Colon irritabile: dieta, FODMAP e altri rimedi

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Cosa mangiare con il colon irritabile?

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disturbo che affligge moltissime persone, causando sintomi quali

Nonostante il disagio causato sia talvolta molto profondo, non è considerato in genere un disturbo pericoloso e, a tutt’oggi,

  • non se ne conosce la causa esatta,
  • non esiste un esame specifico per la sua diagnosi, che avviene invece per esclusione.

La terapia prevede una combinazione di approcci multidisciplinari, ma l’alimentazione riveste spesso l’elemento cardine attorno a cui strutturare gli altri interventi.

Se si soffre di IBS si può essere in grado di minimizzarne i sintomi con una dieta sana ed equilibrata costituita da tre pasti più 2-3 spuntini al giorno; è importante garantire una dieta

  • povera di grassi,
  • ricca di fibre,
  • ricca di frutta e verdura.

È importante notare che la dieta ideale nei soggetti colpiti da colon irritabile è piuttosto soggettiva, in quanto gli alimenti tollerati da alcuni soggetti possono risultare causa di sintomi per altri.

Se in passato ci si limitava a suggerire ai pazienti una serie di alimenti da eliminare, sono state identificate alcuni indicazioni di massima che sembrano valere per tutti coloro che soffrono di questa condizione e si è fatta così strada una strategia più strutturata che prende il nome di Dieta low-Fodmap.

Da notare che qualsiasi suggerimento riportato in seguito andrà adattato sul singolo caso, in quanto è molto comune rilevare eccezioni sia per quanto riguarda alimenti inaspettatamente tollerati, sia relativamente a cibi digeribili che al singolo soggetto potrebbero dar fastidio.

Se si desidera provare la dieta FODMAP è caldamente consigliabile farlo sotto lo stretto controllo di un professionista (dietologo, nutrizionista, …), che garantirà che la dieta rimanga comunque sana, completa e bilanciata.

Il paziente affetto da colon irritabile dovrà quindi essere in grado di di imparare ad ascoltare il proprio corpo e imparare, con l’esperienza, ad adattare consigli alimenti, indicazioni dietetiche e strategie alimentari al proprio caso, che rimane unico e non ripetibile.

La dieta low-FODMAP dispone di una significativa base di prove di efficacia in letteratura, soprattutto in termini di miglioramento dei sintomi nei pazienti adulti, ma i gastroenterologi, tuttavia, ad oggi predicano cautela con chi vorrebbe dipingere questo approccio come ideale a prescindere; la dieta è restrittiva, difficile da seguire e deve essere intesa solo come un intervento a breve termine condotto allo scopo di identificare gli alimenti responsabili dei sintomi lamentati. A meno che non sia prescritto da uno specialista competente espone con facilità ad abusi ed errate interpretazioni che potrebbero sfociare in carenze più o meno rilevanti ed alterazioni significative del microbiota intestinale (i batteri presenti nell’intestino).

Primo piano di una donna che si tiene le mani sul ventre a causa dei crampi causati dal colon irritabile.

iStock.com/MarsBars

Dieta a basso contenuto di FODMAP

FODMAP è l’acronimo di Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli, ossia serie di carboidrati a corta catena; queste molecole si possono trovare in numerosi alimenti, per esempio sotto forma di:

  • fruttosio (frutta, miele, …),
  • lattosio (latte e latticini),
  • fruttani (anche noti come inulina, si trovano in frumento, cipolla, aglio, …)
  • galattani (fagioli, lenticchie, legumi come la soia, …)
  • polioli (dolcificanti contenenti sorbitolo, mannitolo, xilitolo, maltitolo, frutta con nocciolo
    come avocado, albicocche, ciliegie, pesche noci, pesche, prugne, …)

I FODMAP hanno proprietà osmotica, sono cioè in grado di attrarre acqua una volta arrivati nell’intestino; inoltre, nel caso non siano adeguatamente digeriti e assorbiti dall’intestino tenue, possono essere fermentati dai batteri intestinali, specialmente se consumati in eccesso; questo può causare la comparsa dei classici sintomi come

  • gas,
  • gonfiore,
  • crampi,
  • diarrea.

Una dieta a basso contenuto di FODMAP può contribuire a ridurre i sintomi, soprattutto durante le fasi acute della sindrome.

Questa dieta limita anche le fibre, poiché alcuni alimenti che ne sono particolarmente ricchi contengono elevate quantità di FODMAP. (La fibra è formata da carboidrati complessi che il corpo non può digerire, contenuti in alimenti vegetali come fagioli, frutta, verdura, cereali integrali, ecc.).

