Allattamento al seno: tutto quello che devi sapere!

Ultima modifica

Introduzione

L’allattamento al seno è vantaggioso dal punto di vista della salute sia per la madre che per il bambino, ma rappresenta anche un’opportunità fondamentale per favorire il consolidamento del legame materno (bonding).

Assicura al neonato le calorie, le vitamine, i sali minerali e le altre sostanze necessarie per una crescita ottimale, ma è una dimostrato fattore di prevenzione per numerose patologie tanto per il neonato quanto per la madre, tanto da spingere l’OMS a definirlo come uno dei modi più efficaci per garantire la salute e la sopravvivenza dei bambini a livello mondiale; se l’allattamento al seno fosse adottato, favorito e reso possibile universalmente, si stima che potrebbero essere salvati circa 820.000 bambini ogni anno, mentre ad oggi solo il 40% dei neonati sotto i sei mesi di età sono allattati esclusivamente al seno.

Fotografia di una donna che allatta il proprio bambino

iStock.com/FamVeld

Allattamento e latte materno: che cosa sono

L’allattamento è il procedimento con cui la madre nutre il figlio con il proprio latte, o direttamente al seno, o tirandolo dal seno e somministrandolo al bambino con il biberon. L’allattamento e il latte materno danno al bambino tutte le calorie e le sostanze nutritive necessarie.

Secondo le linee guida per l’allattamento dell’American Academy of Pediatrics (AAP) le donne che non hanno problemi di salute dovrebbero allattare esclusivamente al seno i bambini almeno per i primi sei mesi di vita e sono dello stesso avviso anche la maggior parte delle altre società mediche di tutto il mondo, Italia compresa.

L’AAP consiglia di provare ad allattare al seno per tutto il primo anno di vita del bambino, perché l’allattamento dà dei vantaggi sia alla madre sia al bambino.

Vantaggi

Vantaggi per il neonato

Il latte materno, sia assunto direttamente dal seno sia dal biberon, ha diversi vantaggi per il bambino.

  • pasti bilanciati dal punto di vista nutrizionale,
  • miglioramento del tasso di sopravvivenza nel primo anno di vita, in particolare con la diminuzione del rischio di morte in culla (SIDS),
  • vantaggi fisici ed emotivi dell’allattamento al seno, dovuti al contatto diretto con la madre.

Le ricerche hanno inoltre dimostrato che i bambini allattati al seno hanno uno sviluppo cognitivo migliore durante l’età scolare. Sono però necessarie altre ricerche per stabilire se questo vantaggio cognitivo derivi dalle sostanze chimiche contenute nel latte oppure da altri fattori, come la maggiore interazione tra la madre e il bambino.

Inoltre:

  1. Il latte cambia e si adegua alle esigenze del bambino che cresce. Il colostro si trasforma nel latte maturo. Entro il quinto giorno di vita del bambino il latte maturo ha la giusta quantità di grassi, zuccheri, acqua e proteine per aiutare il bambino a crescere. Il latte maturo è meno denso del colostro, ma contiene tutte le sostanze nutritive e gli anticorpi necessari.
  2. Il latte materno è più digeribile. Per la maggior parte dei bambini, soprattutto per i prematuri, il latte materno è più facile da digerire di quello artificiale. Le proteine presenti nel latte artificiale derivano dal latte di mucca e lo stomaco del bambino impiega un po’ di tempo per abituarsi a digerirle.
  3. Il latte serve per combattere le malattie. Le cellule, gli ormoni e gli anticorpi presenti nel latte materno proteggono i bambini dalle malattie. Questo tipo di protezione è unico: il latte artificiale non ha la stessa composizione chimica di quello materno infatti, tra i bambini allattati con latte artificiale, le infezioni all’orecchio e diarrea sono più frequenti. I bambini che vengono allattati col latte artificiale corrono anche un rischio maggiore di soffrire di:
    • enterocolite necrotizzante, una malattia che colpisce l’apparato digerente dei bambini prematuri,
    • infezioni delle basse vie respiratorie,
    • asma,
    • obesità,
    • diabete di tipo 2.

Alcune ricerche dimostrano che l’allattamento al seno può anche diminuire il rischio che il bambino soffra di diabete di tipo 1, di leucemia infantile e di dermatite atopica (eruzione cutanea).

Benefici dell’allattamento al seno per la madre

Anche dal punto di vista materno si registrano numerosi vantaggi:

  • minore perdita di sangue dopo il parto e ripresa più rapida,
  • dimagrimento più rapido dopo il parto,
  • beneficio dal punto di vista emotivo del contatto ravvicinato con il bambino,
  • diminuzione del rischio di depressione post-partum,
  • benefici fisici ed emotivi dell’allattamento al seno, dovuti al contatto diretto con il bambino.

