla revisione di alcuni studi accuratamente selezionati, gli autori hanno catalogato diverse applicazioni a seconda di quanto fosse forte l’evidenza dell’efficacia nella prevenzione e/o nella cura.

Ad esempio, secondo gli autori, esiste una forte evidenza per quanto riguarda la diarrea acuta e la diarrea da antibiotici e un’evidenza sostanziale per l’eczema atopico (un disturbo frequente nei bambini piccoli), tuttavia lavori più recenti mostrano una posizione meno netta relativamente alla supposta efficacia, anche in contrasto con importanti review.

Tra le altre applicazioni promettenti su cui si sta concentrando la ricerca ricordiamo anche:

Altri studi indicano che i fermenti potrebbero ridurre gli effetti collaterali legati alle cure contro l’infezione da Helicobacter pylori, la causa della maggior parte delle ulcere allo stomaco.

Secondo una revisione sistematica, c’è una forte evidenza che i probiotici riducano il rischio di enterocolite necrotizzante, una grave patologia dell’intestino che colpisce i neonati prematuri.

Altri possibili impieghi futuri riguardano la riduzione del livello di colesterolo, mentre sembra ormai tramontata l’ipotesi di utilità nel trattamento dell’obesità, in quanto le evidenze più recenti sembrano non supportarne l’utilizzo in termini di efficacia (nonostante sia ben noto l’effetto che diverse popolazioni batteriche possono esercitare in termini di assorbimento e modulazione del senso di sazietà).

Quali sono i migliori fermenti lattici?

Ad oggi non solo non esistono studi in grado di sostenere al di fuori di ogni ragionevole dubbio l’efficacia dei fermenti lattici, ma non ne esistono nemmeno in grado di chiarire se e quali siano quelli migliori.

Probabilmente non è lontano dal vero pensare che possano subentrare anche variabilità individuali, quindi il consiglio è di attenersi alle indicazioni del pediatra/medico o a formulazioni con cui in passato si abbiano ottenuti buoni risultati.

Tra i generi più studiati ricordiamo:

  • Lactobacillus,
  • Bifidobacterium,
  • Saccharomyces boulardii.

Yogurt e fermenti lattici

Lo yogurt è uno degli alimenti prodotti con e ricchi di batteri vivi tra i più consumati in Italia, sebbene non tutti gli autori lo considerino un probiotico (la cui definizione prevede non solo l’arrivo vitale nell’intestino, ma anche la manifestazione di comprovati effetti positivi per la salute); è cioè errato definire a prescindere da considerazioni sulla composizione uno yogurt come un alimento probiotico, perché solo in presenza di specifici ceppi batterici è possibile osservare gli effetti tipici dei probiotici.

Inoltre secondo alcuni autori “lo yogurt tradizionale, subendo l’aggressione dei succhi gastrici (digestione delle proteine) perde anche la maggior parte delle colonie batteriche in esso contenute, pertanto non può essere considerato un alimento probiotico.”

Questo alimento può quindi vantare eccellenti proprietà nutrizionali (altamente digeribile perché contenente poco lattosio, ricco di calcio, scarsamente calorico nelle versioni magre, altamente saziante nelle preparazioni più solide come quello greco), ma l’effetto sull’intestino non è sempre facilmente prevedibile.

Sicurezza ed effetti collaterali

Pare che la maggior parte delle persone non risenta di effetti collaterali quando assume fermenti lattici, se non molto leggeri come un aumento della produzione di gas intestinale. Sono però stati riportati anche casi di conseguenze gravi e la ricerca sulla sicurezza è in pieno svolgimento.

Una revisione del 2008 sulla sicurezza dei probiotici indica che il Lactobacillus rhamnosus GG, oggetto di studio di diverse prove cliniche per varie malattie, è stato ritenuto sicuro. Tuttavia un’altra revisione recente sul Lactobacillus e il Bifidobacterium sottolinea come gli effetti cumulativi e a lungo termine del probiotici sono sconosciuti, soprattutto nei bambini e mette in evidenza che i probiotici non andrebbero impiegati nei pazienti in condizioni critiche.