In genere si prevede che quest approccio duri un totale di 6-8 settimane:

  • nella prima fase si eliminano i cibi ricchi di FODMAP,
  • che in seguito vengono gradualmente reintrodotti (challenge test).

L’obiettivo è capire quali cibi e in che quantità siano accettati dal nostro intestino, senza innescare ulteriori disturbi intestinali.

Si tratta di un protocollo lungo e spesso difficile da seguire, ma con pazienza e costanza i risultati in termini di qualità di qualità di vita possono essere realmente notevoli.

Alimenti permessi e vietati

Poiché fonti diverse non concordano sul posizionamento di alcuni alimenti ed alla luce del fatto che possono esserci sensibilità individuali, la tabella è da intendersi esclusivamente come punto di partenza e non come guida rigorosa ed adatta ad ogni singolo caso.

Gruppo alimentare Alimenti consentiti Alimenti da limitare
Carne, pollo, pesce, uova Tutte consentite: carne di manzo, pollo, tonno in scatola, uova, albume d’uovo, pesce, agnello, maiale, crostacei, tacchino, salumi.

Alimenti contenenti salse di frutta ad alto contenuto di FODMAP.

Latticini Latticini privi di lattosio, burro, formaggi molto stagionati (grana, parmigiano), altri formaggi senza lattosio (gorgonzola, fontina, taleggio, pecorino, provolone dolce). Cioccolato al latte, fiocchi di latte, gelato, besciamella/salsa al formaggio, latte (vaccino, di pecora, di bufala o di capra), latte condensato zuccherato, formaggi molli (brie, ricotta), panna acida, panna montata, yogurt, mozzarella con lattosio
Alimenti alternativi ai latticini

Latte di riso, latte di soia, kefir,latte di mandorla, gelato senza latte vaccino.

Latte di cocco, crema di cocco.

Cereali Pane, pasta, grissini, prodotti di pasticceria, … purchè prodotti con cereali e farine purchè prive di frumento (i cereali privi di glutine sono anche privi di frumento): amaranto, avena, grano saraceno, miglio, quinoa, riso, mais, patate, sorgo, tapioca, pane al 100% di farro, polenta, cibi senza glutine in genere. Pane, pasta, grissini, prodotti di pasticceria, …  se prodotti con grano (frumento), farine varie (farina di ceci, farina di lenticchie, farina di piselli, farina di soia), farro, segale orzo, kamut, cous-cous, semolino.
Frutta Banane, frutti di bosco (escluse le more), melone, uva, pompelmo, kiwi, mandarino, limone, lime, mandarino, arancia, frutto della passione, ananas, rabarbaro, mandarino. Avocado, anguria, mele, purea di mele, albicocche, datteri, frutta sciroppata, ciliegie, frutta secca, fichi, litchi, mango, pesche noci, pere, papaia, pesche, susine, prugne, cachi, more, nespole.
Verdure Barbabietola, broccoli, carota, cetriolini sott’aceto, cetriolo, cipollotto, costa, crescione, erba cipollina, indivia, lattuga, mais dolce, melanzane, olive, pastinaca, patata, peperoncino rosso, peperone rosso/verde, piselli verdi, pomodori, rapa, rapanelli, salsa di pomodoro (3 cucchiai da tavola), sedano, spinaci cotti, zenzero, zucchina gialla, zucchine verdi. Asparagi, cipolla, crauti, aglio, carciofi, asparagi, barbabietole, porri, cavolini di Bruxelles, cavolo, cavolfiore, finocchi, fagiolini, funghi, gombo, piselli rampicanti, zucche, porri, radicchio, scalogno, topinambur, verza, taccole.
Legumi e frutta secca a guscio  Tofu. Tutti (ceci, fagioli, lenticchie, …), pistacchi, anacardi, soia.
Dolci Qualunque preparato con alimenti consentiti. Qualunque preparato con alimenti da limitare.
Bevande Succhi di frutta/verdura a basso contenuto di FODMAP (limitare a 1/2 tazza alla volta), caffè (in quantità limitata), tè, vino rosso e bianco (in quantità limitata). Qualunque contenente HFSC, succhi di frutta/verdura ad alto contenuto di FODMAP, birra, caffè d’orzo, superalcolici, vini dolci.
Dolcificanti Zucchero in piccole quantità, glucosio, dolcificanti artificiali che non terminano in “-olo” Sorbitolo, Mannitolo, Isomalto, Maltitolo, Xilitolo
Condimenti e spezie La maggior parte delle spezie ed erbe aromatiche, brodo fatto in casa, burro, erba cipollina, semi di lino, olio aromatizzato all’aglio, aglio in polvere, olive, margarina, maionese, olio d’oliva, pepe, sale, zucchero, sciroppo d’acero privo di HFSC, senape, condimenti per insalata a basso contenuto di FODMAP, salsa di soia, salsa marinara (piccole quantità), aceto, aceto balsamico Agave, chutney, noce di cocco, aglio, miele, confetture, gelatine, melassa, cipolle, sottaceti, spezie, salse di frutta/verdura ad alto contenuto di FODMAP, condimenti per insalata ad alto contenuto di FODMAP, dolcificanti artificiali: sorbitolo, mannitolo, isomalto, xilitolo (pasticche per la tosse, gomme, caramelle)