Inoltre

  1. Allattare al seno è più semplice. All’inizio allattare al seno può essere un po’ più faticoso che allattare con il latte artificiale, ma la vita sarà più semplice quando sia voi sia vostro figlio vi sarete abituati. Le mamme che allattano al seno non devono sterilizzare i biberon e le tettarelle. Non devono comprare, misurare e mescolare il latte artificiale e… non devono riscaldare il biberon in piena notte! Allattare al seno è più semplice e immediato.
  2. Allattando al seno si risparmia. Il latte e i dispositivi per l’allattamento possono costare anche più di mille euro all’anno, a seconda di quanto mangia il bambino. I bambini allattati al seno, inoltre, si ammalano meno, quindi anche le spese mediche sono minori.
  3. Allattare al seno fa bene all’umore. Il contatto fisico è fondamentale per i neonati, perché li aiuta a sentirsi più sicuri, più caldi e più coccolati. Anche le mamme possono trarre beneficio dal contatto. L’allattamento al seno richiede alla mamma di trovare del tempo per cementare con calma e tranquillità il legame con suo figlio. Il contatto pelle a pelle con il neonato può far aumentare nella madre il livello di ossitocina, l’ormone che stimola la produzione di latte e calma la madre.
  4. L’allattamento al seno migliora anche la salute della mamma. Le mamme che allattano al seno corrono un rischio minore di soffrire di:

    Gli esperti attualmente stanno ancora indagando sui collegamenti tra l’allattamento al seno, l’osteoporosi e la perdita di peso dopo il parto. Molte ricerche indicano che le madri che allattano al seno perdono più peso rispetto alle altre, però saranno necessarie ulteriori ricerche per capire se c’è effettivamente un collegamento.

  5. Le madri che allattano al seno perdono meno giorni di lavoro. Chi allatta al seno perde meno giorni di lavoro perché i figli si ammalano meno frequentemente.

Vantaggi economici

  • Le famiglie con bambini allattati al seno risparmiano centinaia di euro all’anno, perché non devono spenderli per il latte artificiale.
  • I bambini allattati al seno hanno meno problemi di salute, quindi le spese mediche diminuiscono.
  • I bambini allattati al seno si ammalano meno, quindi i genitori devono prendere meno giorni di mutua per stare a casa ad assisterli.

Vantaggi per la società

L’intera società trae beneficio dall’allattamento al seno. Negli Stati Uniti ricerche recenti stimano che se il 90 per cento delle mamme allattasse esclusivamente al seno per sei mesi, potrebbero essere evitati 1.000 decessi di neonati, oltre ad un risparmio di circa 10 miliardi di euro all’anno in spese mediche (i bambini allattati al seno di norma hanno bisogno di meno visite, di meno farmaci e di meno ricoveri in ospedale).

L’allattamento al seno favorisce la produttività della forza lavoro, perché le mamme perdono meno giorni di lavoro. Anche le spese per il datore di lavoro sono inferiori.

L’allattamento al seno è amico dell’ambiente. Si producono meno rifiuti: meno bottiglie e meno contenitori di plastica finiscono nelle discariche.

Linee guida per l’allattamento al seno

L’American Academy of Pediatrics (AAP) dà diverse indicazione per una lattazione corretta. Ecco le principali:

  • I bambini dovrebbero essere nutriti esclusivamente con il latte materno per i primi sei mesi di vita. “Esclusivamente” significa che il bambino non dovrebbe ricevere altri alimenti o liquidi, tranne eventualmente l’integratore di vitamina D e/o alimenti prescritti dal medico.
  • Tra i 6 mesi e l’anno di vita, l’AAP consiglia di continuare ad allattare al seno e di iniziare a svezzare il bambino, introducendo gli alimenti solidi nella sua dieta.
  • Dopo l’anno di età, si può continuare ad allattare, se la madre e il bambino lo desiderano.

Anche l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) dà dei consigli simili alle madri:

  • I bambini, per primi sei mesi di vita, dovrebbero essere allattati esclusivamente al seno, per crescere e svilupparsi in maniera ottimale e non avere problemi di salute.
  • Dopo i sei mesi, per tenere il passo con l’evoluzione delle loro esigenze nutrizionali, i bambini dovrebbero ricevere una quantità adeguata di alimenti solidi sicuri per lo svezzamento, pur continuando ad essere allattati fino ai 2 anni ed oltre.

Alcuni lavori recenti suggeriscono che in alcuni bambini è possibile iniziare lo svezzamento anche prima dei sei mesi di età, ma si raccomanda sempre di fare riferimento al proprio pediatra.

Come si fa ad allattare al seno?

Quando devo allattare?

I neonati, quando hanno fame, sfregano la testa contro il seno della madre, fanno il gesto di succhiare o mettono le mani in bocca. Nelle prime settimane di vita, dovreste fare delle poppate frequenti, tra le 8 e le 12 al giorno.

Come iniziare bene e proseguire meglio

Dopo il parto seguite questi consigli per iniziare ad allattare.

  • Fate la prima poppata il prima possibile dopo il parto (in qualche ospedale il bambino viene attaccato al seno della mamma prima ancora del bagnetto e delle consuete operazioni che caratterizzano il parto, se vi viene offerta questa possibilità accettatela!).
  • Chiedete se c’è un’ostetrica che vi possa assistere durante la prima poppata.
  • In ospedale tenete vostro figlio vicino a voi notte e giorno, per poterlo allattare quando volete (o, meglio, quando lui/lei lo richiede). Se non è possibile, chiedete alle infermiere che ve lo portino per farvelo allattare.
  • Cercate di non dare il ciuccio al bambino per il primo mese di vita, così si abituerà ad attaccarsi solo al vostro seno.

Come far attaccare il bambino al seno

I bambini spostano istintivamente la testa quando vedono e sentono di essere vicini al seno della mamma. Ci sono molti modi per iniziare le poppate, ma siete voi che dovete capire qual è il migliore per voi e per il bambino. Se volete far attaccare vostro figlio al seno per allattarlo, potete seguire questi consigli.