Allo stesso modo un assessment del 2011 effettuato dall’Agency for Healthcare Research and Quality sulla sicurezza dei probiotici, in parte finanziato dall’NCCAM, conclude che l’evidenza attuale non suggerisce l’esistenza di un rischio diffuso di effetti collaterali negativi legati all’uso dei probiotici, tuttavia i dati sulla sicurezza, soprattutto quella a lungo termine, sono ancora pochi e il rischio di gravi effetti collaterali potrebbe essere più serio per chi ha problemi di salute.

Sono anche state sollevate preoccupazioni in relazione alla qualità dei fermenti. Si è scoperto che alcuni prodotti contengono un numero di microorganismi vivi minore del dichiarato, oppure contengono ceppi batterici diversi da quelli elencati tra gli ingredienti.

La ricerca e il dibattito in questo campo è più vivo che mai e, se in passato si trattava di formulazioni ritenute sicure a prescindere (è naturale, male non fa), oggi i ricercatori sono molto più cauti. Le pubblicazioni più recenti sono state particolarmente utili ad individuare alcuni fattori critici nell’analisi dei dati disponibili:

  • I campioni di feci da soli non forniscono un ritratto accurato e/o sufficiente delle interazioni tra i fermenti lattici, la flora batterica intestinale preesistente (microbiota) del paziente e la sua salute generale.
  • Il microbiota di alcune persone resiste alla colonizzazione con i probiotici, ma il patrimonio genetico dei batteri presenti può cambiare ugualmente e talvolta in modi diversi in diversi punti lungo il tratto gastrointestinale.
  • La somministrazione di probiotici dopo gli antibiotici può impedire il ritorno della flora batterica intestinale preesistente.
  • Il modello animale non è sufficientemente informativo né affidabile nel comprendere gli effetti dei probiotici negli esseri umani.

Consigli per l’uso dei probiotici

La nostra comprensione di questi batteri è ancora molto limitata, anche se vengono venduti prodotti a base di probiotici per molti usi diversi, l’evidenza scientifica che giustifichi usi specifici è ancora limitata e non sono ancora stati approvati dalla FDA (l’equivalente americano del Ministero della Salute).

  • I prodotti a base di probiotici possono contenere diversi tipi di batteri e hanno effetti diversi sull’organismo umano, inoltre questi effetti possono variare da persona a persona.
  • Non sostituite cure la cui efficacia è stata provata scientificamente con prodotti o pratiche non verificate.
  • Non usate i prodotti complementari come i probiotici come scusa per rimandare una visita dal medico.
  • Se siete incinta o state allattando, oppure se pensate di dare al neonato qualche integratore come i probiotici, è molto importante che prima consultiate il vostro medico oppure il pediatra di vostro figlio.
  • Chi soffre di problemi di salute, quando assume probiotici dovrebbe essere tenuto sotto costante controllo medico per evitare possibili effetti collaterali.
  • Avvisate sempre il personale medico che vi segue se usate qualche tipo di medicina alternativa.

La maggior parte dei ricercatori è infine speranzosa in nuovi futuri utilizzi, ma quello che sappiamo per certo ad oggi è che la ricetta per per un concreto benessere e un’efficace prevenzione attraverso il miglioramento della flora batterica intestinale è sempre la stessa:

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. I fermenti lattici possono causare allergie?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Tutto è possibile, ma onestamente non ho mai visto allergie a fermenti lattici.

  2. L’ho preso stamattina, se fossi stata allergica si sarebbe manifestata, giusto? I biscotti secchi tipo oro-saiwa causano acidità?

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. In linea teoria ad essere a rischio è sempre la seconda somministrazione (alla prima avviene la sensibilizzazione).
      2. In quantità moderate no.

  3. Dottore mi scusi ancora siccome ho mangiato troppo e mi sento piena volevo prendere un po di magnesia x digerire non ci fa noente che prendo i fermenti?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Nessun problema.