Consigli e linee guida generali

In genere è consigliabile approcciarsi alla dieta FODMAP come in una classica dieta a eliminazione, evitando scrupolosamente tutti i cibi presenti nella lista per almeno 6 settimane, per poi procedere a reinserirli gradualmente

  • uno per volta,
  • in piccole quantità,

al fine di identificare gli alimenti che potrebbero scatenare i sintomi le eventuali quantità tollerate. A questo proposito ricordiamo che la dimensione della porzione influisce in modo significativo sulla tollerabilità dell’alimento.

Lo scopo principale di una dieta a basso contenuto di FODMAP è quello di raggiungere un buon controllo dei sintomi. L’assunzione occasionale di FODMAP non può indurre sintomi quando il carico complessivo è ridotto.

Se si verificano dei sintomi gastrointestinali, tornare a una dieta rigorosa a basso contenuto di FODMAP e i sintomi dovrebbero migliorare entro 1-3 giorni.

Non si tratta quindi di una dieta da seguire necessariamente vita natural durante, ma di un approccio da limitare in modo scrupoloso a qualche settimana, per poi reintrodurre gradualmente gli alimenti nella propria alimentazione, trovando un equilibrio adatto al proprio singolo caso.

Eventuali ripetizioni del periodo di eliminazione possono essere valutati in caso di necessità.

Recenti ricerche hanno anche dimostrato che una dieta rigorosa a basso contenuto di FODMAP a lungo termine può ridurre i livelli di alcuni batteri benefici nell’intestino ed è anche per questo motivo si consiglia di non seguire inutilmente una dieta rigorosa a basso contenuto di FODMAP, ma di consultare invece un esperto in nutrizione che possa valutare se e come praticare l’intervento dietetico.

Fibra

La fibra deve essere parte integrante della dieta di ogni paziente ogni volta che sia possibile, ma il consumo eccessivo e/o un aumento troppo rapido delle porzioni giornaliere può essere causa di problemi.

In particolare i frutti a basso contenuto di FODMAP dovrebbero essere tollerati dalla maggior parte delle persone con colon irritabile, anche se magari solo in quantità limitate, vanno quindi evitate grandi porzioni di frutta e vanno limitati drasticamente i succhi di frutta.

Frutta

La frutta disidratata andrebbe evitata, perchè la preparazione richiede l'”essiccazione” della frutta fresca per rimuovere l’acqua e questo processo “concentra” tutti gli zuccheri (e quindi i FODMAP) che erano presenti nella frutta fresca.

Vi sono tuttavia altri componenti della dieta che possono indurre varie reazioni (compresi sintomi intestinali) in un piccolo numero di persone, si consiglia in questi casi di consultare un dietista con esperienza nelle intolleranze alimentari per ulteriori consigli in questo settore.

Carne, pesce e frutti mare

Pressoché tutte le fonti di proteine ​​animali (uova comprese) sono generalmente a basso contenuto di FODMAP in quanto contengono una piccola quantità di carboidrati o ne sono privi; serve attenzione per le preparazioni industriali che potrebbero invece contenerne quantità più rilevanti.

Formaggi

Il FODMAP contenuto nei latticini (tra cui alcuni formaggi) è il lattosio, ma a meno di intolleranza non è necessario limitare questi alimenti.

I formaggi a pasta dura e altri formaggi “stagionati” (come camembert, parmigiano, fontina e feta) sono peraltro a basso contenuto di lattosio e non è difficile trovare in commercio anche formaggi di altro genere prodotti con latte senza lattosio.

Condimenti e salse

Burro e oli sono generalmente a basso contenuto di FODMAP in quanto contengono una piccola quantità di carboidrati o spesso ne sono del tutto privi, ma poichè possono influenzare la motilità intestinale se consumati in eccesso possono scatenare sintomi intestinali in soggetti con colon irritabile. Da un punto di vista di prevenzione cardiovascolare si raccomanda di usare solo olio di oliva, possibilmente a crudo.

Maggior cautela è invece necessaria in salse e condimenti industriali, che potrebbero contenere ingredienti ad alto contenuto di FODMAP come l’aglio.