  • Tenete vostro figlio contro il petto e se volete lasciategli addosso soltanto il pannolino e cercate di entrare in contatto con lui pelle a pelle, coprendolo con una copertina.
  • Tenetelo diritto, con la testa proprio sotto al vostro mento.
  • Tenetegli il collo e le spalle con una mano, e mettetegli l’altra mano sotto al sederino. Il bambino potrebbe cercare di muoversi per attaccarsi.
  • La testa del bambino deve essere leggermente inclinata all’indietro per permettergli di succhiare e di deglutire facilmente. Quando la testa viene inclinata e la bocca è aperta, la lingua rimane abbassata, così la mamma può appoggiare il capezzolo nella bocca del bambino.
  • Non sostenete il seno. Il bambino aprirà la bocca quando il capezzolo si avvicina. Potete avvicinarlo delicatamente per farlo attaccare.
  • Durante la poppata, le narici del bambino possono dilatarsi, perché vostro figlio deve respirare. Niente paura: il bambino non sta soffocando, ma sta solo cercando di respirare meglio.
  • Se vostro figlio si allontana, sostenetegli il sederino e le spalle con il palmo della mano e avvicinatelo a voi con delicatezza.

Come capire se il bambino si attacca bene al seno

Quando il bambino si attacca bene, la poppata non presenta alcun problema, né per lui né per voi. Per capire se vostro figlio si è attaccato bene controllate questi segni.

  • Non avvertite fastidio al seno, e la bocca del bambino non vi fa male e non vi pizzica. Per capire se il bambino si è attaccato bene, non basta osservarlo, ma bisogna sentirlo.
  • Il bambino non deve girare la testa durante la poppata e tiene il petto contro al vostro.
  • Non riuscite a vedere l’areola o la vedete solo in parte. L’areola è la parte del seno più scura che circonda il capezzolo. A seconda delle dimensioni dell’areola e di quelle della bocca del bambino, probabilmente riuscirete a vedere solo parte dell’areola. Se la vedete un po’ di più, probabilmente vi sembrerà che ne sia rimasta di più sopra le labbra del bambino che non sotto.
  • Quando il bambino è nella posizione ottimale il seno gli riempie la bocca.
  • La lingua del bambino rimane sotto al capezzolo, anche se non riuscite a vederla.
  • Riuscite a vedere o a sentire che il bambino deglutisce. Alcuni bambini deglutiscono molto piano, quindi l’unico modo per capire se il latte va giù è sentire o vedere una pausa nel loro respiro.
  • Le orecchie del bambino si muovono leggermente.
  • Le labbra del bambino si sporgono verso l’esterno, e non verso l’interno (il bambino assomiglia a un pesciolino). Probabilmente non riuscite a vedere il labbro inferiore.
  • Il mento di vostro figlio tocca il seno.

Come terminare la poppata

Per far smettere il bambino di succhiare e terminare la poppata, mettete un dito (pulito) tra il seno e le sue gengive. Quando sentite uno schiocco leggero, togliete il dito dalla bocca di vostro figlio.

Quanto devono durare le poppate?

Lasciate stabilire la durata della poppata al bambino. Molti neonati si attaccano per dieci, quindici minuti a ciascun seno. Se il bambino vuole rimanere attaccato per molto più tempo (ad esempio per mezz’ora o più a ciascun seno) probabilmente è perché non riceve latte a sufficienza.

Svezzamento

Lo svezzamento è l’introduzione nella dieta del bambino di alimenti solidi o liquidi diversi dal latte (materno o artificiale). Nella maggior parte dei casi la scelta del momento in cui iniziare lo svezzamento è del tutto personale. Potrebbe essere influenzata dal fatto che si deve ritornare al lavoro, dallo stato di salute della mamma o del bambino o semplicemente dall’intuizione che si tratta del momento giusto per iniziare.

Lo svezzamento è un processo graduale. L’American Academy of Pediatrics (AAP) consiglia di nutrire i bambini esclusivamente con il latte materno per i primi sei mesi di vita. Dopo i sei mesi, l’AAP consiglia di affiancare i cibi solidi al latte fino a quando il bambino non compie un anno e, fino alla stessa età, è sconsigliato somministrare latte di mucca ai bambini. Probabilmente avrete qualche problema a capire quanto far mangiare al bambino e quando introdurre gli alimenti solidi. Le linee guida che riportiamo nel seguito, stabilite dalla National Library of Medicine, indicano come andrebbero svezzati i bambini fino ai sei mesi. Prima di iniziare a svezzare vostro figlio, chiedete consiglio al pediatra che vi dirà se è pronto per lo svezzamento e vi darà tutti i consigli necessari.

Prima dei 4 mesi

  • Nei primi 4-6 mesi di vita è sufficiente il latte (materno o artificiale) per soddisfare tutte le esigenze nutrizionali del bambino.
  • Se allattato al seno, il neonato può aver bisogno di 8-12 poppate al giorno. Verso i 4 mesi i bambini probabilmente avranno bisogno soltanto più di 4-6 poppate al giorno.
  • Se allattati con il latte artificiale, i bambini in media hanno bisogno di 6-8 poppate al giorno. I neonati consumano circa da 60 a 90 ml di latte ad ogni poppata. Il numero di poppate diminuisce man mano che il bambino cresce, esattamente come nel caso dell’allattamento al seno.

Dai 4 ai 6 mesi

Verso i 6 mesi il bambino deve consumare più o meno un litro di latte (materno o artificiale) al giorno, ed è pronto per lo svezzamento, cioè per l’introduzione degli alimenti solidi.

Svezzare il bambino troppo presto può essere rischioso: non date alimenti solidi al bambino finché non sia pronto fisicamente e psicologicamente. Il pediatra italiano Dr. Piermarini consiglia di aspettare che in qualche modo sia il neonato stesso a chiedere del cibo, per esempio seguendo con lo sguardo un boccone della cena della mamma.

Nel dubbio, fare sempre riferimento al proprio pediatra di fiducia.

La dieta per la mamma e il bambino

Di quante calorie ho bisogno durante l’allattamento?

Molte madri si chiedono se devono seguire una dieta più calorica durante l’allattamento, ma la risposta è negativa. Potete assumere lo stesso numero di calorie a cui eravate abituate prima della gravidanza: così facendo riuscirete a smaltire i chili di troppo acquistati durante la gravidanza.

Le Dietary Guidelines for Americans (DGA) indicano che l’apporto calorico per tutte le donne di età compresa tra i 19 e i 25 anni è il seguente:

  • Donna sedentaria: da 1.800 a 2.000 calorie al giorno
  • Donna moderatamente attiva: da 2.000 a 2.500 calorie al giorno
  • Donna attiva: da 2.200 a 2.400 calorie al giorno

Le donne che allattano al seno bruciano da 450 a 500 calorie in più al giorno, quindi solo chi non deve perdere peso dopo la gravidanza dovrebbe cercare di integrare l’apporto calorico indicato in precedenza con 450-500 calorie.

Le madri che:

  • si nutrono in modo non equilibrato,
  • seguono una dieta vegana (che non è un problema!) o altre diete speciali,
  • oppure hanno particolari problemi di salute

potrebbero aver bisogno di un integratore di acido docosaesaenoico (DHA) e di integratori multivitaminici per avere una dieta completa durante l’allattamento.

Di quante calorie ha bisogno mio figlio?

Il fabbisogno calorico stimato per il bambino (espresso in calorie/giorno) dipende dall’età, dal peso, dall’altezza e dal sesso. I fabbisogni calorici medi stimati dall’USDA sono i seguenti.

Maschietto

  • Da 1 a 3 mesi: 472-572 calorie/giorno
  • Da 4 a 6 mesi: 548-645 calorie/giorno
  • Da 7 a 9 mesi: 668-746 calorie/giorno
  • Da 10 a 12 mesi: 793-844 calorie/giorno

Femminuccia

  • Da 1 a 3 mesi: 438-521 calorie/giorno
  • Da 4 a 6 mesi: 508-593 calorie/giorno
  • Da 7 a 9 mesi: 608-678 calorie/giorno
  • Da 10 a 12 mesi: 717-768 calorie/giorno

Gli intervalli di calorie sopraelencati valgono per bambini di altezza e peso ben precisi. Per scoprire il fabbisogno calorico di vostro figlio in base al suo peso e alla sua altezza parlatene con il pediatra.

Il fabbisogno calorico aumenta man mano che il bambino cresce. A 2-3 anni il bambino avrà bisogno di circa 1.000-1.400 calorie al giorno, a seconda del suo livello di attività.

Quando è sconsigliabile allattare al seno?

In alcuni casi particolari, alla mamma può essere consigliato di non allattare al seno, ma si tratta di casi molto particolari. Tra questi casi ricordiamo:

  • l’uso di specifici farmaci controindicati in allattamento,
  • la diagnosi e la terapia di alcune malattie,
  • altre situazioni specifiche.

Farmaci e altre terapie durante l’allattamento

Alcuni farmaci sono notoriamente pericolosi per i bambini e, se la mamma li assume, possono passare al bambino tramite il latte. Le donne in terapia dovrebbero chiedere consiglio al medico sulla possibilità di intraprendere l’allattamento:

  • antiretrovirali (farmaci contro l’HIV/AIDS),
  • ansiolitici (medicinali per il trattamento dell’ansia),
  • contraccettivi che contengono estrogeni,
  • chemioterapici,
  • droghe,
  • farmaci contro il mal di testa prescritti per la cura dell’emicrania, ad esempio gli alcaloidi come l’ergotamina,
  • farmaci che stabilizzano l’umore, come il litio e la lamotrigina,
  • sonniferi;
  • chi sta facendo la radioterapia non deve allattare, ma durante alcuni tipi di terapia potrebbe essere necessaria solo una breve pausa dall’allattamento.

L’elenco di farmaci che abbiamo riportato è solo indicativo. Prima di allattare al seno dovreste chiedere consiglio al vostro medico, elencandogli tutti i farmaci che assumete abitualmente (farmaci con prescrizione, farmaci da banco, integratori vitaminici e rimedi erboristici).

I farmaci sicuri per l’uso durante la gravidanza con ogni probabilità sono anche sicuri per l’uso durante l’allattamento, ma è comunque opportuno chiedere il parere del medico.

Contattate il pediatra se notate che il bambino reagisce al vostro latte con sintomi specifici, ad esempio con diarrea, pianto eccessivo o sonnolenza.

Problemi di salute e allattamento

Le donne con particolari malattie e infezioni possono ricevere il consiglio di non allattare al seno, per via del rischio di trasmissione della malattia o dell’infezione al bambino.