Etichette

Imparare a leggere le etichette degli alimenti diventa fondamentale per evitare il consumo di alimenti ad alto contenuto di FODMAP, tenendo conto che gli ingredienti sono ordinati in base alla quantità contenuta; se una materia prima FODMAP si trova nelle prime posizioni significa che la quantità percentuale nella porzione consumata è elevata e viceversa.

Glutine e frumento

Una dieta rigorosa “senza glutine” per tutta la vita è necessaria solo se è stata diagnosticata la celiachia. La celiachia è una malattia autoimmune che provoca l’infiammazione dell’intestino tenue quando viene ingerito il glutine, è quindi necessario assicurarsi che siano stati fatti adeguati accertamenti per la celiachia prima di limitare il glutine nella dieta.

Molti dietologi consigliano di acquistare cereali senza glutine poiché privi di frumento, ma si sottolinea che nel caso di colon irritabile non è necessario seguire una dieta al 100% senza glutine, in quanto il focus sono i FODMAP, non il glutine (anche se qualcuno sostiene che molti pazienti con colon irritabile siano potenziali soggetti con sensibilità al glutine).

Di per sé il glutine è una buona fonte proteica e non dovrebbe essere eliminato quando non strettamente necessario, perchè la scelta di una dieta priva di glutine molto rigorosa, quando è necessaria solo una dieta a basso contenuto di FODMAP, porterebbe a una restrizione eccessiva e ingiustificata

Programmazione dei pasti

Secondo le linee guida dietetiche generali è consigliabile mangiare mangiare 5-6 spuntini al giorno piuttosto che 2-3 pasti abbondanti e questo vale anche per i pazienti affetti da colon irritabile.

Cottura

Le procedure di lavorazione degli alimenti che sembrano avere l’effetto più incisivo sui FODMAP contenuti negli alimenti sono l'”inscatolamento” e la conservazione in condizioni acide, come la “conservazione in salamoia”. Ad esempio per i legumi in scatola (lenticchie e ceci) i FODMAP idrosolubili (GOS) vengono estratti dal legume ed assorbiti nella miscela di salamoia; scartare quest’ultima e lavare i legumi prima dell’uso potrebbe aumentarne la tollerabilità per i pazienti con colon irritabile.

È inoltre possibile che temperature molto elevate possano scomporre i FODMAP. Si è scoperto che la portata di questa reazione può variare notevolmente in base al cibo, alle temperature utilizzate e alle altre condizioni di cottura, è quindi difficile fare previsioni in questo senso

Per continuare a utilizzare piccole quantità di aglio in cucina si consiglia di farlo rosolare nell’olio per un paio di minuti in modo da estrarne l’aroma, dopodiché eliminare l’aglio e utilizzare l’olio così insaporito.

Quindi funziona?

  • Una review del 2017 pubblicata sulla prestigiosa BMJ conclude che fino all’80% dei pazienti ne trae beneficio.
  • Una revisione sistematica del 2018 arriva alla conclusione opposta, ossia l’assenza di evidenze sufficienti a giustificare la prescrizione di una dieta di questo tipo.

Cosa trarre quindi da informazioni diametralmente opposte? La chiave di lettura potrebbe essere proprio l’assistenza di personale sanitario qualificato, in grado di valutare chi sottoporre al regime, in che termini e per quanto tempo.

Va infine tenuto conto che ad oggi non si dispone di una sufficiente quantità di dati riguardo ai possibili effetti a lungo termine, soprattutto in termini di modifica della flora batterica intestinale.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Cosa mangiare con il colon irritabile?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In generale viene consigliata una dieta sana e varia, ricca di frutta e verdura; può essere utile tenere un diario alimentare con cui cercare di capire se e quali alimenti possano dare più fastidio. Si raccomanda di evitare approcci drastici (come quella che esclude i FODMAP) senza l’assistenza di personale sanitario specializzato.

  2. Cosa sono i FODMAP?

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Il termine FODMAP è un acronimo che significa “Fermentable, Oligo-, Di-, Mono-saccharides And Polyols”; nei pazienti affetti da sindrome del colon irritabile gli alimenti ricchi di FODMAP (come grano, cipolle, aglio, legumi, latticini, funghi e cavolfiore, …) potrebbero essere responsabili dei tipici sintomi come dolore addominale, gonfiore, diarrea e/o stipsi.

  3. Posso togliere questi alimenti dalla dieta?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si raccomanda di procedere ad un approccio dietetico FODMAP solo e soltanto con la guida di un professionista competente in materia (nutrizionista, dietologo, …), per evitare di esporsi a possibili carenze alimentari o modifiche inconsapevoli della flora batterica intestinale.