Se soffrite di una qualsiasi di queste malattie, chiedete consiglio al medico prima di allattare vostro figlio al seno:

  • infezione da virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana),
  • infezione dal virus T-linfotropico di tipo I o di tipo II,
  • tubercolosi attiva, non in terapia;
  • se avete l’influenza potete continuare ad allattare vostro figlio tirando il latte, ma non dovete stargli vicino per evitare il contagio. Per non contagiarlo, dovete mettere il vostro latte in un biberon e farlo allattare da una persona sana di fiducia. (Questa indicazione è da valutare con il proprio pediatra.)

HIV/AIDS e l’allattamento al seno

Da alcuni anni si sa che c’è il rischio di contagiare il bambino con l’HIV mediante allattamento al seno. Sconsigliare l’allattamento al seno, tuttavia, non è una soluzione indolore, perché l’allattamento dà dei vantaggi sia alla mamma sia al bambino. Diminuire il rischio di trasmissione dell’HIV e contemporaneamente prolungare il periodo libero da virus del bambino, è una delle priorità delle ricerche sull’HIV/AIDS.

Le linee guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) attualmente consigliano alle madri sieropositive che allattano al seno di assumere i farmaci antiretrovirali che aiutano a prevenire la trasmissione del virus al bambino. Consigliano inoltre di allattare unicamente al seno fino ai sei mesi e di continuare fino ai 12 mesi, arco di tempo in cui potrà iniziare lo svezzamento.

Altri consigli per l’allattamento

In alcune altre situazioni, se la mamma o il bambino hanno determinati problemi di salute, alla mamma può essere sconsigliato di allattare al seno oppure la mamma può avere problemi ad allattare.

Alle donne con particolari problemi di salute cronici può essere sconsigliato l’allattamento al seno, oppure possono essere consigliate delle precauzioni per tutelare la salute durante l’allattamento. Ad esempio le mamme diabetiche possono aver bisogno di mangiare un po’ di più durante l’allattamento per prevenire il calo improvviso del glucosio. Anche le donne sottopeso, ad esempio a causa di problemi della tiroide o di particolari patologie intestinali, in molti casi devono aumentare l’apporto calorico della dieta per rimanere in buona salute durante l’allattamento.

Chi ha subito degli interventi chirurgici al seno può avere qualche problema ad allattare.

Alle mamme che fanno uso di droghe o eccedono con l’alcol, oppure hanno avuto questi problemi in passato, può essere dato il consiglio di non allattare.

I bambini affetti dalla galattosemia, una patologia metabolica rara in cui l’organismo non riesce a digerire il galattosio (uno zucchero) non devono essere allattati al seno. La galattosemia viene diagnosticata tramite screening neonatale: in questo modo la terapia e la dieta possono iniziare immediatamente. Se il disturbo non viene diagnosticato, il galattosio si accumula nell’organismo, e diventa tossico per il bambino, causando problemi epatici, disabilità intellettiva, problemi dello sviluppo e shock.

Tirare e conservare il latte

Molti gruppi di madri, associazioni che si occupano di salute e associazioni di medici danno informazioni dettagliate e sostegno sui modi per tirare e conservare il latte. Questo articolo contiene alcune semplici informazioni e non va a sostituire in nessun modo i consigli e i pareri del medico o dell’ostetrica.

Tirare il latte

Se non potete allattare vostro figlio al seno è necessario tirare il latte nei momenti in cui dovrebbero avvenire le poppate. Tirare il latte significa spremere il seno e far fuoriuscire il latte. Se tirare il latte, riuscirete a continuare a produrne.

Prima di tirare il latte lavatevi bene le mani. Tirate il latte solo se siete in un ambiente pulito. Non è necessario lavare il seno o i capezzoli prima di tirare il latte. Se avete bisogno di aiuto per far venire fuori il latte, spesso è sufficiente tenere vicino un oggetto del bambino.

Esistono tre modi per tirare il latte:

  1. A mano. Per tirare il latte a mano, si usa la mano per massaggiare e comprimere il seno e far fuoriuscire il latte.
  2. Tiralatte manuale. Per far funzionare il tiralatte manuale si usano la mano e il polso: il tiralatte è una specie di pompa che fa fuoriuscire il latte dal seno.
  3. Tiralatte elettrico. Il tiralatte elettrico è una specie di pompa che funziona a batteria o con il cavo attaccato alla corrente. Può tirare il latte da un seno solo oppure dai due seni contemporaneamente.

Conservare il latte

Il latte materno può essere conservato nelle bottiglie di vetro pulite oppure in bottiglie di plastica senza bisfenolo con tappi ermetici. Dopo aver tirato il latte, mettetelo subito in frigorifero o nel congelatore. Vi consigliamo di congelare il latte in piccole dosi (60, 90 ml), a seconda della quantità necessaria al bambino per ciascuna poppata.

Il latte appena tirato può essere conservato in frigorifero per un massimo di 5-8 giorni. Se lo mettete in freezer, conservatelo suddividendolo in piccole dosi (60, 120 ml). Il latte si conserva in freezer per 3-6 mesi. Una volta scongelato, usatelo entro 24 ore e non ricongelatelo, perché rischiereste di contaminarlo.

Integrazioni alimentari

Perché I neonati hanno bisogno della vitamina D?

L’allattamento al seno è il metodo consigliato per nutrire i neonati e il latte materno fornisce al bambino la maggior parte delle sostanze nutritive necessarie, però non copre il fabbisogno di vitamina D. La vitamina D è necessaria per prevenire il rachitismo, una forma di carenza di questa vitamina. Questa patologia è rara tra i neonati allattati al seno, ma può verificarsi se l’apporto di vitamina D o l’esposizione al sole sono insufficienti. (L’esposizione al sole aiuta l’organismo a sintetizzare la vitamina D senza dover ricorrere agli integratori.)

L’apporto giornaliero di vitamina D consigliato attualmente dall’AAP è di 400 IU, per tutti i neonati e i bambini a partire dai primi giorni di vita. Il latte materno contiene al massimo 25 IU di vitamina D per litro (1 litro è pari a quattro tazze circa). Pertanto per soddisfare la richiesta di 400 IU al giorno, è necessario integrare l’apporto.

Se il bambino viene svezzato con latte artificiale arricchito con vitamina D e ne consuma almeno 4 tazze al giorno, non sono necessari gli integratori di vitamina D.

Oltre a questa per le prime settimane sarà necessario anche somministrare la vitamina K, utile a prevenire la sindrome emorragica.

Quando bisogna integrare il latte materno?

L’allattamento al seno può essere integrato con il latte tirato e messo nel biberon, oppure con latte artificiale (in alcuni specifici contesti potrebbe venire usato anche il latte materno prodotto da un’altra madre). L’integrazione può essere necessaria in queste situazioni:

  • problemi della mamma,
  • interventi al seno o altri traumi,
  • insufficienza primaria che impedisce di produrre una quantità sufficiente di latte,
  • separazione fisica dal bambino,
  • patologie gravi,
  • problemi del bambino,
  • crescita insufficiente a mantenere uno stato di salute ottimale (crescita lenta, scarso accrescimento),
  • labbro leporino (labioschisi) o palatoschisi che impediscono al bambino di succhiare normalmente.,
  • ittero o problemi epatici,
  • malattia grave o nascita prematura per cui il bambino deve ricevere cure speciali.

In molte di queste situazioni è necessario l’intervento del medico. Vi consigliamo di parlare sempre con il pediatra per capire se è necessario integrare l’allattamento al seno.

Per impedire che l’intervento esterno faccia diminuire la produzione di latte o interferisca in altro modo con l’allattamento al seno, dovreste integrare solo dopo che vostro figlio ha iniziato a nutrirsi correttamente al seno e a crescere grazie al vostro latte.

Mischiare il latte materno con quello artificiale

Mescolare il latte artificiale con quello materno nello stesso contenitore è uno dei modi per integrare l’allattamento al seno. Molte madri ricorrono a questo accorgimento quando hanno poco latte oppure quando devono stare fisicamente lontane dal bambino.

Integrare il latte materno con quello artificiale, tuttavia, non equivale in tutto e per tutto all’allattamento al seno. Prima di iniziare a mescolare il latte artificiale con quello materno, chiedete consiglio al pediatra.

Altre domande

C’è un orario ideale per le poppate?

I bambini sani impongono alla madre il loro orario preferito per le poppate, e la madre deve saper decifrare il loro comportamento per capire quando hanno fame (allattamento a richiesta). Le poppate possono durare 15-20 minuti o più per seno. Non c’è una durata ideale: il bambino vi farà capire quando ha finito di mangiare.

Il numero di poppate al giorno e il momento in cui dare il latte al bambino dipendono dall’età e dalle preferenze del bambino. I neonati di solito hanno bisogno di essere nutriti da 8 a 12 volte al giorno, cioè ogni ora oppure ogni due ore di giorno e un paio di volte durante la note nei primi giorni di vita.

Che cos’è il latte artificiale?

Il latte materno è il miglior nutrimento per i bambini. L’American Academy of Pediatrics (AAP) consiglia, quando il latte materno non è disponibile, di ricorrere al latte artificiale durante il primo anno di vita del bambino.

Per i bambini non allattati al seno o allattati al seno solo in parte sono in vendita diversi tipi di latte artificiale, tra cui:

  • latte artificiale a base di latte di mucca o di latte di soia,
  • latte ipoallergenico per i bambini allergici o che rischiano di soffrire di allergie,
  • altri tipi di latte artificiale per bambini con particolari esigenze nutrizionali (ad esempio latte privo di galattosio).

I bambini che bevono una quantità sufficiente di latte artificiale e che crescono bene di solito non hanno bisogno di integratori di vitamine o di sali minerali, se il latte è fortificato con vitamina D e ferro. Il medico può prescrivere un integratore di fluoro se il latte viene mescolato con acqua che non contiene fluoro.

Il latte artificiale è in vendita nelle seguenti forme:

  • Pronto per l’uso. Non deve essere diluito con l’acqua.
  • In polvere. Deve essere diluito con l’acqua.
  • Liquido concentrato. Deve essere diluito con l’acqua.

La Food and Drug Administration (FDA) controlla con attenzione che tutti i tipi di latte artificiale in commercio negli USA soddisfino determinati requisiti per la nutrizione dei neonati, così come il Ministero della Salute in Italia.

Come mi regolo per allattare durante i viaggi?

Prima di fare un viaggio con vostro figlio dovreste sempre chiedere consiglio al pediatra che vi darà tutte le istruzioni per capire come fare ad allattare.

In generale, quando siete in giro, allattare al seno è più semplice che allattare con il biberon. Quando viaggiate con vostro figlio, però, dovete ricordare che:

  • Negli ambienti molto caldi, non dovete integrare l’allattamento al seno con l’acqua. Il latte materno contiene una quantità bilanciata di acqua, purché le poppate avvengano ad intervalli regolari come quando siete a casa.
  • Portate con voi un marsupio o un altro tipo di culla morbida che vi aiuti ad allattare o a portare il bambino più facilmente, soprattutto se dovete rimanere a lungo in piedi.
  • Se dovete allontanarvi da vostro figlio per un periodo protratto, dovreste tirare e conservare una scorta di latte.
  • Se il viaggio vi consente una certa flessibilità d’orario, fate delle pause regolari per tirare il latte e farne una scorta adeguata.
  • Il latte deve essere conservato in contenitori puliti ed ermetici. Deve essere conservato e trasportato nel frigorifero, nel congelatore o in una borsa termica con il ghiaccio.
  • Il latte appena tirato e conservato a temperatura ambiente può essere consumato in tutta sicurezza entro 6-8 ore.
  • Il latte appena tirato può essere conservato in tutta sicurezza in una borsa termica con il ghiaccio per un giorno al massimo.
  • Il latte può essere conservato in frigorifero per 5 giorni al massimo.

Che cosa sono le banche del latte e quando vengono usate?

Le banche del latte forniscono il latte materno fresco a chi ne ha necessità. Le mamme possono aver bisogno di usare il latte della banca per molti motivi diversi. Ad esempio può non produrre una quantità di latte sufficiente a soddisfare le esigenze nutrizionali del bambino, oppure può essere malata o essere in una situazione che le impedisce di allattare suo figlio.

Se pensate di dover ricorrere a una banca del latte, dovete ricordare che ci possono essere dei rischi per vostro figlio. Se la donatrice non è stata controllata attentamente, il bambino che riceve il latte può essere esposto alle malattie infettive (come l’HIV) e alle sostanze chimiche, ad esempio ai farmaci e alle droghe. Prendete una decisione ascoltando il parere del vostro medico.

Miti e leggende sull’allattamento

In giro si sente dire di tutto sull’allattamento al seno: queste leggende metropolitane sono ovviamente false e possono produrre confusione e incertezza nella mamma, impedendole di allattare nel modo giusto.

Leggenda 1

Se le poppate sono frequenti, la produzione di latte diminuisce, l’emissione di latte è minore e l’allattamento non riesce bene.

Realtà: La produzione di latte è ideale quando il bambino sano viene allattato quando ha fame. La risposta dell’organismo della mamma agli ormoni che fanno fuoriuscire il latte è maggiore in presenza di una buona scorta di latte, che si ottiene quando la mamma alimenta il bambino seguendo le esigenze di quest’ultimo.

Leggenda 2

I bambini ottengono tutto il latte di cui hanno bisogno nei primi 5-10 minuti di poppata.

Realtà: Molti dei bambini più grandicelli riescono ad ottenere la maggior parte del latte nei primi 5-10 minuti, ma questo discorso non vale per tutti. I neonati non sono sempre efficienti quando si tratta di alimentarsi e quindi possono aver bisogno di più tempo per mangiare. La capacità del bambino di alimentarsi dipende anche dalla qualità dell’allattamento. Alcune mamme producono il latte in piccole quantità diverse volte durante la poppata. Anziché andare a intuizione, è meglio permettere al bambino di rimanere attaccato al seno finché non dà segno di sazietà, ad esempio finché non si stacca da solo dal seno e rilassa le mani e le braccia.

Leggenda 3

La mamma deve lasciar trascorrere un po’ di tempo tra le poppate perché così i seni si riempiano di nuovo.

Realtà: Ogni coppia madre-figlio è unica. L’organismo della mamma produce latte in continuazione. Ogni mamma produce una quantità di latte diversa da tutte le altre: può averne di più oppure di meno. Più i seni si svuotano, più l’organismo produce latte che va a sostituire quello consumato o tirato; più il seno è pieno, più la produzione di latte rallenta. Se la mamma aspetta per troppo tempo che i seni si riempiano, l’organismo può ricevere il messaggio di rallentare la produzione di latte e quindi finire per produrne di meno.

Leggenda 4

Il colostro (il primo latte) fa male al bambino.

Realtà: Il colostro invece è molto utile per la salute del bambino. Contiene sostanze nutritive essenziali e anticorpi e favorisce lo sviluppo dell’apparato digerente del neonato.

È possibile allattare al seno i bambini prematuri o nati con basso peso alla nascita?

L’allattamento al seno è fondamentale per i bambini prematuri. Se vostro figlio è nato prematuro il vostro latte conterrà più proteine e sostanze nutritive rispetto a quello delle mamme dei bambini nati al nono mese. Il parto prematuro è quello che avviene prima della 37 settimana di gravidanza.

I bambini prematuri di solito sono più piccoli di quelli nati al nono mese, quindi può essere difficile posizionarli correttamente per la poppata. Alcune posizioni, ad esempio l’abbraccio trasversale (o incrociato), sono consigliate per l’allattamento dei nati prematuri. Per ulteriori informazioni su questa posizione e su come allattare un bambino nato prematuro, potete consultare la pagina dedicata alle posizioni.

Alcuni nati prematuri, che all’inizio potrebbero non essere in grado di attaccarsi al seno, traggono comunque beneficio dal latte materno. Nei primi giorni dopo il parto il latte materno contiene il colostro, un liquido composto da particolari sostanze nutritive ed anticorpi. Per dare a vostro figlio il colostro, anche se è troppo piccolo per attaccarsi al seno, bisogna tirare il colostro a mano o con un tiralatte il prima possibile, mentre si è ancora in ospedale. Chiedete al personale sanitario di darvi un contenitore pulito in cui raccogliere il latte tirato e di darlo tempestivamente a vostro figlio.

È possibile allattare al seno i gemelli?

Se avete avuto due o tre gemelli i vantaggi dell’allattamento al seno, sia per voi sia per i vostri figli, sono gli stessi delle altre madri e degli altri bambini. Alcune mamme pensano che allattare al seno diversi bambini sia troppo faticoso, ma è comunque possibile farlo con un po’ di preparazione e di pianificazione in più.

La maggior parte delle mamme riesce a produrre una quantità di latte sufficiente per due bambini. Molte delle madri che hanno avuto un parto plurigemellare riescono a produrre una quantità di latte sufficiente a nutrire completamente o parzialmente i loro figli. La madre può allattare parzialmente i propri figli integrando il proprio latte con un’altra fonte di latte o con il latte artificiale.

Fonti e bibliografia

Articoli Correlati
Articoli in evidenza
Domande e risposte
  1. Salve dottore, vorrei smettere di allattare la mia bambina a diciotto mesi ma ha una personalità molto forte nn riesce a staccarsi dal seno e quando ho provato a farlo ha iniziato un pianto isterico finché nn ho ceduto. Ho provato a mettere sostanze disgustose sui capezzoli ma nn è servito. In compenso lei nn mangia nnt si alimenta solo al seno e anche il pediatra ritiene che debba staccarsi ma nessuno sa dirmi come fare. C’è un metodo efficace? Qualche sostanza naturale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Mia moglie ha attaccato sui capezzoli due cerotti spiegando poi a mio figlio che aveva tanto male e che purtroppo non sarebbe stato più possibile allattarlo; non dico che sia stato tutto liscio, ma tutto sommato ha compreso e accettato.

      Quando deciderà sarà probabilmente necessario assumere il farmaco (dietro prescrizione medica) per interrompere la produzione di latte per non incorrere in ingorghi e altri problemi e, dal momento dell’assunzione, il bambino non dovrà più essere attaccato.

    2. Grazie proverò

  2. Dottore ma è normale che quando allatto il bimbo fa tipo dei miagolii affannosi ritmici? Come se una persona dopo aver corso respira affannosamente… Non so se mi sono spiegata bene

    1. Dr. Roberto Gindro

      Magari con il nasino un po’ congestionato ogni tanto deve prendere fiato, ma se non piange non dovrebbero esserci problemi; senta comunque il parere del pediatra.

  3. Buonasera dottore, ho partorito la mia piccola mercoledì pomeriggio. Si è subito attaccata al seno,ma il giorno dopo, per via delle Ragadi,in ospedale mi hanno dato l’aggiunta di latte artificiale. Inoltre il giorno dopo, il latte nel biberon non era stato scaldato. Può far male? E dare il latte il giorno dopo la nascita da problemi?Grazie. Poi vorrei sapere se clexane ed eutirox passano nel latte materno?

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. Stia tranquilla per il latte.
      2. La levotiroxina è secreta nel latte materno durante l’allattamento ma le concentrazioni raggiunte alle dosi terapeutiche raccomandate non sono sufficienti per causare lo sviluppo di ipertiroidismo o la soppressione della secrezione di TSH nel neonato. Continui quindi regolarmente.

  4. Salve dottore…il mio bambino ha 46 giorni…è da una settimana circa nn vuole più attaccarsi al seno..cioè si attacca ma dopo 5-10 minuti piange e si innervosisce. Prima invece restava per oltre mezz’ora .ho provato a tirare il latte e da tutti e due i seni e uscito 60 grammi.ora invece lho tirato e solo dal seno destro ne sono usciti solo 10 e da sinistra quasi niente. Cosa posso fare cosa mi consiglia? Io cmq già gli do l’aggiunta. Sarà per quello che nn si attacca più .

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, può essere che faccia fatica e le quantità siano ridotte, ma prima di abbandonare l’allattamento al seno proverei a contattare urgentemente un’ostetrica.

      Il fatto di dare un’aggiunta ha sicuramente influito in negativo sulla produzione di latte.

    2. Grazie per la sua risposta. …ma cosa potrebbe dirmi un ostetrica ?

    3. Dr. Roberto Gindro

      È la figura sanitaria specializzata nell’allattamento al seno, nessuno meglio di lei può aiutarla a mantenerlo; sottolineo l’urgenza di contattarla, perchè rischia davvero di non produrre più sufficiente latte.

    4. Grazie mille per le sue risposte

  5. salve dottore!mio figlio ha compiuto un anno pochi giorni fa,io lo allatto ancora,volevo sapere se devo ancora continare ad assumere integratori,io prendo il dha!grazie!!

  6. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

    Buongiorno, finchè allatta può essere utile assumerli ma ovviamente una dieta equilibrata e completa è la cosa più importante. saluti

  7. Buonasera dottore volevo sapere se era possibile allattare e mangiare contemporaneamente

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Sì, se non lo trova scomodo e non le crea disturbi.

  8. SI può mangiare il cavolfiore durante l’allattamento? Oppure può far diventare cattivo il latte?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Certamente, lo può mangiare senza problemi; se l’ha mangiato anche durante la gravidanza il suo bambino/a peraltro ne conosce già il gusto.